Passione Gourmet Tickets Archivi - Passione Gourmet

Tickets

Una delle massime espressioni di Albert Adrià 

Siamo nel quartiere di Sant Antoni, dove il genio di Albert Adrià ha dato vita a El Barrì: l’immaginario barrio che comprende i suoi sei ristoranti di cui Tickets, insieme a Enigma, costituisce la punta di diamante.
Sedersi qui richiede una notevole dose di fortuna: il ristorante è sempre sold-out e le prenotazioni, esclusivamente online, si esauriscono nel giro di pochi secondi. Tuttavia, se riuscirete a conquistare uno dei tickets che garantiscono l’accesso a una delle quaranta sedute di Avinguda del Parallel, la fatica sarà ripagata.

Più che un tapas bar, un eccellente ristorante gourmet

Ma diciamolo subito: la definizione di tapas bar non rende giustizia a Tickets, che è molto di più di quello che recita il nome. Vi è la dimensione onirico-ludica del circo che, appena varcata la porta, fa tornare bambini travolti da un’atmosfera piacevolmente kitch che va delle insegne luccicanti (coi motti la vida tapa, tapas es libertad), agli schermi al neon, alle locandine teatrali fino alle divise da domatori del personale di sala, mentre i camerieri addetti ai dolci sono abbigliati alla maniera degli sweet soldiers.

Un teatro che non offusca il livello della cucina, anzi di queste cucine, poiché in realtà sono quattro, e a vista, le postazioni in cui vengono effettuate le preparazioni. Ma è filologicamente corretto il concetto: perché la cucina si articola sul concetto spagnolo di tapas, qui nella sua versione più libera dallo schema canonico. L’avventore, poi, ha la libertà di scegliere la mezza porzione, per favorire più assaggi, o la porzione intera, da condividere senza imbarazzi. Eppure, benché la traccia sia quella delle tapas, appunto, qui le stesse sono sublimate e, con sovente ricorso alle più moderne tecniche, sono sempre golosissime, caratterizzandosi per perfette cotture, realizzate al millimetro, e l’assemblaggio di materie prime di altissima qualità.

Una sarabanda, salata e dolce, di circa quattro ore 

Mai come in questo caso il racconto del nostro pranzo non può ridursi all’elenco di una serie di pietanze: si è trattato di un travolgente baillamme gastronomico di circa quattro ore, in cui ci sono state servite quasi una trentina di tapas, tutte notevoli sotto ogni profilo. Sull’oliva sferificata iniziale, di bulliana memoria, stati spesi fiumi di parole. Proseguendo, portiamo ancora il ricordo della burrosa tartare di tonno con la sua bottarga, i cui sapori sono poi riepilogati alla perfezione nel crackers servito al lato, e dell’ostrica cotta al forno e servita con un brodo di funghi trompetas a allungare la nota iodata. Materia prima da urlo nel gambero ripieno di wagyu, assolo di tecnica il “paesaggio nordico”, giocato sul contrasto tra  dolcezza di cipolla e rubia gallega e acido di panna e neve di aceto. La ghiotta quaglia wellington ripiena delle sue uova, spinaci, funghi, che ha concluso la parte salata del menù, aveva mantenuti intatti i suoi succhi grazie alla perfetta cottura al forno sui carboni, con l’indimenticabile millefoglie in accompagnamento.

Dopo essere catapultati nel bel mezzo di un film con Willy Wonka a farci compagnia e giganteschi frutti di bosco e fragole che scendono dal soffitto, parte la kermesse dei dolci: tra quelli serviti, abbiamo apprezzato particolarmente una splendida  tartelletta ai mirtilli e un’originale cheese cake.

In conclusione: “venghino siori, venghino”, al circo di Tickets c’è da divertirsi!

La galleria fotografica:

 

Divertente: in questa unica e semplice parola si potrebbe racchiudere il Tickets.
E non crediate sia poca cosa, che sia un aggettivo sminuente per il lavoro che viene fatto qui: un’attività ristorativa che sa divertire il cliente, ha in mano le chiavi del successo.
Ed infatti il pubblico qui non manca, mai.
Nonostante i turni multipli, nonostante le difficoltà di prenotazione (l’apertura delle stesse avviene solo due mesi prima della data, e alle 00.01 i posti vengono bruciati in poche ore, con il sito web in tilt quasi sistematicamente), nonostante tutto: locale sempre e inesorabilmente pieno.
E questo apre uno spunto di riflessione sulle capacità imprenditoriali dei fratelli Adrià, che non solo hanno saputo rivoluzionare la storia della gastronomia, ma contemporaneamente sono riusciti probabilmente anche a fare un pozzo di soldi, circondandosi di soci illuminati e realizzando idee quasi sempre vincenti.
Si possono fare tanti soldi con la qualità: date un’occhiata qui dentro, e provate a fare un rapido calcolo di quale possa essere l’incasso settimanale.
La genialità la si coglie anche nel modo in cui viene data forma alle idee: Tickets è indubbiamente l’evoluzione gourmet del Tapas Bar, una taperia con il vestito della festa, colorato, bello e luccicante, studiato in maniera millimetrica per piacere e fare parlare di sé.
Ma non è l’unico locale di questo tipo di Barcellona, in altri hanno cercato di rendere più modaiolo quello che a Barcellona è più uno “state of mind” che un modo di mangiare.

Tapas, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna

Ma l’unicità, la chiave del successo, è che Tickets, in questa sua evoluzione, non ha perso l’anima del Tapas Bar, non ne ha perso l’essenza. Che è fatta di amici, di convivialità, di libertà, di bevute anarchiche passando andata e ritorno da cocktail a vino, a birra, di comande sempre troppo corte o sempre troppo lunghe, di aggiunte, di cancellazioni, di “porta pure tanto non rimane sul tavolo”, di confusione di gusti e sapori, di innamoramenti gustativi e profonde delusioni. Il Tapas bar ci concede di tornare bambini per due ore, di mangiare con le mani, di prendere qualcosa dal piatto del vicino, di spezzare i conformismi.
In un tapas bar c’è tutto un mondo, al Tickets anche di più.
I riferimenti al mondo di Alice, al Circo, ai cartoni animati vanno tutti in questa direzione: una ambientazione al limite del kitsch, eppure stranamente piacevole e azzeccata anche quando volutamente eccede.
A tutto questo è dovuto numeretto lì in alto, all’inizio della recensione: forse c’è solo qualche preparazione che valga quel numero, o forse no.
Ma questo posto è unico.
E noi ci torneremmo ancora, e ancora, e ancora.
Che teste questi Adrià…

Il locale si sviluppa in diverse aree di lavorazione: crudi, salumi, piatti caldi.
locale, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
La carta delle bevande si presenta così:
Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Un Mojito favoloso, giusto per scaldare i motori.
mojito, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Le olive del Tickets: nel nostro caso, varietà Gordal, con cannella, anice stellato, pepe nero e buccia di limone.
olive, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
olive, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Jamón Ibérico Joselito Gran Riserva.
jamon iberico, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Pane e pomodoro, semplice e immancabile. Per chiarire meglio il concetto, per capire come la qualità si basi sui dettagli: questo è il pane al pomodoro più buono che troverete girando per tapas bar.
pane e pomodoro, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Rubia gallega in un Air Baguette: grande classico che merita tutta la sua fama.
rubia gallega, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Tonno in cornetto di alga nori: assemblato al tavolo. Stupefacente la profondità gustativa.
tonno in cornetto, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
tonno in cornetto, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Ventresca di tonno, grasso di prosciutto e caviale: come si può spiegare una cosa come questa se non definendola capolavoro? Noi giriamo locali per cose come questa. Da lacrime. E da bis, ovviamente.
ventresca di tonno, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
ventresca di tonno, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Ostriche!
Viaggio a Parigi: con aceto di vino al dragoncello.
Viaggio a Barcellona: con brodo caldo di pesce. Molto interessante.
Ostriche, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Ostriche, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Pomodoro e pomodoro: acqua di pomodoro, cuore di pomodoro, crema di mais e huacatay.
pomodoro, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
consommé, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Polpo croccante e piparra (un tipo di peperoncino) sottaceto: polpo impanato con panko, bietola fermentata.
Anche questo ha richiesto il bis, senza nessuna discussione tra i commensali.
polpo croccante, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Polpo croccante, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Pollo marinato, aria di lime, pane imbevuto nel suo succo di cottura.
pollo marinato, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
pollo marinato, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Gamberi al carbone.
Accompagnati da una salsa olandese e da brodo di pesce.
gamberi al carbone, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
salsa olandese, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Salsicce e seppioline, mare e montagna: la tradizione attuale. Spettacolo.
salsicce e sepiolite, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Salsicce e sepioline, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Per i dessert ci si può spostare in un’altra sala, decisamente “singolare”.
Il soffitto…
sala dei dessert, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
sala dei dessert, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
sala dei dessert, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Le preparazioni.
preparazioni, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
preparazioni, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Alle pareti video famosi…
video, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
video, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Al Tickets i cucchiaini crescono sugli alberi.
Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
cucchiaini, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
La singolare carta dei dessert.
carta dei dessert, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
I Dessert sono tecnicamente perfetti, ma gustativamente non hanno la complessità della parte salata.
La Rosa, sfera di litchi e fragola con gelatina di acqua di rosa.
dessert, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Air-pancake, spuma di yogurt, wafer caramellizzato, sciroppo d’acero e composta di ribes nero.
Air Pancake, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
composta di ribes nero, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Cono di carota, yogurt al cardamomo, sesamo, gelato di mango e carota.
cono di carota, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Éclair al cioccolato, nocciole e royaltine.
éclair, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Millefoglie verticale coon una base di cioccolato, crema di burro di nocciole e fragoline di bosco.
millefoglie verticale, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Il cheese cake di Tickets: crema di formaggio “coulommiers”, cioccolato bianco, nocciola e frolla.
cheesecake, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna

Le tapas non sono solo cibo, ma una filosofia di vita.
Partiva da questo concetto l’idea di Albert Adrià per quel posto che oggi è il Tickets. Un progetto creativo che andava ben oltre la concezione del miglior tapas bar al mondo. Perché, ancor prima di aprire i battenti, il Tickets era stato concepito come il luogo ideale per tutti.
È iniziato tutto in modo assai curioso. Era il febbraio del 2010 quando Albert festeggiava con amici di famiglia il terzo compleanno del figlio in uno dei suoi ristoranti del cuore. Prima della torta ricevette un regalo inaspettato dal suo amico Juan Carlos Iglesias, attualmente suo partner in affari. Si trattava di un mazzo di chiavi di un immobile le cui mura ospitavano una concessionaria di auto.
Albert si soffermava spesso davanti quella bottega, affascinato dalla spaziosità di quegli interni. Un luogo ideale in cui, un giorno, avrebbe potuto trasferire il suo Inopia Classic Bar. Ma non era soltanto una questione di spazi. Quello era solo un pretesto.
Da quel momento, infatti, i concetti di tapas classici e dell’Inopia si persero tra le mille idee partorite in innumerevoli brain storming, fatti tra le cucine di elBulli e il Taller di Barcellona da quelli che erano le colonne portanti della fucina d’avanguardia di Roses: Albert e Ferran, Oriol Castro, Eduard Xatruch, Andrés Conde e Miguel Estrada.
Nasceva quindi l’idea del Tickets, alla base della quale c’erano due simboli del Bulli: l’oliva sferica e l’air baguette. A seguire, il lavoro sulle ostriche e un altro paio di centinaia di ricette tra tradizione e pura sperimentazione, perseguendo un (ennesimo) nuovo linguaggio gastronomico.
L’obiettivo era diventato sempre più preciso, anzi, non era mai mutato: si continuava a perseguire la ricerca dell’intrattenimento guardando al futuro.

Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna

Il Tickets è la dimostrazione di come i parametri culinari degli Adrià siano in continua evoluzione.
Tra queste mura è racchiuso un mondo su di giri, una sorta di automobile con cui, allacciate le cinture, il passeggero fa un viaggio a due velocità. La guida è sicura ma non mancano i grandi virtuosismi. Il pilota conosce come pochi le tecniche di avanguardia e di molte ne è anche l’inventore.
Dai primi snacks, fino ai dessert, si ha sempre l’impressione di oltrepassare il muro del suono, ma pian piano ci si stabilizza, con sorpresa, in una più rassicurante andatura di crociera.
Si fanno i conti con tanta modernità, ma dietro l’angolo, ad attendere il palato, ci sarà spesso il baluardo della tradizione, con la rivisitazione delle tapas che incontra i ricordi di luoghi lontani. Sapori decisi, dall’impronta catalana marchiata a fuoco, si avvicendano alla strabiliante capacità di far viaggiare il commensale con la mente oltre i confini della Spagna. Sensazione che qualcuno aveva già provato a Roses, poi al 41° e che può ritrovare, in un contesto più limitato ma forse più meditato, anche all’eccellente Pakta.
Fa tutto parte di quella marcia in più che contraddistingue da sempre i fratelli Adrià, capaci di racchiudere una miriade di sapori in pochi assaggi.
Il Tickets, il primo dei ristoranti de “elBarri” (ovvero il “quartiere” degli Adrià, come è stato definito), è come un parco di divertimenti in cui l’avventore ha la possibilità di scegliere la giostra che vuole, quando vuole. Senza vedersi imposte sequenze di sorta o particolari restrizioni. Su qualsiasi cosa ricadrà la scelta, si avrà la certezza di mangiare qualcosa di immediata piacevolezza che appagherà repentinamente il palato.
Difficile assoggettare a critiche un luogo così, perché da due assaggi a trenta che siano, ci si trova sempre al cospetto di qualcosa che stupisce.
Ci si sforza anche nel trovare i difetti (!?): forse il fatto che manchi l’identità di un percorso degustazione? No, quello ve lo fanno se lo chiedete. Anzi ve ne fanno di diversi tipi visto la vastità della carta.
E allora è forse il livello di raffinatezza dei piatti che muta alla velocità della luce, passando da armoniose complessità gustative a più semplici bocconi di rassicurante goduriosità, che, molte volte, tendono a lasciarsi alle spalle la componente raffinata e più cerebrale? Si, forse è proprio questo il rischio: di avere troppe idee e di sfornarle tutte nello stesso momento. Si, probabilmente è forse questo l’unico limite del Tickets.
E se invece fosse la sua imprescindibile chiave del successo?

Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna

Chi ha cenato a elBulli avrà sicuramente un ricordo straordinario del servizio, replicato perfettamente, con le dovute proporzioni, anche al 41°.
Al Tickets invece non ci sono particolari formalismi e la macchina della sala è particolarmente amichevole, coerentemente con l’ambiente ed il concetto di locale.
Ciò detto, resta comunque un servizio di rara puntualità e cortesia, come quasi tutti i ristoranti visitati a queste latitudini, in cui è facile constatare un livello medio sempre altissimo.

Gli snacks.
L’albero del Tickets.
Snacks, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Goliardica presentazione con tanto di forbicette per tagliare il picciolo ricostruito.
snacks, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Geniali meringhe al mirtillo (c’è probabilmente del rafano nell’impasto che dona una lieve nota piccante)…
meringhe al mirtillo, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
…da inzuppare in una intrigante crema al rafano.
crema al rafano, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Le abbiamo provate e riprovate. Un po’ ovunque…
olive, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
…ma vi assicuriamo che qui sono uniche.
Le (super) olive elBulli. E’ facile che ve ne rifilino di diversi tipi in diversi ristoranti e in altrettanti continenti, ma nessuno ha la concentrazione di queste. Un gusto lunghissimo, forse anche migliore di un’oliva di qualità assoluta. Quando la tecnica potenzia la qualità di un ingrediente.
Questa è la varietà Verdial…
olive, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
…ma abbiamo assaggiato e percepito le differenze con la varietà Gordial, più forti e aromatizzate all’anice stellato e cannella.
olive, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Crostino di acciughe con semi di pomodoro e cristalli di olio.
crostino di acciughe, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Dalla sezione “Pura Razza”, è il momento di Joselito. Pata negra Gran Reserva.

Accompagnato da pane al pomodoro.

Sezione “Finger Food”.
Tonno in tartare con mille-feuille di alga nori croccante. Boccone strepitoso.
finger food, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Incredibili gamberi rossi crudi con panatura al “mojo” verde (tipica salsa delle Canarie, a base di coriandolo e prezzemolo). Spettacolo.
gamberi rossi, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Le ostriche: sulla sinistra con kimchi di yuzu e sulla destra, con salsa ponzu e uova di salmone.
ostriche, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
“Rubia gallega” arrotolata nella leggendaria air baguette.

“Jowl & Panceta”

Una succulenta brioche al burro con testina di maiale, mozzarella, mostarda, paprika e “ras el hanout”.

Ed ecco i piatti principali del Tickets: le tapas, all’insegna della tradizione.
Insalata di pomodori Raff, straciatella di bufala e aria di basilico. Sotto la schiuma degnamente concentrata si nasconde una caprese, ma non solo. Prima i pistacchi, poi delle fragoline di bosco generano una divertente alternanza di sapori e tonalità di raro equilibrio. Geniale semplicità.
insalata di pomodori, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Strepitosi cannolicchi con salsa al cocco, funghi e arachidi. Siamo in Thailandia o a Barcellona?


Carciofi, crema di sedano rapa e vinaigrette al tartufo. Notevole piatto di matrice francese.
Carciofi crema di sedano, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Piselli di Maresme (una delle Comarche della Catalogna) con jus di finocchio e pancetta croccante. Piatto da trattoria o preparazione di alta scuola con tecnica sopraffina?
piselli di maresme, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Un altro piatto cult: spalla di maiale con patate confit e salsa di ossa di costine di maiale. Piatto di estrema golosità il cui abuso rischia di saturare le papille gustative. Ne bastano un paio di bocconi.
spalla di maiale con patate confit, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Il pollo in due sequenze. O meglio, il piatto del viaggio.
Una favolosa variazione del volatile che fonde al meglio lo spirito di questa cucina: tradizione e innovazione.
pollo in due sequenze, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
La schiuma di lime da’ profondità al saporito boccone e il cubo di pane imbevuto nella salsa del volatile creano dipendenza.
pollo, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Ma il colpo di grazia arriva con il brodo di pollo. Un consommé degno del miglior tristellato francese. Talmente chiarificato da sembrare acqua. È il caso di dire, uno di quei piatti indimenticabili.
brodo di pollo, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Variazione di Payoyo, tradizione e evoluzione.

I dolci. Dai quali, francamente, ci aspettavamo un coinvolgimento emotivo maggiore. Comunque iper tecnici e anch’essi golosi, ma da un grandissimo pasticcere come Albert Adrià ci aspettavamo molto di più.
Mini cheesecake, meringhe al limone e crema di formaggio con composta ai frutti rossi.
mini cheesecake, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Pancake con yogurt, sciroppo d’acero e composta di more. Questa volta il tasso di stucchevolezza va oltre il nostro gradimento.
pancake con yogurt, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Altro dessert, spuma di panna e cioccolato.
spuma di panna e cioccolato, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Tickets’ “crazy coconut”, gelatin alla menta, crema al frutto della passione e stracciatella di cocco. Da mangiare con le mani.
crazy coconut, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna
Uno dei tavolini.

Gli interni.

Alcuni banconi.

bancone, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna

Merchandising.

Insegna.
insegna, Tickets, Chef Albert Adrià, Barcelona, Spagna

Se dopo aver visto quei due cucchiaini in copertina pensate di addentrarvi nella lettura di un post che abbia come protagonisti i fratelli Adrià o un loro locale, vi sbagliate.
O meglio, quella sfera verde –che è diventata un simbolo di El Bulli- è proprio l’oliva sferica, un involucro esplosivo contenente un concentratissimo sapore di oliva. Piatto creato nel 2005 da Ferran Adrià ma, crediamo, amatissimo da un suo allievo, uno dei pochi a riprodurne fedelmente ed orgogliosamente quel sapore: José Avillez.
Questi è un cuoco non ancora quarantenne, passato anche dalle cucine di Ducasse e del Bristol di Parigi, ma è ai fornelli di Roses nel 2007 che ha subito la sacra folgorazione.
Avillez è un cuoco superstar, autore di libri, personaggio radiofonico e televisivo e produttore di vini, una vera icona in Portogallo.
A Lisbona ha un piccolo impero gastronomico di successo (tanto di cappello per la dote imprenditoriale) comprendente il Belcanto, suo ristorante di punta e fresco di seconda stella Michelin, il Cantinho do Avillez – che vedrete presto su questi schermi – trattoria gourmet con succursale anche a Porto, una pizzeria, il Cafè Lisboa all’interno del teatro São Luiz, una società di catering ed il singolare tapas bar quivi recensito.
Dopo aver provato i succitati locali, tutti agglomerati nella splendida cornice di Chiado, uno dei quartieri più chic di Lisbona, abbiamo avuto conferma della sua grande riverenza verso la cucina  praticata a El Bulli.
Del resto, quando Adrià decise di catalogare tutte le ricette create nel suo Taller, mettendole a disposizione di chiunque, aveva anche contemplato il rischio che le stesse potessero essere perfettamente riprodotte da chiunque e ovunque.
Con il Mini Bar Avillez ha voluto rendere spudoratamente omaggio al grande amico Albert Adrià ed al suo Tickets: ambiente trendy, validissimo cocktail bar creativo, personale qualificato, menu suddiviso in atti e tapas che regalano un amarcord culinario per gli orfani della cucina di El Bulli.
Detto ciò, nonostante quanto sopra assuma per noi un certo peso ai fini della valutazione finale, ci sembra giusto riportare le note di merito e i punti di forza di questo tavola.
Iniziamo col dire che il Mini Bar è un locale davvero divertente e a buon mercato, nella nazione è unico nel suo genere e, cosa che ci interessa maggiormente, è possibile mangiare piatti cucinati impeccabilmente e con una materia prima di primissimo ordine.
Ci sono due menu: a 38 e 48 euro. Se si sceglie alla carta, invece, ci si può personalizzare un percorso ad hoc e i prezzi variano dai 2,5 euro per gli snacks, ai 25 euro per “gli atti unici”, preparazioni più consistenti, come hamburger (colpisce ancora!) e bistecche.
Gli ingredienti vengono sapientemente trattati e lavorati con tecniche da manuale ed il risultato è davvero ineccepibile. Soltanto due portate ci sono apparse monocordi (i nuggets di baccalà e il dessert al limone e panna) anche perché proposte in porzione leggermente più abbondante del resto. Assaggi come l’avocado in tempura, polvere di kimchi disidratato, coriandolo, lime e limone e lo sgombro affumicato con mela verde sono invece, a tutti gli effetti, preparazioni di grande livello che meritano una menzione particolare.
Nel complesso, complice anche l’ottima selezione di cocktail e qualche etichetta interessante, una serata al Mini Bar può trascorrere all’insegna del divertimento, senza troppi pensieri, e, soprattutto, avendo la garanzia di mangiar bene.
Se poi preferite diffidare dalle imitazioni, a Lisbona fanno un buon baccalà, magari da gustare in qualche ristorante col Fado. Però poi si rischia di tornare in albergo con la tristezza nel cuore.

Margarita: mela verde marinata nell’omonimo cocktail e polvere di chili.
margarita, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
L’orientalissimo chevice di gamberi dell’Algarve.
cheviche, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
Avocado in tempura, kimchi disidratato, coriandolo, lime e limone. Notevole.
Avocado, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
Crocchette di carne ed emulsione di mostarda.
Crocchette, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
Bruschetta con foie gras confit, parmigiano , aceto balsamico e fichi. Abbiamo saputo di una gita a Modena dello chef. Probabilmente questa è un’altra folgorazione, questa volta del “croccantino di foie gras” di Bottura.
bruschetta con foie gras, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
Il raffinato sgombro affumicato, insalata di mela, sedano e tartufo.
sgombro affumicato, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
I notevoli temaki: con tartare di carne ed emulsione di mostarda,
temaki, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
e tartare di tonno con soia piccante, da mangiarne a quintali.
tartare di tonno, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
Nuggets di baccalà in escabeche e lamponi.
nuggets di baccalà, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
Si chiude con il JA burger con carne DOP e patate con maionese calda all’aglio.
ja burger, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
Concentratissimo il primo dessert: nocciola al cubo. Il frutto viene proposto a spuma, a gelato e sotto forma di spugna.
il primo dessert, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
Cono al cioccolato con sale e pepe rosa. Anche qui c’è un gioco di consistenze e temperature.
cono al cioccolato, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
Tanto d’effetto quanto deludente è invece il globo al lime con panna al limone: davvero troppo stucchevole.
globo al lime, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa
Interni.
Interni, Mini Bar Teatro, Chef José Avillez , Lisboa

Abbiamo dovuto uccidere la bestia. Dopo tanti anni, avevamo paura che la passione morisse”.

Lo disse qualche tempo fa Albert Adrià. Parlava del Bulli, ovviamente. Per fortuna, però, lui e il fratello si erano sbagliati di grosso. La loro passione per la cucina non è mai stata accesa come adesso.

Tutto ciò che si può scrivere oggi su Ferran Adrià, dopo tutto quello che è stato detto, scritto e pensato da quando il genio catalano è entrato in scena cambiando radicalmente il volto della cucina creativa mondiale, potrebbe essere retorico. È dato certo che in pochi hanno avuto il privilegio di provare la sua cucina.

Sedere ad uno dei tavoli nel leggendario ristorante di Cala Montjoi è stato per molti, compresi alcuni di noi, un miraggio di indefinita durata. Non nascondiamo che, per chi non c’è riuscito, la mancanza di un’esperienza gastronomica di tale peso resterà forse il più incolmabile cruccio di questa passione.

Data l’impossibilità, almeno per ora, di mangiare in quel luogo, i geniali fratelli di Roses hanno trovato una degna soluzione: la cucina esperienziale di El Bulli in un contesto raccolto, informale, innovativo e singolare, nella città catalana per eccellenza. Semplice e geniale. E non poteva essere altrimenti.
Così, a due anni dall’ultima cena servita nel più famoso ristorante dell’ultimo ventennio, ha visto la luce l’impero gastronomico di Albert Adrià che, con ben quattro (ma fra poco ne verrà alla luce un quinto) locali diversi, si sta imponendo come il nuovo re Mida della ristorazione mondiale. E, chiariamo, non è solo una questione di nome se Tickets e compagnia bella sono in overbooking tutto l’anno.
Tra tutte le sue nuove e geniali creature, merita grande considerazione il 41° Experience che ci aveva già impressionato lo scorso anno.

Ubicato in Avinguda del Paral-lel, la strada che coincide con il 41°22’34” parallelo terrestre nord, questo non è un semplice ristorante ma una vera e propria esperienza sensoriale a 360 gradi partorita da una mente perfezionista. Basta accaparrarsi, con largo anticipo, sul web uno degli otto tavolini (non è impresa difficilissima ma tocca pagare una discutibile caparra) per vivere l’essenza di un’esperienza gustativa, olfattiva, tattile, uditiva e visiva totalizzante e farsi un’esaustiva idea di cosa sia la tanto acclamata avanguardia culinaria. Tutto ciò in uno spazio piccolissimo ma confortevole, un vero e proprio cocktail bar.
Sedici coperti, un solo menù.
Del Bulli sono rimasti qualche piatto memorabile che ne ha fatto la storia, ma soprattutto lo spirito e parte del team creativo tra i quali il geniale direttore creativo argentino Sebastiàn Mazzola, ancora poco conosciuto, ma del quale si sentirà parlare nell’imminente futuro. Insieme ad Albert sono anche i creatori dell’originalissimo Pakta, che fa cucina “nikkei”, un ibrido tra la cultura giapponese e quella peruviana.

L’ambiente sembra, d’impatto, crepuscolare, ma una serie indefinita e confusa di immagini proiettate su 20.000 lastre di cristallo pendenti dal soffitto crea un’atmosfera rilassata, calda, quasi ipnotica cui ci si abitua col passare del tempo. Si tratta di un’installazione conosciuta come “Frosted Rain”, opera dell’artista spagnolo Javier Milara.
Le immagini sono accompagnate da un sottofondo musicale che muta al mutare delle portate, dando la sensazione di stare seduti all’interno di un’installazione artistica.

Questo è, più o meno, quello che si trova e vi aspetta al “Quarantunesimo”.

41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona

Tutto secondario al cospetto dei piatti-assaggi che vi arriveranno sotto gli occhi. Preparazioni di pochi centimetri di diametro, ogni piatto è un piccolo scrigno che custodisce una supernova di sapori.
Solo al momento dell’assaggio si può avere un’idea della rivoluzione culinaria degli Adrià.
Freddo, caldo, freddo, dolce, amaro, freddo, piccante, carne, pesce, frutta, poi pesce, ancora carne, infine dolce. Una palestra per il palato che azzera, o forse ridefinisce, i canoni delle priorità degli ingredienti a tavola.
Quarantuno portate per un totale di una cinquantina di snack, suddivisi in “paesaggi” geografici di tutto il mondo innestati in un preciso contesto stagionale (nel nostro caso “l’autunno”). Una cucina che consente al commensale di viaggiare tra terre e sapori che spaziano dalla rivisitazione di piatti e ingredienti simbolici della cultura italiana, alla tradizione scandinava, passando per il Messico e il Perù, spingendosi fino al Giappone, al Vietnam e alla Thailandia, senza mai trascurare, ovviamente, la tradizione catalana e i sapori mediterranei. In alternanza verranno serviti cocktail, vini e birre. Anche il mariage cibo-bevande è studiato nei minimi dettagli, così come le singolari, bellissime stoviglie, parte integrante delle creazioni.
E poi c’è il servizio, capace di garantire il medesimo lasso di tempo – circa 4 minuti di attesa – tra un piatto e l’altro (avvertiteli se dovete assentare), sempre pronto a pulire il vostro tavolino ed eliminare ogni briciola dopo ogni portata.
Un servizio realmente su misura. Corale, preparato, multilingue (il nostro cameriere parlava benissimo anche l’italiano) e pronto a raccontare ogni minimo dettaglio del singolo piatto, nonché la storia dietro l’idea, contribuendo attivamente a rendere quella del 41° un’esperienza davvero unica, da fare almeno una volta nella vita.

Picnic Cocktail, a base di fiori di sambuco e more.
Pia nic, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Paesaggio autunnale: ricordiamo lamponi caramellati con wasabi, pistacchio con miele di pistacchio; uva con lime e timo.
paesaggio autunnale, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Pere infuse in succo di barbabietola e arancia.
pere infuse nella barbabietole, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Perla al sesamo nero.
perla al sesamo nero, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Olive ripiene di acciughe (un classico del Bulli).
olive ripiene di acciughe, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Cozze marinate con patate soffiate e polvere di salsa “espinaler”.
520
Vermouth.
Vermouth, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Con il “pizzicato five” (omaggio ad un gruppo pop giapponese la cui musica era in sottofondo) arrivano le chips piccanti di tentacoli di piovra e mais…
Pizzicato Five, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
…e alghe croccanti con quinoa.
alghe croccanti, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Inizia il viaggio in Italia con la divertente mini burrata fatta in casa (che pecca solo di una accentuata sapidità della pasta filata)…
Mini burrata, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
…e la rivisitazione in perfetto stile “bulliano” della pizza che sprigiona prima olfattivamente, poi in bocca, ogni singolo ingrediente (pomodoro, mozzarella disidratata, gelatina di olio d’oliva e basilico fresco).
pizza, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Chiude il trittico italico il gustoso sottobosco autunnale: porcini disidratati e cannolo con crema di parmigiano.
sottobosco autunnale, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Si fa un passo nel passato al Bulli anno 2004: air baguette con prosciutto iberico gran riserva “Joselito”.
Joselito, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Inizia il “paesaggio nordico” con il fantastico salmone affumicato con uova di salmone e panna acida, adagiati su una pellicola che nasconde un fumo di pino molto denso.
salmone affumicato, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Accompagnato da un succo di frutti rossi.
Frutti rossi, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
“Shot Caviar”: variazione di uova con caviale beluga, nocciola e melanzana.
shot caviar, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Toast and carrots. Ecco le carotine baby…
Toast and carrots, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
e il toast con carne cruda, scalogni, aneto e caprino.
toast con carne cruda, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Dai toni freddi a quelli calienti: ecco il “paesaggio messicano”: tequila sferica…
tequila sferica, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
…accompagnata da succo di agave.
Agave, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Una birra spagnola: Shipa India Pale Ale…
indian pale ale, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
…accompagna l’eccezionale taco coni gamberi “aguachile” (peperoni, lime e cipolle).
gamberi, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Si va in Vietnam: il panino Banh Mi, farcito con maialino iberico cotto per 36 ore. Non siamo nemmeno a metà, ma da qui inizia il meglio della cena.
520
Ecco il Perù. Un fantastico cocktail rivisitato: l’atahualpa 2.0 (Cachaca, ananas, pesca, zucchero e lime).
520
Ceviche norteno.
520
Uno dei paesaggi migliori, quello giapponese. Si parte con il pregiatissimo sakè Sohomare Kimoto Junmai Ginjo.
520
Temaki fritto ai ricci di mare. Boccone di puro piacere.
520
Anelli di cannolicchi con salsa di soia. La tradizione delle tapas incontra il Giappone con un’eterea tempura.
520
520
Cannolicchio che viene riproposto in un’altra raffinatissima preparazione, in scapece con ciccioli di maiale.
520
La vetta più alta del piacere si tocca con il “paesaggio Thai”. Magnifica la zuppa di calamari e insalata di mango.
520
Il delizioso agnello piccante.
520
Per la serie le sorprese non finiscono mai.. udite udite, è l’ottimo Frappato di Cos ad accompagnare…
520
…il “mountain fideua”, ricetta andalusa mari e monti, a base di tipici funghi spagnoli (simili ai finferli) e seppia tagliata tipo vermicelli.
520
Pane, formaggio e tartufo bianco d’Alba.
520
Un calice di Palo Cortado Vors trentennale accompagna l’ultimo boccone salato.
520
La tartelletta al foie gras e mandorle.
520
Si apre lo show dei desserts. Entra la postazione mobile di ghiaccio e azoto liquido…
520
…per il Nitro Pineapple: una crema di vaniglia, ananas e rhum trasformata in gelato espresso.
520
Seguito da una micro pesca disidratata al mango. Esplosione di piacere.
41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Fichi.
fichi, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Oroley Martini. Fatto con una qualità oro della Lavazza.
trolley Martini, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Banana Musubi.
41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Nido al passion fruit, anch’esso esplosivo.
nido al passion fruit, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Non una cupcake ma una incredibile torta al limone. Con il pirottino che è in verità una finissima pellicola di zucchero.
torta al limone, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
Si chiude con i cioccolatini.
cioccolatini, 41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona
41° Experience, Chef Albert Adrià, Sebastiàn Mazzola, Barcelona