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Al Carroponte enobistrò

Al Carroponte è il regno incontrastato di Oscar Mazzoleni. Per anni si è occupato di servizio in ristoranti blasonati, prima da Brasi alla Lucanda, poi da Bartolini al Devero e infine l’esperienza al Ristorante Macelleria Motta. Poi la decisione di mettersi in proprio, grazie anche all’aiuto di soci finanziatori.

Ha realizzato il suo sogno, ha plasmato questo luogo a sua immagine e somiglianza. Anche il nome non è casuale: quel carroponte che svetta all’entrata è simbolo dell’operosità bergamasca, e Oscar ne ha da vendere. Si vede, anche da come si muove tra i tavoli, che ha finalmente coscienza di essere felice e di sentirsi a casa. Un posto tutto suo, dove poter accogliere, consigliare, far divertire e divertirsi.

E non si risparmia affatto Oscar, non facendovi mai mancare un’attenzione, mai. Ha creato un luogo che funziona dall’aperitivo a notte fonda. Volete stuzzicare l’appetito con un ottimo formaggio e del buon prosciutto prima di cena, accompagnandolo con ottime bollicine?
Volete pranzare velocemente ma con prodotti di qualità?
Desiderate una cena calma, tranquilla e con molte portate?
Morite dal desiderio di un ottimo Hamburger, accompagnato da un buon bicchiere di vino alle 23?
Al carroponte è il posto che fa per voi. L’osteria del nuovo millennio, con un oste che sa veramente il fatto suo e vi farà sentire sempre un Re, qualsiasi cosa voi desideriate.

Ma tutto ciò potrebbe far passare in secondo piano la cucina: tutto questo ben di Dio di materia prima accuratamente selezionata farebbe pensare ad un cucinato di basso livello, sovrastato da crudi, salumi e formaggi.
Ed invece no.
Qui al Carroponte trovate anche un’ottima cucina, veramente ben eseguita, con guizzi e qualche passaggio davvero interessanti.

Il piccione, piatto stra-visto e stra-proposto, qui viene preparato con 4 cotture differenti ma, al netto di questo virtuosismo tecnico, è buono come in pochi altri posti.
Anche i primi, con dei Casoncelli da manuale e una aglio, olio e gamberi comme il faut, sono veramente divertenti oltre che buoni e centrati. Solo una piccola nota per i dolci, forse leggermente sottotono.

Ma a dispetto di queste inezie e dell’ubicazione non proprio felice (ma a due passi dall’Aeroporto di Orio al Serio, ricordatevene in caso di necessità), vi consigliamo di andarci spesso in questo luogo di perdizione gourmet e, affidandovi ad Oscar, il risultato è garantito!

Uno scorcio della sala polifunzionale: in fondo bistrot e zona aperitivi, in primo piano la sala ristorante.
Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Micro Burger al foie gras e riduzione di vino rosso… olè!
burger, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Gli assaggi delle sfiziosità per l’aperitivo: Micro Burger di salmone, Lollipol (coscia di pollo destrutturata e fritta), caponata leggera di verdure.
Sfiziosità, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
La mise en place.
mise en place, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Il primo compagno di viaggio.
vino, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Ottimo crudo di gamberi, finocchio, lime e anguria fermentata.
crudo di gamberi, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Altro compagno di viaggio.
vino, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Tartare di manzo, porcini cotti e crudi e patata viola.
tartare di manzo, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Spaghetti aglio, olio e gamberi. Ottima!
Spaghetti aglio olio, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
I casoncelli secondo Oscar.
casoncelli, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Pagro, pesca e semi di canapa.
Pagro, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Il piccione in quattro cotture.
Piccione, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Rane e lumache nel loro intingolo al brasato.
Rane, lumache, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Il tiramisù moderno.
tiramisù, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
Pane, burro e marmellata.
pane burro e marmellata, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo
E per terminare, un Moscow Mule.
moscow mule, Al Carroponte Enobistrò, Chef Alan Foglieni, Oscar Mazzoleni, Bergamo

La splendida Budapest, la Parigi dell’Est, oggigiorno è capace di riservare una proposta gastronomica tutt’altro che retrograda, nonostante (o forse è un merito) l’influenza della cucina francese e dell’evoluzione della stessa in quello stile tipico successivamente riproposto nelle zona mitteleuropea, sigillo di garanzia di uno standard tecnico di sicura affidabilità.
Normalmente, poi, sono molte le tavole cittadine ad offrire un gradevole rapporto qualità prezzo. Inclusi i ristoranti di un certo standing.

Non fa eccezione il Borkonyha, un po’ enoteca (bor in ungherese significa vino), un po’ bistrot, ma con una cucina (konyha) di prim’ordine, matericamente sorprendente e tecnicamente corretta. E’ giustamente rispettosa delle proposte della tradizione ungherese ma non disdegna qualche licenza creativa.
Lo stile del locale è quello tipico dei bistrot parigini: linee essenziali, ambiente informale ed una notevolissima selezione di etichette, tutti e solamente ungheresi (si può bere molto bene), con annessa una altrettanto ampia selezione di vini alla mescita (servono ben 48 vini al calice!).
L’ubicazione è in una zona centralissima di Pest (a due passi dalla Basilica di Santo Stefano ma anche dal Danubio) e la cucina fa orario continuato (con un paio d’ore di riposo nel primo pomeriggio).

Sárözi Akos, esperienze al Villa Joya di Algarve, è un cuoco che ha conoscenza ed una bella mano: sa trattare molto bene le verdure e serve delle salse ben concentrate.
Prende ispirazione dalla cucina della Transilvania, ma non si limita a riproporre la sua personale visione dei piatti tipici della nazione, quali gulasch o la torta Dobos, preferendo piuttosto lavorare su una materia prima ricercata, in primis locale ma non solo, con la quale mette in evidenza tutte le sue capacità tecniche. Non a caso, il piatto migliore del pranzo è stato quello scelto dall’elenco del giorno.

Il piatto consigliato dalla casa è il “mangalica”, ovvero un maiale con lunghe setole, tipico dell’Ungheria e dei paesi limitrofi (Balcani), le cui tenere carni venivano impiegate per la produzione del famoso salame ungherese, ma i piatti migliori sono stati il pescato del giorno (una spigola di ottima qualità) e l’animella con barbabietola gialla (il piatto fuori carta), dalla consistenza e cottura perfette.
Il servizio è solerte e gentile. I prezzi, se non si è ancora capito, sono assolutamente competitivi.

Pane e burro.
pane e burro, Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria
Tonno rosso con fragole all’agro;
tonno rosso, Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria

Dimenticabili capesante con broccoli e cavolfiore;
capesante, Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria
L’ottimo branzino con barbabietola gialla e un caviale – una sferificazione- al balsamico (molto concentrato).
branzino, Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria
Classico, ma da manuale la cottura del trancio di pesce, rifinito con una golosa vichyssoise;
520
Il piatto migliore: animella di vitello croccante, insalata di barbabietola gialla (il medesimo contorno del branzino, entrambi piatti del giorno) e cialda di parmigiano.
Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria
Pancia di maiale (razza mangalica) con verdure al burro. Succulento ma un po’ abbondante.
pancia di maiale, Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria
Il vino del giorno.
merlot, Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria
Ganache al cioccolato, torta di cioccolato amaro, biscotto croccante, crema al caffè e gelato al the nero. Un dessert tanto ordinario quanto gradevole.
Ganache al cioccolato, Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria
Una buona variazione di frutti rossi chiude il pranzo.
variazione di frutti rossi, Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria
Interni.
interni, Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria
La Sziget Eye.
Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria
Insegna.
Borkonyha Winekitchen, Chef Sárözi Akos, Budapest, Ungheria

Davanti al Castello Estense, all’interno del Palazzo della Ex-Borsa, al numero uno di una delle più belle vie storiche d’Europa: è qui che si trova il Wine Bar La Borsa, costola del più famoso ristorante Il Don Giovanni.
Un locale polifunzionale e vivo in mano al duo Merighi – Di Diego (Il Don Giovanni).
Mostre di quadri o fotografie, corsi di cucina, incontri con i produttori: è sempre da lodare l’entusiasmo e l’intraprendenza di persone che fanno di tutto per trasmettere cultura, a qualsiasi livello. Il locale è anche questo: un tentativo, spesso riuscito, di dare una chiave di lettura diversa alla proposta di cibo e vino nel centro storico ferrarese.
La cucina è la stessa del ristorante ed è in mano a Pierluigi Di Diego, ennesimo figlio di quel glorioso Trigabolo di Argenta che fino ai primi anni ’90 aveva rivoluzionato la gastronomia italiana.
Una proposta no-frills ma ben salda sui fondamentali.
Si fa cucina di mercato: la lavagna con le proposte cambia giornalmente in base a quanto trovato sulla piazza. Il colpo da campione lo vedi nell’abilità di gestire le cotture, mai meno che perfette. Piatti generalmente di grande sostanza, anche nelle porzioni molto generose, ma costruiti con gusto e finezza, alcuni davvero da grande ristorante più che da bistrot (tanto che a volte ci si domanda se valga veramente la pena oltrepassare la porta che divide il wine bar dal ristorante).
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Recensione ristorante.

Non rimarrai deluso perché è come te lo aspetti. Niente svolazzamenti, tanta concretezza. E, a mio avviso, anche una proposta con maggior senso rispetto al top restaurant della Ciasa.
Cucina gustosa, materica, semplice. Qualcosa meglio, qualcosa peggio, ma sempre su buoni livelli.
Prendi una pasta e fagioli e sarà una grande pasta e fagioli. Punto.
Carta dei vini targata Wieser, sempre quella, la stessa a disposizione alla Siriola: immensa.
Proposte al calice, direttamente dalla macchina ad azoto. (altro…)