Passione Gourmet Giuseppe Quintarelli - Passione Gourmet

Giuseppe Quintarelli

Vino
Recensito da Angelo Sabbadin

Il padre putativo dell’Amarone

Viene quasi naturale raccontare di questi vini che lasciano sempre il segno per il profondo legame con queste terre, ma soprattutto per il loro essere estremamente complessi, con facilità. E benché sia pur vero che non è stato codificato tutto nella fermentazione alcolica, o sulle trasformazioni che si sviluppano nell’affinamento, accarezzando le vecchie botti Garbellotto viene da pensare che, al di là, di quelle doghe, accada qualcosa di inspiegabile, una magia, e, anno dopo anno, un inanellarsi di vini splendidi per luminosità, complessità, finezza, e per l’energia che esprimono.

Varcare quel cancello, percorrendo il viale di ulivi che porta alla cantina, mette sempre un timore reverenziale accompagnato da un brivido alla schiena. L’accoglienza di Francesco e Lorenzo, nipoti di Giuseppe, ti mette subito a tuo agio e colpisce la professionalità e la pacatezza che esprimono. Sono loro ad aver il compito di far rivivere in bottiglia i valori e la visione di colui che è stato definito il padre putativo della denominazione. E se si chiede loro se hanno effettuato qualche modifica sulla metodologia di produzione, rispondono che hanno rivisto alcuni piccoli accorgimenti atti a migliorare qualche aspetto legato alla precisione, rendendoli più contemporanei, lavorando sull’espressione del frutto, sulla precisione.

Un po’ di storia

L’azienda nasce nei primi anni dello scorso secolo con Silvio Quintarelli, che, insieme ai suoi fratelli, coltiva a mezzadria i vigneti di località Figàri, nel comune di Marano di Valpolicella. Dopo la prima guerra mondiale, dal 1924, l’azienda si sposta nella vallata di Negrar, in località Cerè, dove Silvio prosegue la propria attività con il prezioso aiuto dei figli e in particolare di Giuseppe, il più giovane, che nei primi anni ’50 subentra in maniera importante in azienda per continuare la tradizione, apportando migliorie in cantina e in vigneto.

Giuseppe opera nel pieno rispetto della natura con amore e dedizione costanti; i vini ottenuti già allora seguono una paziente e scrupolosa selezione delle uve e hanno un fortissimo legame con la tradizione. Nei primi anni `80 procede con l’acquisto di nuovi vigneti, ottimizza la produzione e sperimenta altri vitigni, come il nebbiolo, la croatina, il cabernet franc e il cabernet sauvignon, che verranno poi usati regolarmente nei blend, e nasce un vino mito come l’Alzero, frutto dell’esperienza e della consapevolezza nella tecnica dell’appassimento delle uve.

Vini al massimo livello

Fra le caratteristiche che contraddistinguono da sempre i vini di Quintarelli ricordiamo una naturale predisposizione al lunghissimo affinamento, che va ben oltre i vent’anni, e li rende complessi, sfaccettati, ricchi di svariate sfumature olfattive speziate e balsamiche, ideali da godere davanti a un caminetto nelle fredde giornate invernali. Le prime etichette Quintarelli furono scritte a mano da Giorgio Gioco, celebre Chef e proprietario dello stellato I 12 Apostoli, ristorante nel cuore di Verona che ha fatto la storia della ristorazione della città scaligera.

Nella nuova cantina si accede in religioso silenzio, le luci soffuse consentono di ammirare un mix tra passato e presente, dove si ergono le storiche prime 10 botti le botti intarsiate con motivi allegorici, come il melograno e la cicogna, simboli di fertilità. 11, circa, sono gli ettari vitati, per lo più coltivati a pergola veronese, su terreni calcareo basaltici per vitigni tradizionali come corvina, corvinone o rondinella, mentre il resto – cabernet franc e cabernet sauvignon – la maggior parte a Marano ma anche a Valgatara e a San Giorgio è allevato a Guyot.

Giuseppe Quintarelli, icona assoluta nel mondo del vino italiano e non solo, ha trovato nei due nipoti i traghettatori per portare l’azienda familiare nel futuro, tramandando la mission del fondatore che in anni difficili e contro il parere di tutti ha comunque scelto di portato avanti la qualità estrema, le rese bassissime e i lunghi affinamenti.

(n.b.: Nessuno dei vini ha un punteggio; non mi permetto di farlo.)

La degustazione

Recioto della Valpolicella 2011 Giuseppe Quintarelli

Il capostipite, il vino che si beve per ultimo, è anche il primo della classe per il suo straordinario equilibrio e per l’eleganza. Prodotto con le medesime uve che compongono l’Amarone, il suolo che accoglie questi vecchi vigneti è di origine vulcanica con sedimenti calcarei; la vendemmia, rigorosamente manuale, avviene nella seconda metà di settembre con uve ben selezionate, i grappoli migliori sono messi in piccole cassette ad appassire per oltre 100 giorni; fermentazione alcolica lenta, di circa 45 giorni, atta a mantenere un buon residuo zuccherino. Quindi l’affinamento, per almeno 4 anni, in botti di rovere.

Il comparto olfattivo, generoso e potente, è intriso di profumi caldi, suadenti, ricchi, opulenti, che fanno viaggiare con la mente e portano lontano. Molte sono le sfumature: marasca in sciroppo, prugna, marmellata di more e lamponi, spezie dolci come paprika, pepe nero, liquirizia, radice di china, incenso, legno di cedro, moka. Al palato è velluto: morbido, avvolgente, materico, spesso; lo zucchero residuo è bilanciato in maniera perfetta dal tannino e la vena fresco-sapida è da manuale. La persistenza è senza fine, con rimandi continui alle note olfattive… una per una… estasi pura.

Alzero Cabernet IGT Veneto 2014 Giuseppe Quintarelli

Il secondo vino, il celebre Alzero, nasce per volere del grande Giuseppe. Nessuno aveva mai pensato prima di allora di poter realizzare un cabernet con la tecnica dell’appassimento; nessuno aveva mai pensato di porre una vigna su quel terreno scosceso e ripido chiamato, in dialetto, “alzero”, a 350 metri di altezza sul livello del mare dove il suolo è di tipo calcareo-basaltico. Dopo la  vendemmia è prevista un’attenta selezione dell’uva che viene poi trasferita nel fruttaio e posta a riposo in piccole casse di legno e sui graticci. Dura in genere meno delle uve atte a dare Amarone, intorno ai 50 giorni. L’affinamento, che in una prima fase ha una durata di 30 mesi e avviene in diverse botti di rovere francese (Limousin, Allier, Tronçais) prosegue poi per ulteriori 30 mesi in un’unica botte di rovere di Slavonia di medie dimensioni.

Naso profondo e finissimo, tutto giocato sulla leggerezza, rispetto all’Amarone presenta meno impeto fruttato anche se si avvertono sottili note di frutti neri maturi. Escono poi sottili eco di grafite, pietra focaia, accenni balsamici di liquirizia, china, spezie dolci, ginepro e pepe nero, con un soffio di sottobosco, catrame, pellame pregiato. Sul palato è caldo, ricco, si apre a ventaglio rivelando una fenomenale ampiezza e un equilibrio perfetto; i tannini sono impeccabili, finissimi, seguiti da un guizzo sapido-salino che dà movimento. La persistenza è lunghissima e accompagna un incedere di note balsamiche-mentolate uniche.

Amarone della Valpolicella 2015 Giuseppe Quintarelli

Vino icona dell’azienda, l’Amarone di Quintarelli è un vero e proprio pezzo di storia della Valpolicella, amplificato da un’annata ritenuta la migliore degli ultimi 30 anni. Nel 2015 le condizioni climatiche in Valpolicella hanno toccato la perfezione: grappoli spargoli, asciutti, con un grande accumulo di sostanze fenoliche e coloranti. Quanto occorre per conferire all’Amarone grande longevità e profondità. I vigneti poggiano su terreni collinari di natura vulcanica e calcarea. Le uve, portate in fruttaio e messe a riposo in casse di legno e sui graticci, vengono fatte appassire in modo completamente naturale per oltre 100 giorni. Sette anni di affinamento in legno fanno da preludio a un Amarone senza eguali, emozionante e nobile.

Bouquet completo e complesso che dispensa note calde, scure, profonde, di amarene e prugna in confettura. Piccoli frutti neri sotto spirito, floreale di violette e rose essiccate, erbe aromatiche, timo, maggiorana, speziato di ginepro, pepe, cardamomo, resine pregiate come incenso e mirra, radice di liquirizia, soffio minerale e finale di moka e fava di cioccolato. Corposo, pervaso di calore, materia avvolgente e succosa, vigoroso ma vellutato, tannino profondo ma finissimo, sapientemente cesellato, con vitale acidità a ristabilire l’equilibrio generale. Vino dalla lunghezza infinita con note finali di legni pregiati e spezie orientali, grande profondità. Difficile fare di più e soprattutto chiedere di più. Immenso.

Rosso del Bepi Veneto IGT 2014 Giuseppe Quintarelli

Il Rosso del Bepi è il vino che Giuseppe ha dedicato a se stesso. Ha deciso di dare questo nome all’Amarone quando notava che la qualità dell’uva e quindi dell’annata non era all’altezza di fare un grande prodotto. Quindi viene declassato a Veneto IGT ma a tutti gli effetti si tratta di Amarone, proveniente dalle stesse vigne, con i soliti 4 mesi di appassimento e 8 anni di invecchiamento in botte, ma con una persistenza e struttura del vino leggermente inferiore, più immediato rispetto al suo fratello maggiore.

Excursus aromatico di grande estensione delineato da note dolci e succose di frutto maturo pieno, ciliegia, more di rovo, mirtilli, prugna che cedono il passo a calde note di legno di cedro e sandalo, alloro, timo, tabacco dolce e finale piccante di spezie, pepe nero e ginepro. Sorso di portentosa espressione, caldo, ricco di estratto, si muove sul palato come velluto, tannino di classe infinita e profondità superlativa. Nonostante tanta abbondanza riesce nel guizzo fresco-sapido finale a strizzare l’occhio al territorio a cui è intimamente legato e indurre salivazione, per cui non vedi l’ora di riprenderlo in mano.

Valpolicella Classico Superiore 2014 Giuseppe Quintarelli

Altro vino iconico, il Valpolicella Classico di Quintarelli nasce dalla classiche uve autoctone corvina e rondinella. Le uve sono raccolte manualmente in piccole cassette, la fermentazione avviene grazie alla presenza dei lieviti indigeni e si prolunga per 7-8 giorni. L’affinamento avviene in botti di rovere di Slavonia di diverse dimensioni per 60 mesi.

Composizione olfattiva ampia e invitante, intrisa di frutti maturi, ciliegia nera, mora di gelso, prugna in confettura, grafite, roccia, anice, spezie orientali e soffio di viola mammola. Affascina per la finezza e l’equilibrio sul palato, la materia densa fa da apripista a un tannino magistrale, di immensa classe, con il ritorno speziato che fa da cornice ad una beva eccelsa. Altro vino di puro piacere.

Cà del Merlo Veneto IGT 2015 Giuseppe Quintarelli

Il Rosso ‘Ca’ del Merlo’ di Quintarelli è un vino voluto fortemente da Giuseppe nei primi anni ’80, prodotto con la tecnica del Ripasso a partire da un uvaggio dove un 15% di cabernet sauvignon, cabernet franc, nebbiolo, croatina e sangiovese si unisce agli autoctoni corvina, corvinone e rondinella. Quindi l’affinamento di 7 anni in grandi botti di rovere.

Olfatto di ottima estensione, marcato da note speziate di ginepro, pepe nero, cannella, cardamomo. Intervengono poi un fruttato di confettura di prugna e mora e per finire china, liquirizia, tè nero, tabacco dolce, cuoio. Energico il sorso, avvolgente e generoso, tannino compatto perfettamente integrato e tocco sapido finale.

Bianco Secco Veneto IGT 2021 Giuseppe Quintarelli

Ottenuto da un sapiente blend di garganega, chardonnay, sauvignon e trebbiano. Dopo la raccolta le uve sono pigiate e lasciate macerare sulle bucce per circa 12 ore a bassa temperatura: la fermentazione spontanea ha luogo in vasca d’acciaio a cui segue un affinamento sulle fecce fini di alcuni mesi in inox, con periodici batônnage manuali.

Sfaccettato il naso con ricordi di frutta gialla matura, susina, pesca, mela golden, soffio di fiori di campo e pietra focaia. Gusto pulito e pieno, con elegante freschezza e piacevole sapidità, dotato di un finale con rimandi minerali di pietra focaia.

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