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Recensione ristorante.
Siamo nel cuore di Roma, a Trastevere, luogo di elezione della movida capitolina e polo di attrazione quasi obbligatorio per ogni turista che visiti la città eterna. In mezzo a chiese, musei, vicoli che caratterizzano il borgo trova ospitalità una miriade di offerte gastronomiche, da improbabili pizzerie a storiche trattorie, a pub e birrerie varie.
Recensione ristorante.
Stefano Preli, già chef dell’Acino Brillo e soprattutto di Antonello Colonna a Labico e al Palazzo delle Esposizioni si aggiunge all’ondata neo bistrottiera che sta caratterizzando la capitale e anima in quel di San Lorenzo questo bistrot molto piacevole.
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Il Don Alfonso è uno di quei templi della ristorazione italiana cui accostarsi con un rispetto ed un’ammirazione pari al mito che oramai incarna questa laboriosa e commendevole famiglia.
La loro casa è aperta al mondo dal 1973 e sin da allora è stata così devota al culto della mediterraneità e della tradizione da rivestirne ormai, come nessun altro, il ruolo di ambasciatore in Italia e nel mondo.
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Recensione ristorante.
Le Colline Ciociare è un ristorante che sta chiaramente vivendo un processo di trasformazione che può portarlo, senza dubbio, a raggiungere il top delle proprie potenzialità.
L’indiscusso estro e l’abilità artigiana di Salvatore Tassa stanno trovando, infatti, una forma adeguata alla loro ottimizzazione, Così, al posto della carta, troviamo ora solo due menù degustazione (75 e 90 euro) che permettono di organizzare meglio l’offerta al cliente e la sua personalissima cucina sta raggiungendo livelli di raffinatezza davvero significativi. Tanto lo stile della persona è genuino e naïf quanto la sua cucina è di una golosità elegante e delicata che nulla concede a ruffianerie di sorta.
Recensione ristorante.
Iniziamo col dire che se fossimo stati ispettori della Michelin non avremmo confermato le prestigiose due stelle di cui si fregia il ristorante di punta dell’eccellente e costosissimo Capri Palace.
Precisiamo: non si mangia male, anzi. Oliver Glowig, chef teutonico con esperienze italiane (Marchesi), è bravo, ma nessun piatto, ad eccezione di una spigola davvero sopra le righe, è risucito a farci trasalire.