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M.B.

La succursale isolana del colosso Basco a Tenerife

Martin Berasategui non ha certo bisogno di presentazioni articolate: uno dei pilastri della cucina iberica, o meglio colui che ha imbastito e definito una forma all’alta cucina basca. Il suo omonimo ristorante, a qualche minuto da San Sebastian, è indubbiamente uno dei più noti tra i gourmet, quando si parla della Spagna golosa.
Probabilmente invece, necessita di un racconto un pizzico più approfondito un altro suo ristorante: nonostante le due stelle Michelin, non sono in molti a conoscere M.B., la seconda tavola di Berasategui, a Tenerife. All’interno del Ritz-Carlton Abama, il golf resort di gran lunga più lussuoso dell’isola, M.B. è la tavola di punta della struttura, che vanta un totale di nove ristoranti di cui addirittura un altro stellato, il giapponese Kabuki.

Un Ristorante con la maiuscola

In operazioni come questa, quando una grande catena alberghiera assolda come consulente uno chef famosissimo, spesso è facilmente riscontrabile un alto tasso di… sòla. Ma, per nostra fortuna, non è questo il caso: M.B. si è rivelato molto più di una sciapa consulenza, o di una copia sbiadita della cucina dello chef basco. L’impronta dello chef e il suo stile sono volutamente marcatissimi, ma essi vengono reinterpretati secondo la tradizione gastronomica delle Canarie. Molti dei piatti sono gli stessi già visti a San Sebastian, o comunque ne mantengono nettamente stile e tecniche, eppure gli ingredienti principali sono in gran parte provenienti dall’arcipelago canario. Si prenda, ad esempio, l’Ostrica con granita al cetriolo, un classico – ormai visto e rivisto – di Berasategui, non riproposto pedissequamente, ma leggermente ritarato al luogo e al menu; più un intelligente omaggio che una noiosa riproposizione.

Anche i vini disponibili in accompagnamento seguono lo stesso filone: da una carta davvero mostruosa, suddivisa in fascicoli per tipologia di vino, è possibile scegliere i grandi classici internazionali, ma un pizzico di curiosità in più vi permetterà di scoprire delle notevoli chicche territoriali, consigliati e instradati dal bravissimo sommelier.

Servizio a cinque stelle, e non sentirle

Qualche riga in più di quanto normalmente gli riserviamo la merita il servizio, davvero imbarazzante per stile ed efficienza. Letteralmente in guanti bianchi, si rivelerà durante l’arco della serata per nulla affettato anzi, accogliente, sorridente e professionale, ma soprattutto terribilmente efficiente, senza una sbavatura e in grado di spiegare correttamente in dettaglio ogni piatto, anche a fronte di domande più o meno tecniche.
Ultimo cenno, non meno importante, per il livello del cadre, davvero altissimo. Un ambiente di eleganza rara, che nonostante lo sfacciato lusso riesce a non far sentire il suo opprimente peso, anzi rivelandosi di vibrante dinamicità, non facendo mai mancare un consiglio, due chiacchiere informali o perché no, una battuta di spirito al momento giusto.

La galleria fotografica:

 

Contrasti e abbinamenti estremi per uno stile quasi unico: lo spirito punk di uno grande cuoco spagnolo, a Madrid

Cinque mesi di attesa per un tavolo nel fine settimana. Un sistema di prenotazioni a prova di nervi. Il pagamento di una caparra di 60 euro pro capite.
È molto più facile, con questi assunti, comprendere il ghigno di David Muñoz, runner semi pro e giovane cuoco madrileno, che, truccato da clown, buca lo schermo dal sito del suo tristellato: stiamo parlando del DiverXO, nomen omen.
Tre maiali sorridenti ti scrutano, formiche giganti indicano il percorso per una sala con luci soffuse, in cui si scorge ben poco.

Ci si sente disorientati, tra indistinti brusii di ospiti limitrofi dopo essersi accomodati in un ampio tavolino riparato da tende scure. Le sedie sono poltroncine simili a quelle di un aereo, con ali disegnate sul retro dello schienale. Capiremo solo dopo la metafora con l’intento di “far volare” l’ospite in un lungo viaggio tra i più nitidi e colorati sapori del mondo. Dopo aver optato per uno dei due percorsi, si apre il sipario e ha inizio lo spettacolo. Un luogo a metà strada tra il futuristico e il surreale, che sembra un set di Kubrick per una trasposizione cinematografica di un romanzo di Lewis Carroll.

È l’avanspettacolo dell’enfant prodige della ristorazione spagnola, il suo originalissimo modo di trasmettere l’alta cucina, al grido di vanguardia o morir, con molteplici colpi di teatro che catapultano il commensale in Messico, in Cina, e ancora in Thailandia, facendo assaporare gusti che impressionano per autenticità e profondità, partendo dalla matrice della tradizione spagnola.

Muñoz porta a tavola una cucina “cucinata”, dove il rapporto tra salse e ingredienti è considerevole tanto quanto le modalità e le sensazioni di assaggio per un medesimo piatto. Si colgono differenti sfaccettature e prospettive raccolte in un’unica composizione. Tecnica, manualità, consistenze e temperature la fanno da padrone.

Un’esperienza gastronomica a 360°

Quel che più sorprende di DiverXo è l’interazione con il commensale, catapultato nel baccanale gastronomico: un’atmosfera scanzonata ma studiata nei minimi dettagli. La degustazione porta naturalmente a sporcarsi spesso le mani, a imbrattarsi con le salse, a risucchiare piccole panne cotte.
Che DiverXO sia un luogo unico nel suo genere lo si capisce anche dagli originali elementi di servizio: tutti i ristoranti dovrebbero dotarsi del serpeggiante cucchiaio/spatola rettangolare, che riesce ad incamerare qualsiasi salsa o polvere nel piatto!

Se si opta per il menù più lungo, chiamato “El Xef”, ci si imbatte in 15 canvas, quindici tele gastronomiche. Ciascuna contempla differenti assaggi e portate, il tutto servito ad un ritmo serrato di due ore e mezza.

Tra i passaggi più geniali ed entusiasmanti citiamo lo scampo arrostito con burro all’aglio nero, XO sauce, patate viola, salsa kimchi e bottarga, seguito dal servizio della testa del crostaceo con un’insalata di papaya e ibisco; la rievocazione del sapore di un güoper di Burger King diventa una sofisticata variazione di oca, con il cuore cotto con la tecnica del robata, la royale con spezie e gochujang verde, aceto di riso ed erba cipollina, e una fetta di brioche tostata che funge da scarpetta.

Grande divertimento anche nella mini degustazione di dim sum cinesi, con il tavolo che si trasforma in una scenografica tavola da tea house di Hong Kong (con tanto di centrotavola girevole); o ancora il maialino (croccantissimo) con vichyssoise di asparagi bianchi e burro di bufala, riso rosso, yuzu e salsa sriracha.

Nonostante Muñoz sia ancora giovane e ambizioso, non riusciamo a non rimanere colpiti da quanto fino ad ora ha creato. Uno straordinario cuoco in grado di mettere in scena una grande cucina: da DiverXO bisogna aspirare di recarsi almeno una volta nella vita. Prenotazione permettendo…

La galleria fotografica:

“Ciò che i piatti esprimono non riguarda solo ciò che presentano, ma anche quello che avremmo voluto che fossero. Paesaggi e momenti suggestivi, nuove tecniche, immaginazione e ingredienti”.

Questa l’introduzione del menù di Mugaritz, regno dello chef Andoni Luis Aduriz.

Nessun compromesso, nessuna possibilità di scelta.

Richiede fiducia una gita in quel di San Sebastian, tra il saliscendi emozionale tinto di cento e oltre sfumature di verde che si lasciano alle spalle la percezione dell’oceano e della sua violenza. L’incontro cerebrale con la cucina del Mugaritz comincia da qui. Dal luogo scelto, forse non a caso, dove operare, esprimersi e provocare.

La provocazione infatti è una delle chiavi di lettura di una cucina mai spavalda eppure così decisa, così diretta e così saggia. La placida calma verde che avvolge le pareti a vetro del ristorante sembra essere messa lì apposta per bilanciare il dinamismo del menù degustazione pensato ad hoc per ogni tavolo. Venticinque portate che si esplicitano attraverso venticinque bocconi, che rappresentano ognuno un concetto, un pensiero, un’idea sulla vita. Non è un banale pranzo quello da Andoni, non certamente adatto per essere affrontato a cuor leggero. Una cucina che non si relaziona solo con il mondo della gastronomia, ma che va ben oltre. I riferimenti e le suggestioni che ne scaturiscono si possono allacciare alle più svariate sfaccettature della vita comune, del vivere quotidiano, accarezzando e colpendo emozioni comuni a tutti.

Venticinque bocconi dicevamo, articolati e predisposti come a voler dar vita ad una conversazione. Lo chef si pone come l’interlocutore atto ad intavolare gli argomenti attraverso la degustazione, mentre il commensale recita il ruolo di sparring partner pronto a ricevere il colpo, incassarlo e rielaborarlo.

L’evoluzione gustativa non segue apparentemente una linea retta, giocando con l’alternanza di sensazioni dolci, salate, amaricanti e acide in una maniera tanto piacevole quanto illogica. Senza lasciare punti di riferimento Aduriz sceglie e dosa gli ingredienti, con la stessa cura con cui si scelgono le parole più efficaci per formulare un discorso. Bocconi emozionali che spesso trovano la loro identità nel prosieguo del pranzo, quando l’atto gastronomico proposto bilancia le consistenze con le acidità, accosta due ingredienti identici facendoli diventare uno la nemesi dell’altro, stuzzica con passaggi enigmatici che si rivelano illuminanti ore ed ore dopo la fine dell’esperienza e si carica di profondità attraverso l’utilizzo verde delle erbe aromatiche.

Non è possibile rendere il tutto razionale. Non si può sapere cosa aspettarsi. Ci si lascia irretire dai sussurrii e dall’enfasi che si alternano a tavola, trovandosi di colpo a pensare, immersi in una situazione di cui si conoscono perfettamente i tratti, ma che fino ad allora non si era riusciti a contestualizzare all’interno di un ristorante.

Tutto questo va oltre la tecnica, la scelta delle materie prime e la professionalità dei quarantaquattro cuochi che officiano nelle tre cucine di casa Aduriz. È una rappresentazione gustativa della vita, raccontata da un uomo saggio e sensibile, che attraverso le sue sovrastrutture mentali lancia provocazioni, messaggi profondi e rassicurazioni.

Nell’arco di un paio d’ore, facendo del paradosso una forma confidenziale, Andoni e il suo staff riescono a sciogliere il nodo gordiano che divide in compartimenti stagni i comportamenti umani. Lo fa attraverso la sua personalissima idea di cucina, elevando l’arte culinaria e spogliandola della sua materialità, riuscendo così ad esprimersi senza limiti convenzionali andando ad offrire un’esperienza che una volta conclusa si porterà con sé nel ricordo per lungo tempo.

Pane e emulsione di alici. Panino cotto al vapore tiepido con una straordinaria consistenza, morbido ma allo stesso tempo consistente e tenace.

pane, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Comincia l’abbinamento vini.

vino, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Ostrica candita e aceto. Piatto da mangiare con le mani (ne seguiranno tanti altri). Primo passagio cerebrale. Note dolci e iodate si confondono e si alternano in bocca mentre ci si domanda il perché si sia mangiata un’ostrica nuda con le mani.

ostrica, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Budino di riso e caviale. Il caviale come veicolo per rendere gradevole una preparazione (il budino di riso) altrimenti volutamente poco piacevole. Il calore del budino e la sua consistenza “appiccicosa” vengono smorzati e armonizzati dal caviale. Il risultato è netto e pulito. Grandissimo passaggio.

budino, caviale, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Nuvola cotta, olio di nocciola e uova di trota con alice fritta e crescione. Anche qui le consistenze sono le protagoniste incontrastate. Croccante la frittura, gommosa la nuvola cotta al vapore in perfetto contrasto con le uova di trota al suo interno. Risultato eccellente.

nuvola, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Humus di piselli, foglia di spinaci e accenti marini. Un dichiarato omaggio al paesaggio circostante. Passaggio che si concentra interamente sul gusto, dalla nota verde all’acidità, passando per la dolcezza e chiudendo con un sentore amaricante. Smettiamo definitavamente di avere un approccio razionale a quanto sta accadendo e ci lasciamo andare.

humus, piselli, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Cestino di funghi, Palo Cortado e trifoglio. Anche qui stupisce come l’essere etereo del cestino possa contrapporsi alla profondità gustativa dei funghi. Un boccone di leggerissimo umami.

funghi, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Blini fritto e salsa di corallo. Potenza ed eleganza. Stratosferico.

blini, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Insalata di granchio ghiacciata e uovo. Passaggio complessissimo. In bocca cambiano sia le consistenze che le temperature che da fredde e dure divengono piano piano tiepide e morbide. Incomprensibile e geniale.

granchio, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Vongole glassate con limone. Passaggio estremo. Le vongole glassate con l’acqua di mare trovano nell’acidità un’ulteriore spinta verticale.

vongole, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Un altro vino.

vino, chenin, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Ventresca di tonno con olio di noce e foglia di patata dolce. Passaggio defaticante.

ventresca, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

La triglia. Compatta e scioglievole, carica di sapore eppure così delicata. Semplicemente la triglia più buona mai mangiata in assoluto.

triglia, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Maiale in due preparazioni: da una parte il pane imbevuto nel grasso del maiale e la cotenna croccante, dall’altra pane croccante e costine. Il maiale e la sua nemesi. Provocazione molto divertente.

maiale, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Seppia, fondo di maiale e salsa speziata. Ennesima dimostrazione di grande maestria. Consistenza, gusto e una nota speziata per nulla scontata.

seppia, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Pane fritto e aglio. Una battuta di spirito.

pane fritto, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Aglio glassato e pane arrostito. Un’altra preparazione che completa la precedente. Stessi ingredienti trattati diversamente per ottenere un risultato completamente diverso. Didattico.

agli glassato, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Il piatto completato, con l’aglio “schiacciato” personalmente sul pane. Un grande piatto che ha ispirato Lorenzo Cogo per la creazione di un grande dessert (già recensito su questi canali).

aglio schiacciato, lorenzo cogo, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Il vino.

vino, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Foglie di aglio e maiale. Il classico biscotto di natale basco regala una piacevole nota speziata ad una preparazione che trova nella grassezza del maiale il contrappunto adeguato per contrastare la pungenza delle foglie d’aglio, resa ancora più percepibile dalla consistenza secca delle stesse.

foglie, aglio, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Buccia d’arancia e concentrato di anatra. Interessante oltre che divertente.

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Pane e formaggio di capra.

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Un altro abbinamento.

vino, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

From bitter to sweet. Un ottimo pre dessert che si concentra sulle sfumature gustative dei fiori eduli.

Predessert, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Fragole e crema al latte. Gradevolissima sperimentazione di consistenze diverse su ingredienti conosciuti che in questa maniera richiamano alla memoria l’infanzia in maniera del tutto nuova.

fragole, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Cialda alle erbe aromatiche e mousse alcolica.

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Marshmallow con Cherry ossidato. Divertente omaggio all’omino Michelin… Ironico?

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Per finire I sette peccati capitali. Ormai un classico.

7 peccati capitali, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

Orgoglio.

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Invidia.

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Ira.

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Gola.

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Avarizia.

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Lussuria.

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Pigrizia.

pigrizia, Mugaritz, Chef Andoni Luis Aduriz, Errenteria Gipuzkoa, Spagna

In spagnolo aspettare si dice “esperar”, perché in fondo aspettare è anche sperare.
Nel caso de El Celler de Can Roca l’attesa può essere davvero lunga, fino ad un anno, per sedersi a tavola.
La speranza, dopo tanto attendere, è quella di non restare delusi.
E delusi, davvero, non si resta.

Miglior ristorante al mondo per la San Pellegrino World’s 50 Best Restaurants 2015 (superato nel 2016 dalla sola Osteria Francescana), il tristellato dei fratelli Roca è un’orchestra magnificamente accordata e magistralmente diretta dai tre maestri Joan, (lo chef), Jordi (il pasticcere) e Josep (il sommelier e direttore di sala). Tre fratelli, affiatati e determinati, che hanno saputo portare la passione e la professionalità trasmessagli dai genitori, sul tetto del mondo.

Era il 1967 quando Josep Roca e Montserrat Fontané aprirono un piccolo bar ristorante, il Can Roca, nella periferia di Girona. Cinquant’anni dopo, migliaia di appassionati gourmet arrivano da ogni parte del globo per gustare la cucina del Celler, la creatura dei Roca brothers.

Al di là dei riconoscimenti e delle classifiche, l’esperienza gastronomica è di quelle da ricordare, per la qualità delle proposte ma non solo. La sensazione, fin dall’ingresso in sala, ed ancor più una volta seduti, è quella di essere accolti in un vero e proprio teatro dell’alta cucina.
C’è grande competenza, passione, garbo, fierezza ed umiltà in ogni singolo membro degli oltre sessanta attori, tra cucina e sala, che ogni giorno mettono in piedi uno dei più “gustosi” spettacoli sulla scena gourmet internazionale. Non si ordina alla carta, solo due menù degustazione, quattordici le portate del Festival, il più completo, provato in questa occasione.
Quella a cui assiste l’avventore è una sorta di danza, ritmata ed armonica, che, senza mai risultare impacciata o affrettata, porta in tavola i quattordici piccoli capolavori e gli altrettanti vini, se si opta per la degustazione (proposta in abbinamento al costo di 90 euro). Il tutto in meno di tre ore, senza tempi morti ma anche senza quella fastidiosa sensazione di oppressione, da parte del servizio, che si prova in alcuni grandi ristoranti. Da sottolineare come il menù sia presentato nella lingua dell’ospite per renderlo pienamente intellegibile nei nomi e nella composizione dei piatti. Persino il personale è “su misura”: maître italiano e cameriera spagnola, ma di lingua italiana.
Perché il diavolo sta nei dettagli e al Celler lo sanno bene.

Teatrali sono anche le presentazioni, di grande impatto e mai fini a loro stesse, per una esperienza davvero multisensoriale. Passando dalla forma alla sostanza, va detto che nessuno dei passaggi proposti, amuse-bouche e predessert inclusi, è stato meno che perfetto quanto ad equilibrio e piacevolezza gustativa, fatta di centrate contrapposizioni. Una tecnica sopraffina che porta all’ennesima potenza il concetto di fusione tra tradizione ed innovazione.
Di una precisione più unica che rara anche gli abbinamenti dei vini selezionati da Josep Roca tra le oltre 3.800 referenze e 50.000 bottiglie stivate in cantina.
Ed è qui che il Celler guadagna ulteriori punti. In barba ad alcune autorevoli voci che vorrebbero l’acqua come miglior abbinamento per l’alta cucina ed il vino come attore non protagonista, qui ci si può rendere conto davvero di quanto un vino centrato possa completare un piatto, restituendo al palato un equilibrio ed una armonia di rara efficacia.
La cantina è costruita certamente sulle grandi etichette, che in un ristorante del genere non possono mancare, ma con un occhio molto attento anche a tante, piccole, interessantissime realtà scovate dal Roca sommelier in giro per il mondo.

Sedere al Celler de Can Roca è un privilegio. Raramente come in questo caso ci si alza da tavola già con un senso di nostalgia per l’esperienza vissuta. E con un misto di gioia e malinconia.
Gioia per quanto esperito, malinconia perché non si sa quando si potrà tornare, vista l’enorme difficoltà nel trovare un tavolo.

Senza esagerare, una delle cose da fare nella vita, almeno nella vita di un gourmet.

La sala, molto accogliente.El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Prima di iniziare il già ricco menù da 14 portate, una lunga serie di amuse-bouche gustosi, divertenti e stuzzicanti… tutti magnificamente centrati.

Il Mondo: un omaggio dello chef ai paesi che ha visitato.
Thailandia: salsa thai, pollo, coriandolo, coco, curry rosso e lime.
Giappone: crema di miso con gnignognachi.
Cina: cornetto di riso con verdurine e salsa di soia e prugna.
Perù: “causa limeña”.
Corea: crocchetta con kimchi e pancetta all’olio di sesamo.
Amuse-bouche, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Il Bar di Can Roca: sulle ali della memoria ricordando un piccolo bar di periferia nella Girona degli anni ’70.
Bombon al campari, omelette di patate e cipolla, calamari alla romana, croccante di baccalà, rognoni allo sherry.
amuse-bouche, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Olive verdi gelate: la presentazione con le olive appese all’ulivo bonsai è di sicuro impatto mentre la combinazione del freddo e dell’acidità dà una bella scossa al palato.
olive verdi gelate, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
“Calçot” liofilizzato.
Calcot, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Corallo: ceviche di orata, cozze in salsa “escabeche”.
Corallo, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Brioche al tartufo.
Brioche, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Bombon al tartufo: un’esplosione di tartufo in bocca.
Bombon al tartufo, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Gli appetizer sono stati accompagnati da un Albert i Noya “Clàssic” El Celler Brut Rva D.O. Penedèsvino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Molto ben assortito il cesto dei pani…
pane, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Il menù degustazione inizia con il Consommè autunnale: zucca con tè verde, tofu di nocciole, spinaci, succo di frutta della passione e castagne alla brace. Servito tiepido, incentrato sulle diverse consistenze e sul gioco di sapori che si alternano e tornano persistenti al palato.
consommé, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Celler Credo Estrany D.O. Penedès 2011.vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Triglia marinata con kombu, fico d’india, salicornia, lime e attinia: freschezza, acidità e grande equilibrio.
Triglia marinata, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Sancerrre Domaine Vacheron Le Paradis A.O.C. 2012.
vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Scampi con salsa di fava di cacao, mole nero con cioccolato e crema di canocchia con cocco e porcini. Sensazioni agrodolci che rimandano ad un che di orientale, equilibrio e persistenza infinita. Uno spettacolo.
Scampi, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Sarnin Berrux 2013 A.O.C. Saint-Romain.
vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Insalata di pernice con cavolo fermentato, brodo affumicato e spuma di dragoncello. Altro piccolo capolavoro.
insalata di pernice, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Eulogio Pomares 2011 Crianza Oxidativa, Pontevedra.
vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Piccione con riso fermentato, salsa di bucce di riso, pane di riso con parfait di piccione. Apre sui toni dolciastri riportati poi in equilibrio dalla nota selvatica. Gran piatto.
piccione, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
pane di riso, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Loxarel 109 Xarel.lo 2004 D.O. Penedès.
vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Gambero di Palamos marinato in aceto di riso, vellutata di gambero con una spugna di plancton e alghe, testa e zampe liofilizzate. Consistenze, intensità, persistenza. Lascia un segno indelebile sul palato.
Gambero, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Heymann-Löwenstein Uhlen 2012 VDP Mosel.
vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Razza confettata con olio di senape, beurre noisette, miele, aceto di chardonnay, bergamotto, senape aromatizzata, capperi confettati e nocciole tostate. Altro ottimo passaggio.
Razza, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Nelin 2008 D.O. Qa Priorat.
vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Pagello con mosaico di samfaina di verdure saltate. Il livello si mantiene sempre molto alto, anche questo passaggio non delude.
Pagella, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Carles Andreu 2013 Trepat D.O. Conca de Barberà.
Vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Maialino iberico con corbezzoli e melagrane. Un ottimo inizio per le carni.
Maialino iberico, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Rumbo al Norte 2013 D.O. Vino de la Tierra de Castilla-Léon.
Vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Agnello con purè di melanzane e ceci con zampa di agnello e pomodoro speziato. Ispirato al kebab, è di un equilibrio sconvolgente.
agnello, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
El Ciruelo 2013 Suertes del Marqués D.O. Valle de la Orotava.
Vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
“Llata” di vitello, taglio locale della spalla, avocado, tuber aestivum, midollo, tendini. Una degna chiusura prima di passare ai dolci.
Llata di vitello, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Negre dels Aspres Criança 2001 D.O. Empordà.
vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
“Suspiro limeño”: il primo passaggio del percorso affidato a Jordi Roca, con la sua freschezza, è l’ideale per ritemprare il palato e prepararlo ai dessert più complessi che lo seguono…
Suspiro Limeno, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Weingut Grans-Fassian Trittenheimer 2009 Kabinett VDP Mosel.
vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Profumo turco: rosa, pesca, zafferano, cumino, cannella e pistacchio.
Profumo, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Ökonomierat Rebholz Albersweiler Latt 2007 Auslese VDP Pfalz.
vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Cromatismo di tonalità arancioni. Uno gioia per gli occhi e per il palato.
Cromatismo, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Cromatismo, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Matias i Torres Malvasia 2012 D.O. La Palma.
Vino, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Il sontuoso carrello dei cioccolati e della piccola pasticceria…
cioccolati, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
petit fours, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
In cucina la brigata di quaranta persone all’opera…
El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
La cantina merita assolutamente una visita. Molto interessanti le aree tematiche con video esplicativi.
cantina, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
cantina, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Cantina, El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants
Molto ben fornito anche l’angolo sigari e distillati…
El Celler de Can Roca, Chef Joan Roca, Girona, The World's 50 Best Restaurants

La dicotomia che caratterizza Ibiza è un tratto distintivo dell’isola.
Da una parte discoteche, movida, feste sfrenate e vita notturna. Un circolo trasgressivo animato da un pubblico che ama immergersi nella notte più profonda e nella mondanità più spinta, contornato da locali di tendenza e stravaganze in ogni dove.
Dall’altra invece l’Ibiza delle spiagge bianche e rilassanti, quella dei tramonti avvolgenti, del mare limpido e cristallino, della natura che sa di macchia mediterranea con tutti i suoi umori e i suoi rumori, delle affascinanti e romantiche calette, della solitudine e del relax.
In questa divergenza di scenari troviamo un punto di incontro assai poco piacevole.
Giunta l’ora di pranzo o quella di cena si necessita di indirizzi validi dove poter appagare i propri desideri gastronomici, riconciliandosi con se stessi, a prescindere dal genere di vacanza selezionato. Purtroppo Ibiza da questo punto di vista è davvero deficitaria, offrendo locali con un rapporto qualità prezzo decisamente sproporzionato, caratterizzati da una proposta culinaria molto modesta.
Ma siccome è nelle difficoltà che il vero gourmet tira fuori il meglio di sé, dopo un lungo peregrinare alla ricerca di un’acciuga all’altezza della situazione e di un jamon serrano degno di tale nome, segnaliamo di seguito due indirizzi interessanti, che ogni appassionato che si rispetti di passaggio ad Ibiza non può e non deve lasciarsi scappare.

Bar Sa Carroca

Cucina di terra ben eseguita e curata nei particolari, sopratutto negli ingredienti.
Ottime olive in salamoia.
Bar Sa Carroca, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Pan y tomate.
Pan y tomate, Bar Sa Carroca, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Jamon serrano di grande spessore.
jamon serrano, Bar Sa Carroca, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Salsiccia piccante alla brace.
Salsiccia, Bar Sa Carroca, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Fenomenali acciughe y tomate.
acciughe, Bar Sa Carroca, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Grigliata mista di carne…
grigliata mista, Bar Sa Carroca, Ibiza, Illes Balears, Spagna
..e verdure.
Verdure, Bar Sa Carroca, Ibiza, Illes Balears, Spagna

Qualche scatto di Heart Ibiza, ristorante-show dei fratelli Adrià in collaborazione con il Cirque du Soleil.
Heart, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Heart, Ibiza, Illes Balears, Spagna

Bide Bide

Tapas bar, per la precisione Pintxos Bar di origine Basca. Un luogo divertente dove assaggiare interessanti tapas, accompagnate da una Cerveza di qualità.
Bide Bide, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Taps, Bide Bide, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Tapas, Bide Bide, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Tapas, Bide Bide, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Tapas, Bide Bide, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Bide Bide, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Tortillas, Bide Bide, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Bide Bide, Ibiza, Illes Balears, Spagna
Bide Bide, Ibiza, Illes Balears, Spagna