Passione Gourmet Donna Carmela, Carruba di Riposto (CT), di Leonardo Casaleno

La Cucina di Donna Carmela

Ristorante
Contrada Grotte 5, Carruba di Riposto (CT)
Chef Giuseppe Puglisi
Recensito da Leonardo Casaleno

Valutazione

13/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Il raffinato mix tra antico e moderno della struttura alberghiera.

Difetti

  • Cucina vistosamente altalenante.
Visitato il 04-2013

Alle spalle la sommità dell’Etna, in prossimità lo scorcio dello Jonio. In mezzo vigneti, palme, zagare, limoni, ulivi secolari, numerose bellezze floreali della macchia mediterranea e piante subtropicali. Siamo tra Taormina e Catania, in un raffinato boutique hotel che domina l’azienda della famiglia Faro, noti florovivaisti siciliani nonché, da qualche anno, produttori di vino, che hanno dato nuovo lustro ad una bellissima dimora nobiliare di fine ottocento, ristrutturandola e ammodernandola con raro gusto. Uno dei tanti esempi di grande imprenditorialità che sfrutta degnamente l’incantevole natura della Sicilia. E come tante bellezze dell’isola, in questi luoghi non si può prescindere dall’unicità e dalla forza delle materie prime e dagli interessanti vini locali e, al ristorante del Donna Carmela, di questi v’è traccia più che tangibile.

La sala da pranzo è dominata dai toni chiari e i tavoli sono apparecchiati in maniera sobria ma elegante. Tutto il contesto, interno ed esterno dell’hotel, è curato e ricco di dettagli, perfettamente integrati all’armonia del posto. Niente sembra fuori dal coro.
La cucina, dando uno scorcio alla carta, fa ben sperare. Immancabili richiami a presidi alimentari siciliani, piatti della tradizione, carni e pesci tipici di queste lande. Il tutto a prezzi un po’ sopra la media della zona, ma ben contestualizzati alla struttura ricettiva.
Ai fornelli Giuseppe Puglisi mette in tavola una cucina con una delineata identità territoriale, ma non rischia quasi mai nel prendersi particolari licenze creative. Sembra infatti che preferisca percorrere una strada più votata alla sicurezza e alla soddisfazione della clientela. Si ha la sensazione che tutte le preparazioni siano studiate per un cliente meno avvezzo ai “brividi” gourmet o per lo straniero che ha un’idea troppo limitata della cucina italiana. I piatti sono gustosi, la materia prima utilizzata è di ottimo livello e, soprattutto, non è mai troppo tardi per rendere più frizzante la linea di cucina. L’unico difetto riscontrato, dal punto di vista tecnico, è l’eccesso quasi forzoso dei condimenti. E’ vero, la Sicilia è una di quelle regioni italiane dove il cibo poco condito viene visto quasi con disprezzo e diffidenza, ma in questo caso alcune preparazioni avrebbero solo acquisito maggiore valore qualora non fossero stati mortificati dall’eccesso di grassi. Errori comunque rimediabili. Nota positiva per i tempi di servizio che vengono dettati a ritmi da ristorante blasonato, e per il servizio stesso, volenteroso se pur con qualche piccola sbavatura (la sala era strapiena). Interessantissima la cantina, costruita con grande intelligenza, forse con la finalità di incuriosire gli appassionati ancora poco consapevoli delle potenzialità dei vini etnei e siciliani. In carta non mancano etichette nazionali e straniere, c’è una importante selezione di bollicine e champagne, ma a farla da padrone è proprio l’appassionante selezione di verticali di vignaioli siciliani emergenti che presentano ricarichi variabili (a seconda delle annate).
Un luogo ideale per chiunque abbia intenzione di staccare la spina dalla frenetica e monotona vita di città.

Panini: ai cereali, al sesamo e alle olive. Molto gustosi.

L’ottimo pepato locale.

Budino di zucca e ricotta con riduzione al Marsala.

Cipolline in agrodolce.

Il calamaro e la parmigiana di melanzane con granita di ricotta allo zafferano e il pesto di basilico. Primo piatto sfornato dalla cucina, una sorta di bis di antipasti. Ottimi i calamari, seppur molto banali nella cottura, così come la parmigiana, fatta a regola d’arte. Non abbiamo tuttavia compreso il perché queste due preparazioni si trovassero nello stesso piatto. Forse un concetto da rivedere.

Filetti di triglia scottati con insalatina di arance e finocchi alla siciliana. Anche qui, ottima la materia prima ittica, ma senza mordente l’insalata, affogata nell’olio (di ottima qualità).

Riusciti a metà i busiati fatti in casa (eccellenti) con crema di zucca, fonduta di tuma e guanciale croccante di maialino nero dei Nebrodi. Una sorta di carbonara senza uovo. Peccato per l’eccesso di condimenti a causa del quale il gusto si perde in una dimensione troppo dolce.

Tradizionalissimi e gustosi i Maccheroni al sugo di maiale “alla maniera di Donna Carmela”.

Il piatto migliore è lo Spaghetto ruvido con aglio, olio e peperoncino con bottarga di pesce maturata al sale di Mozia.

Ordinaria amministrazione con la “Ghiotta” di baccalà cotta alla messinese con pinoli, uvetta e capperoni di Salina.

Buona la granita di mandarino.

Ennesima rivisitazione (con pochi sussulti se non una fantastica lavorazione della ricotta) del cannolo.

La nostra selezione di bottiglie: Enta Rosso ‘a Rina 2010 di Girolamo Russo (Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio).

Il potente “Contrada Rampante” 2009 di Passopisciaro (100% Nerello Mascalese).

La bollicina del grandissimo Marco De Bartoli: Terzavia (uve Grillo).

La cantina di design.


 

 

3 Commenti.

  • Marco 50&5023 Maggio 2013

    triglie ma non solo...è il problema di quel piatto, che peraltro sembra accattivante, deve essere condito, condito poco, l'ho provato, non ha senso e l'olio siciliano non guasta...se un pò di mordente l'hanno dato le triglie siamo a cavallo "in equilibrio" Marco 50&50

  • Piermario15 Settembre 2014

    Tavola - suggerirei agli amici di PG - da riprovare quanto prima. E' cambiata la linea di cucina - affidata ad un nuovo giovane interprete, proveniente dalla premiata "scuderia" Sultano - e le ambizioni sembrano essere oggi decisamente più elevate che in passato. Da vedersi se, superata la fase di rodaggio, il nuovo chef saprà progressivamente affrancarsi dall'impronta "di scuola" e proporre una cucina più personale, ma, sulla base di un paio di visite a distanza di qualche mese, le premesse sembrano incoraggianti. Doveroso sottolineare il balzo in avanti compiuto dal servizio in sala, ora affidato ad un maître/sommelier di grande talento.

  • Aldo palmeri18 Marzo 2016

    Lo chef e' Andrea Macca , pilastro portante del Ristorante Sultano, i cui piatti ho più' volte apprezzati e sono sicuro che il suo innovativo stile sta facendo fare al Ristorante Donna Carmela un salto di qualità'.

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