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La Magnolia

Al Forte, nel corso degli anni, sono passati tutti i rampolli del capitalismo italiano. Tra la pineta, la spiaggia e le ville semi nascoste agli sguardi dei comuni mortali si è consumata una bella fetta di “dolce vita” balneare del nostro paese.
Oggi molti di questi personaggi non trascorrono più qui le loro vacanze e le ville sono state acquistate da magnati russi, i nuovi, veri padroni di Forte dei Marmi, coloro che hanno ridato vigore all’economia di un paese che, grazie al rublo, è ritornato simbolo del benessere e di una ricchezza a volte un po’ cafona.
La Magnolia si trova all’interno del Byron Hotel, dimora fatta costruire da José Caferino Canevaro, conte di Zoagli, come luogo destinato alla villeggiatura della famiglia e della sua cerchia di amici del jet set internazionale, ma rimane comunque un’oasi di sobrio buongusto.
Affacciato sul lungomare, a pochi metri dalla pineta e con lo spettacolo delle Alpi Apuane a farle da cornice, offre un colpo d’occhio che sicuramente non lascia indifferenti.
Da qualche anno è approdato alla guida della cucina Andrea Mattei da Pietrasanta: poco più che trentenne, ma con alle spalle una carriera già lunga e ricca di esperienze.
Partito proprio dal Byron come commis, ha poi peregrinato in lungo ed in largo per l’Italia e l’Europa, passando dalle cucine della Locanda dell’Angelo di Angelo Paracucchi, dell’Enoteca Pinchiorri, del Plaza Athénée, per poi ritornare da dove era partito, questa volta in qualità di chef; con un bagaglio di conoscenza notevole, ma senza per questo perdere la voglia di confrontarsi con i colleghi in giro per il mondo (esemplare l’ultima esperienza al Noma dell’autunno appena trascorso).
Mattei riserva una grande attenzione ai prodotti locali sia del mare che delle campagne circostanti, ma il vero mantra dello chef è la soddisfazione del cliente da raggiungere con ogni mezzo a disposizione.
A tal proposito troviamo sempre in carta, accanto a piatti più personali e creativi, i super classici della zona, quelli che il turista e il cliente, non per forza gourmet incallito, vuole trovare in un ristorante al mare, realizzati in maniera impeccabile e con grandi materie prime. Quindi spazio agli spaghetti alle vongole, all’insalata di mare e al pesce di cattura al sale o all’isolana.
La vera cucina di Mattei, però, non è questa e dà il meglio di sé quando si esprime in libertà, usando tecniche moderne, cotture brevi e grande rispetto per il prodotto, e in queste occasioni riesce ad esprimere un buon tasso di finezza e di personalità.
La sua è una cucina caratterizzata da pochi elementi ben riconoscibili, lavorati con buona dose di fantasia, che cerca più l’equilibrio che i contrasti, ma non disdegna di spingere sui toni acidi quando necessario.
L’ambiente è elegante e rilassante come si conviene ad ogni cinque stelle che si rispetti, e nella bella stagione, è possibile usufruire dei tavoli a bordo piscina, godendo appieno del fascino della struttura.
Molto interessante è la carta dei vini, che oltre ad una ampia gamma di etichette della zona, offre una panoramica piuttosto completa della produzione enologica nazionale ed estera e, se consultata con attenzione, permette di scovare qualche chicca inaspettata proposta a prezzi interessanti.
Ottimo anche il servizio, professionale e preciso senza essere ingessato.
Un’ottima tappa, sia per l’inguaribile gourmet in cerca di una tavola non banale, sia per chi volesse provare la cucina del territorio riletta con classe da uno chef in lenta e continua crescita.

L’aperitivo.

Pane e focaccia.

Carpaccio di gamberi rossi, caviale Asetra, scalogno: un tuffo nel mare, iodio alla massima potenza.

Pesci e crostacei come un cappon magro, pane croccante e verdure: tutti gli elementi del grande classico della cucina ligure, completamente rivisitato nell’aspetto, ma simile nella sostanza, con una bella sferzata acido-acetica a rendere il tutto fresco e piacevole.

Risotto al pomodoro, ricotta di pecora e caffè: protagonista assoluto il caffè che rubando la scena al resto degli ingredienti rende il piatto poco equilibrato.

Agnolotti agli scampi, farina di farro, erbucci e bottarga di scampi.

Porro arrostito, caprino della Lunigiana, grano arso: omaggio al Noma rivisto con ingredienti locali.

Agnello di Zeri cotto nel testo su passata di zucchini: carne splendida per qualità e perfetta nella cottura, qualche perplessità sull’abbinamento con le zucchine.

Intremezzo defaticante con acqua tonica, lime e lampone.

Il babà con le albicocche, ottimo pre-dessert.

Fragola e barbabietola: riuscito gioco di consistenze e temperature.

Cioccolato Amedei, Toscano Black 70%, rosa, miele di girasole.

Piccola pasticceria.

Difficile resistere al fascino di Madame Leroy anche in annata minore quando è proposto a prezzo di saldo.

Recensione Ristorante

Lorenzo, il mitico ristorante del Forte, da sempre mi ricorda il motore di una Ferrari che gira sempre a pieno regime. Figuriamoci poi, in una domenica assolata di fine luglio, con la sala gremita, i posti ambitissimi nel piccolo dehors presi letteralmente d’assalto e, con addirittura qualche tavolo, sbarazzato e riapparecchiato in fretta e furia per il classico secondo turno, insomma in una serata così il paragone, come potrete senz’altro intuire, risulta sicuramente calzante.
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Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui

Recensione ristorante.

Lorenzo Viani è un grandissimo professionista, un uomo di eleganza e savoir faire d’altri tempi. Un patron così è sempre più difficile trovarlo in circolazione. Ha modellato il suo ristorante su se stesso, l’ha reso una forma espressiva perfetta dell’alta ristorazione Italiana, fatta di tradizione opportunamente aggiornata, ma non troppo, e di grande, anzi straordinaria materia prima. Piatti semplici, ma non per questo meno buoni e golosi. Piatti per stupire più il palato che la vista, piatti eleganti e raffinati nella loro semplicità. Tutto pensato per far star bene l’ospite, per coccolarlo di attenzioni, anche quella del famoso rito della maionese al tavolo, intramontabile, inimitabile. (altro…)