Passione Gourmet Dom Pérignon vintage 2003 - Plénitude 2 - Passione Gourmet

Dom Pérignon vintage 2003 – Plénitude 2

07-12-2021
di Davide Bertellini

Una nuova lettura dell’annata 2003

Quante volte abbiamo desiderato rivivere un momento della nostra storia personale, per osservarla con occhi diversi, coglierne nuove sfumature, magari regalarle una seconda vita? Questo intimo processo di rielaborazione, per Dom Pérignon, rappresenta una delle chiavi di lettura con cui riaffermare i propri valori estetici e sensoriali, vendemmia dopo vendemmia. Plénitude 2 è la seconda vita di Dom Pérignon, pazientemente condotto a una nuova elevazione nel cammino verso l’eternità. Portare a compimento diverse espressioni di ogni Vintage richiede impegno, intuizione, assunzione del rischio, sensibilità e maestria. Soprattutto per un’annata come quella del 2003, che ha cambiato la storia della Champagne.

Gli effetti dei cambiamenti climatici, osservati già dalla fine degli anni ’80, si rivelarono in tutta la loro tangibilità con una vendemmia iniziata il 21 agosto, la più precoce nella storia della Champagne dal 1822, complice una gelata primaverile (che fece perdere più della metà delle uve potenziali di Chardonnay) e un agosto torrido. È qui che entrò in scena l’atto creativo proprio di Dom Pérignon, capace d’interpretare la vendemmia senza subire la situazione, bensì affrontandola con azioni decise, che hanno reso possibile la nascita del Millesimato: per la prima volta, si è deciso di lasciar ossidare e far scurire il vino nella pressa, in modo da alleggerire una struttura tannica troppo imponente.

Poi è stata aumentata la dose di Pinot Noir, in proporzioni mai provate prima nell’assemblaggio, per dare maggiore equilibrio agli Chardonnay, dal carattere più simile a un Borgogna che a uno Champagne. Una scommessa audace, ma rivelatasi vincente perché all’epoca Dom Pérignon fu tra le pochissime Maison a vinificare in millesimo il 2003. E oggi, Dom Pérignon Vintage 2003 – Plénitude 2 offre la possibilità di rivivere in modo differente questa annata, con una nuova lettura della storia. Dopo 18 anni di lenta e controllata trasformazione, lo Champagne ha aumentato la propria energia e si dispiega in tutte le dimensioni – più ampio, più profondo, più lungo – dotato di una nuova longevità estesa. Il Vintage 2003 – Plénitude 2 ha raggiunto la sua seconda vita.

Allo spazio Cavallerizze di Milano, ospite d’onore della serata Vincent Chaperon Chef de Cave de la Maison

Ed è una seconda vita quella che vivono anche gli chef Alberto Faccani e Marco Fadiga autori della splendida cena;  Il primo chef bistellato del ristorante Magnolia di Cesenatico e Dépositaire Dom Pérignon, il secondo chef de cuisine della Maison che nella loro prima vita, vent’anni fa, hanno lavorato insieme al ristorante La Pernice e la Gallina di Bologna. Allo Spazio Cavallerizze vanno quindi in scena le rivisitazioni di contrasto di ostriche e lattuga, risotto triglia e salsa al vino rosso, piccione all’orientale e Il sigaro nel gran finale. Un pairing davvero azzeccato con un grandissimo champagne che funziona benissimo a tutto pasto.

La degustazione

Al naso emerge una grande mineralità con sentori tostati e di cenere, a seguire aromi di frutta essiccata – in particolare l’albicocca prima – e subito dopo la frutta candita, il lampone e il fico. All’improvviso poi, una grande freschezza: pepe bianco e rosmarino e a seguire la radice di liquirizia. Al palato è un vino che richiama e attrae, più tattile e vibrante che aromatico. Come un’onda, si fonda sul ritmo per poi infrangersi: prima si dispiega, quindi avvolge – generoso e strutturato – e infine si ritira in una verticalità profonda e oscura, che si protende lentamente verso una sensazione sapida e iodata. Così come Dom Perignon ha saputo cavalcare l’onda durante quella terribile e disastrosa vendemmia del 2003 così oggi lo champagne che ritroviamo nel bicchiere riflette quell’energia e quella passione senza tempo.