Passione Gourmet A Viassa, Dolceacqua (IM). Il Guardiano del Faro - Passione Gourmet

A Viassa, Dolceacqua (IM). Il Guardiano del Faro

Trattoria
Recensito da Presidente

Valutazione

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

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Recensione ristorante.

Le michette e il Rossese di Dolceacqua.
Due prodotti identificativi di questo delizioso comune dell’entroterra ligure inserito nell’estremo spicchio di territorio che divide Italia e Francia .
Farli diventare un dessert, riducendo a consistente gelato i piccoli dolci da forno aromatizzati a discrezione con limone o arancio e unendolo a concentrata riduzione di uno dei più significativi vini autoctoni italiani, fa subito intuire che le idee in questo nuovissimo ristorantino non mancano di originalità.

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L’ambiente , pressoché asettico, avrà in futuro bisogno di una qualche tonalità di colore che lo renda meno algido e più attraente. Per ora , a due mesi dall’apertura, è il buon livello medio della cucina e l’ampia scelta di vini di qui e d’altrove a creare motivata attrattiva da parte dell’abituale clientela francese e italiana che ama affollare questa vallata nel fine settimana .

L’affabilità e l’esperienza del giovane patron in sala farà il resto.

Qualche assaggio al tavolo, a spezzare una lunga giornata trascorsa tra una cantina e l’altra dei produttori di Rossese.

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La gentila offerta di cipolle farcite e gratinate al forno.

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Un classico polpo stufato al timo su crema di fagioli di Pigna e olio nuovo.

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La lasagna al ragù di pesce, un po’ forzato come concetto, una bolognese rimasterizzata in spiaggia, ma tutto sommato di piacevole effetto complessivo, tra vongoline, seppie , calamari e cubetti di tonno in salsa di pomodori e gratinatura di besciamella.

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Di grande aggancio territoriale le foglie di verza farcite di battuto di salsiccia e verza, altre salsicce stufate in delicata salsa di pomodoro.
Ghenefusse!
Salsiccia e Rossese: ghenefusse!

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Ben fatto queste Rossese da negociant. Vino “costruito” , ma senza esagerare, senza togliergli l’anima, semplicemente educandolo gentilmente a rimanere in un recinto di sensazioni condivisibili a tavola .

Del pre-dessert dicevo all’inizio, mentre questo semifreddo al caffè e amaretti è altrettanto ben riuscito e rivela una buona mano in cucina, dove si cerca di far tutto, dal pane fresco all’ultimo biscottino da servire con il caffè.

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il pregio : La valida scelta di vini locali e d’altrove.

il difetto : Troppo bianco l’ambiente, troppo freddo.

A Viassa
Via Liberazione 13
Dolceacqua (IM)
Tel. (+39) 0184 1893184
Numero coperti : 25 (quindi meglio prenotare)
Chiuso :Lunedi
Prezzi: alla carta 25 – 40 euro

Bandiera arancio dei comuni d’Italia.

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http://www.ristoranteaviassa.it/

Visitato nel mese di Marzo 2010

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6 Commenti.

  • Benito16 Aprile 2010

    quel ghenefusse è vino “costruito” perchè?.. chimica di sintesi, lieviti selezionati, solforosa aggiunta? Costruito in questo senso? (e' una domanda non un'accusa beninteso, non lo conosco..) Se sì allora perchè non bersi un Testalonga grande interprete di questo interessante terroir..? ps il resto sì è troppo bianco brrrrr..

  • Il Guardiano del Faro16 Aprile 2010

    Il brivido di un Testalonga sempre volentieri, ma quando passi la giornata a bere i soliti noti, ti viene voglia anche di mettere il naso in qualche cosa aggiustato ed assemblato da un personaggio ( che mi dicono) piuttosto controverso come Mauro Feola, che non so dirti da quali vigne e con quali modalità abbia messo insieme queste 2000 bottiglie di una qualità onesta e beverina. Niente di estremo, la sola piacevolezza da tavola comprensibile a tutti, neofiti ed edonisti. Estremisti astenersi Voglio dire, volendo entrare in un ambito che penso ti sia gradito, e pensando al St.Marsan (syrah) 1999 di Bertelli che abbiamo stappato pochi giorni fa da Magorabìn a Torino, che ha lasciato allibite le signore al tavolo per oltre un'ora , colpite duramente dal sentore di stalla abitata da cavallo sudato, fortunatamente evaporato, ma con buona pazienza prima di consentire di collegare piacevolmente naso e palato... ecco, questo no, a questo Rossese si possono avvicinare tutti senza offendersi. p.s. Poi il St.Marsan è uscito alla grande e per questa volta il passaggio in caraffa si è rivelato veramente utile. Ti allego una scheda online di questo vino ;-) http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=5357

  • Benito16 Aprile 2010

    thanks per le delucidazioni, GdF esaustivo as usual ! Per quanto riguarda Bertelli non ho notizie su come lavori ma non l'ho mai associato ai "naturali"; in ogni caso penso sia un mito da sfatare che i vini fatti in quel modo debbano per forza puzzare appena aperti, avere una volatile alta ed essere "instabili" per la mancanza di solforosa, A Vino,Vino Vino a Cerea e a Villa Favorita sabato e domenica ho bevuto dei vini di rara finezza ed eleganza, alcuni nomi? Sebastien Riffault, Domaine Labet, Ann-Marie Lavaysse, La Distesa, Frank Cornelissen, Le Coste ecc.. keep in touch L

  • alvigneto17 Aprile 2010

    A me personalmente il bianco di questo posticino mi acchiappa un sacco come dicono a Baciacaluppo.Non lo trovo un difetto da evidenziare, polemica esclusa ben inteso.

  • Sansciaratto23 Aprile 2010

    Ringrazio gli amici,giovani ma già bravissimi del ristorante la Viassa aver proposto il mio Rossese di Dolceacqua in un momento di confronto con gli appassionati gourmet. Non sono abituato a confronti così importanti ed ammetto di essere "un personaggio controverso" anche se preferirei rimanere nell'ambito professionale ed essere sottotitolato come Enologo,ma l'importante e' il vino ed il suo territorio e le mie poche bottiglie,a parte il presuntoso nome di ne vogliono essere solo il semplice e pulito esempio.Difficile vitigno il Rossese da vinificare e coltivare ma anche un grande interprete di equilibrio e piacevolezza che da vent'anni mi affascina e mi stimola da punto di vista professionale come consulente. ..lo ammetto dovrei essere più diplomatico ed accettare il presente indipentemente dal fatto che esista un passato,ma ho un pessimo carattere,la mia azienda si chiama specchiodivitae per questo ed il mio primo vino "Sansciaratto" dal mio nome in Goliardia universitaria e mi viene difficile accettare estremismi o provincialismi. Il passato del Dolceacqua e' patrimonio di molte aziende storiche del Ponente Ligure e penso che il tentativo degli emergenti di estrometterle con la modifica unilateralare del disciplinare di produzione sia stato oltre che inutile nei risultati anche poco sportivo e "controverso" sia un eufemismo ma comunque un poco di animosità aiuta il mercato e stimola a far meglio e devo ammettere che il Dolceacqua nelle ultime annate e' stato mediamente ottimo.

  • Il Guardiano del Faro23 Aprile 2010

    E non solo i ragazzi del " A Viassa" hanno dato il giusto risalto a questa piccola produzione di nicchia. Mi risulta che anche a Diano Marina, a "La Femme" , questo vino ha incontrato un notevole successo da parte del vario pubblico. Quindi, non addetti ai lavori , ma quelli che il vino lo bevono al ristorante per il puro piacere fine a se stesso. E questo per un produttore credo conti uguale o più del rispetto dei critici. Dalle mie fugaci esperienze da "uomo del vino" fatte in sala in alcuni buoni ristoranti del nord ovest , ho imparato che al cliente medio interessi più la piacevolezza sensoriale che un vino è in grado di regalare dopo lo stappo. Tutto il resto è contorno, è storia, è aggancio culturale, tipicità ricollegabile mentalmente... ecc... ma alla fine quel che conta è che mentre si fanno tutto questi bei discorsi il livello della bottiglia scenda velocemente, e questo Ghenefusse secondo me ha il nome giusto, nel senso che finire questa bottiglia (anche da solo) con disinvoltura, significa avere centrato il prodotto. Di grandissime bottiglie di ipotetici grandissimi vini il cui livello nella bottiglia rimane stabile sopra la metà anche dopo ore dallo stappo ne ho viste tante ;-) ... troppe. Ancora complimenti e grazie per l'intervento sul nostro blog.

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