Valutazione
Pregi
- Un resort di grande fascino.
- La buona carta dei vini.
Difetti
- Nel sito internet mancano menù, prezzi e carta dei vini.
C’è forte profumo di ambizione in questo progetto sviluppato dalla famiglia Faro, già conosciuti a livello internazionale per la loro attività di vivaisti e da qualche anno attivi anche nel settore della produzione vinicola (è loro l’Azienda Pietradolce di Solicchiata), oltre che in quello dell’ospitalità.
Diciotto camere di gran classe, una bella piscina, l’Etna fumante alle spalle e il mare davanti agli occhi. Un ristorante di pari livello non poteva che essere il perfetto corollario.
Che qui si pensi in grande lo si intuisce da alcuni dettagli.
All’inizio del 2014 ci sono stati alcuni avvicendamenti nel personale del ristorante. Ma non si è deciso di investire solo nel personale di cucina, arruolando al posto del precedente chef Giovanni Puglisi il giovane Andrea Macca (un allievoAnche detta "seppiolina arricciata", l’allievo è, secondo la vulgata comune, una seppia non cresciuta ed è assolutamente tipica della tradizione gastronomica barese che, com'è noto, prevede un largo consumo di pesce e frutti di mare spesso battezzati con termini squisitamente dialettali. Gli allievi comprendono in realtà ben tre specie diverse di molluschi, tra cui i piccoli di sepia officinalis, ovvero della seppia comune,... Leggi di Ciccio Sultano) ed affidando in fase iniziale proprio al famoso cuoco di Ragusa Ibla l’impostazione dello stile di cucina. Si è pensato anche alla sala, chiamando all’ombra dell’Etna Emanuele Fioretti, maitre di livello con un recente passato tra i tavoli di Roscioli. In Sicilia, dove normalmente si investe solo lato fornelli, lasciando le povere sale in balia di modesti professionisti, non è una finezza di poco conto.
Anche la carta dei vini è tutt’altro che banale, con una bella ricerca che non si limita al panorama siciliano.
Insomma, le carte in regola ci sono tutte per fare molto bene.
Si intravede potenzialità nella cucina di Andrea Macca: il cordone da Ragusa Ibla sembra essere stato reciso in fretta, ci sono buone idee anche se non sempre trovano perfetta corrispondenza nel piatto. E’ un tipo di cucina che non fa sconti, basata sulla purezza dei sapori primari e legata a doppio filo al livello degli ingredienti utilizzati.
Ordinando alla carta, il livello delle portate è stato molto variabile, segno che ancora non tutto è perfettamente registrato. Ma per la piazza catanese questa è già una tavola importante, che può crescere molto visti i semi che sono stati piantati.
Bisognerà monitorare con attenzione Andrea Macca e vedere se la promessa saprà diventare una bella realtà. Potrebbero esserci belle sorprese in futuro qui a Carruba di Riposto.
Minna di Sant’Agata “Omaggio alla Santuzza”.
Un antipasto concettualmente molto interessante: una rivisitazione in chiave salata del tipico dolce catanese. La seppia è la indiscussa protagonista: una parte viene mischiata assieme al suo nero per farne un ragù, un’altra parte viene utilizzata per formare l’involucro. Al suo interno anche una patata schiacciata con prezzemolo e limone. Sulla cima, un piccolo pomodoro confit a simulare la frutta candita. Ne viene servita anche una versione più tradizionale “profana” (una classica seppia e patate).
Esteticamente un piatto molto riuscito, a livello gustativo è una portata buona ma forse un po’ banale (poco cambia tra la versione “sacra” e quella “profana”, è pur sempre una seppia con patate). Forse leziosa.
Pacchero fatto in casa alla Norma.
Sulle portate più classiche la mano è davvero sicura: semplicemente strepitosi questi paccheri.
Spaghetti ai ricci di mare con crema limoncina e ragù di seppia.
Un riccio di mare non all’altezza penalizza questo piatto, a cui nemmeno la salsa alla base riesce a dare la giusta acidità. Ottima la cottura degli spaghetti, ma il risultato è molto simile a una pasta in bianco.
Maialino nero dei Nebrodi con crema di carciofi, patate ratte e carciofo ripieno.
Piatto da alta scuola. Perfetto il maialino, irresistibili le patate.
La pasticceria si dimostra di alto livello.
Migliorabile il Profiterole al cioccolato.
Il Cappuccino al cioccolato e nocciole dell’Etna, con granita al caffè, in tre strati.
E il Cous cous al pistacchio e mandorla, su mandorla pizzuta di Avola e ricotta.
sono due grandissimi dessert, che sanno valorizzare i prodotti locali in un modo molto originale.
L’accompagnamento: Salisire – Vivera. Un carricante da agricoltura biologica molto interessante.
Amara: un amaro da arance rosse semplicemente strepitoso, grandissimo prodotto.