Passione Gourmet Monastero Santa Rosa, chef Christoph Bob, Conca dei Marini (SA), di Fabio Fiorillo

Monastero Santa Rosa

Ristorante
via Roma 2, Conca dei Marini (SA)
Chef Christoph Bob
Recensito da Presidente

Valutazione

14/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Uno dei luoghi più suggestivi del Pianeta Terra.

Difetti

  • Carta dei vini non profonda e con prezzi, in alcuni casi, imbarazzanti.
Visitato il 06-2013

Il nostro peregrinare per il globo terracqueo alla ricerca dei migliori ristoranti spesso ci ha donato la possibilità di vedere luoghi da sogno, di godere delle meraviglie della natura, di assaporare attimi di infinito.
Eppure, in un’assolata mattina di fine giugno, abbiamo dovuto rivedere la nostra classifica dei panorami più incredibili e suggestivi: le fotografie non possono rendere giustizia ad un simile incanto.
La riqualificazione dell’antico monastero del 1600, là dove, narra la leggenda, è stata inventata la celebre sfogliatella santa rosa, è stata voluta e realizzata da una (molto) facoltosa signora americana, che ha impiegato una dozzina d’anni e oltre 50 milioni di euro per realizzare il suo sogno, regalando ai fortunati ospiti un hotel da mille e una notte dove trascorrere attimi di felicità.
I giardini terrazzati sono curatissimi e colorati, la piscina “infinity” consente di rimirare l’orizzonte con un buon drink tra le dita, le camere sono ampie e tutte con vista.
Il ristorante, perché bisogna pur mangiare in paradiso, è stato affidato alle mani di Christoph Bob, cuocone teutonico, evidentemente innamorato delle splendide locations, vista la sua recente esperienza al Relais Blu di Massalubrense.
E’ facile riscontrare che spesso, soprattutto in Italia, gli chef a capo delle cucine d’albergo di lusso sono imbrigliati in un protocollo non scritto che prevede la trasformazione di materie prime ricercate con ricette semplici, immediatamente comprensibili al cliente “tipo”, a tratti noiose. Si ha la netta sensazione che si svolga il compitino e le uniche emozioni siano relegate al conto finale.
Il “già visto” è un sentimento comune ai girovaghi gourmet che si siedono a queste tavole, ma Christoph Bob ci è parso più propositivo di molti suoi colleghi e qualche spunto degno di nota lo abbiamo rilevato nel corso delle due recenti visite.
Molto interessante, ad esempio, è la leggera affumicatura al legno di ciliegio, con cui è stata donata nuova linfa ad un astice (finalmente) carico di sapore, o la rugosità dei garganelli Senatore Cappelli, rigorosamente fatti in casa, conditi con asparagi, fave e carciofi, ed amalgamati con una piacevole, lieve, mantecatura.
La qualità degli ingredienti è elevata e banco di prova ne è la tavolozza di crudi, efficacemente abbinati a frutti estivi.
A dispetto delle sue origini, come accaduto al suo ben più noto connazionale residente in Roma, Bob ha ingentilito nel corso degli anni il suo tocco, abbracciando totalmente la cucina mediterranea.
Non sarà il pasto della vostra vita, sia chiaro, ma i 55 euro richiesti per il menù degustazione a pranzo (seppur ridotto rispetto a quello serale) sono un regalo che fate a voi stessi per assaporare l’Eden, anche se solo per un paio d’ore.

Tavola

Triglia in crosta di pane ed insalata dell’orto. Il fritto, purché leggero, ad inizio pasto ha sempre il suo perché.

Astice al fumo di ciliegio, spinaci, noci e mele. Portata decisamente estiva, fresca. Il fumo, ben dosato, dà una marcia in più.

I crudi. Gamberi ed ananas, spigola al lime e pesca, scampo in foglia di limone, polpo (cotto) sedano e patata. Materia prima impeccabile, abbinamenti non arditi ma indovinati.

Garganelli “Senatore Cappelli” home made, con fave, asparagi e carciofi. Primo riuscito, davvero interessante la consistenza e rugosità della pasta, mix di ingredienti collaudati e ben bilanciati tra loro. Da ordinarne ancora.

Risotto con burrata di Agerola, tartare di gamberi rossi ed olive nere. In equilibrio, quasi precario, tra l’elemento grasso, la dolcezza del crostaceo e la sapidità delle olive.

Merluzzo cotto prima al vapore, poi in padella con verdure dell’orto. Bello il trancio alla vista, meno al palato. Privo di mordente.

Mousse al cioccolato, gianduja e zenzero, sorbetto di fragole. Ben fatto.

Pralinato di nocciola e crema di caffè. Per gli amanti del genere “ridondante”, ton sur ton dalle differenti sfumature. Non propriamente stagionale.

Petits fours.

La terrazza.

I giardini.

Il Monastero riconvertito.

Panorama verso Salerno.

Terrazzo superiore. L’oasi e l’infinito.

Gli spettacolari giardini.

Infinity pool.

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