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The Corner Room

the corner room, Londra

Bethnal Green non è la zona più bella di Londra, decisamente. Ma se già con il suo Viajante Nuno Mendes era riuscito a portare molti foodies londinesi e non (noi compresi) da queste parti, col The Corner Room lo scherzo gli riesce di nuovo.
Va detto che nessuno se ne pente, perché con quest’avventura parallela (The Corner Room è il fratellino minore del Viajante ed è ospitato nello stesso, bellissimo hotel, il Town Hall) lo chef e ristoratore portoghese offre un rapporto qualità/prezzo davvero eccezionale per Londra.
Il menù non vastissimo permette di comporre la propria combinazione entrée-plat-dessert scegliendo fra tre o quattro portate e la fortuna di avere dei commensali è anche quella di poter spaziare in lungo e in largo, per cui l’abbiamo provato quasi per intero.
Senza cadute, con cotture perfette (esemplare quella della trota dalla consistenza sensuale al palato) e una grande leggerezza che tocca il suo vertice nel maiale iberico con ciliegie in agrodolce e cous cous, una combinazione davvero riuscitissima per la freschezza del cous cous che ne diviene quasi il primo attore.
Una cucina piena di stimoli: mediterraneo, Inghilterra, tocchi d’Oriente, che possiamo classificare tra le cipolle soprattutto per la volontà di essere molto “casual”, sempre ghiotta, piacevolmente alla portata di tutti. Un fratello meno ambizioso del Viajante ma altrettanto stimolante e più abbordabile, per attrarre davvero la clientela più ampia possibile purché disponibile a uscire dalle zone del turismo più battute.
Carta dei vini piuttosto ristretta ma tutta fatta da scelte pensate che spaziano dal belpaese, alla Francia, all’Austria, al nuovo mondo. Noi abbiamo pescato con soddisfazione un fresco e non banale Gruner Veltliner, lo Stadt Krems ‘Weinzierlberg’ 2011 di Kremstal, dall’intrigante naso agrumato e dalla piacevolissima mineralità.
La musica in sottofondo è tutt’altro che scontata (una selezione molto eclettica tra USA e UK, classici pop e rock e ultime uscite di gruppi indie) e contribuisce a una delle più divertenti esperienze culinarie recentemente provate.

Pane e burro a volontà (non esagerate…).
pane, the corner room, Londra
Ajo blanco con pesca bianca: bella versione, il mediterraneo nell’East London.
ajo blanco, the corner room, Londra
Sgombro con ponzu e pomodoro affumicato: digressione giapponese perfettamente governata.
sgombro, the corner room, Londra
Cervo brasato con uva affumicata: unico piccolo passo falso la salatura eccessiva, in questo piatto più ispirato all’Inghilterra.
Cervo, the corner room, Londra
Chawamushi con fiori e asaparagi: il budino salato giapponese in una versione di bella intensità, anche grazie all’asparago grigliato.
Chawamushi, the corner room, Londra
L’ottimo maiale iberico.
maiale iberico, the corner room, Londra
Trota salmonata con finocchio, cereali e formaggio di capra (childwickbury): la grassezza della trota, esaltata dalla cottura millimetrica, è ben bilanciata soprattutto dalla freschezza del formaggio.
trota, the corner room, Londra
Rabarbaro affumicato con gelato al latte affumicato: il piatto più modaiolo del pranzo è comunque un’ottima riuscita, nei ping pong dolce amaro che lo rendono tutt’altro che stucchevole.
Rabarbaro, the corner room, Londra
Mela e nocciola con gelato di pannacotta: più tradizionale, molto goloso.
dessert, the corner room, Londra

Questa recensione aggiorna la precedente  valutazione che trovate qui

Recensione Ristorante
Senz’altro è uno dei posti più interessanti dove mangiare a Londra in questo momento.
Non solo per la qualità della cucina tout court ma per il caleidoscopio di stimoli che arrivano dalle preparazioni di questo eclettico chef, Nuno Mendes, dotato di una indiscutibile personalità molto ricettiva e sensibile agli influssi delle culture con cui è venuta in contatto.
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