Passione Gourmet Pinocchio, Piero Bertinotti . Borgomanero (NO) di Azazel - Passione Gourmet

Pinocchio, Piero Bertinotti . Borgomanero (NO) di Azazel

Ristorante
Recensito da Presidente

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

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Recensione ristorante.

C’è un momento giusto per ogni ristorante, è una questione di ruoli. Il giorno giusto per far andare a trovare Piero Bertinotti non può che essere la domenica, a pranzo se possibile. Pochi ristoranti sono infatti in grado di ricreare davvero l’atmosfera di casa, con l’aria della festa ma anche con una certa informalità, che potrà infastidire alcuni ma che, quando non è spinta al cameratismo da bagnini di alcuni personaggi milanesi, apprezzo molto. Il Pinocchio è uno dei candidati più credibili ad essere l’anello mancante fra la trattoria ed il ristorante.

Sono troppo giovane per capire se sia stato sempre così o se 20 anni fa le sovrastrutture della location condizionassero anche il personale di sala, ma a fronte di un ambiente di tono, per quanto malinconicamente demodé, le pietanze e l’atmosfera distesa incarnano l’ideale della trattoria, inteso ovviamente nella sua accezione più nobile ed alta. Ciò che va ricercato da queste parti, se si vuole avere un’idea corretta del locale, è infatti la tradizione novarese. Stop. Lasciate indietro infatti le tentazioni leggere e fuorvianti dell’ittica ci buttiamo su un menù esclusivamente di terra. La carta delle vivande lascia anche la possibilità di scegliere una degustazione più ampia o una serie di proposte vegetariane, oltre a piatti unici come il tapulone. La lista dei vini, fortemente incentrata sul Piemonte e molto basica per le etichette extra regione, non è in assoluto vastissima, ma offre una rara completezza e profondità per le proproste regionali a prezzi più che umani.
Il pranzo si apre con dell’ottimo burro della val Formazza ad accompagnare, con un pane dimenticabile e buoni grissini, il calice di Riesling Le Fracce che ci viene offerto. L’entrata è una crema calda di pomodori con panna e pistacchi. L’equilibrio grasso acido è tenuto a bada più in teoria che in pratica, perché l’elevata temperatura impedisce al pomodoro di sprigionare freschezza e bilanciare il resto. Non mi preoccupo perché da quando frequento questa tavola si pratica con costanza il rito della falsa partenza. E infatti il bianco di cappone al ginepro,

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accompagnato dalla sua galantina, da una frittata alle erbe e da un’insalata di zucchine e carote in bagna frejda di acciughe, centra il bersaglio senza che la carne debba soffrire il peso del contorno. La bagna frejda, che non conoscevo ma che ho scoperto esistere davvero e non essere un’invenzione di Bertinotti come il cachemire e il portaocchiali, equilibra il tutto, come la più nobile delle salse, senza coprire, conferendo acidità e prolungando nel contempo la persistenza. Imprescindibili per il cliente alla prima visita, ma anche per il recidivo, gli agnolotti ai tre arrosti nel loro intingolo

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arrivano trionfanti a tavola, in porzione davvero improbabile per abbondanza e in totale assenza di geometria nella presentazione. Sorprendentemente, rispetto alle mie altre visite, hanno un difetto, l’eccessiva sapidità del fondo, sfuggito di mano in riduzione. Niente scarpetta questa volta, ma si ammira in ogni caso la perfezione della consistenza del ripieno, gentilmente speziato, né asciutto né grasso. Certo non ce ne sono due di forma uguale… Come secondo vengono servite delle costolette di agnello vigezzino alle erbe e cardamomo.

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Anche qui porzione da piatto unico (oltretutto qui è prassi l’offerta dei bis, accessibili evidentemente solo a portatori sani di silos gastrici). Le cotture sono decisamente indovinate, i succhi ben presenti all’interno, e la carne è di qualità commovente. Il croccante di parmigiano e pinoli e le fruste verdurine concedono un attimo di respiro all’inevitabile monotonia che una tale razione porta inevitabilmente con sé. Coraggiosamente proseguiamo con un assaggio di formaggi.

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Purtroppo il Bettelmatt e la toma ossolana serviti si addicono maggiormente a pratiche necrofile che gastronomiche per il mio gusto personale. Anonimo il cast di supporto dolce/piccante. Come dessert un buon gelato al pistacchio, vecchio stile, non troppo cremoso, con il cucchiaino che rimane ben fermo, e un gelato alla vaniglia con zabaione caldo versato al momento, opulento, spumoso e marsalato ingiusta misura. Solo, al solito, in dose doppia rispetto al necessario. Una buona piccola pasticceria (cui non fa purtroppo da contraltare un pane dello stesso livello) chiude l’esperienza.
Certamente non si esce con l’idea del pranzo che cambia la vita aprendo nuovi orizzonti, sicuramente non si esce saltellando di leggerezza, ma la solidità di questa cucina rimane ben impressa, come la vista di un vecchio ulivo piantato chissà quando e da chissà chi, qualcosa che un giorno sono sicuro ricorderò con nostalgia. Canaglia.

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il pregio : Mangiare con il sorriso sulle labbra (…oltre che a pochi chilometri da casa).

il difetto : Le sedie ormai quasi vintage.

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Ristorante Pinocchio
Piero Bertinotti
Via Matteotti 147, Borgomanero (NO)
Tel. ( +39) 0322 82273
Fax 0322 835075
Menù degustazione 55-75 euro
Alla carta 80 euro circa
Chiuso tutto il lunedì e il martedì a mezzogiorno.

http://www.ristorantepinocchio.it/

Visitato nel Marzo 2010

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Azazel

19 Commenti.

  • sararlo15 Aprile 2010

    "La bagna frejda, che non conoscevo ma che ho scoperto esistere davvero e non essere un’invenzione di Bertinotti come il cachemire e il portaocchiali" Mi aspettavo, inevitabile, l' attesa citazione. Molto elegante e coordinata. "(oltretutto qui è prassi l’offerta dei bis, accessibili evidentemente solo a portatori sani di silos gastrici)" Una tua interpretazione dell' oramai classica "cilindrata gastrica". "Purtroppo il Bettelmatt e la toma ossolana serviti si addicono maggiormente a pratiche necrofile che gastronomiche per il mio gusto personale" Strachapeau.

  • massisol15 Aprile 2010

    Quanto sopra: Strachapeau :)

  • Kriss15 Aprile 2010

    No,no i formaggi migliori devono arrivare al limite per comprenderli.

  • azazel15 Aprile 2010

    beh io preferisco la compagnia di una sprovveduta ventenne che di una saggia novantenne....;-)

  • q.b.15 Aprile 2010

    umm...scusate, ma sono un pò perplesso ! Non è che a volte il giudizio in voti viene influenzato dal nome e dalla caratura dello chef e/o ristorante in cui il passaggio viene effettuato? Non avendo assaggiato i piatti da voi provati, ma fermandomi solo ad un esame visivo e leggendo il gusto e l'esecuzione dei piatti tra le righe mi viene da pensare che se vi foste trovati da tizio o caio difficilmente si sarebbe arrivati ad un tale punteggio. Sbaglio?

  • azazel15 Aprile 2010

    Leggere una recensione, corredata da foto per giunta, è come scorrere uno spartito. La notazione musicale è perfetta, non vi manca nulla...a parte la musica ovviamente. Come l'occhio esperto del musicista può scorgere evidenti pecche compositive in un'opera, così il ristoratore o il gourmet scafato possono cercare, o riuscire, a vedere i difetti nei piatti senza l'ausilio di naso e palato, ma ad entrambe le prospettive manca la prova che a volte scombina o sposta un poco gli equilibri del giudizio. Pinocchio, locale storico e in cui è la storia che va cercata, non è locale che possa più ambire ad arrivare più in alto di così. I piatti sono un tuffo nel passato. Gli agnolotti da soli valgono un viaggio.

  • luca16 Aprile 2010

    forse q.b. intendeva dire che ti sei basato anche sulle sensazioni delle passate esperienze, leggendo il commento degli agnolotti con il fondo più sapido rispetto al solito. Cmq, per me, il pinocchio rimane un gran locale, cucina solida e radicata. ce ne fossero...luc

  • azazel16 Aprile 2010

    vero..degli agnolotti solitamente da 17 son diventati da 15! Rispetto ad altre visite ho trovato meno buoni gli agnolotti (ma appunto, meno BUONI) e meglio il "cast di supporto". che poi in media sia 15 o 14.85 poco cambia.

  • q.b.16 Aprile 2010

    cercherò di colmare la lacuna e passare personalmente al Pinocchio. grazie per le precisazioni...

  • lamax61°17 Aprile 2010

    Non farti sentire a dire "TOMA OSSOLANA". Il Bettelmatt è FORMAZZINO. Ti pelano vivo i formazzini. Ocio fiol! Solo una precisazione, perchè l'Ossola abbraccia un territorio molto vasto e composito, anche se la predominante è la roccia(serizzo o sarizzo, non SARARLO) il pascolo ed il TOCE. Ciao LA MAX61° DALL'OSSOLA CON FURORE

  • lamax61°17 Aprile 2010

    Non ho buoni ricordi del ristorante in questione. E' però passato quasi un lustro. La solita giornata storta? La paniscia è stata la cosa meno convincente. Saluti LAMAX61°

  • lamax61°17 Aprile 2010

    Sorry Sararlo, visto E per E', causa abbassamento vista repentino e...puttana la miseria dove son gli occhiali? Comunque tu non accostare mai Bettelmatt a Ossolano. Convengo con te con la consistenza very strong del formaggio Bettelmatt e poi ha inflazionato tutta la ristorazione. La prima fetta affascina, le successive tendono a saturare. A fine stagione non lo posso più nominare. Ciao LAMAX61°

  • azazel17 Aprile 2010

    infatti il bettelmatt E la toma ossolana indicano 2 formaggi diversi!! vado da 23 anni in val formazza! non potrei mai far confusione...riporto i formaggi come mi son stati descritti..sulla genericità del termine "ossolano" concordo, ma quando dico Bettelmatt intendo quello (questo mi pare fosse del Forno)..

  • azazel17 Aprile 2010

    Lamax!!! sveglia!!! è un virgolettato quello di Sararlo!!! è con me che te la sta(v)i prendendo!!! saluti Aza

  • azazel17 Aprile 2010

    non ho provato mai la paniscia in loco...ricordo però in una precedente visita il miglior tapulone mai assaggiato

  • lamax61°17 Aprile 2010

    Ellapeppa azazazazazazel !!! T'ho detto che non trovavo gli occhiali e poi mi piaceva far sapere a SARARLO che la pietra più diffusa è il SARIZZO o SERIZZO. Così, per assonanza. Eccoti i sette alpeggi del Bettelmatt come riportato dal sito del BETTELMATT. Localizzazione e denominazione: si produce esclusivamente, in sette alpeggi della Valle Antigorio- Formazza nei Comuni di Formazza,Baceno e Premia denominati: Morasco, Kastel, Val Toggia, Vannino, Poiala, Forno, Sangiatto , l’altitudine rispetto al livello del mare va da 1800 a 2400 mt. circa. Io ci vivo 8 mesi l'anno. Comunque, se ti capita, fai una capatina a Viceno di Crodo, vai da Bernardini Massimo e acquista il KASTEL, che praticamente è del Bettelmatt senza la marchiatura (oltre la produzione consentita/ammessa) a prezzi decisamente meno caini. Troverai tanti prodotti particolari. Una specie di TALEGGIO (brigantino) ed un primo sale che nulla ha da spartire con quello del caseificio latteria antigoriana e quello che trovi in commercio. Una roba da sballo. Il formaggio sarà la mia morte. Ciao LAMAX61°

  • pumpkin17 Aprile 2010

    Il Bettelmatt che si trova da Pinocchio è eccellente. Anche Vissani (che ha un carrello a dir poco strepitoso) se lo fa mandare dai Bertinotti ...

  • pumpkin17 Aprile 2010

    Concordo sulla paniscia poco convincente. Tapulone buono ma porzione eccessiva. Alla fine cado sempre sugli agnolotti (didascalici), o sugli eccellenti risotti. Molto buono il foie gras, le carni (manzo, piccione, coturnice) e i funghi. L'agnello (qualità ottima) talvolta vede prevalere il cardamomo (ma mi sembra non fosse questo il caso). Per me un grande ristorante, nel suo genere. Una curiosità per Azazel ... con tutto il ben di dio che c'è nella carta dei vini (soprattutto Gattinara), perché il Sur Bric? L'ho bevuto un paio di volte ma non mi ha mai convinto ...

  • azazel17 Aprile 2010

    per me infatti il cardamomo era quasi poco.. sul bric mi piace molto, era da tanto che non lo bevevo, il 97 mi mancava e ho voluto cogliere l'occasione..così, niente contro il gattinara

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