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EDIT: Eat, Drink, Innovate, Together

23-04-2019
di Passione Gourmet

Un’offerta gourmet che mancava

Alle porte della periferia della prima capitale d’Italia, in un’ex fabbrica di cavi elettrici, vi si trova lo spazio concepito dall’intuizione dell’imprenditore Marco Brignone.
Dal 2015 ci sono voluti due anni per studiare e realizzare gli ambienti polifunzionali in questa porzione della città di Torino simbolo di riqualificazione ma non solo. Oggi EDIT è un luogo di vocazione internazionale in cui esplorare molteplici gusti rivolti a moltissimi target: business, famiglie, turisti e buyer’s journey. Un modello internazionale affacciato al futuro in cui tutti possono trovare parte di se stessi, e vivere liberamente. Grazie anche ad un’estetica curata dallo studio lamatilde che lascia intatta la struttura originale giocando su forme, luci e praticità per ospitare un hub grastronomico di alto livello in tutti i campi. Iniziando dalla drink list, troviamo 19 birre (di 5 di propria produzione), una decina di cocktail creativi e classici, come il 5.PM, e una carta dei vini ragguardevole per i piatti del bistrot e ristorante.
Duemilaquattrocento metri quadri in cui non mancano spazi comuni, social table, un Bakery Cafè, quattro cucine, undici lofts elegantissimi e un osservatorio per meeting o eventi. Ambienti tutti collegati tra loro da scoprire in condivisione o con una personal experience sempre accompagnati da verticali fasci di luci a LED che diventano contemporary art. Ma si punta tutto sulla cucina dopo il momento mixology con drink a base di gin o vermouth preparatori al vitto serale. Tra le ultime novità c’è la proposta vegetale consegnata da Chef Antonio Chiodi Latini, e i menu messi a punto dall’estro creativo di Matteo Monti, primo Resident Chef dopo i Costardi Bros, i due fratelli consultant che hanno dato il là a questa realtà torinese.
Un po’ londinese, un po’ underground, si fa apprezzare notevolmente, una volta varcata la soglia, anche per il suo continuo grido alla città della sua anima contemporanea ed immediata nella sua apertura dove si esaltano e mixano ingredienti non tanto a km zero ma “vero”, con una lavorazione passionale e curata. Interpretata da Monti con spirito sincero, precisione e simpatia.  La “Chef’s Table experience” è un percorso a dodici portate disponibile su due turni per un massimo di 16 sedute face to face alla cucina a vista in cui a guidare è proprio lo chef con le sue origini emiliane tutte ritrovate nell’Anolino al Tovagliolo e brodo di Terza proposto in abbinamento a un drink centratissimo a base di vermut, chartreuse verde e brodo. La sfoglia leggera come una nuvola concentra l’integrità e il sapore del ripieno mai fuori confine. Un menu intrigante, nutrito di idee geograficamente abili a creare ponti nel mondo. Messaggi letti già dalla prima foglia di Salvia fritta in tempura con gel di carpione abbinata ad una EDIT PILS, o nella ingente ma equilibrata Schiacciata Romana, croccante ed inclusiva di costata, senape, cavolo e mirtilli. 
Beninteso che il dialogo con la preparata Sommelier Francesca Grandin e Matteo sulla scelta degli abbinamenti e scouting delle materie prime al mercato di Porta Palazzo, non è lo stesso se si sceglie il menu alla carta proposto ai 50 coperti della sala adiacente alla cucina. Ma in ogni caso si tratta di un buon motivo per assaggiare l’emozione e l’adrenalina di uno staff tutto gioioso di far pare di questo incredibile progetto.

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