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Friday Five #15

Quindicesimo appuntamento con il Friday Five! Continuate a mandarci le vostre segnalazioni: brevi, incisive, precise, nel puro stile Friday Five!
Scrivete all’indirizzo fridayfive@passionegourmet.it, vi invieremo le specifiche per la compilazione e il vostro pezzo sarà pubblicato nel Friday Five!

Antica Trattoria del Reno

Ritorno al presente. Vincenzo Vottero Ventrella, un curriculum internazionale lungo così, esperienze professionali e di vita ai quattro angoli del mondo, protagonista del successo di diversi ristoranti bolognesi del passato nei loro momenti migliori, recupera nome e insegna originali degli anni ’30 di un antico “posto da rane” della periferia bolognese per un locale dal raffinato gusto liberty.
Rifugge il km 0 a tutti i costi e qualsiasi genere di etichetta, definisce la sua come una cucina “divertente” che ama giocare sui contrasti: di sapori, di profumi, di temperature e di consistenze.
Piatti parecchio strutturati, studiati accuratamente come la mela marinata e gamberi rossi, quasi rassicuranti come il tonno crudo e frappè caldo di seppia fino ai più arditi, come i ravioli di luccio in brodo di cervo affumicato o il controverso cubo di gamberi crudi in brodetto caldo al mandarino. “Only the brave” ma sempre con un sottile filo logico a tenere legati i singoli elementi.
(Cristiano “Gillo” Giliberti)

Via del traghetto 5/3 Bologna
Tel: +39.051.4129341

Coi

Una delle migliori cucine d’America: raffinata, intelligente, moderna, elegante. Entusiasmanti i piatti giocati sulle nuance delle sensazioni grasse e dell’insapore, così come quelli basati su contrasti, sulle regioni gustative e olfattive dell’aceto spinte al limite, su una millimetrica piccantezza, su ispirate suggestioni fusion orientali-sudamericane. In definitiva, una gran cucina di testa e di palato, che non sfiguererebbe in Europa.
(Giovanni Lagnese e Valentina Nappi)

373 Broadway
San Francisco, CA 94133
Tel: +39.(+1)415-393-9000

www.coirestaurant.com

Le Calandre

Entri alle Calandre oggi e respiri aria di grande fermento.
Il più giovane chef ad aver conseguito le tre stelle della guida Michelin al mondo non si è seduto affatto. E’ in piena e continua, inarrestabile evoluzione creativa.
Una cucina ricercata, personale, di grande carattere ma al contempo trasversale, riconoscibile e di facile lettura. La sofisticazione della semplicità, parafrasando il maestro Marchesi.
Un piatto su tutti, che rivisitando i grandi prodotti alla base della cucina francese (caviale, Tartufo, Capesante) trova un nuovo versante interpretativo, un nuovo paradigma gustativo nella crema di cavolfiore e tartufo, estratto di rapa rossa, capesante, caviale ed essenza alla rosa.
Eleganza, persistenza, profondità. Un grandissimo piatto al servizio di un grande ristorante, con una sala tra le più moderne ed intriganti oggi in Italia, con un servizio professionale, attento, spiritoso e divertente. Le Calandre, Rubano, Padova.
(Alberto Cauzzi)

Via Liguria, 1, 35030 Sarmeola di Rubano, Padova
Tel. +39.049.633000
www.alajmo.it/sezione.asp?pagina=calandre

Zur Rose

La “forza tranquilla di Herbert Hintner”.
Lo slogan è quello che il geniale Jacques Seguela coniò per Francois Miterrand, ma si sposa perfettamente con l’attuale fase di forma (e luna) gastronomica di Herbert e Margot Hintner, che da San Michele Appiano sono stati co-protagonisti dell’arrembante rincorsa altoatesina e tirolese verso l’eccellenza.
I Baumgartner, le Siriole, i Saint Hubertus.
Certo, ma molto si deve ed è passato anche da qui, da questo simpatico cuoco teuotonico che ha cavalcato l’onda dei Giovani Ristoratori (negli anni del pionierismo) e che oggi gestisce un locale dove si sta davvero bene, molto bene.
La pernice al foie gras, ingentilita da un letto di verza e da una salsa di rara leggiadria, vale il viaggio. Poi, certo, il divertissement del cappuccino di zucca con crema al gorgonzola (Alajmo rules) stuzzica, i ravioli di patate al tartufo nero sono l’epitome dell’opulenza espressa dalla cucina povera.
I sorbetti alla frutta sono deliziosi, la carta dei vini dispensa emozioni, gli amanti dei bianchi d’annata troveranno perle terlanine (e non solo).
Cucina solida, quanto le mura spessissime di questa bella casa del centro di San Michele. Dov’è tutto piacevole e leggiadro, niente di artefatto. Succede, quando la forza è tranquilla.
(Fabrizio Provera)

Via Innerhofer 2, San Michele Appiano (Eppian), Bolzano
Tel.: +39.0471.662249
http://www.zur-rose.com/

Pascucci al Porticciolo

Trovarsi a Fiumicino e non recarsi da Gianfranco Pascucci? Un po’ come essere a Milano e non andare in piazza Duomo… La crescita dello chef, suggellata dalla conquista della “stella” nel 2012, ormai e’ una certezza: il “culto” del pesce emerge chiaramente durante tutto il percorso, all’insegna di una efficace semplicità con cui la materia prima di eccellenza viene valorizzata, grazie anche a tecniche di cucina che si sono evolute con un tocco di estro e creatività.
Un esempio? Gamberi rossi al sale, profumi di erbe bruciate e agrumi: un piatto che, soprattutto nel momento in cui la cloche viene sollevata, ci catapulta all’interno di un tempio sacro. Gamberi “cotti” per induzione su una mattonella di sale portata alla temperatura di 40 gradi e contemporanea leggera “combustione” di finocchiella, timo e rosmarino selvatico. Il delicato fumo che per un attimo ci avvolge, ci ricorda l’incenso; i gamberi danno una sensazione al palato davvero unica, sia come consistenza che come gusto.
Domanda: cosa abbinare ad un piatto tanto complesso? Ho provato una birra artigianale, prodotta nel Lazio, che si caratterizza per i sentori di carciofo ma soprattutto di rosmarino, ingredienti aggiunti durante la fermentazione: direi che definirla una ideale prosecuzione del piatto non e’ per nulla eccessivo…
Per chiudere: servizio sempre attento senza essere invasivo, carta dei vini completa, prezzo adeguato (vini esclusi: 65-90€ in degustazione, circa 70€ “a’ la carte”): con una location maggiormente d’impatto, nessun ulteriore traguardo sarebbe impossibile da raggiungere!
(Marcello Stasi)

Viale Traiano 85, Fiumicino, Roma
Tel: +39.06.65029204
www.pascuccialporticciolo.com

Friday Five 15
(Antica Trattoria del Reno – Bologna)

Le Calandre è il tristellato dal look più informale oggi sulla scena italiana, con il recente restyling che ha svecchiato l’ambiente e lo ha reso più coerente alla sua linea di cucina.
L’assenza di tovaglie, unita alla bellezza dei tavoli di legno tutti diversi, consente all’ospite di avere un maggiore contatto tattile con il cibo stesso, e l’esempio più lampante è il “nudo e crudo” che non prevede nemmeno l’utilizzo del piatto, ma soltanto di una sottile pellicola trasparente che separa fisicamente il legno dall’alimento.
Massimiliano Alajmo, ormai da dieci anni detentore della terza stella, è, per assurdo, ancora molto giovane, almeno per i canoni nazionali. Conserva quello spirito giocoso e scanzonato di un tempo, quell’aria sorniona e quello sguardo intelligente che sembra scrutarti all’interno dell’anima creando immediatamente una naturale empatia. Un atteggiamento che riflette in maniera inequivocabile il suo stile ed il suo modo di interpretare la cucina.
Negli ultimi anni la sua attenzione si è concentrata sui cinque sensi e sul modo di stimolarli in maniera comprensibile. Massimiliano si è dedicato anche allo studio della leggerezza e della salubrità degli alimenti limitando i latticini, senza però trascurare le sensazioni lattiche, e utilizzando al loro posto altri elementi quali l’olio estratto dalla frutta secca e l’extravergine, oppure ricreandole utilizzando soltanto le proteine naturali presenti negli alimenti senza l’aggiunta di nessun grasso.
Ma non si può parlare delle Calandre senza fare riferimento all’altra metà del cielo e cioè a Raffaele, diverso ma assolutamente complementare al fratello nella realizzazione di un progetto che comprende, oltre alla casa madre, il rilancio ormai avvenuto del Quadri di Venezia, la Montecchia e tutte le attività complementari che hanno reso questa famiglia una splendida realtà imprenditoriale.
Certo, rispetto agli inizi, si sente la mancanza di quell’imprevedibilità, quell’esuberanza, quella spavalderia che oggi lasciano il posto ad una maggiore maturità, alla ricerca della stimolazione di tutti i sensi attraverso il continuo perfezionamento dei piatti, che, anno dopo anno, si arricchiscono di nuovi dettagli, di nuovi contrappunti senza stravolgerne l’essenza più profonda.
Nella cucina delle Calandre forse non c’è posto per le emozioni e le sensazioni forti presenti nei piatti di altri ristoranti di vertice, perché lo spazio è occupato da una straordinaria piacevolezza complessiva, una perfezione stilistica e tecnica, una maniacale ricerca sulle materie prime, una digeribilità unica, un servizio “quasi” sempre perfetto (si sono dimenticati totalmente di spiegarci un piatto…).
E’ impossibile non ammettere che il desinare a questa tavola sia un’esperienza di altissimo livello, esperienza però proposta ad un prezzo molto (troppo?) elevato, un dettaglio che appare più evidente soprattutto in questo periodo storico e che rende il locale un po’ meno “pop” rispetto a quello che l’ambiente sembrerebbe comunicare.



Amuse bouche

Tagliatelle di mozzarella, triglia, rombo, capperi e olive accompagnate da un bicchierino di pomodoro con pesce e capperi: interessanti le tagliatelle dalla consistenza molto particolare che accompagnate al pomodoro ci hanno lasciato in bocca la sensazione di aver mangiato una pizza:-)


L’ottimo pane

Capesante scottate con agretto di mele e sedano verde, sensazioni dolci-acidule con il surplus di noci di capesante tra le più buone di sempre

Scampi tostati con “formaggio” fresco di latte di fave, radicchio e mele
Scampi di gran qualità, ma soprattutto interessante il formaggio non formaggio ottenuto dal latte di fave

Nudo e crudo di carne e pesce
Divertente il gioco a rincorrersi e confondersi fra la battuta di carne, la battuta di gambero, la maionese di astice ed il caviale; più convenzionale il sashimi e la seppia cruda


Cappuccino di seppie al nero
Niente da dire da sempre imitato, ma mai eguagliato chapeau!

Gamberi rossi tostati con salsa di sesamo, radicchietti e spaghetti freddi alla bottarga
Ecco questo è un piatto che non ci ha convinto del tutto. Buoni i vari elementi presi uno ad uno, ma che uniti non armonizzavano e non interagivano al meglio

Risotto al tartufo bianco con crudo di scampi e bottarga
Un piatto molto complesso e dal difficile equilibrio. Per rendere piacevoli due elementi dal forte carattere come il tartufo e la bottarga ci vuole un fuoriclasse e Massimiliano lo è senza dubbio. Equilibri trovati e piatto incantevole, probabilmente diventerà un grande classico.

Risotto allo zafferano con polvere di liquirizia
Uno dei grandi risotti di Massimilano, semplicemente perfetto

Cannelloni croccanti di ricotta e mozzarella di bufala con passata di pomodoro
Golosi, materici un piatto che sa di buono, di casa….

Lasagnetta con lepre stufata al valpolicella
Pasta, lepre e parmigiano. Sapori maschi, potenti, ma tenuti a bada con perizia

Battuta di carne cruda piemontese al tartufo bianco
Da mangiare rigorosamente con le mani, grande materia prima

Maialino da latte arrostito, salsa alla senape e polvere di caffè

Piccione al rosmarino e incenso con crema di semi di girasole ai pepi
Piatto dedicato al grande Fulvio Pierangelini, buono anzi  ottimo. Sarà perchè a volte si tende a mitizzare i ricordi, ma per me quello che si mangiava a San Vincenzo rimane insuperabile

Piccola pasticceria

Sorbetto

In & out: il gioco al cioccolato 2012
Proposto in apposito tavolo in due servizi, abbinato a sensazioni auditive che ripercorrono la vita del bambino dal grembo della madre fino al trauma della nascita e ai primi mesi


Si finisce con un ottimo panettone all’olio e bicchierino di zabaione

Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui

Recensione ristorante.

Un tre stelle in Jeans … mai epiteto fu più azzeccato (Powered by Sararlo). La nuova veste del locale, inaugurata nel 2010, ha dato ancora più senso a questa definizione, sebbene il rifacimento non difetti affatto di eleganza e raffinatezza.
Chissà perché oggigiorno apostrofare un locale con l’appellativo informale suona stonato. Invece no, alle Calandre si respira un’aria scanzonata, giocosa, senza troppe ansie, senza alcuna altezzosità. Questo è ciò che contribuisce a rendere piacevole l’esperienza. Anche l’aspetto tattile, qui reso ancora più estremo da una fantastica tavola non apparecchiata con le tradizionali tovaglie di fiandra che ti aspetteresti, ha il suo significato nell’esperienza complessiva. Una emozione toccare, sfiorare quei tavoli che, se avrete la possibilità di provarli, sono ognuno diverso dall’altro. Due uomini segnano il destino delle calandre, come nello yin e nello yang. La morbidezza e la durezza, la componente femminile che affianca quella maschile, il lento ed il veloce, il cielo e la terra, l’acqua e il fuoco, il caldo e il freddo.
Così due fratelli, Massimiliano e Raffaele, tanto diversi ma così tanto complementari, rendono unico ed irripetibile questo tempio della gastronomia italiana.

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