Passione Gourmet Damiani e Rossi Aurelio Damiani PS Giorgio Carlo Cappelletti

Damiani e Rossi

Ristorante
Lungomare Gramsci Sud Porto San Giorgio (FM)
Chef Aurelio Damiani
Recensito da Presidente

Valutazione

14/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Una tavola davvero per tutti.
  • Uno chef di caratura al servizio di una cucina semplice fa sempre la differenza.

Difetti

  • Il riscaldamento eccessivo nei mesi invernali
  • Qualche occasionale eccesso di sale nei primi.
Visitato il 03-2013

Ci sono tanti modi possibili per un cuoco di dimostrare professionalità: uno è certamente il riuscire a mantenere alto lo standard anche in occasione di grandi tavolate o di ricorrenze festive. Eravamo stati a trovare Aurelio Damiani nel suo chalet sulla spiaggia di Porto San Giorgio non più di un paio di mesi fa, in occasione di un rapido passaggio; siamo tornati a stretto giro di posta in occasione del pranzo pasquale (in cui è stata lasciata facoltà di scegliere dalla carta stagionale, molti ristoratori farebbero bene ad imparare…). Malgrado qualche davvero minima sbavatura in sala, abbiamo trovato lo stesso, estremamente soddisfacente, livello di attenzione in cucina.
Dai tavoli della piccola sala interna abbiamo osservato Aurelio, cuoco di talento e spessore assai superiori alla sua fama, spadellare, dirigere il traffico nella cucina a vista, smontare e rimontare un piatto brontolando e rimbrottando uno dei suoi ragazzi per una presentazione mal riuscita, tutto con una dedizione ed un sacro fuoco che non si possono realmente insegnare ma che solo l’esempio riesce in qualche modo a trasmettere alle nuove generazioni. E non è un caso che nelle Marche molti giovani e ormai non più giovani cuochi citino Damiani fra i propri maestri.
Non c’è segreto in questa seconda vita di Damiani e Rossi, ormai da un paio d’anni non più diviso fra la location collinare per l’inverno e quella litoranea per i mesi estivi: prodotti ittici di qualità mai meno che eccellente manipolati in maniera essenziale, attenzione alle cotture ed a quei piccoli dettagli, temperature, consistenze, che il cuoco di razza non ha bisogno di curare come sovrastrutture in quanto gli appartengono come una seconda natura. Se ne è accorta perfino la popolazione locale, da sempre mal disposta a contravvenire all’eterna regola del “se magna bene e se spènne poco”.
Anche una basica grigliata, così come un’apparentemente banale frittura di paranza, non provata in quest’occasione ma assaggiata più di una volta in passato con non quotidiano entusiasmo, diventa un’occasione per segnare il solco fra un piatto ordinario ed un’interpretazione di una certa classe. Lo stesso accade con un semplice spaghetto agli scampi con aglio e peperoncino o con un leggiadro sgombro marinato appoggiato su una fresca ed aromatica panzanella. Anche senza porci troppo il problema della stagionalità non convince fino in fondo la parmigiana con acciughe, dove l’aggiunta nulla aggiunge e ciò, si sa, lascia sempre un punto di domanda, anche quando il risultato non è, in assoluto, affatto male.
Si chiude con dolci di scarsa complessità, ma non per questo poco interessanti, come un inaspettatamente intenso semifreddo di ricotta ed arancia o una buona ciambella con gelato al fiordilatte e limone candito, e si prosegue felici con una passeggiata sulla spiaggia. Ci son giornate in cui non ha troppo senso chiedere di più alla vita.

Plateau di crudi: 6 ostriche fines de claire, 2 gamberi rossi, 2 scampi, 3 mazzancolle.

Sgombro marinato, panzanella, patate viola.

Parmigiana con acciughe.

Mazzancolle fritte (e come!) con salsa al dragoncello.

Spaghetti Mancini aglio, peperoncino e scampi. Mantecatura decisamente, forse troppo, cremosa, cottura perfetta.

Grigliata di mare con scampo, gambero, seppioline ed una sublime sogliola.

Ciambella al limone con gelato al fiordilatte.

Semifreddo alla ricotta con arance candite.

Una birra locale, ammostata con Senatore Cappelli.

Aurelio Damiani in cucina.

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