La cucina elegante, creativa, gourmet e al tempo stesso gourmand di Corrado Fasolato ha trovato ora la sua degna dimora.
Dopo aver diretto, tra le altre, le brigate di due alberghi del calibro del Ciasa Salares in Alta Badia prima, e del Metropole nel cuore della Serenissima poi, lo chef è tornato nella sua terra natia.
Qui, da quasi un anno a questa parte, nella dimensione a misura d’uomo che si è ritagliato, questo folletto dei fornelli sembra aver trovato l’humus ideale per continuare a esercitare con successo il proprio indiscutibile magistero.
Vale la pena, innanzitutto, sottolineare la struggente bellezza della piccola sala al primo piano di questo spigolo (spinechile) di montagna, originariamente una stalla ora deliziosamente ristrutturata.
La magnifica vetrata sulle colline digradanti verso Schio rallegra vista e spirito e, dai soli quattro o cinque tavoli presenti, ancor prima dell’arrivo delle pietanze, offre la possibilità, spaziando con lo sguardo, raccolti in un’atmosfera di ovattato silenzio, di predisporsi nel migliore dei modi all’imminente pasto.
Spinechile resort di nome, ma Fasolato resort di fatto, essendoci moglie e figlia dello chef in sala, abili a governare brillantemente e con solerte grazia il traffico ai tavoli e padre e figlio ai fornelli, compatti nel fornire un mirabile esempio di realizzata ed efficiente azienda familiare.
Non essendoci più, infatti, alle spalle la solidità delle strutture alberghiere di cui sopra, spese e costi della novella risorsa sono stati saggiamente ottimizzati.
Il risultato è l’imperdibile opportunità di provare due menù, a 75 e 65 euro, il che rappresenta, a questi livelli, impresa davvero ardua da emulare.
Piatti come la capasanta in tempura al nero in zuppetta di melone e anguria, i tortelli ripieni di melanzana con delicata amatriciana di scampi o il maialino con pesche, finferli e polvere di camomilla sono la perfetta sintesi di uno stile di cucina che vuol essere rassicurante per intercettare il gusto della più ampia gamma di clientela ma non dimentico anche di soluzioni più ricercate per la costruzione di piatti ispirati e originali.
In quest’ottica certe morbidezze restano forse un po’ eccessive, latitando contrasti o giustapposizioni più stimolanti, ma la finezza e la compiutezza delle preparazioni è sempre assicurata.
La strada per arrivare qui è alquanto impegnativa, mancando soprattutto di chiari segnali nella parte finale del percorso, ma la ricompensa, una volta giunti, è, a dir poco, appagante.
Mise en place con vista.
Pane.
Pomodoro e origano fatti con la moka e mozzarella, croissant salato con mostarda e soppressa, una firma dello chef.
Crudo di gamberi, gelatina di mojito, nervetti di manzo, crocchè di gambero fritto.
Un goloso crudo e cotto.
Capasanta lardellata in tempura al nero di seppia, foie, melone e anguria.
Carpaccio di branzino, spuma di patate, tuorlo d’uovo e cacao.
Zuppa di trippa con caviale.
Tortelli ripieni di melanzana con amatriciana di scampi, spuma di casatella.
Gargati fatti in casa con siero di caffè, parmigiano e crudo di cervo. Davvero ottimi.
Maialino da latte con pesche, finferli e polvere di camomilla.
Piccione affumicato con tonno, rabarbaro e purè di ortica.
Spuma di yogurth, cioccolato bianco, lampone e granita al sedano. Molto fresco.
Mascarpone, gelatina al frutto della passione, macaron, olive, capperi e gelato al pistacchio.
Una chicca in bianco di un grande rossista.
Esterno.
Ingresso.
Panorama.
Corrado Fasolato è tornato.
Lo fa a modo suo: le banalità sono messe al bando, le cose semplici si lasciano agli altri.
Allora si sceglie un luogo che definire difficile è un eufemismo: capiamoci, in Contrà Pacche c’è solo lo Spinechile Resort. Salire quassù con l’auto, pregando di non incrociarne un’altra che scende, fa riflettere su come tanti grandi ristoranti trovino la loro dimensione nei posti più impensabili.
Come si può passare da Riva degli Schiavoni a Venezia al Bosco di Tretto?
Poi arrivi, parcheggi e cominci a capire: avverti energia, avverti potenzialità. Questo luogo è già bellissimo così, ma nei prossimi mesi, quando passerà la fase della neve e riceverà ulteriori cure, diventerà un gioiello. (altro…)