Passione Gourmet La Strega, Palagianello (TA) di Azazel - Passione Gourmet

La Strega, Palagianello (TA) di Azazel

Ristorante
Recensito da Presidente

Valutazione

13/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

Img_2736

Recensione ristorante.

Siamo nella parte alta della provincia di Taranto, in una terra di mezzo che più di mezzo non ce n’è. Arriviamo dal Salento, non siamo ancora nella piana di Metaponto ed il territorio delle Gravine ci domina da Nord. Palagianello non è esattamente fra i cinquecento borghi più affascinanti che mi sia capitato di visitare, e fra le sue strade fitte di palazzoni, edifici condonati e non ed abomini estetici, prossimo ad un trasloco che lo porterà fuori dal centro abitato, si trova il ristorante La Strega, segnalato da un’indicazione che conduce l’automobilista contromano verso l’ingresso.

Il locale è grande, due sale con angolo bar, evidentemente predisposto per una banchettistica di medie dimensioni, oltre che per il servizio quotidiano. La carta dei vini, esauriente per produzione locale, è piuttosto sintetica per ciò che concerne il panorama nazionale e praticamente inesistente come proposta internazionale, con ricarichi coerentemente bassi. Lo chef Vito Netti spazia liberamente con l’offerta culinaria, forte delle esperienze maturate fuori regione e supportato da un territorio che offre una rara completezza dal punto di vista della reperibilità di buone materie prime. In carta ci sono due proposte di degustazione, di mare e di terra, ed una discreta scelta di portate alla carta, fra carne e pesce egualmente ripartite e di ispirazione prevalentemente tradizionale.

La cucina ci accoglie con polpo, patate e bacon, alice, crema di broccoletti, mozzarella di bufala ed uova di salmone.

Img_2743

Non ho onestamente capito la soluzione del piatto unico. Tanti sapori, anche se con accostamenti collaudati, per un risultato piuttosto confuso. Dalla mischia, assemblata peraltro con prodotti di gran qualità e freschezza, esce ovale in mano l’ottima crema, mentre la patata avrebbe lavorato meglio servita tiepida e non fredda. Un cucchiaio con polpo, patate e bacon, uno con broccoli, mozzarella e alice, ed un ultimo con le uova di salmone, ma anche no, sarebbe a mio parere meno coreografico ma meglio fruibile. Insieme all’entrata giungono in tavola un cestino con taralli e pani tradizionali ed un piatto di panini mignon più internazionali (e meno interessanti). Finito il giro di allineamento scatta il semaforo verde.

La millefoglie di pane, pomodoro cicorie e caciocavallo podolico fa trasparire tutta la voglia di esaltare i sapori della tradizione contadina, ma accusa anche un’eccessiva untuosità causata dal pane fritto, oltre a concedere asilo politico ad una quantità d’aglio che sarebbe sufficiente a provocare un cospicuo spopolamento della Transilvania.

Img_2743

Gustativamente più centrato il foie gras con anatra scaloppata su purea di mele, con l’inutile orpello della cipolla fritta (oltre che dell’alberello che ci farà compagnia ad ogni passaggio), anche se la cottura violenta del fegato arriva lunga e porta un poco di amaro sulle papille.

Img_2743

Gli gnocchi di patate con vongole, pomodorini e pesto, il piatto migliore, soffrono a loro volta di un certo abuso d’aglio, o di leggera germinazione, ma oltre a funzionare molto bene al palato sono di una morbidezza che raramente mi è capitato di incontrare. Lo gnocco in sé è un capolavoro, la cui dolcezza è piacevolmente contrastata dall’emulsione dell’acqua dei mitili.

Img_2743

A perfetto contraltare la portata che più ci incuriosiva fra quelle in carta, i capunti con asparagi gorgonzola e mandorle, di cui francamente ci è sfuggito il senso. L’asparago è completamente annichilito dalla sapidità e dalla piccantezza del latticino, le mandorle non sembrano partecipare che come consistenza, e la salsa è alquanto sproporzionata in quantità. Incomprensibile, almeno per noi.

Img_2743

Si risale con il galletto con pomodori leggermente essiccati e polenta fritta, quest’ultima evidente retaggio di passaggi per lande più settentrionali. Carne di ottima qualità e di puntuale cottura, nulla da eccepire.

Img_2743

Il buon livello del secondo, e dei formaggi assaggiati, è confermato dai dessert. Il parfait di agrumi con frittelle di mela e salsa alla cannella è eseguito con mano felice ed equilibrato sul fronte del dolce/acido, e la focaccia di mandorle e mele, gelato alla crema e salsa al cioccolato è golosa, appagante, con giochi di consistenze e temperature che mantengono viva l’attenzione del palato. Stranamente con il caffè non è servita alcuna piccola pasticceria.

Img_2743

Img_2743

Img_2743

Img_2743

Non sono le capacità a latitare, è evidente. Il nodo temo sia avere una clientela poco incline ad uscire dal mondo di sapori e anche dal modus operandi della cucina tradizionale, costringendo di conseguenza ad una certa prudenza il ristoratore. L’attenzione al dettaglio scende se il cliente a propria volta non vi si sofferma e qui, fatta salva la capacità di acquisto di ottimi prodotti, da questo punto di vista c’è un po’ di distrazione, che si evidenzia per esempio con la ripetitività delle presentazioni, la presenza in quasi ogni piatto di un elemento fritto (doppia cipolla per me) e con l’utilizzo spesso troppo generoso dei grassi. Lo riproveremo dopo il trasloco, fiduciosi che il trasferimento nella nuova location possa infondere a tutto lo staff entusiasmo, idee nuove ed una maggior preoccupazione per i particolari.
…e chi non dovesse essere d’accordo con me sul fatto che questa sia una terra di mezzo può fare un salto qui, a pochi chilometri..

Img_2743

il pregio : Materie prime di qualità superiore.

il difetto : Cucina monocorde.

Ristorante La Strega
Via F.lli Bandiera 61
74018 Palagianello (TA)
Tel. 099 8444678
Menù degustazione 45 euro
Alla carta 45-50 euro
Chiuso il lunedì tutto il giorno ed il martedì a pranzo.
Visitato nel mese di Aprile 2010

Visualizzazione ingrandita della mappa

Azazel

31 Commenti.

  • Felice Villa18 Aprile 2010

    Non ci sono immagini del cartello che invita ad andare contromano? Ma forse intendevano a piedi. Siamo nella terra di mezzo, del mezzo diritto. Il Signore degli Agnelli mi ricorda la rubrica botteghe oscure di Michele Serra su Cuore, settimanale di resistenza umana mai uguagliata.

  • andrè18 Aprile 2010

    posso chiedere com' era quel pinot nero di Termeno?

  • azazel18 Aprile 2010

    non l'alto adige della vita ma si esprime bene..a quella cifra non bevi meglio facilmente. Un filo più carico in colore, un pelo più spinto. Sui vini comunque non sono affidabile quanto altri della compagnia...

  • azazel18 Aprile 2010

    beh per me rimarrà insuperato il koffee annan a Trondheim

  • Benito19 Aprile 2010

    Certo che se vogliamo parlare di attinenza territoriale quel Pinot Nero c'entra come i cavoli a merenda.. mi sembra che GdF a parte non ci sia molta attenzione al "giusto" abbinamento.. non è polemica ma solo una banale constatazione..

  • azazel19 Aprile 2010

    trovami un vino che non sia una bolla che da solo si abbini a tutto il pranzo allora..non trovo nei vini salentini in generale una morbidezza che possa non ammazzarmi galletto e baccalà. Magari ad altri il vino interessa più che a me, scelgo un vino che mi piace e bom, ma con tutte le cose che scrivo sempre ai vini ti devi attaccare Benito? non le metto più le foto e pace!

  • azazel19 Aprile 2010

    senza parlare del fatto che chissà perchè i discorsi territoriali valgono solo quando si scende al sud! come se si andasse in un'enclave...al nord non beviamo vini del sud, solo perchè ci piacciono? bah..

  • Il Guardiano del Faro19 Aprile 2010

    No, no Aza, continua a mettere anche le foto dei vini. Tutto aiuta ad allargare gli orizzonti, nessuno nasce imparato . Non farti intimorire dalle critiche. Visto poi che Benny mi tira in ballo posso rispondere che su questo menù avrei spostato l’attenzione sulla disponibilità di bianchi sperando di trovare qualche punto di contatto con una cucina ricca di sapori , di profumi vegetali e di grassi da pastorizia come vediamo nelle immagini. Senza voler cadere nel passpartout petillant qui si poteva cercare un’alternativa fresca ed aromatica. Ci fosse stato un sauvignon di rilievo avrebbe fatto il suo sporco lavoro sia su quella complicatissima entrè, dove l’ideale sarebbe però stato forse un Satèn Franciacorta, sia sul millefoglie, per andare contro il grasso del formaggio e venire incontro al profumo e sapore vegetale del pomodoro (cicoria amara da sopportare però…) . Idem con gli gnocchi con frutti di mare, dove la dominante è il profumo del pesto di basilico, e quindi di nuovo sauvignon. E pure sui capunti dove è il gorgonzola a marcare il territorio in compagnia di nuovo di un vegetale autoritario come l’asparago. Sul galletto, carne bianca e cipolle , sarebbe andato bene uno chardonnay di peso e anche con leggero passaggio in legno per avere la necessaria morbidezza. L’unico piatto da rosso secondo me è l’anatra, nonostante il foie gras richiederebbe un altro bianco aromatico, ma a questo punto una bella botta di alcol e di concentrazione territoriale salentina avrebbe sistemato a dovere l’una e l’altro. Tutto ciò tanto per fare quattro chiacchiere e in visione teorica e personale, senza pretendere di indovinare il reale sapore di ogni piatto. p.s : Benny, guarda che in giro ce ne sono di autori di PG che danno il giusto peso al vino, solo che a volte ci si fa prendere dalla passione per la parte cucinata e si perde di vista l’aspetto enologico. ;-)

  • Benito19 Aprile 2010

    Scusa Azazel, lo so, sui vini sono un rompiscatole.. Non conosco la carta di questo locale ma se l'avesse avuto potevi tranquillamente abbinarci questo vino: http://www.cefalicchio.it/ita/pontedellalama_2008.asp e rimanevi ancorato alla territorialita'...

  • Kriss19 Aprile 2010

    Piatti diversi, ma è possibile che laggiù la vedano così diversamente da voi nordici? http://www.gamberorosso.it/grforum3/viewtopic.php?f=7&t=58121

  • Benny19 Aprile 2010

    Gdf, tutto perfetto, la tua disanima non fa una grinza anche se per me è troppo didattica, ultimamente, quando la carta me lo consente, cerco sempre di fare un'abbinamento territoriale, pero' piu' di pancia che di testa.. Era questo il mio piccolo appunto ad Azazel.. la Puglia offre tanti spunti enologici da sfruttare, mica è la Val d'Aosta ;-) ps mai messo in dubbio la preparazione in campo enologico dei PG.. ma combinazione è la seconda volta che Azazel mi da' l'pportunita' di contestargli la scelta del liquido odoroso.. @ Azazel per cortesia continua a mettere anche le foto dei vini, grazie!

  • norbert19 Aprile 2010

    Nordici a chi? :-)

  • franco francese19 Aprile 2010

    Di ritorno da nord a guardare questo sud confusionario. Per fortuna c'è anche Ceglie Messapica :-)

  • velavale19 Aprile 2010

    @ bellismo commento però io mi sono perso!

  • velavale19 Aprile 2010

    @gdf

  • alessandrogourmet8419 Aprile 2010

    Sono un frequentatore della strega, allora diciamo che magari qualche pecca ce l'hanno pure. vedi il posto, vedi magari la frittura su molti piatti, vedi la mancanza di alcuni particolari... ma 13 su 20 no daiiii....... diamo un bel 15 forse è meglio dai... Si può sempre capitare anche nella giornata sbagliata no? Poi Palagianello, Palagiano, Mottola, Castellaneta e dintorni diciamo che non è affollatissima di gourmet eeh!! Quindi secondo me magari nelle tante difficoltà del rimanere in piedi in questi tempi bui, secondo me se la cavano abbastanza bene. Poi oguno può scrivere quello che vuole assolutamente..... :-)

  • Il Guardiano del Faro19 Aprile 2010

    Si, dimmi subito. O se no anche più tardi su altri argomenti, c'è parecchio materiale mentale da mandare in onda, inondante.

  • azazel19 Aprile 2010

    beh 14 non era assolutamente il caso di darlo, alla luce di locali così valutati su questo sito..spiace dirlo, ma i miei commensali erano d'accordo con me, e loro sono salentini...nessuna volontà di penalizzare questa terra

  • azazel19 Aprile 2010

    ricci o cibus?

  • franco francese19 Aprile 2010

    Ceglie Ricci, come stanno ?

  • azazel19 Aprile 2010

    la mia visita dell'anno scorso a Ceglie è stato poco superiore a questa, speriamo quest'anno vada meglio..si vede che non ho fortuna..certo non credo che la carenza di gourmet possa essere la spinta a valutare diversamente da come si fa altrove. Certo in Puglia ho goduto sempre più in trattoria che negli stellati...

  • azazel19 Aprile 2010

    ps 13 è, come tutti i voti, dato ESCLUSIVAMENTE alla cucina.

  • alessandrogourmet8419 Aprile 2010

    ecco questa cosa sarebbe davvero interessante... una recensione di ricci non l'ho mai vista sul web..... peccato.... azazel mai stato a masseria petrino?

  • azazel19 Aprile 2010

    no..sempre a palagianello mi pare no? diciamo che gravito in zona lecce quando son giù quindi non mi è proprio dietro l'angolo..diciamo che le cose migliori che ho provato in puglia le ho trovate in zona martina franca-cisternino e a gallipoli

  • sararlo20 Aprile 2010

    " ...un’eccessiva untuosità causata dal pane fritto, oltre a concedere asilo politico ad una quantità d’aglio che sarebbe sufficiente a provocare un cospicuo spopolamento della Transilvania..." Alè ;0))

  • azazel20 Aprile 2010

    già nel mirino, passa per essere in forte salita

  • gianmaria20 Aprile 2010

    Salve,in questo momento le novita' piu' interessanti,si trovano a Tricase vicino Leuca,con il Lemi' a tricase paese e il bolina a Tricase porto

  • Presidente20 Aprile 2010

    Grazie della segnalazione e benvenuto!

  • Gianfranco20 Aprile 2010

    @ Azazel Quali ristoranti a Martina Franca, Cisternino?

  • azazel20 Aprile 2010

    scendo dopodomani nel salento...se trovo spazio fra l'addio al celibato e il pranzo di nozze ci vado ;-)

  • azazel20 Aprile 2010

    per esempio la tana a martina (oddio spero di ricordar bene...) certo, altro target..ma se i risultati son buoni non vado per il sottile

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *