Amarone DOC Riserva Sergio Zenato

IL NOSTRO GIUDIZIO

Il top wine generato da un errore

Una storia affascinante quella dell’Amarone, top wine leggendario, capace di conquistare il cuore di wine lovers, collezionisti e Premi Nobel, le cui origini riportano al 1936 quando in una cantina di Negrar venne ritrovata una botte di Recioto dimenticata. Il trascorrere del tempo aveva fatto evolvere il vino da dolce ad amaro, creando qualcosa di altrettanto prezioso, generando un vino secco, tannico, di straordinaria profondità e potenza.

I brand vitivinicoli veronesi seppero cogliere l’attimo, dedicandosi con attenzione a questa scoperta, portando l’Amarone nei primi anni ’50 a conoscenza degli appassionati, contribuendo all’affermazione di un grande vino italiano oggi famoso del mondo. La zona di produzione dell’Amarone della Valpolicella DOP comprende, in parte o del tutto, il territorio di 19 comuni in provincia di Verona, dove si possono coltivare le uve Corvina, Rondinella, Corvinone e un 25% di vitigni veronesi a bacca nera, una volta raccolte a mano le uve, seguirà l’appassimento nei fruttai per 120 giorni, la vinificazione e una lenta maturazione, capace di conferire l’elevato grado alcolico e quel sapore secco cosi unico. Il lungo invecchiamento, che può protrarsi per anni o anche decenni, produce un vino da meditazione di elevato pregio, che crea un’aspettativa altissima nel consumatore, mentre il food pairing vira decisamente verso piatti di selvaggina, stufati, stracotti e formaggi a lunga stagionatura.

Estimatori? Tra tutti Gabriele D’Annunzio che al 12 Apostoli di Verona, prediligeva le cantine di Amarone (allora chiamato Acinatico), consigliate dal ristoratore Antonio Gioco e al termine di ogni cena se ne portava a casa qualcuna da porre al sicuro nella cantina del Vittoriale. Anche Ernest Hemingway conoscerà il Valpolicella e l’Amarone al 12 Apostoli, alla Bottega del vino di Verona e successivamente alla Locanda Cipriani di Venezia, durante la stesura di “Addio alle armi”, diventandone un assiduo estimatore. “L’Amarone era la sua medicina preferita”, confermerà in un’intervista Antonio Gioco. Un’indagine su un campione di 1000 consumatori, commissionata dal Consorzio tutela vini Valpolicella a Nomisma Wine Monitor, pubblicata lo scorso febbraio, attesta la buona salute del celebrato vino veronese. Il 2021 è stato un anno eccezionale per le vendite, mentre il 2022 è servito a consolidare, sono calati i volumi e cresciuti i valori delle vendite di Amarone in Italia e nel mondo, confermandone l’autorevolezza nello scenario enologico internazionale. Oltre la metà del fatturato totale (circa 350 milioni di euro) arriva dalla ristorazione, il 43% degli italiani consuma vini Valpolicella al ristorante, mentre l’annata ’22 è stata la seconda più proficua del decennio, con oltre 17 milioni di bottiglie vendute. I mercati esteri apprezzano il top wine veronese, in particolare gli Stati Uniti che nel 2022 hanno avuto un incremento del 24%, a cui seguono Canada (+16%) e Svizzera (+2%). Un rapporto ritenuto ‘privilegiato’ nel 51% dei casi, quello tra clienti e Amarone, che si stappa in occasioni speciali o formali (28%).

Una bottiglia con cui celebrare un evento da ricordare anche per me. Quando devo festeggiare scelgo uno dei miei preferiti, l’Amarone Docg Riserva Sergio Zenato, espressivo di un lavoro importante fatto in oltre sessant’anni di duro lavoro, da questa famiglia di appassionati produttori. Sergio Zenato ha indicato la strada, iniziando a produrre vino nel 1960, a San Benedetto di Lugana, insieme alla moglie Carla, a cui trent’anni dopo è seguita l’acquisizione dei terreni in Valpolicella e l’ingresso in azienda dei figli Alberto e Nadia, che oggi amministrano 95 ettari totali. Verdi filari rigogliosi distribuiti nel cuore della Valpolicella classica, dove i popoli che hanno dominato questi luoghi, gli ordini monastici e le dinastie nobili che si sono succedute, hanno sempre coltivato uva e prodotto vino. Terreni vocati di cui Sergio Zenato aveva pensato anche l’architettura dei vigneti, indicando la direzione dei filari, perché ricevessero tutta l’aria, l’acqua e il sole necessari. L’Amarone Docg Riserva Sergio Zenato è un grande vino, destinato a palati raffinati, realizzato solamente nelle migliori annate, selezionando le uve delle vigne più antiche della zona classica della Valpolicella nel comune di Sant’Ambrogio. Il lungo affinamento di almeno 4 anni in botti di rovere di Slavonia, che può arrivare fino a vent’anni, caratterizza un Amarone fortemente identitario ma moderno, che racconta senza incertezze l’unicità di questi luoghi.

La degustazione

Quello che ci apprestiamo ad assaggiare non senza una certa emozione, è un sorso di storia. Un vino monumentale, da gustare con compagni di tavola capaci di capirne la grandezza, che si ottiene grazie  all’appassimento delle uve sui graticci dopo la vendemmia, una pratica di cui scriveranno Cassiodoro ministro di Teodorico, re dei Visigoti (490-593 d.C.) e successivamente Leonardo Da Vinci, mutata pochissimo in tutti questi secoli. Un procedimento candidato ad ottenere la certificazione di Patrimonio dell’Umanità Unesco, talmente antico da essere precedente alla cultura enologica greca. Al naso sensazioni olfattive di grande suggestione, ci portano alla mente ricordi di amarena sotto spirito, lampone maturo, spezie appena accennate, vaniglia, ma anche cuoio, tabacco e cacao. Al palato evoluto, intenso, ampio, pastoso, morbido, piacevolmente tannico, con entusiasmanti e raffinati ritorni vinosi, ma anche un’inaspettata acidità e freschezza e tanta eleganza, che lo rendono estremamente contemporaneo. Da servire a una temperatura consigliata di 16°.

Vitigni: 85% Corvina, 10% Rondinella, 5% Oseleta e Croatina

Suoli: prevalentemente cretaceo, calcareo

Allevamento: Guyot

Zona: S. Ambrogio, nel cuore della Valpolicella Classica

Abbinamento: la lasagnetta al ragù di faraona, con fondente di taleggio; e il coniglio avvolto nella pancetta con purea di patate al timo, del Ristorante Quercus – Tenuta dell’Annunziata a Uggiate Trevano (Como).

Prezzo: 90€

E se vi è piaciuto, ecco tre etichette affini, che ho trovato curiose e interessanti:

Sforzato Valtellina Carlo NegriNino Negri

Sudtiroler LagreinUnterganzner Lamarein

Graticciaia Rosso I.G.P. SalentoAz. Agricola Vallone

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Eros Teboni

È mio padre a guidarmi alla conoscenza del vino, con lui le prime disamine su quale etichetta abbinare a quel determinato piatto, rispettando l’una e l’altro. Sullo sfondo l'Alto Adige, mia terra di nascita. Sacrificio, confronto, viaggi, allenamento quotidiano, buone letture e, dopo gli studi in Italia e all'estero, la consapevolezza che la strada è quella giusta. Arrivano le certificazioni internazionali della Court of Master Sommelier di Londra (Certified Sommelier) e il 30 giugno 2018 a Roma il podio più alto della Worldwide Sommelier Association, che mi ha laureato Best Sommelier of the World. Mi chiamo Eros Teboni e la mia passione più grande è il vino.

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