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Brugal 1888: una leggenda sempre al passo con i tempi

Nuove frontiere di degustazione per Brugal 1888: il ron dal doppio invecchiamento dalla storia ultracentenaria

Un marchio che è riuscito a diventare un mito affrontando, in oltre 130 anni di storia, le sfide del progresso e della produzione su larga scala, senza mai mettere in discussione il rispetto di solide e rigorose tradizioni famigliari. Tutto questo è Brugal 1888, il ron simbolo della Repubblica Dominicana, il più venduto nell’intera zona dei Caraibi e in Spagna, nonché il terzo in assoluto. 

Il rilascio, in veste rinnovata, dell’esponente più rappresentativo dell’intera gamma, Brugal 1888 Gran Reserva Doblemente Añejado, ha costituito l’occasione per un coinvolgente virtual tasting (sotto la guida del brand specialist Matteo Melara), avente lo scopo di illustrare nel dettaglio le peculiarità del prodotto, nonché di saggiarne le caratteristiche organolettiche sul doppio binario dell’assaggio autonomo e in miscelazione; quest’ultima, un volano sempre più efficace per il rilancio e il rinnovamento del mondo dei distillati.

Oltre a ricordare l’anno di fondazione dell’azienda da parte dello spagnolo don Andrés Brugal Montaner in quel di Puerto Plata, la denominazione di questo iconico ron illustra proprio la sua caratteristica unica e distintiva: il processo di doppio invecchiamento. La sua trama complessa e accattivante si delinea, dapprima, in un lasso di tempo che va dai due agli otto anni, in cui il distillato sosta in botti di quercia americana che, in precedenza, avevano ospitato bourbon. Successivamente, viene creato un blend di liquidi dalla diversa maturità, che proseguirà poi il cammino in botti di quercia europea ex sherry oloroso, per un ulteriore periodo che va dai quattro ai sei anni. 

La selezione accurata delle singole botti, la scelta di tempi e le modalità di assemblaggio sono demandati all’esperienza e alla sensibilità dei Maestros Roneros, rigorosamente membri della famiglia fondatrice, ora appartenenti alla quinta generazione. Un viaggio puntigliosamente programmato in ogni singola tappa, la cui meta finale vuole essere un ron che estrinsechi nel bicchiere, con il miglior equilibrio possibile, il contributo di entrambe le tipologie di legno e dei loro ospiti originari.

L’olfazione e l’assaggio sanciscono che l’obiettivo è stato raggiunto. I caratteristici sentori vanigliati, di frutta secca, di tostatura che vira verso un leggero tabacco, rilasciati dal rovere americano, ben si fondono con le più esuberanti reminiscenze dello sherry, quali ciliegia sotto spirito e cioccolato. Il sorso rivela una delicatezza e una freschezza non scontate, per una maturazione di questa lunghezza e impostazione, e la bocca ne esce nettata da un finale leggermente affumicato ed erbaceo.

Ospiti d’eccezione del virtual tasting sono stati tre famosi bartender italiani, che hanno creato, e realizzato in diretta, tre signature cocktail a base di Brugal 1888: Francesco Bonazzi (Caterina goes to Puerto Plata), Alexander Frezza (Mr.88), e Guglielmo Miriello (Midnight Old Fashioned). L’interazione fra il ron e altri pilastri del mondo della miscelazione (fra cui bitter, vermouth e angostura) offre prospettive assai affascinanti in termini di complessità e di connubio fra sensazioni differenti, e talora opposte, lasciando campo sempre più aperto alla fantasia e alla sperimentazione.

L’Alchimia perfetta, con un quartetto d’eccezione alla guida

Valerio Trentani, Ilario Perrot, Giuseppe Postorino e Alberto Tasinato. Molti locali blasonati farebbero follie per avere anche solo un paio di questi ragazzi in staff. E invece sono tutti concentrati e impegnati in un progetto di nome L’Alchimia. Con classe, professionalità ed eleganza estrema. Con quel fiuto per il cliente e per le sue esigenze che solo i cavalli di razza hanno.

È forse la prima volta che arrotondiamo, e non di poco, un voto non solo per la cucina. Perché qui, in questo magico luogo, si sta bene e si viene coccolati come non mai. E poi perché lo chef Giuseppe Postorino, messo da parte il suo ego, sta mettendo la sua professionalità e le sue capacità al servizio di un progetto condiviso in tutto e per tutto con la sala e orientato esclusivamente al cliente. Ecco, quindi, arrivare al tavolo piatti come i tortellini tre P, o i paccheri 1punto61, tanto golosi e rotondi quanto precisi e puntuali. E poi il tripudio delle animelle, contrastate al punto giusto, e quella sogliola, che è sì sfoggio di tecnica ma anche di precisione e messa fuoco gustativa davvero di alto livello. Per non parlare, poi, del coniglio alla Wellington impreziosito dagli splendidi due servizi in accompagnamento.

Un paio di appunti legati ai lievi eccessi di sapidità di alcune preparazioni e, forse, alla eccessiva convenzionalità del reparto dolce, leggermente sottotono rispetto al resto della proposta, non ci impediscono comunque di valutare questo luogo come uno dei migliori di Milano, dove sarete veramente accuditi come dei re.

La cantina è ottimamente fornita, seppur con ricarichi importanti. Sul servizio abbiamo già detto, Alberto è un fuoriclasse vero ed è affiancato da Ilario Perrot che, oltre ad essere in splendida forma, completa il quadro con la sua professionalità e puntualità.

Per una cena informale o formale, per un aperitivo, per un dopocena, per un pranzo d’affari. Ogni momento è perfetto per mettere in cima alla lista l’Alchimia in cima alla lista, per ciascuna di queste occasioni.

La Galleria Fotografica:

Bollenti spiriti nazionali

Nel nostro girovagare per lo Stivale non abbiamo potuto a fare meno di notare la grande rinascita avvenuta del mondo della liquoristica italiana.

Un trend tutt’oggi in crescita che vede aziende note e già affermate da una parte, desiderose di riproporre ricette antiche ed etichette storiche, accanto a numerosissime nuove realtà artigianali che, grazie alla ricerca e alla lavorazione di particolarissime materie prime, sono riuscite ad alimentare e ad animare – e non di poco – l’intero settore. Un entusiasmo che ha toccato, va da sé, anche il mondo della grappa, forse il più famoso distillato nostrano nel mondo, ma anche dell’amaristica nazionale nonché tutti i distillati impiegati nella mixology contemporanea.

Surfando sull’onda del nostro proverbiale trasporto per questo mondo, abbiamo così deciso di creare questa collezione di Spirits esclusivamente italiani, senza pretesa né di esaustività né di gerarchizzazione. Lungi dunque dal volere essere una classifica, eccovi una selezione affettiva di quei prodotti che hanno smosso e scaldato i nostri, di spiriti.

 

ALBERTO CAUZZI

Bitter Dibaldo 721

Un vermouth dall’essenza molto concentrata, come un profumo da indossare. Il sentore principale, ed evidente, è la rosa, che pervade tutto il percorso gustativo. La lieve nota di dolcezza, accompagnata da spezie orientali e cortecce, chiude il cerchio assieme a un lieve aroma amaricante di assenzio. Vermouth di grande classe e originalità.

55 euro + s.s. Dibaldo Spirits 

Bitter Le Vaglie Santa Barbara

Nasce dalla collaborazione tra l’eclettico Stefano Antonucci e Baldo Baldinini, esperto alchimista e profumiere. Preparato partendo dal Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Le Vaglie, questo bitter bianco vanta note aranciate e dalla dolcezza spiccata, atipica per la tipologia, allungando con un finale leggermente amaro che lo rende elegante ed equilibrato. Davvero intrigante.

36 euro Galli enoteca

Gin Gilbach

Nasce dall’idea di Alessandro Gilmozzi, chef del ristorante El Molin di Cavalese, e racchiude al suo interno i sapori incontaminati dei boschi della Val di Fiemme. Un vero gin di montagna da bacche di ginepro, prugnole selvatiche e sambuco, che danno vita a sapori acidi e persistenti, a netta prevalenza blasamica. Solo un’accortezza: non usatelo per il gin tonic, ma sorseggiatelo con abbondante ghiaccio e una manciata di frutti rossi, a fianco.

52 euro Delizie del trentino

Grappa di Barolo 2006 Capovilla  

Ottenuta per disillazione a bagnomaria da uno dei più grandi, forse il più grande, distillatore italiano, questa grappa elegante regala note di spezie e una lieve vena balsamica che sostiene una acidità frizzante, accompagnata da un sentore intenso di frutti di bosco e more. E poi ci sono i fiori, tra cui la rosa, in netta evidenza, a diffondere un bouquet, anche qui, più da profumo che da liquore. Eleganza e finezza sorprendenti nel finale.

37,50 euro Call me Wine

 

ORAZIO VAGNOZZI

Vermouth Mancino Rosso Amaranto

Giancarlo Mancino, noto barman, produce eccellenti vermouth tra cui questo Rosso Amaranto, realizzato dalla fortificazione del Trebbiano di Romagna. Si presenta di colore rosso scuro con tonalità caramello e sprigiona sentori di rabarbaro, ginepro, legno tostato, mirra, chiodi di garofano, cannella, scorza di arancia e vaniglia. Il gusto è ricco, dolce, con un finale amaricante su note di cacao e arancio amaro.

28 euro Enoteca Corsetti

Bitter BBB 2016 Aperitivo Essenziale

Creato dalla mano fatata di Baldo Baldinini, anche in questo caso il vino bianco da’ vita a un bitter dal colore ambrato con un profumo intenso di cedro candito e spezie dolci e un sapore dolce/amaro. In bocca, spicca una nota piccante, per un finale lunghissimo.

55 euro Dibaldo Spirtis

Gin O’ndina

L’ultimo gin, a firma Campari, viene prodotto in piccoli distillatori. Botaniche essenziali e ben presenti sono basilico DOP della riviera ligure e agrumi, ovviamente ginepro, oltre a salvia, maggiorana, timo e radici di iris. La sua ricchezza e freschezza lo rendono perfetto per un gin tonic equilibrato ma intenso.

33 euro Bottega alcolica

Grappa di Tignanello

A base di Sangiovese e Cabernet Sauvignon, i vitigni del Tignanello, sprigiona note di petali di rosa, piccoli frutti rossi e spezie dolci. In bocca, la grande finezza si accompagna a un finale estremamente vellutato ed equilibrato.

35 euro Call me Wine

 

ALESSANDRO PELLEGRI

Amaro Bonaventura “Erbe e Fiori” e ” Erbe e Spezie”

Cavalcando il boom che vede gli amari assoluti protagonisti di spirits e mixology, la distilleria Bonaventura Maschio ha di recente lanciato l’Amaro Bonaventura: una ricetta tradizionale in due differenti declinazioni: “Erbe e fiori” il primo che, grazie alla base Prime Uve Bianche e alle botaniche scelte, presenta un bouquet più fresco, profumato e primaverile. Il secondo invece, “Erbe e spezie”, parte da Prime Uve Nere – affinata in legno – e ha un carattere orientaleggiante, caratterizzato da fava tonka, vaniglia, scorza d’arancia e un lieve sentore di china. Ottimi in purezza, perfetti per “stratificare” i cocktail.

19 euro  Prime uve

Jerry Thomas Speakeasy “Gin del Professore Monsieur”

Non certo una novità, ma un prodotto che continua nel tempo a mantenersi tra i migliori gin sul mercato. Un rapporto qualità prezzo degno di nota, ma soprattutto una versatilità rara, in grado di dare il meglio di sé tanto nei cocktail con meno componenti, dove la parte del gin è preponderante (avete detto Martini?) tanto in quelli più complessi, dove è opportuno che il gin faccia solamente da spalla. Una signora spalla, in questo caso.

32,40 euro Call me Wine 

Vermouth Gamondi “Rosso Superiore”

Erborista attento e scrupoloso, Carlo Gamondi ha creato una ricetta che si muove in bilico tra scorze di arance amare ed artemisia, miscelato in un uvaggio di vini di qualità piemontesi. Ha un movimento denso e viscoso nel bicchiere, che anticipa profumi e gusto decisi, tanto da poterlo apprezzare già assoluto. Fresco, o meglio freddo, con ghiaccio a piacere per un aperitivo on the rocks, oppure sapientemente dosato in miscelazioni attente e sicuramente appaganti.

18,70 euro Toso

 

ANDREA GRIGNAFFINI

Imperatoria Boroni

Dalla distilleria che gioca magistralmente sulle radici (vedi la notissima Genziana) nasce questa acquavite ottenuta da procedimenti ancestrali: si presenta incolore, trasparente e brillante e rilascia profumi di radici e i sentori balsamici dei boschi alpini da cui proviene. Tutto ciò lo ritroviamo al gusto, leggermente speziato e perfettamente equilibrato, avvolgente e corposo.

89 euro Malanotti 

Aquavite di Sorbo dell’Uccellatore Capovilla 

Dal maestro assoluto dei distillatori Gianni Vittorio Capovilla prendiamo il Sorbo dell’Uccellatore. Di difficile individuazione, spesso nascosto all’interno di macchie boschive, poco produttivo e dalla resa irrisoria in distillato puro, assume qui un’espressività totale, fruttata, acidula e con una lieve piccantezza speziata. Il suo approvvigionamento – “il Capo” ne ha individuato qualche macchia in collina – è una fatica che rasenta l’accanimento e ne spiega il costo (da “gran cru”).

119 euro My Wine Store

Amaro Opthimus elixir

Andrea Nicola, farmacista valdostano, ha la passione per il timo e la profumeria naturale. Da piccoli appezzamenti raccoglie, oltre al timo, altre erbe, con cui produce un liquore-amaro con un tenore alcolico piuttosto contenuto (sui 25°) che si appalesa con fragranti note balsamiche smussate nelle punte. Il sorso perfetto per chi ama elisir più eleganti che potenti e profumi campestri, di prato.

89 euro Drinks Co

Nero Sake

Un “extravagante” Sake italiano che, pur molto simile al cugino giapponese, si differenzia per l’origine piemontese donde arriva la materia prima, le risaie vercellesi, e la profonda cultura di sapere valorizzare il prodotto simbolo di questa terra: il riso nero. Per ottenere la gradazione a 17° è stato fortificato con alcol aromatizzato, utilizzano per il vermut. Il naso è intrigante e il gusto profondo e rotondo, come fa presagire il colore.

35 euro Tannico

Anima ardita Genepy Blanc du Blanc Le officinali del Bianco

Per un vero liquore d’alta quota occorre arrivare alle pendici del Monte Bianco dove si coltiva un’erba alpina unica e inconfondibile che, trattata con competenza, sprigiona i profumi del génèpy. A ciò si aggiunge l’acqua purissima della sorgente di Courmayeur.

14 euro Le officinali del Bianco

LUCA TURNER

Vermouth Bianco di Torino Seirole

Vermouth bianco da uve di moscato, di una piccola azienda a conduzione familiare che s’identifica ormai, per questo vino, sapientemente trasformato in vermouth grazie a un’antica ricetta. Liquore piacevole già in assoluto – basta che sia molto freddo – arricchisce con gusto la mixology che trova nel vermouth il suo ingrediente di riferimento.

18 euro Seirole

Grappa di Moscato Distilleria Romano Levi

Ci s’innamora dell’etichetta, disegnata semplicemente, a mano. E si comprende la profondità che prepara all’assaggio. La grappa di moscato di Levi è un unicum irripetibile, vuoi per la sensibilità del distillatore vuoi per la tecnica e gli strumenti adoperati, di una semplicità disarmante. Un sorso appagante come pochi, raffinato e intenso.

48,50 euro Call me Wine

Liquore Ebo Lebo Gran Riserva Ottoz

La Valle d’Aosta sa imprimere ai propri spirits tanta personalità e questo amaro risponde pienamente all’atout grazie all’ammaliante, rinfrancante nota di zafferano che arriva appena dopo quella, amaricante, dell’assenzio.

25 euro Yndella

Villa Zarri 10 anni 

Il brandy elevato ai massimi livelli. Eleganza da vendere in un equilibrio sapientemente costruito attraverso l’assemblaggio di più annate di cui, in etichetta, compare solo la più giovane. Un sorso pieno, ricco di note boisé dai colori variegati.

45 euro Tannico

Gin 359 “il fruttato”

Il 359 gioca su geografia e territorio unite a un’ottima base di alcool di prima qualità lavorato da più di un secolo dalle sapienti e rinomate mani di grandi distillatori. I frutti della Val Caino, nei pressi di Erba, sono forieri di colori, profumi e sapori incontaminati, pura espressione del loro terroir. Ecco dunque che ginepro, mirtillo, foglia di mora e fragolina di bosco diventano gli elementi di un’orchestra  di grande personalità.

35 euro 359Gin

DAVIDE BERTELLINI

Cocchi Storico Vermouth di Torino Giulio Cocchi

Quando il vino moscato si colora di rame grazie ad erbe e radici, china e rabarbaro in primis, si è pronti per assaggiare la storica ricetta che fa del vermouth di Torino ambasciatore indiscusso di un modo di bere lento e raffinato. Aperitivo, per lo più, lo Storico racconta con dovizia di particolari l’inconfondibile stile italiano.

18 euro  Esseci Selezioni

Grappa Domenis Storica Nera

In Friuli, a Cividale, Domenis è un’istituzione in fatto di grappa. Cento e più anni di distillazione danno vita alla Storica Nera, da uve a bacca rossa tipiche del Collio friulano, che gli infondono profondità, finezza, autorevolezza, intensità, eleganza, lunghezza e persistentenza.

85 euro Domenis1898

Liquore Anima Nera Marzadro 

Una liquirizia tanto nera quanto saporita quella che racconta questo liquore della distilleria Marzadro. Siate curiosi e declinate i vostri assaggi attraverso diverse temperature di degustazione: ad ogni grado corrisponde infatti un ventaglio di aromi e sapori sempre diverso. Un prodotto versatile che ben si adatta anche alla mixology.

25 euroVino 75

 

LEILA SALIMBENI

Negroni Dink-IT di Valeria Bassetti ed Emanuele Broccatelli 

Gli amanti del Negroni si divideranno in due, chi storcerà il naso chi plaudirà, come la sottoscritta, a iniziative di remix e remake come quella di cui state leggendo che, peraltro, vanta dalla sua anche un quid ossidativo che lo rende, assieme all’irresistibile nota amaricante, più altero, più austero e più severo del solito. 

29€ su www.bottegha.it e www.lescaves.it

Alkermes Officina di Santa Maria Novella

La fascinazione primigenia, intorno al mondo degli spiriti, comincia con l’Alkermes. Questo, poi, è “un rapimento mistico e sensuale” di profumi – più che aromi – spiritati e serafici, caldi e piccanti, piritici e speziati; un elisir che serba in sé tutta la storia medicale e alchemica, medicea e religiosa da cui proviene.

50 euro Smnovella 

Grappa Marolo Dedicata al Padre 

Quando c’è bisogno di razionalizzare e di farlo rapidamente, di un energizzante in grado di ubriacare di una lucidità repentina e razionale, niente di meglio di un sorso di questa potente grappa di vinacce rosse di nebbiolo del Roero distillata secondo il metodo discontinuo, a bagnomaria, da Paolo e Lorenzo Marolo.

40 euroCall me Wine 

ERIKA MANTOVAN

Gin Macaja Distilleria Bocchino

La storica distilleria di Canelli reinterpreta e omaggia la Via del Sale raccogliendo in una bottiglia dal design onirico un gin freschissimo, amalgama di 36 diverse botaniche. Piccoli messaggi territoriali tra chinotto, sambuco, lavanda, corbezzolo, limoni, timo distillati in un alambicco discontinuo in rame. Elegante e struggente persistenza.

62 euro Sito

Grappa di Prosecco Casta Castagner

Tra le prime realtà ad essersi inserite nel comparto Mixology con una grappa che, non a caso, nasce nella nuova e moderna struttura e con la collaborazione di 12 bartender italiani. Limpida, morbida, splendida in miscelazione con vermouth, bitter e liquori.

37,50 euro Tannico

Antico Amaro di Serravalle Lorenzo Inga

Dalla Sicilia al Piemonte e nel corso della staffetta di intere generazioni la famiglia Inga sviluppa grappe a amari tra vecchie formule e ricettari segreti. Così nasce questo elisir di erbe medicinali, oltre 20, arricchito di radici e cortecce messe in infusione in alcool e acqua per due mesi. Morbido ed equilibrato, appetente e sensuale; dal 1832.

15,90 euro Inga

Vermouth Riserva Anselmo

La storia ci dice che nasce a Torino, nel 1857, da una miscela di erbe e lo squisito vino Moscato di Canelli, ancora oggi presente nella ricetta assieme alle oltre trenta botaniche, tra cui gli immancabili assenzio maggiore, l’achillea, la salvia e la genziana, provenienti dai prati e dalle montagne piemontesi. Equilibrato, corposo, indimenticabile per la sua vinosità a correre con l’acidità. Ottimo liscio, superlativo in un drink che vuole farsi ricordare per complessità.

30 euro Tannico

GIULIA CARELLE

Amara

Questo amaro nasce dalla selezione meticolosa delle arance provenienti dagli aranceti di proprietà , alle quali si uniscono l’acqua della sorgente e le erbe spontanee dell’Etna. Un liquore che rappresenta l’essenza della terra da cui proviene: apprezzato e utilizzato molto, anche in mixology, i puristi potranno assaporare la Sicilia in un sorso.

20 euro www.tannico.it

GinAro de La Bottega di Aro

La prima creazione di Luca Scaroni, per gli amici, “Aro”. Un prodotto particolare e gradevole, nato da una lunga conoscenza di spezie e sapori del suo fautore. L’etichetta è caratterizzata da un mandala colorato e dinamico – realizzato dall’artista “the Stephani” – che rispecchia a pieno il carattere del gin al suo interno. Un gin che unisce occidente e oriente: liquirizia e rosmarino a zenzero, cardamomo e curcuma si bilanciano in modo equilibrato per un profumo deciso e un gusto persistente.

30 euro La Bottega diaro

SOFIA LANDONI

Distillato di ciliegie selvatiche Alto Grado  Capovilla

Nato da una passione, ancora prima che dalla distillazione della frutta. Trova il suo pregio incomparabile nella precisione del naso e della bocca. L’accezione morbida della ciliegia è modulata dall’asciuttezza del sorso. Levigato, setoso, sintetizzato nell’eleganza composta e avvenente.

12,14 euro Tannico

Wolfrest Gin

Un Gin made in Langa, realizzato con le botaniche italiane che tracciano il percorso fatto dal lupo per tornare dagli Appennini fino alle Alpi. Ginepro umbro, arancia di Pernambucco, fiori di sambuco, alloro, timo, rosmarino selvatico e l’immancabile nocciola trilobata delle Langhe: così il Wolfrest Gin regala un sorso dipinto nell’intensità del ginepro e nella grassezza della nocciola, nella pungenza delle erbe aromatiche e nella dolcezza dell’arancia. Un gin che provoca il palato, e lo soddisfa.

35 euro Wolfrest Gin

ADRIANA BLANC

Grappa Elicrisa di Arura

In un laboratorio che è poco più di un antro, dove vasetti e ampolle di ogni genere prendono posto sugli scaffali, Susanna dà nuova vita alle erbe selvatiche della sua amata isola, producendo grappe e liquori deliziosi. Questa grappa nasce dai fiori di Elicriso, il cui aroma è tanto intenso da profumare l’aria nel periodo estivo. Il colore è ambrato, al palato risulta morbida e può sicuramente dirsi beverina, con una gradazione che si assesta sui 40°.

8 euro Sito

Bitter ‘Valtellina Edition’  Selvatiq

Prodotti in soli 5000 esemplari per ogni collezione, il Gin, il Bitter e il Vermouth di Selvatiq allietano l’animo e fanno bene all’ambiente. Le botaniche sono quelle raccolte dall’esperta di foraging conservativo Valeria Margherita Mosca, che seleziona le sole specie invasive. In questo Bitter protagonista è la Gramigna, radice dolciastra – fortemente invasiva – il cui gusto ricorda quello della liquirizia, equilibrata da rovo e dal mallo di noce bianco.

70 euro  Wine Platform

L’Alchimia perfetta, tra eccellenti cocktail e cucina gourmet

Finalmente si riprende. E nonostante sia grande la voglia di “normalità” decidiamo di ripartire, tra gli altri, con un ristorante la cui storia recente tutto si può definire tranne che “normale”. Parliamo de L’Alchimia, l’interessante progetto che vede al timone, tra gli altri, il bravissimo Alberto Tasinato già brillante restaurant manager del Seta al Mandarin Oriental.

Aperto nel 2018, in pochissimo tempo l’Alchimia è riuscito a conquistare favore e apprezzamenti di buongustai appassionati e delle guide cartacee fino al riconoscimento – dopo solo un anno di attività – dell’agognata stella Michelin. Ma ecco che alla fine del 2019 qualcosa si rompe e lo chef Davide Puleio – proveniente dal romano Pipero di Luciano Monosilio – decide di andare via. Per sostituirlo la scelta ricade su Giuseppe Postorino, con alle spalle importanti esperienze nelle cucine di hotel di lusso, tra cui quella al Magna Pars Suites Milano.

Neanche il tempo di completare il rodaggio e lo stop forzato causa Covid. Quindi la riapertura e la grande curiosità da parte nostra di tornare per verificare gli effetti del cambio di guida in cucina. La formula, accattivante, non è cambiata: atmosfera elegante e rilassata, servizio dalle 12 alle 24, un po’ lounge bar con all’ingresso un bellissimo bancone per i cocktail del bravissimo Valerio Trentani, un po’ ristorante gourmet. Tutto molto cool, arredato con grande gusto e gestito con tanta professionalità. Ci è piaciuto molto, in particolare, ritrovare un locale vivo, allegro, giovane (pare siano tutti under 40) sul quale i protocolli richiesti dall’emergenza sanitaria non ci sembrano impattare granché, fatta eccezione per le mascherine e per un controllo en passant della temperatura. I tavoli d’altra parte erano già adeguatamente distanziati e la marcia in più è garantita da Tasinato, padrone di casa talentuosissimo, capace di mettere il cliente al centro dall’accoglienza.

Una cucina che non perde mai di vista il piacere, la godibilità e la riconoscibilità

La proposta made in Postorino ci è parsa sia inclusiva che rassicurante, semplice e riconoscibile e, ancor più di quella precedente, capace di alternare preparazioni più classiche ad altre più originali e moderatamente creative. L’obiettivo è conquistare i palati di tutti senza mai creare il minimo imbarazzo, e riesce nel suo intento sebbene ci aspettiamo, sia chiaro, un’ulteriore crescita nel tempo. In particolare, sono piaciute l’acidità e la freschezza del crudo di ricciola e la golosità di un coniglio di Carmagnola in versione Wellington, servito con un impeccabile fondo bruno (aggredito da un ketchup di peperoni a nostro giudizio un po’ invadente). Uniche note dolenti i dessert, alquanto sotto tono, nonché l’estetica dei piatti, a nostro giudizio non sempre accattivante.

La cantina è ben fornita, anche se i ricarichi sono abbastanza importanti.

Un bel posto, consigliatissimo per riprendere alla grande la nostra “normale milanesità”, all’ insegna del gusto.

La Galleria Fotografica:

“Bbq is not a verb, Bbq is not grill, Bbq is meat… special meat” cantano Rhett&Link nella canzone The BBQ song. Sì, perché se la griglia è un modo per cuocere rapidamente la carne, il barbecue è differente, il barbecue è un vero e proprio stile di vita, tanto che lo scorso anno ci eravamo già preoccupati di spiegarvi nel dettaglio quali fossero le principali differenze tra barbecue e grigliata.

E anche quest’anno come l’anno scorso abbiamo avuto l’onore di partecipare alla quarta edizione del Prime uve Invitational Barbecue Championship, prestigiosa gara di barbecue organizzata nella sede della distilleria Bonaventura Maschio con il supporto di Weber, sponsor tecnico fin dalla sua prima edizione. Una delle gare più celebri del circuito europeo sanzionato da KCBS, la Kansas City Barbecue Society, l’ente più autorevole a livello mondiale, una società no profit che si dedica alla promozione di gare di barbecue nel mondo con oltre 19000 membri appassionati.

Sabato 30 giugno e domenica 1° luglio, 18 squadre provenienti da tutta Europa si sono sfidate per contendersi l’ambìto titolo di Grand Champion ma non solo. Durante la prima giornata infatti, undici team hanno gareggiato per contendersi il primo posto di una categoria special, ovvero la “BBQ & Cocktail Pairing”. Le squadre avevano il compito di proporre un abbinamento tra preparazioni bbq e un cocktail realizzato utilizzando Prime Uve Bianche, Nere e Oro. Food pairing valutati da una giuria di esperti giornalisti enogastronomici capitanati dall’illustre bartender capitolino Massimo D’addezio, esperto di mixology e Food pairing. Noi lo abbiamo intervistato qui, e abbiamo cercato di scoprire le potenzialità della mixology e tutti i segreti di questa splendida arte abbinata a ingredienti insoliti, fatta di proporzioni, bouquet aromatici e semplicità.

I Vincitori? Pure BBQ con il loro Juicy Lucy

Un contest prestigioso, ma in realtà “il Prime Uve” è anche una vera e propria festa, che trasforma la distilleria in un  luna park del gusto. Tante chicche da poter gustare, dopo aver partecipato agli interessanti workshop sui metodi di cottura organizzati dal Chapter Veneto di BBQ4All e Weber. Dal gelato di altri tempi di Simone De Feo della Cremeria Capolinea, che ha presentato alcuni gusti il cui ingrediente era il distillato Prime Uve, al salmone Upstream di Claudio Cerati, passando per le prelibatezze del pirotecnico Giovanni Mandara di Pizzaiolo on the road, birra Menabrea spillata giorno e notte, caffè Nespresso e open bar con Michele di Carlo, con una carta dei cocktail da lui realizzata ad hoc, dedicata all’evento.

Tornando alle scoppiettanti braci, il cuore della manifestazione è la gara ufficiale che si è svolta durante la giornata di domenica. Alle consuete categorie Chicken, Ribs, Pork e Brisket si affiancano le specialità volte ad esaltare il connubio tra pietanze cotte al barbecue e distillati, tra cui quelle della categoria Sauce (nella quale i team si sono sfidati nella preparazione di una salsa con il distillato Prime Uve) e quelle della categoria Barrel Smoke, con preparazioni  realizzate utilizzando i chunks ottenuti dalle botti impiegate per l’invecchiamento di un distillato Prime Uve.
Nella sala dei giudici ufficiali la competizione ha finalmente inizio: è qui dove i team devono consegnare tutte le preparazioni, a scaglioni di mezz’ora e in cronometrate finestre di dieci minuti, e dove l’impeccabile giuria, con metodo e rigore davvero degni di nota, pronuncia il suo giudizio (ricordiamolo totalmente alla cieca, il collaudatissimo metodo di consegna non ammette eccezioni).

E mentre i Pit Masters attendono con pazienza i risultati, il team dei giornalisti si diletta in una gara insolita: Pasta fresca e BBQ, sotto il severo sguardo del “Tortellini Dream Team” composto da Stefano Caffarri e dall’associazione Zdora, Save the caplet. Un’occasione divertente per imparare a realizzare i cappelletti, i ravioli e i plin, un po’ come li facevano le nostre nonne, insieme, intorno a un tavolo, seguendo la tradizione… con la sola (tollerata) variante del ripieno, la cui ricetta è stata adattata all’occasione, era a base di pulled pork e brisket.

Rullo di tamburi… è giunta l’ora di proclamare i vincitori, ed ecco i padroni di casa Anna e Andrea Maschio salire sul palco (sul nostro canale Facebook troverete la diretta). Il premio della categoria Sauce va agli italiani Bros Hog, quello della categoria Barrel Smoke  I Pure BBq, per la categoria Pork vincono invece i BBQ+, mentre per il Brisket il primo posto va ai Bohemian Backyard Barbecue. Il premio di Reserve Grand Champion va ancora a i BBQ+, ma è Bunch of Swines, team europeo dell’anno del ranking KCBS, ad aggiudicarsi il titolo di Grand Champion, oltre ai premi delle categorie Chicken e Ribs. Un fortissimo team (formato da sole due persone, marito e moglie) che nel corso degli anni ha vinto alcuni dei più grandi concorsi europei, che ha ricevuto premi anche in occasione di importanti eventi barbecue invitational negli Stati Uniti.

Ora non ci resta che accendere i nostri barbecue e provare nel nostro piccolo a replicare le sublimi preparazioni dei team, tipiche del bbq americano. E con impazienza attendiamo il prossimo anno, per tornare a trovare Anna e Andrea e tutta la loro squadra, per vivere appieno le emozioni dei team in gara, per respirare il profumo della brace, quella vera, e apprendere tutti i segreti dei guru del barbecue… ma anche della mixology!
All’anno prossimo, Prime Uve!