Valutazione
Pregi
Difetti
Una pioggia sottile che preannuncia l’imminente primavera ed una lieve nebbiolina ci hanno accompagnati fino a queste morbide colline, per poi fermarsi fra i fitti boschi mentre ci inerpichiamo per le ultime curve che portano al minuscolo e silente comune di Soriso. Proprio al limitare del paese ecco una piccola insegna di metallo ad annunciare il ristorante, con il prestigioso giglio di Francia dei Relais & Chateaux a confondersi con le pietre che rivestono la facciata.
Entriamo nell’accogliente vestibolo tutto poltrone chester e radica, poi la breve scala ci porta alla sala preparata per circa 20 coperti e ed una netta sensazione di dejà vu ci assale. La si potrebbe davvero descrivere come una preziosa capsula del tempo, non solo per le lunghe tovaglie rosa acceso e la profusione di argenti antichi e fiori, ma per l’atmosfera intima e famigliare che la famiglia Valazza riesce a palesare ad ogni ospite, abituale e non. Una cortesia e giovialità d’altri tempi animano il patron Angelo e la figlia Paola, così come tutti gli addetti alla sala. Lo Chef Luisa Valazza fa la sua parte con una cucina morbida ed avvolgente, in cui ingredienti ed abbinamenti della tradizione tentano di sposare architetture contemporanee, con il solo fine di deliziare il pubblico senza bisogno di stupire nè di sovvertire le regole. La conclusione è che questa cucina forse ha fatto il suo tempo, ed è uguale a se stessa da sempre, forse ormai superata oggigiorno.
Grande impressione suscita la carta dei vini, a dir poco enciclopedica, sia per gli italiani che per l’estero, e come un testo scolastico è stata dotata, con un pragmatismo tutto piemontese, di alette che ne indicano la suddivisione e ne facilitano la lettura. Impressionante anche il ricarico di molte voci dell’elenco ma , Ça va sans dire, siamo al Sorriso.
Dall’ampia scelta optiamo per un Clos Ste Hune 2001 di Trimbach
che colpisce per la compresenza di una sapidità netta e persistente con una mineralità che difficilmente trova migliore interpretazione in Alsazia, e di un Barolo Brunate 2005 di Ceretto, colto in un momento intrigante della sua evoluzione quando l’austerità della maturità è ancora lontana ed i sentori floreali e fruttati sono evanescenti e di facile fruizione.
Già nel saluto della cucina: bonbon ripieno di crostacei su crema di cavolfiore (foto di apertura), si palesa tutta l’intenzione di coccolare e saziare, con semplicità ed armonia.
A seguire come antipasto la composizione di triglie di scoglio, topinambur e carciofi con olio di olive taggiasce, dove pesce e tubero sono strettamente legati in un tutt’uno cremoso che solo la croccantezza dei carciofi vivacizza e mitiga dall’eccessiva uniformità di sapore.
Per i primi ci manteniamo su di una proposta di mare con gli gnocchi di patate ripieni di crostacei, maioneseLa maionese (dal francese mayonnaise o dal catalano maonesa) è una salsa madre, cremosa e omogenea, generalmente di colore bianco o giallo pallido, che viene consumata fredda. Si tratta di un'emulsione stabile di olio vegetale, con tuorlo d'uovo come emulsionante, e aromatizzato con aceto o succo di limone (che aiuta l'emulsionamento). La ricetta tradizionale prevede l'uso di olio d'oliva e... Leggi di pomodori e salsa al basilico, certo impegnativi per l’approccio classico con cui viene trattata cottura e sapidità della componente ittica.
Ben più gradevoli sono i fagottini di pasta al papavero ripieni di gallina faraone con tartufo nero di Norcia, degni di nota per la qualità e la lavorazione del ripieno, la giusta consistenza e cottura della pasta e la gestione oculata del tartufo quasi primaverile.
A riconferma della maggiore riuscita delle carni arrivano due secondi che meglio giustificano decenni di riconoscimenti e menzioni: la selletta di capriolo con strudel di mele e trevisana, scaloppata al momento che trova equilibrio nell’accostamento col divertissement dolce-salato di pasta phillo ripieno di frutta e insalata, ed il petto di piccione con castagne, fagiolini e punte d’asparago, rosato seppure lievemente avanti con la cottura, che comunque nulla toglie in piacevolezza e bilanciamento dei sapori.
Una nota a parte merita Paola Valazza che nel corso del pranzo si è occupata dei vini con uno stile ed una competenza non comuni nel servizio e nella gestione delle temperature, accompagnati da una disponibilità alla conversazione che ha certo contribuito non poco al nostro benessere.
A chiudere degnamente oltre ad una gradevole scelta di sorbetti, il tris di creme cotte (lavanda, agrumi, liquirizia) con gelatina di limone, deliziosamente presentate in microscopici stampini ma sufficienti per apprezzarne il buon livello e gli ottimi ingredienti base, nel rispetto dei dettami di questa preparazione classica sia al di qua che al di là delle alpi.
Il pregio: Ambiente e servizio impeccabili.
Il difetto: Una cucina datata.
Ristorante al Sorriso
Via Roma. 18
28010 SORISO – NO
Tel +39.0322/983228
Menù degustazione 150 e 160 Euro
Alla carta 120/170 Euro
Visitato nel mese di febbraio 2011
Ciao Monica, in effetti al Sorriso fra piatti di carne e piatti di pesce non c'è paragone, al punto che lì la scelta più sensata è mangiare alla carta evitando le preparazioni marinare. Sulle preparazioni di carne, del resto, Luisa Valazza teme pochi confronti e alcuni piatti storici del locale come il rognone di vitello cotto nel suo grasso e il filetto di fassona in crosta di erbe con salsa al Barolo valgono senz'altro almeno 18. Quanto al fatto che quella del Sorriso sia una cucina datata, c'è poco da eccepire, ma allo stesso modo la si potrebbe definire una cucina classica e fuori dal tempo. A mio parere ci vogliono anche i (grandi) ristoranti così, altrimenti si finirebbe per mangiare ovunque seguendo gli stessi schemi e sempre e solo le ultime tendenze. E poi personalmente continuo a preferire il rognone della Valazza a tanti piatti pseudo-creativi di molti chef che vanno per la maggiore...
ah, ma ci sono gli asparagi in febbraio in Piemonte? .....
...certo da buon piemontese confermo che da una decina di giorni arrivano i primi asparagi di Riviera...mangiati domenica ...molto buoni...
Io son di Torino..non ci sono asparagi :(
incredibile tutti i tre stelle italiani non superano il 16 , se fosse per voi quindi sia a Vittorio , che al Sorriso e dimenticavo al Pescatore gliene togliereste un paio , sono a stento per una stellina?
Noi non siamo la Michelin, siamo un gruppo di appassionati che esprimono la propria opinione con un proprio sistema valutativo, basato in ventesimi. Se però volessimo tentare un parallelismo, ipotizza pure che tra il 16 e 17 ci stiano le due stelle, dal 18 in su le tre, a 15 la stella.
Sono assolutamente d' accordo con te emanuele , ogni tanto fa piacere trovare piatti "classici " eseguiti a regola d' arte piuttosto che delle scopiazzature di preparazioni "moderne " che lasciano il tempo che trovano .....
il voto PG valuta la sola cucina (giusto?) la rossa tiene conto di più fattori...
Secondo quanto ha sempre detto ufficialmente la Michelin non è così, anche loro premiano con le stelle la sola cucina.
quindi in base alle vs. valutazioni ribaltereste il panorama delle stelle , forchette e altro
confermo che abbiamo gli asparagi violetti da circa 1 mese.....quelli della foto pero non sembrerebbero violetti ma quelli verdi........
probabilmente li hai mangiati da Enrico....(Crippa)!!!
ma come mai non è recensito il ristorante di Alajmo?
Secondo me perchè non lascia fotografare i piatti.
Insomma, mi pare il ristorante con il peggior rapporto q/p mai recensito: prezzi da 3 stelle e 15/20 di valutazione (Sadler segue a ruota). O mi sbaglio?
si ma é un 3 stelle..quindi avrà un rapporto pessimo tra prezzo e critica di appassionati..perché la critica "ufficiale"continua a ritenerlo "grandissimo"
Con i prezzi che corrono qui, in altri 15/20 di PG si può fare un abbonamento stagionale :-)
[…] (usato dagli... Leggi “L’osteria“. Lo Chef vanta esperienze sia in Italia, Al Sorriso, da Davide Oldani e da Sergio Mei, così come in Francia, Joel Robuchon, Yannick Alléno e […]