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‘O Fiore Mio

Nel 2011 a Faenza si realizza il grande sogno di Davide Fiorentini, da sempre attivo nel mondo della pasticceria: nasce ‘O Fiore Mio, pizzeria gourmet a cui si affianca la versione Pizze di Strada a Bologna.

Quattro tipologie di olio extravergine d’oliva: il territoriale di Brisighella; il caratteriale di Pescara; l’equilibrato perugino e, infine, il profumato molisano. 

Tre le tipologie di impasti: il classico di grano tenero, l’idrolisi con segale, farro e semi misti e il delizioso Mazì da un insieme di due mila varietà di grani provenienti da tutto il mondo riuniti nella coltivazione sperimentale di Paolo Mariani. Una sola lievitazione: con lievito madre ottenuto da “una pera ubriaca, una pesca d’ottobre e cinque giuggiole dell’amico Domenico Ghetti”. Così recita il menu, che propone in tutto 14 pizze gourmet e 7 classiche, cui fa da contraltare una invero contenuta proposta di birre (peccato!) e un più interessante repertorio di vini.

Davide Fiorentini ha un suo personale modo di concepire la pizza, e poco importa che la contemporaneità ci abbia già abituati ad alveolature vitruviane, lievitazioni ancestrali nonché alla cabalistica ripartizione del cerchio in otto spicchi: questa ha, in effetti, qualcosa in più. Non si tratta solo della materia prima – anche se è difficile resistere al richiamo di pomodori così carnosi – ma di un gusto definito, puro, senza sapidità eccessive e, quel che più conta, senza inutili piaggerie. 

Eccellente, per dire, l’impasto Mazì della Pizza alla Romana con la polposa vaporosità di un pomodoro che la cottura ancestrale, in forno a legna, fa sembrare caldo di sole. Buone le alici del Mar Cantabrico anche se, a queste latitudini, saremmo più vicini a Comacchio. Buona, ma nulla di più, la Mozzarella di Bufala campana. Menzione a parte, invece, merita il Prosciutto di Parma 24 mesi di cui i bei cristalli di tirosina restituiscono la dimensione autenticamente artigianale. Ottimo l’olio extravergine d’oliva, provvidenziale a smorzare – col suo amaro balsamico – le grazie dolci e acide del pomodoro e quelle croccanti e tostate dell’impasto. A proposito di olio, sia messo agli atti che, nella partita della Pizza alla Romana, Brisighella ha vinto, benché di poco, su Perugia.

Più complesso, invece, l’approccio alla Pizza Via Emilia, fatta con l’impasto a idrolisi, erbe di campo, scalogno di Romagna, ricotta, gambuccio di prosciutto e Parmigiano Reggiano di Montagna 36 mesi. Benché digeribilissima e, nel complesso, sicuramente piacevole, ci tocca di sottolinearne un limite: l’eccesso di zelo negli ingredienti della farcia, affatto dialoganti ma solo giustapposti tra loro.

La galleria fotografica:

Matteo Tambini e Davide Fiorentini sembrano avere la bacchetta magica: altra apertura, altro grande indirizzo da segnare in agenda.
I due creatori del brand “’O Fiore mio”, dopo l’apertura a Milano Marittima di un locale gemello della casa madre faentina, hanno scelto Bologna per la loro nuova impresa.
Un format diverso però dai due predecessori: questa volta la protagonista è la pizza in teglia (detta anche “alla romana”), quindi il locale è ovviamente molto diverso dai due romagnoli (da cui il nome, “Pizze di strada”).
La pizza si compra a peso e si può portare via o anche mangiare in loco, dato che sono a disposizione dei comodi tavolini e un piccolo dehors nella bella stagione. Apparecchiatura self service, si sceglie una delle buone birre presenti nei frigo e si aspettano i tranci scelti scaldati al momento.
Evidente l’ispirazione al Maestro assoluto della pizza in teglia, quel Gabriele Bonci che a Roma ha riportato in auge questa tipologia di pizza.
Qui all’impasto vengono dedicate dalle 24 alle 48 ore e la farina è una tipo 2 del Molino Mariani, già utilizzata per uno dei tre impasti disponibili a Faenza.
La qualità dell’impasto è assoluta, così come gli ingredienti posti a farcitura, senza lesinare sulle quantità. Il risultato è una pizza ottima, croccante fuori e morbida e ricca di alveoli dentro.
Si potrebbe curare di più l’interno del locale, che risulta un po’ confusionario, e proporre con maggiore convinzione alcune degustazioni di pizza, ma sono piccoli dettagli sfocati in un quadro che regala grandi soddisfazioni.
Certo, la vendita a peso, al posto del trancio pre-formato a prezzo fisso, può creare qualche sorpresa al momento del conto (non si sa mai esattamente quanto si stia spendendo), ma per noi è una scelta corretta, perché consente di assaggiare più pizze facendo tagli di piccole dimensioni.
Una idea potrebbe essere quella di proporre delle degustazioni a prezzo fisso: in questo modo il cliente più curioso avrebbe modo di provare diverse tipologie e verrebbe azzerata “l’ansia” da conto finale.
Da poco è anche disponibile per i clienti bolognesi la consegna a domicilio, una comodità di non poco conto.
A due passi da Piazza Maggiore, difficile pensare a una sosta più gustosa.

Il banco.
'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
pizza, 'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
Pizze, 'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
Pizze, 'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
pizze, 'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
La nostra scelta:
Caponata siciliana, ricotta affumicata e Origano di Pantelleria: eccezionale, il nostro miglior assaggio.
Margherita.
Mortadella e crema di ceci.
Bresaola, rucola e grana: in seconda posizione, ma staccata di poco.
Prosciutto crudo e bufala: troppo salato il prosciutto dopo il passaggio in forno.
pizza, 'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
pizza, 'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
pizza, 'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
Una vecchia conoscenza, sempre un grande piacere, ideale nel caldo estivo.
birra, 'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
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'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna
'O Fiore Mio - Pizze di strada, Bologna

Dove sta il segreto di un successo?
“Scegli di fare qualcosa, fallo al massimo livello possibile e comunicalo ancora meglio.”
Forse è la scoperta dell’acqua calda, o forse no.
In ogni caso non sono molte le storie da raccontare come quella di ‘O Fiore mio.
In poco meno di tre anni è incredibile quello che sono riusciti a costruire questi ragazzi.
Merito principalmente di Matteo Tambini e Davide Fiorentini, ma, quando i risultati sono di questo livello, la squadra al completo non è meno importante.
Siamo passati dall’apertura di una pizzeria dai grandi obiettivi, allo sviluppo di un vero e proprio marchio sinonimo di qualità.
L’efficacia grafica è tutta farina del sacco di Monica Zani, illustratrice di enorme bravura, ed è un aspetto da non sottovalutare.
Il resto lo ha fatto la voglia di puntare sempre più in alto e che vede oggi il gruppo ‘O Fiore mio proporsi anche come modello di franchising.
E’ questa voglia che ha portato a migliorare sempre più la riuscita dell’impasto: il salto qualitativo dell’impasto classico rispetto alla nostra precedente visita è straordinario.
Per l’impasto classico di grano tenero è stata utilizzata a lungo la Petra 1 di Mulino Quaglia, ora è sempre più utilizzata la Buratto di Mulino Marino e si sta testando anche un grano tenero bio a filiera marchigiana (zona Conero) del Mulino Mariani.
Gli impasti sono il classico, quello di idrolisi con grano spezzato e l’impasto di enkir.
Nel forno viene utilizzata legna proveniente dai boschi dell’Appennino Tosco – Emiliano (Palazzuolo sul Senio) di carpino, quercia e faggio.
Le lievitazioni e maturazioni sono molto variabili: si passa dalle 48 ore di alcuni impasti (grano tenero macinato a pietra) alle 24 ore per kamut, farro, mais e idrolisi (con grano spezzato).
Il lievito madre sta festeggiando i suoi 4 anni, nato dalla fermentazione naturale di una Pera Ubriaca, una Pesca Regina d’ottobre e 5 giuggiole.
La proposta è divisa oggi sostanzialmente in due grandi settori. Il primo vuole legarsi maggiormente alla tradizione partenopea: nella sezione “come a Napoli”, infatti, sono presenti la classica marinara o margherita, ma anche pizze più rare da trovare al di fuori della Campania, come la Mastunicola, il Calzone di Scarola o la Cosacca. E’ certamente l’interpretazione che ‘O Fiore mio vuole dare di questi “totem” napoletani, perché è inevitabile che il lievito madre utilizzato cambi molto le carte in tavola: la pizza napoletana rimane altra cosa.
C’è poi il settore più personale, l’interpretazione “gourmet” della pizza all’italiana. Qui si raggiungono davvero vette altissime. I pomodorini fiaschetto di Torre Guaceto coltivati da Calemone di Serranova di Carovigno (Br), i pomodorini del piennolo del Vesuvio coltivati da Casa Barone di Massa di Somma (Na), i pomodori coltivati da Terra, Amore e Fantasia di Sabato Abagnale a Sant’Antonio Abate (NA), o ancora verdure che mantengono tutto il loro sapore anche dopo il passaggio in forno: tutto punta lassù, in alto. E gli oli, sempre diversi, da abbinare alle varie pizze.
Non mancano alcuni piatti di pasta fresca dalla cucina, pochi ma eccellenti, giusto per fare il pieno completo di italianità.
‘O fiore mio rappresenta quanto di meglio si possa chiedere oggi da una pizzeria moderna: un bell’ambiente allegro e vivace, personale cortese, ottime birre, dessert di alto livello, un marchio dal forte appeal e, ovviamente, una grande interpretazione di pizza.
Storia di un successo annunciato, appunto.

sala, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
Come a Napoli… Margherita
Pizzeria Margherita, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
La Parmigiana
Mozzarella fior di latte, Pomodoro “Terra, Amore e Fantasia”, melanzana arrostita, Parmigiano Reggiano di Montagna 36 mesi, Origano di Pantelleria, basilico fresco
Parmigiana, Pizza, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
Pizza Parmigiana, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
Pizza parmigiana, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
L’olio in abbinamento
olio, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
Fiorin Fiorello
Mozzarella fior di latte, fiore di zucca farcito di ricotta, alici adriatiche, cannella grattugiata
Fiorin Fiorello, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
Pizza fiori di zucca, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
Pizza Fiori di Zucca, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
L’olio in abbinamento che non ha bisogno di presentazioni
Valentini, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
La crema catalana
Uova, panna fresca, zucchero di canna caramellato: semplice, no?
crema catalana, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
BHEÉ – Birrificio La Mata, Solarolo (RA) 4%
Una birra che conoscevamo già e che siamo felici di ritrovare in pizzeria, speriamo presto anche alla spina.
Una birra bianca aromatica ad alta fermentazione, a bassa gradazione, molto fresca.
Buonissima, da berne a litri.
Bhèè, Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna, birra
Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna
Pizzeria 'O Fiore Mio, Faenza, Ravenna

Un locale fresco, giovane, dinamico, accogliente.
Io qui ci verrei a prescindere dal contenuto del piatto in sé. Per il fermento che si avverte.
Ma se ci aggiungiamo che si può trovare una delle migliori pizze del Nord Italia, beh allora diventa impossibile non metterlo tra i preferiti del tom tom di gola.
Quanto si sta bene qui da ‘O Fiore mio.
Il Boss è Davide Fiorentini della omonima pasticceria faentina: è lui che ha lanciato il guanto di sfida.
Ma sono molti i personaggi che stanno contribuendo al successo di questo indirizzo: Matteo Tambini e Giorgio Melandri su tutti.
Alla riuscita di questa pizza ha messo il suo zampino anche Beniamino Bilali del Berberè di Bologna: gli impasti sono infatti molto simili, cioè favolosi. Anche qui c’è la possibilità di scegliere tra diversi impasti, tra cui “l’impasto idrolisi” senza lieviti aggiunti. (vedi la scheda di Berberé))

Ma a Faenza il risultato è più convincente e più omogeneo: base e top viaggiano insieme, anzi, sono proprio una cosa sola. E’ più pizza, soprattutto perché non tutto viene messo sopra la base a freddo.
Solo farine biologiche macinate a pietra, per avere più germe nella farina e quindi un prodotto più nutriente, digeribile e profumato: Mulino Quaglia e Mulino Marino i due fornitori.
Il lievito madre è stato realizzato nel 2011 da farina di grano tenero, acqua e tre frutti: una Pera Angelica, una Mela Abbondanza Rossa e tre Sorbe
La lievitazione e la maturazione sono molto prolungate, dalle 24 alle 48 ore, per conferire all’impasto leggerezza e grande digeribilità. Forno a legna, of course.
Per la farcitura grandi eccellenze italiane: capperi e origano di Gaetano Marchetta, pomodori del piennolo di Abagnale e Casa Barone, il prosciutto favoloso del Salumificio S.Ilario di Lesignano de’ Bagni. E via così, di goduria in goduria.
Ma non ci si ferma qui, anche una ricerca di abbinamento con vari Oli Extra Vergine di Oliva italiani: a seguito delle aggiunte, la pizza risulterà molto oliata ma l’esperimento è interessante e decisamente gustoso.
Tanta, tanta roba insomma.
C’è anche una linea dedicata alla vera pizza napoletana: 3 pizze che dovrebbero aderire in maniera più filologica al modello partenopeo. E’ sempre una pizza abbastanza distante dall’originale, una interpretazione in salsa nordica, ma il risultato gustativo non è inferiore.
Come dicevo prima, anche i ragazzi di sala sono preparati, sorridenti, coinvolgenti. Come Niko Di Sarra, che avevo già avuto modo di conoscere nella sua precedente esperienza al Don Giovanni di Ferrara. Servizio che è una grande risorsa aggiunta, soprattutto in pizzeria, dove spesso questa voce viene trascurata.
La selezione delle birre è ottima e anche i dessert sono di ottima qualità.
Questa è l’Italia che viaggia a mille, quella della qualità e dell’impegno.
A Faenza c’è un altro grande indirizzo per la gastronomia italiana.

Appetizer per ingannare l’attesa

‘O fiore mio (impasto farro e grano spezzato): fior di latte, burrata, Parma 24 mesi selezione San Ilario, servita con olio di tonda iblea Frantoi Cutrera. Il Prosciutto San Ilario è una favola e questa è una delle pizze da non perdere assolutamente una volta seduti a questi tavoli.



Margherita come a Napoli: Pomodori San Marzano, fior di latte, basilico. Il nome è decisamente impegnativo, ma è comunque una ottima margherita.



‘A pizza e scarola: fior di latte, scarola, alici, capperi, olive, pomodori del piennolo, servita con olio toscano tenuta Nozzole. Molto carica, molto gustosa.

Salsiccia e friarielli (impasto idrolisi): salsiccia e friarielli al salto con aglio e peperoncino, servita con olio toscano tenuta Nozzole. La mia preferita. L’olio regala una bella punta amara al tutto. Veramente un capolavoro nella sua classicità. L’impasto idrolisi è incredibile: leggerezza e digeribilità hanno una casa.


Punto G (impasto classico): Fior di latte, gorgonzola piccante del caseificio Angelo Croce, coppa di mora romagnola, mandorle tritate, miele millefiori dell’alta Val Lamone. Impegnativa, soprattutto dopo questo bel percorso di assaggi, ma sempre impeccabile. Buona, buona, buona.

L’olio per gli abbinamenti