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Un giro di Bacari a Venezia – prima parte

di Roberto Bentivegna

Venezia

E’ difficile trovare le parole per descrivere Venezia.
In quelle ore in cui il centro si svuota dei mille e più turisti, girando a casaccio tra calli e campi che sembrano usciti da un dipinto del ‘600, questa città sa regalare una esperienza unica, da concedersi almeno una volta nella vita.
Trovate una comoda sistemazione, lasciate le valige e poi uscite dimenticando le automobili e i canoni a cui la vostra routine vi ha abituato: semplicemente perdetevi nello stupore.
Non c’è modo migliore per scoprire Venezia che un bel giro di Bacari: basta scegliere una zona della città ed individuare le tappe più raccomandabili, oppure lasciarsi guidare dal “fiuto”. Pazienza se la strada per raggiungerli non è sempre la più breve, i giri a vuoto fanno assolutamente parte del programma (soprattutto all’aumentare del livello alcolico).
Ogni tappa, un’ombra di vino e qualche cicheto. E via verso il prossimo bacaro.
Che la parola derivi dal dio “Bacco” o dal “far bacara” veneziano poco cambia, i Bacari erano in sostanza dei vinai che all’epoca della Serenissima arrivavano in piazza San Marco per vendere il loro nettare assieme a semplici spuntini, i cicheti appunto.
Questi venditori seguivano l’ombra del campanile per proteggere il vino dal sole, da qui il termine “ombra” che fa parte della cultura e storia di tutto il Veneto.
Il tempo ha certamente portato all’evoluzione del concetto, ma ancora oggi i Bacari sono una ottima soluzione per mangiare e bere a Venezia ad un prezzo ragionevole.
Si incontreranno vini più o (molto più spesso) meno buoni, così come cicheti da dimenticare e altri invece indimenticabili, ma non sarà mai questo il punto nodale: il giro di Bacari è una attitudine mentale. Va goduto nella sua interezza: nello scambio di battute con un Oste, nello scorcio rubato da una finestra aperta che fa intravedere un soffitto dipinto da perderci il fiato, nel gusto e nella morbidezza di una semplice polpetta fritta di cui avevi perso il ricordo.
Fa tutto parte dello spettacolo e del biglietto, anche il doppio prezzo riservato a locali e turisti in una città che non fa assolutamente mistero di questo doppio trattamento: è Venezia, prendere o lasciare.
Ma, chissà com’ è, si prende sempre tanto volentieri. Con l’acqua alta, i suoi paradossi, la sua sfuggevolezza. Ma anche la magia, la classe, l’eleganza.
Anche questa è Italia, ricordiamoci della nostra fortuna.
Una città che ti scava nell’anima, soprattutto nelle ore notturne.
Una città dove “il lento procedere del vaporetto attraverso la notte è come il passaggio di un pensiero coerente attraverso il subconscio”. (Iosif Brodskij, “Fondamenta degli incurabili”)

Noi ci siamo concentrati sulla zona Rialto-San Marco, ma torneremo per esplorare anche le altre magnifiche zone di questa città-gioiello.

Osteria alla Ciurma Wine Bar
Osteria alla ciurma wine Bar, bacari, Venezia
Cominciamo dalla tappa che ci ha convinto meno, sia per la qualità del vino che per quella dei cicheti. Scelta limitata già alle 18.30 per un locale che sicuramente non indicheremmo tra le soste imperdibili. #anche no

La lavagna
lavagna, Osteria alla ciurma wine Bar, bacari, Venezia
L’esposizione di cicheti non proprio invogliante
cicheti, Osteria alla ciurma wine Bar, bacari, Venezia
L’ingresso
Ingresso, Osteria alla ciurma wine Bar, bacari, Venezia

Al Mercà
Al Mercà, bacari, Venezia
Un bacaro veramente minuscolo, letteralmente aperto sul campo antistante. Molto frequentato dal popolo studentesco, un locale certamente di buon successo. Il motivo è legato senza dubbio all’ottima proposta di vini al calice, superiore alla media: non sarà difficile trovare qualche etichetta meno convenzionale. Non male anche i cicheti, su tutti la polpetta di carne e quella di tonno. #modaiolo intelligente

La lavagna
Al Mercà, bacari, Venezia

Osteria Bancogiro
Osteria Bancogiro, bacari, Venezia
Prima di tutto un bel locale, dove potersi anche sedere e scambiare quattro chiacchiere con calma. Poi una proposta di cicheti interessante e non banale. Si gioca con delle basi di polenta al posto del solito pane, farcite nelle maniere più varie: la nostra scelta è caduta su polenta al rosmarino con melanzane, piovra e lardo e polenta al prezzemolo con baccalà al forno e ricotta al cren. Ma non scherza anche un semplice panino alla mortadella (e con la quantità di affettato non si lesina affatto).
Proposta di vino senza infamia e senza lode ma è un locale in cui si sta indiscutibilmente bene.
In estate ci si può anche sedere all’aperto con vista su Canal Grande, che non è poco.
#confortevole

Il banco dei cicheti
cicheti, Osteria Bancogiro, bacari, Venezia
cicheti, Osteria Bancogiro, bacari, Venezia
La lavagna dei vini al calice
lavagna, Osteria Bancogiro, bacari, Venezia
Interni
interni, Osteria Bancogiro, bacari, Venezia
La nostra scelta
cicheti, Osteria Bancogiro, bacari, Venezia
cicheti, Osteria Bancogiro, bacari, Venezia

Ai Rusteghi
Ai Rusteghi, bacari, Venezia
Ecco un bacaro davvero fuori dal coro. Come lo è il proprietario, Giovanni, personaggio che da solo vale il prezzo del biglietto. Entrate con tanta voglia di divertirvi e vi divertirete di sicuro, anche stuzzicandovi a vicenda con l’Oste che regge volentieri il gioco. Grandi bottiglie alla pareti (con prezzi altrettanto “grandi”), ottimi panini anche con abbinamenti non scontati (buono quello scelto da noi, al salmone affumicato). E poi tre prosciutti al taglio: Cormons (D’Osvaldo), Parma 36 mesi, Cinta senese 24 mesi. Ma qui è davvero l’Oste a fare la differenza. Consigliatissimo, ma occhio al conto.
#rustego vero

Le bottiglie alle pareti: c’è da divertirsi
Ai Rusteghi, bacari, Venezia
Ai Rusteghi, bacari, Venezia
Uno scorcio del bancone: il locale è piccolo, ma ci sono anche alcuni sgabelli e tavolini alti per una sosta confortevole
Bancone, Ai Rusteghi, bacari, Venezia
Il taglio al coltello del prosciutto
prosciutto taglio al coltello, Ai Rusteghi, bacari, Venezia
Prosciutto, Ai Rusteghi, bacari, Venezia
Chiedete uno spritz all’Oste Giovanni e poi fateci sapere cosa vi ha risposto.
Spritz, Ai Rusteghi, bacari, Venezia

Continua…

3 Commenti.

  • Marco 50&5020 Dicembre 2013

    Ma sembra tu le abbia trovate, le parole per descriverla...grande pezzo d'apertura, manco da un po', mi è tornata la voglia... M 50&50

  • Luca Bartolini20 Dicembre 2013

    Che bella Venezia. Ci sono stato anni fa, ma ancora ce l'ho nel cuore; con questo articolo avete portato la voglia di tornarci ai massimi storici. Aspetto il seguito con impazienza ;)

  • Bacari Veneziani12 Gennaio 2014

    Non condivido molto la recensione su l'Osteria "Alla Ciurma"... Probabilmente quel giorno in cui siete andati in visita era già stata presa d'assalto da tanti turisti... Il locale è sempre pieno di clienti, e i cicchetti vengono fatti al momento, quindi probabilmente poco prima di voi dev'essere passata un bel po' di gente... Peccato!! Spero che la prossima volta che ci tornerete possiate trovarvi meglio!! :)

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