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Recensione Ristorante
Molti gourmet, al di fuori dal Regno Unito, potrebbero non conoscere il nome di Bruno Loubet e, di conseguenza il suo ristorante. Anzi, a dirla tutta, siamo più che sicuri che in Italia, a parte il suono familiare, sia totalmente sconosciuto, anche perché il suo bistrotBistrot o Bistrò. Piccolo locale tradizionale francese che offre un servizio simile all'osteria italiana. La crescita esponenziale di locali di avanguardia in formato Bistrot (negli anni 2000), prima in Francia come risposta all'alta cucina da Hotellerie e poi in tutta Europa, ha segnato un vero e proprio 'movimento' gastronomico associabile al termine "Bistronomia", da cui deriva l'aggettivo 'Bistronomico' (usato dagli... Leggi ha aperto i battenti di recente. Il successo però è già enorme. Parente del famoso e più rinomato Edouard? Diciamo che se parenti sono non hanno imparato a cucinare assieme 😉
In Gran Bretagna Loubet, esperienze da Kouffman e Raymond Blanc, è amatissimo dal pubblico e osannato dalla critica gastronomica. Addirittura risulta al terzo posto nella prestigiosa (perché è capace di muovere il fatturato di qualsiasi ristorante) classifica inglese del National Restaurant Award 2010, che ogni anno premia i 100 migliori ristoranti inglesi. E sinceramente non riusciamo a comprendere a pieno tale scelta. Anzi, dopo aver cenato in questo bistrot, ci verrebbe da pensare che nel Regno Unito si travisi un po’ troppo spesso l’arte culinaria con l’oggettività gustativa di un popolo che, non ce ne vogliano, non ha una cultura del cibo profonda e variegata come altri Paesi. Sia chiaro, da Bruno Loubet non si mangia male, ma è a dir poco provocatorio considerare una cucina basica e modesta come questa migliore di altre più ricercate e meno scontate, presenti nello stesso territorio. Pertanto, trovandoci nei paraggi, spinti da cotanta curiosità, abbiamo prenotato un tavolo per testare in prima persona la cucina di questo acclamatissimo chef. Abbiamo trovato, come ci aspettavamo, una cucina regionale francese (e che te lo dico a fare..) con qualche pretenzioso inserimento mediterraneo-provenzale (e questo non ce lo aspettavamo!), ma soprattutto ci siamo trovati al cospetto di una materia prima non propriamente di livello. I prodotti utilizzati non ci sono sembrati dei migliori provati a Londra. Il che è strano, dato che lo smercio nei ristoranti è davvero imponente. Quindi perché tutto questo successo? A noi ci verrebbe da pensare al prezzo (vantaggioso per cenare a Londra in un locale comunque trendy) e alle porzioni molto abbondanti. Ma non riteniamo ci siano altri fattori determinanti. Per quanto ci riguarda ci siamo trovati davanti ad una cucina vista e rivista, a tratti noiosa e non proprio leggera in cui soltanto le cotture delle carni ci sono apparse degne di nota.
Per la cronaca, il locale, ospitato nel complesso dello Zetter Hotel su Clerkenwell Road, a cena risulta piuttosto rumoroso e poco riservato, nonostante il lume di candela. Per non parlare poi delle sedie molto scomode. I tavoli sono ravvicinati e dalla cucina a vista spesso si viene invasi dall’emissione di fumi da forno o frittura. La cucina è funzionante per l’intera giornata, dalla colazione alla cena, così come il grande bar al centro della sala. Molti avventori entrano anche e solo per bere. La carta è suddivisa, come capita di trovare dappertutto fuori dall’Italia, in antipasti, piatti principali e dolci. Dicevamo cucina prettamente francese con piatti sostanziosi ma spesso molto conditi e con troppi eccessi nel dosaggio di vari elementi secondari come pepe, aglio, cipolla o prezzemolo.
Nessun omaggio offerto dalla cucina, se non un buon pane caldo e burro salato. A dire il vero un binomio imprescindibile nei ristoranti della capitale. La TartareLa bistecca alla tartara (conosciuta anche come carne alla tartara, steak tartare o più comunemente tartare) è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda. La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e... Leggi di salmone invernale con pane tostato e quinoa presenta una discreta materia prima ma ci lascia un retrogusto un po’ amarognolo sul finale.
Non va molto meglio con il Polipo con fagioli, cipolla e piccoli peperoncini in cui, nonostante la pregevole consistenza e cottura del polipo, c’è qualcosa di troppo. In questo caso il forte sapore del peperoncino finirà per coprire tutto il resto.
Si risale finalmente con la Spigola al vapore, patate marinate allo zenzeroLo zenzero (Zingiber officinale Roscoe, 1807) è una pianta erbacea delle Zingiberaceae (la stessa famiglia del Cardamomo) originaria dell'Estremo Oriente. Coltivata in tutta la fascia tropicale e subtropicale, è provvista di rizoma carnoso e densamente ramificato dal quale si dipartono sia lunghi fusti sterili e cavi, formati da foglie lanceolate inguainanti, sia corti scapi fertili, portanti fiori giallo-verdastri con macchie... Leggi e beurre blancLa beurre blanc (la traduzione letterale dal francese è "burro bianco") è una salsa calda di burro emulsionato insieme a una riduzione di aceto e/o vino bianco (solitamente Muscadet) e scalogno. Di origine francese e simile alla salsa olandese, si differenzia dal suo servizio. Una buona beurre blanc dev'essere ricca e burrosa, ma anche leggera e densa, con un sapore... Leggi. Finalmente vediamo qualche spiraglio di luce. Preparazione grassa da tradizione gallica, ma alleggerita dal sentore brioso dello zenzero, che conferisce toni acidi che distolgono il palato da una quasi predestinata monotonia. Se solo quello zenzero fosse stato un po’ meno presente…
Ma una rondine non fa primavera, quindi ancora delusione per il Filetto di agnello con paella. In questo caso l’elemento principale viene mortificato da verdure fuori stagione e da un sapore piuttosto strano del riso, forse un eccesso di cumino. Non ci convince.
Fortunatamente, a chiudere la cena c’è il piatto migliore, il Rognone di vitello saltato con noci e polenta all’aglio che, se fosse stato usato con minore impeto, avrebbe reso il piatto più delicato. Resta comunque di ottima fattura la cottura del rognone.
La sorpresa della serata la riservano i dolci. Golosi e ben eseguiti. Davvero fragrante la torta di mele con creme fraiche e gelato alla cannella.
Equilibrata la Sfera di cioccolato bianco con mousse al frutto della passione e salsa di lamponi, questa volta ben usati a scongiurare la stucchevolezza del burro di cacao.
Ancora meglio il Pasticcio di arancia e rabarbaro, decisamente il migliore tra i tre.
Da una carta dei vini non eccessivamente ricaricata ed essenziale, ma che spazia dalla Francia alla Nuova Zelanda, Italia inclusa, abbiamo accompagnato la modesta cena con un bel Pauillac, Le Tourelles de Longueville del 1999, un bel bordolese (almeno quello) dal dolce retrogusto di ciliegia e ribes. Carina l’idea di indicare settimanalmente su una grossa lavagna le bottiglie importanti in offerta o i calici del giorno.
Il pregio: il prezzo, contenuto.
Il difetto: locale rumoroso con sedie a prova di callo.
Bistrot Bruno Loubet
Bruno Loubet
Londra
St John’s Square, 86–88 Clerkenwell Road
Tel. +44 0(20) 7324 4455
Mail: eat@bistrotbrunoloubet.com
Chiuso : mai
Numero coperti: 45
Alla carta da 24 a 35 £ per 3 piatti, vini esclusi
Visitato nel mese di Febbraio 2011
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The Dark Knife
Un posto in cui si mangia da cani. Forse - ma ne dubito - un gradino sopra un qualsiasi fast-food.
... e sapevi anche dove stava il Loubet giusto...