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Caffè Arti e Mestieri

A Reggio Emilia, la grande cucina classica di Gianni D’Amato mette i Blue Jeans

Sembra ieri che eravamo seduti in una splendida villa settecentesca nel cuore di Reggiolo. Sembra ieri ma son passati 10 anni. Il Rigoletto, così si chiamava l’elegante ristorante gestito da Gianni D’Amato con la moglie Fulvia Salvarani, è stata una grande avventura, coronata da un grande successo di pubblico e di critica (fino all’entrata nei Relais & Chateaux e all’ottenimento delle due stelle Michelin).

Oggi il Rigoletto non c’è più. Spazzato via dal terremoto che nel 2012 mise in ginocchio l’Emilia, scompariva così una delle tavole italiane d’eccellenza. Ma i D’Amato si rialzarono, con grande forza e spirito indomito. All’inizio, con il supporto di colleghi e amici ristoratori, dettero vita ad un’attività itinerante, portando la cucina del Rigoletto in tour con una serie di appuntamenti in diversi ristoranti in giro per l’Italia. Quindi aprirono una sede stabile, il Rigolettino, osteria moderna dal taglio giovanile e informale. Nel 2013 ecco il Caffè Arti e Mestieri in un palazzo storico al centro di Reggio Emilia. Che potremmo definire la sintesi ideale tra Rigoletto e Rigolettino.

Gianni è oggi coadiuvato in cucina dal figlio Federico, che ha portato nuovi stimoli e quell’ardore tutto giovanile che non guasta mai. Fulvia è in sala, a dirigere una squadra di ragazzi molto giovani. Si respira, insomma, un’aria giovane e dinamica al Caffè. L’arredo è moderno, il servizio è informale, la mise en place essenziale, ma non priva di una certa eleganza. La carta dei vini non è molto estesa. Due i menu proposti, uno tutto territorio e tradizione, l’altro, intitolato “Evasione dal territorio”, presenta spunti di maggiore creatività. Non c’è la carta, ma è possibile comunque “mangiare alla carta”, ordinando singoli piatti da entrambi i menu.

La cucina è quella che da sempre è nelle corde di D’Amato. Molto classica, con forti legami col territorio, centrata sul gusto.

Un cuoco eccellente, capace di spaziare tra classicismo e avanguardia

Qua e là si nota qualche lavorazione più elaborata e qualche tocco di moderata creatività, senza mai però strafare e restando ancorati a un concetto di cucina che vuole essere comunque immediata e riconoscibile.

Sprazzi di eccellenza nel salmone, cavolfiore, cipollina e balsamico arricchito da un superbo caviale d’aringa, e nella faraona, garam masala e finocchio alla liquirizia, piatto da applausi. Ma la differenza D’Amato continua a farla nella classicità più pura, quella del rombo alla mugnaia, semplicemente superbo.

Qualche nota dolente nel servizio – che fà il suo sia chiaro ma che a tratti ci è parso un po’ sbrigativo – nei tempi di cucina, eccessivamente dilatati, e in un dessert un po’ stucchevole.

Ma, complessivamente, si tratta di un’esperienza molto positiva che mantiene quello che promette: il racconto della grande storia del Rigoletto in una nuova versione più easy e immediata, che non potrà non avere – come stava avvenendo, pandemia a parte – grande successo.

La Galleria Fotografica:

Il terremoto del 2012 ha letteralmente messo in ginocchio l’Emilia. Anche a Reggiolo, comune di Reggio Emilia, il paesaggio architettonico dopo quei giorni di scosse e terrore ha letteralmente cambiato volto. Tra gli altri edifici a farne le spese è stata una splendida villa settecentesca, nel pieno centro del paese, che fino ad allora era stato il regno dello Chef Gianni D’Amato e sua moglie Fulvia. Stiamo ovviamente parlando del ristorante il Rigoletto.
Ad oggi, ahinoi!, ciò che rimane del bistellato emiliano è quella che una volta era una sfarzosa villa,ora imbragata per benino, in attesa dell’agibilità richiesta per poter riacquisire il lustro di un tempo. Ma a dimostrazione che è proprio nei momenti di difficoltà che si riesce a tirar fuori il meglio di se stessi, la mente pensante dello Chef e lo spirito combattivo di Fulvia hanno dato vita ad un fratello minore del Rigoletto: il Rigolettino. Appoggiandosi all’adiacente Hotel Villa Nabila, questa “osteria moderna” si impegna ogni giorno a dar ristoro a nostalgici gourmet in cerca di notizie relative allo sviluppo dei lavori e a palati meno ricercati, intenti a sfamare più il corpo che la mente, durante la pausa pranzo.
Il locale è frizzante e giovanile, con tavoli colorati, mise en place essenziale come la moda impone in questo momento (e come del resto la tradizione dell’osteria italica ci insegna da secoli) con, sparsi qua e là, oggetti di culto tra cui una Berkel, un frigo tricolore, barattoli di caffè e contenitori in vetro ricolmi di vari formati di pasta. La carta dei vini proposta è ristretta ma in linea con il menù proposto, anche se, su richiesta è possibile attingere anche dalla carta del Rigoletto (la cantina è in comune). L’aggettivo apposto dai proprietari all’osteria, moderna, trova riscontro oltre che nell’arredo anche in un menù che spazia dalla carne al pesce, toccando la tradizione più classica del territorio ma strizzando l’occhio a lavorazioni più complesse, con tecniche di cottura contemporanee. Tradizione in evoluzione quindi quella proposta dallo spezzino Jacopo Lecci, l’allievo dello “cheffone” che troviamo a gestire il Rigolettino. In effetti Jacopo, ragazzo capace e dinamico, si occupa di tutto, ma proprio di tutto; è cuoco, cameriere, sommelier e anche maitre. Infatti è lui e lui solo che ci ha accolto, proposto un menù, consigliato il vino, rimpiazzato la mise en place, chiesto opinioni, servito e riverito.
Il servizio, anche se con una sala praticamente deserta, è stato all’altezza come del resto i piatti che, con tempistiche perfette, uscivano dalla cucina. L’influenza ligure del nostro “uomo di casa” si sente eccome nei Bottoni ripieni di pesto con fagiolini, patate batonette saltate e gazpacho di datterini. Il ripieno liquido di pesto è leggero, fresco e divertente, rinforzato però da una buona dose di parmigiano che insieme ad una sfoglia sottilissima rendono il piatto degno di un gemellaggio ligure-emiliano. La materia prima ittica degli antipasti è delle migliori, come del resto anche il filetto di maialino di Fracassi, guru sul tema chianina che sa però il fatto suo anche per quando riguarda i suini. A concludere la “torta Barozzi 2014” è quanto di meglio ci si possa aspettare da una ricetta classica leggermente rivisitata.

Il Rigolettino ha il grandissimo pregio di non tradire le aspettative, pur avendo da portare sulle spalle il peso di un’eredità piuttosto importante, e soprattutto di sapersi contestualizzare ed offrire “solo” ciò che vuole essere: un’osteria moderna.
E’ probabile che il futuro porterà ancora cambiamenti, nell’attesa è un piacere accomodarsi sulle belle sedie vestite del Rigoletto, godendo del presente ma sprofondando in nostalgici ricordi.

Mise en place
Il Rigolettino, Chef Gianni D'Amato, Jacopo Lecci, Reggiolo, Reggio Emilia
Il pane semi integrale con lievito madre e la focaccia ligure. Entrambi di altissimo livello.
pane, Il Rigolettino, Chef Gianni D'Amato, Jacopo Lecci, Reggiolo, Reggio Emilia
Crema di fagioli borlotti, calamaretto arrostito, composta di limoni di pantelleria e origano. Piatto gustoso, un’ottima apertura; la composta di limone dà un tocco pungente alla preparazione e si sposa molto bene con un calamaro di primissima scelta cotto a puntino.
crema di fagioli e borlotti,  Il Rigolettino, Chef Gianni D'Amato, Jacopo Lecci, Reggiolo, Reggio Emilia
Caprese di orata, pomodoro cuore di bue, mozzarella di bufala e pesto leggero. Piatto esteticamente non bellissimo ma, pur nella sua semplicità, di grande gusto. Anche qui orata ottima e cotta con grandissimo rispetto.
caprese di orata, Il Rigolettino, Chef Gianni D'Amato, Jacopo Lecci, Reggiolo, Reggio Emilia
Bottoni ripieni di pesto, fagiolini, patate saltate e gazpacho di datterini. Il piatto della giornata.
bottoni ripieni, Il Rigolettino, Chef Gianni D'Amato, Jacopo Lecci, Reggiolo, Reggio Emilia
Filetto di maiale brado, cicoria saltata e spuma di senape. Piatto equilibrato e ben pensato. Peccato solo per la cottura della carne un po’ eccessiva.
filetto di maiale, Il Rigolettino, Chef Gianni D'Amato, Jacopo Lecci, Reggiolo, Reggio Emilia
“Torta Barozzi 2014”, con mousse al cioccolato fondente 55%, sablè di nocciole e amaretti e salsa al mango. Un grande dessert. Bravi.
torta barozzi, Il Rigolettino, Chef Gianni D'Amato, Jacopo Lecci, Reggiolo, Reggio Emilia
Ecco il Rigoletto, quello originale, nel suo attuale stato. Il cartello indica vietato l’accesso ai non addetti ai lavori. Speriamo le cose cambino in fretta.
Il Rigolettino, Chef Gianni D'Amato, Jacopo Lecci, Reggiolo, Reggio Emilia