Passione Gourmet Il Cerchio - Passione Gourmet

Il Cerchio

Ristorante
via Oreste Grassi 21, Collecchio (PR)
Chef Roberto Pongolini
Recensito da Andrea Grignaffini

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • Una cucina d’autore versatile che sa improvvisare a partire da ottimi ingredienti.

Difetti

  • Il parcheggio.
Visitato il 11-2021

La formula Bistrot di Roberto Pongolini

Dopo una serie di avventure gastronomiche, intraprese tra Parma e provincia, Roberto Pongolini, da qualche anno, ha messo radici nel centro di Collecchio, 15 minuti a Sud-Ovest del capoluogo della Food Valley.

In molti lo ricorderanno in regia a La Cantinetta di Felino (PR), rinomato ristorante di pesce a trazione creativa, in attività dal 1992 al 2011, che arrivò a conquistare la stella Michelin sorprendendo quella Parma così legata alla cucina della tradizione e al territorio. Pongolini, spirito indomito, alla continua ricerca di nuove esperienze, dopo i fasti stellati, si è dedicato a modelli più informali. Attualmente con il suo ristorante Il Cerchio è impegnato nella formula bistrot, che ben gli si addice. Il locale è piccolo, con pochi tavoli e arredi originali. Fuori, sulla strada c’è un mini-dehors estivo. Qui lo chef-titolare accoglie la clientela con una carta contenuta, che spazia dalla terra al mare, in cui c’è una sezione dedicata alle “Pandirò” (pizze gastronomiche cotte a bassa temperatura; l’impasto lievita lungamente e le farce sono a base di ingredienti scelti messi a fine cottura), ideate, con un certo anticipo sui tempi, già nel 2009. 

Ma è con il fuori menù che Pongolini mette in risalto la sua briosa creatività, improvvisando piatti che valorizzano appieno gli ingredienti, pescati con cura e perizia al mercato del giorno. Sono sapori decisi e intensi quelli evocati dallo chef, che però è in grado di rispettare anche quelli più delicati facendoli emergere nitidi.

Ricordiamo tra gli assaggi più significativi: la setosa e fine ricciola cruda (a lunga frollatura) con rapanelli e salsa all’acqua di mare; la tartare di cinghiale con bardana sott’aceto e verza, incredibile per tenerezza e dolcezza della carne, giustamente bilanciata da un contrappunto acido-sapido; le sarde passate al fuoco del cannello e accompagnate da fichi, che ne sottolineavano le note iodate e ferrose; le seppioline intere (con osso) scottate alla piastra con topinambur morbido e croccante (in chips) e gli spaghettini quadrati all’aglio nero fermentato di Voghiera con limone salato.

In sala, da sempre, la presenza, discreta e cortese, della moglie Paola Ferrari che si occupa anche della cantina (con bollicine d’Oltralpe in primis).

La Galleria Fotografica:

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