Passione Gourmet Giuseppe Pagano e San Salvatore 1988 - Passione Gourmet

Giuseppe Pagano e San Salvatore 1988

Vino
Recensito da Adriana Blanc

Un’ode al territorio del Cilento

Ci troviamo a Paestum, in Cilento, l’area più a sud della Campania, dove un personaggio carismatico, vulcanico e rivoluzionario ha dato il via a un’importante opera di valorizzazione del territorio. Stiamo parlando di Giuseppe Pagano, imprenditore eclettico nel mondo del vino, dell’accoglienza, della ristorazione e dei prodotti tipici del territorio, che a tutti gli effetti incarna la visione di un cambiamento positivo. L’essenza della sua filosofia è ben racchiusa nella parola a caratteri cubitali che accoglie l’utente sul sito web aziendale: “rallenta”. Un invito a percepire la bellezza della lentezza cilentana, un valore che, secondo Pagano, si traduce nella realizzazione di cose fatte con amore e secondo etica.

Nel 2004 Pagano ha creato un’azienda vitivinicola che fin da subito si è distinta per la cura della natura, il rispetto per la memoria agricola, l’innovazione, l’etica e la sostenibilità. Un’azienda che oggi si estende su 164 ettari nei territori di Paestum, Stio e Giungano, di cui 42 sono dedicati alla viticoltura e il resto del terreno è destinato ad ulivi, frutteti, boschi e all’allevamento di bufale.

Ma non è tutto. L’azienda di Pagano, infatti, è un esempio tangibile e ben riuscito di quel concetto di economia circolare e a ciclo integrato di cui tanto si parla in tempi recenti. Se da un lato le coltivazioni danno vita ai prodotti genuini e ai vini che riforniscono le cucine dei ristoranti di proprietà, dall’altro la moderna cantina con impianto fotovoltaico e le bufale, che con i loro liquami alimentano l’impianto a biogas, coprono interamente il fabbisogno energetico aziendale, rendendo San Salvatore 1988 a zero impatto ambientale.  

La gamma produttiva creata con la consulenza dell’enologo Riccardo Cotarella è ampia e diversificata e racconta di un territorio e della sua massima espressione. I vitigni, infatti, sono quelli autoctoni, importati in questa terra dall’Antica Grecia più di 3000 anni fa. Un ulteriore omaggio al territorio risiede nella scelta del nome di ogni vino, con un’etichetta che attraverso assonanze dialettali e giochi di parole richiama i nomi dei borghi del Cilento. Una scelta coerente con quello che è l’intento di Pagano: rendere i prodotti dell’azienda dei veri e propri ambasciatori di questa terra, in grado di raccontarne la bellezza e la bontà in giro per il mondo.

I vigneti sono due: il più esteso, vicino ai templi di Paestum, ai piedi del Monte Calpazio, è rivolto a sud-sud ovest, verso il mare, dove il sole scalda le giornate e la brezza marina accarezza le viti. Da queste terre nascono vini come l’Aglianico “Gillo Dorfles” 2017 IGP Paestum, dedicato a Gillo Dorfles, per il quale in etichetta si alternano ogni anno i sedici disegni regalati dall’artista friulano a Pagano.

Un’annata tosta la 2017, estremamente calda, tanto che si decise di anticipare la vendemmia a metà settembre. A discapito di tutte le difficoltà, però, nel calice si trova un grandissimo vino, che esprime una gestione del tannino magistrale e una persistenza olfattiva sconfinata.

L’altro vigneto, immerso tra i boschi e le montagne di Stio, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, tra i 500 e i 600 metri sul livello del mare, dà vita a uve di pregio come quelle che compongono il Fiano “Pian di Stio” 2022 IGP Paestum. Una grande espressione di Fiano già in questa giovane annata, che seduce l’olfatto con un intenso bouquet di fiori di campo, ma al palato si dimostra verticale e diretto, fresco e minerale.

* I vini dell’azienda San Salvatore 1988 sono distribuiti da Partesa.

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