Passione Gourmet Cecchetto, il Raboso e il Malanotte - Passione Gourmet

Cecchetto, il Raboso e il Malanotte

Vino
Recensito da Angelo Sabbadin

Un legame indissolubile

Un borgo di epoca medievale, un antico sistema di coltivazione della vite e una diversa interpretazione del Raboso sono gli elementi fondamentali della fortunata ricetta del Malanotte del Piave DOCG, un pregiato vino rosso veneto. In terra di Glera, e quindi di Prosecco, questo vino ambisce a farsi strada con il suo carattere deciso, frutto delle peculiarità del vitigno autoctono da cui trae origine.

La narrazione di questo nettare inizia a Borgo Malanotte, un minuscolo borgo medievale a Tezze di Piave, frazione di Vazzola, nella provincia di Treviso. Questa terra, un tempo dominio della nobile famiglia dei Malenotti, ha visto nascere nel secolo scorso una nuova interpretazione del Raboso, da cui deriva il nome associato alla DOCG. Il Raboso, vitigno autoctono della zona, si caratterizza per l’elevato livello di acidità e tannini. Queste peculiarità conferiscono al vino un sapore insolito e distintivo, con una piccantezza che invita a dedicargli tempo. Il Raboso è un vino che desidera essere compreso, e forse è proprio per queste sue caratteristiche che una delle due ipotesi sull’etimologia associa il termine dialettale “rabioso”, ovvero rabbioso e spigoloso. Un’altra ipotesi, seppur non confermata, suggerisce l’omonimia con il torrente che scorre nel Quantier del Piave, il pianoro delimitato a sud dal fiume Piave e a nord dai rilievi collinari che caratterizzano la Marca Trevigiana.

Grazie alla buccia piuttosto spessa, il Raboso può prolungare la sua maturazione anche durante i mesi più freddi. È una delle ultime uve ad essere raccolte, talvolta persino fino a novembre, con un lento processo di disidratazione naturale in pianta. Uno spettacolo della natura che, quando il paesaggio è avvolto dalla nebbia, terreni e piante spogli, il Raboso è ancora lì, completando la sua maturazione per regalare un vino dalle note calde e avvolgenti. Il risultato è una delle massime espressioni di questo vitigno, il Malanotte del Piave, che ha ottenuto la DOCG nel 2010. Il Malanotte del Piave invecchia nelle cantine dei produttori per almeno tre anni, di cui dodici mesi in botte e quattro mesi in bottiglia. Questo processo conduce al caratteristico colore rosso granato con riflessi violacei, e a un profumo intenso e avvolgente di ciliegia marasca matura, frutti rossi, con calde note di tabacco, cacao, vaniglia e spezie.

La zona di produzione della DOCG Malanotte del Piave, tutelata dal Consorzio Vini Venezia, si estende sulla pianura di media-bassa altitudine lungo il corso del fiume Piave. Quest’area è caratterizzata da un clima temperato, con estati calde e inverni non eccessivamente freddi. I terreni, composti da sedimenti alluvionali dei ghiacciai e del fiume Piave, presentano un’alta percentuale di scheletro e ghiaia, offrendo una profondità ideale per le radici. Il contenuto di sostanze minerali come fosforo e magnesio contribuisce alle caratteristiche di questo vino, che si presta bene ad abbinamenti con carni grigliate, arrosti e anche torte al cioccolato fondente.

Tuttavia, quando si discute del Raboso, non sono solo la raccolta e il risultato finale del Malanotte del Piave DOCG a catturare l’attenzione. Affascina anche il tradizionale sistema di allevamento, ora in disuso, legato alla sua massiccia diffusione nel secolo precedente: la bellussera. Alla fine del XVIII secolo, i fratelli Bellussi di Tezze di Piave inventarono un sistema di allevamento a raggi per le viti dell’epoca, successivamente denominato “bellussera”. Questo sistema prevedeva l’unione della vite a una pianta di sostegno, solitamente un gelso, e ha caratterizzato a lungo il paesaggio della campagna trevigiana. Fortunatamente, ancora oggi esistono alcuni esemplari centenari in queste zone, principalmente legati alla produzione del Raboso. Il nome “Malanotte” evoca non solo un periodo di grandi innovazioni agrarie e prosperi scambi di vino Raboso con Venezia, ma è stato scelto anche per rispondere alle regole del marketing contemporaneo. Esso adorna le bottiglie di un vino di grande corpo, struttura eccellente e deciso tenore alcolico con un’etichetta accattivante, con un nome facilmente memorizzabile anche per gli stranieri, predisposto a interpretazioni ed evocazioni diverse. Ciò crea un efficace contrasto comunicativo con la severità del disciplinare che garantisce il contenuto delle bottiglie.

Il vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita “Piave Malanotte” o “Malanotte del Piave” deve derivare da uve provenienti da vigneti con la seguente composizione ampelografica all’interno dell’azienda: almeno il 70% Raboso Piave e fino al 30% Raboso veronese. La zona di produzione inizia dalla foce del fiume Piave nella pianura trevigiana e confina con la laguna di Venezia. La coltivazione della vite in questo territorio risale al 181 a.C. con la costruzione della via consolare Postumia da parte dei Romani. Dopo le invasioni barbariche che causarono la distruzione delle viti, la coltivazione riprese con forza sotto il dominio della Repubblica di Venezia. La diffusione della vite nell’area e il miglioramento della qualità del prodotto furono favoriti dalla competizione tra i nobili veneziani per la produzione di vini di alta qualità. Nel 1971, il vino “Malanotte” era conosciuto dai consumatori come Raboso Piave Malanotte all’interno della denominazione DOC Piave, e già agli inizi degli anni ’80 era considerato uno dei vini di maggior pregio qualitativo. La forte caratterizzazione di questo vino, che include anche una parte di uva appassita, conquistò i gusti dei consumatori, diventando più famoso della denominazione in cui era classificato. Per questi motivi, nel 2010 il “Piave Malanotte” o “Malanotte del Piave” ottenne dal Ministero il riconoscimento della Denominazione Geografica Controllata e Garantita per il suo omonimo vino.

Le uve del Raboso Piave e veronese maturano nel tardo autunno, che spesso concede ancora giornate soleggiate ed asciutte, le correnti di aria fresca provenenti da nord-est fanno sentire il loro effetto abbassando le temperature notturne di ottobre e novembre impedendo lo sviluppo di marciumi sui grappoli che alla vendemmia si presentano perfettamente sani. sono dotate di elevati contenuti in acidità, tannini e sostanze aromatiche che vengono sapientemente gestite in vinificazione con il taglio di vino ottenuto da uve fresche e appassite in graticci. Questa tecnica consente di ammorbidire la spigolosità originaria dando la morbidezza necessaria ed indispensabile alla produzione di un grande vino.

Azienda agricola Cecchetto Giorgio

Una famiglia da sempre concentrata sul Raboso; questa la filosofia che caratterizza la produzione dell’azienda Cecchetto di Tezze di Piave. Tutta la produzione della cantina pone particolare attenzione, a rispettare ed esaltare le caratteristiche di questo vitigno autoctono, dalla vigna alla bottiglia.

La famiglia Cecchetto arriva a Tezze di Piave nel 1968 gestendo i terreni a mezzadria, ma è con il diploma del figlio, Giorgio Cecchetto, e l’acquisto dei terreni nel 1985 che inizia il percorso di vinificazione e vendita diretta dell’azienda e nel 1994 esce la prima annata di Raboso Piave. La famiglia si espande e così anche l’azienda: Giorgio, titolare, e la moglie Cristina, hanno tre figli: Marco, Sara e Alberto. Oltre alle tenute di Tezze di Piave e Cornuda, nel 2005 danno vita alla sede di Motta di Livenza, zona scelta per la produzione dei bianchi. Prematuramente scomparso pochi mesi fa Giorgio è stato viticoltore appassionato e innovativo, diventando il simbolo dei vini del Sacro Fiume. Diplomato alla Scuola Enologica di Conegliano, è stato tutta la vita impegnato nella valorizzazione dei vitigni autoctoni del Piave, a cominciare dal difficile e ruvido Raboso. Giorgio ha avuto il merito di domare questo cavallo di razza, geneticamente portato a vendemmie incredibilmente tardive, approfittando di vinificazioni all’avanguardia e concependo, primo fra tutti, la possibilità di metterlo in bottiglia con una parte di nettare derivante da uve appassite. Ne è derivato quello che oggi chiamiamo Malanotte DOCG, e ne deriva anche un eccellente passito di Raboso che include in bottiglia le annate più storiche dell’ultimo decennio.

Altre tappa fondamentale dell’azienda, racconta Marco, il primogenito e stato il 2017 con l’arrivo della certificazione di sostenibilità, dunque è per noi è stato un anno molto importante. Abbiamo seguito dopo anni di ricerca e giri intorno al mondo, prosegue Marco, ma il biologico ci risultava molto difficile visto che preservare l’uva dall’umidità che caratterizza questo territorio è difficile e dunque abbiamo preferito trovare soluzioni sostenibili diverse. La certificazione è dunque stata una conferma positiva delle nostre scelte”. Nel 2012, poi, inizia il “rinvigorimento delle vecchie vigne”, come lo definisce Marco, che segue in prima persona la produzione fino all’imbottigliamento, con l’obiettivo di preservare un vecchio vigneto di 60 anni a Mareno di Piave dove viene prodotto il Gelsaia.

La sfida dell’Azienda Cecchetto sta dunque nel far rivalutare e far conoscere il Raboso, rispettando il vitigno autoctono ed esaltando le sue caratteristiche principali: grande acidità e indiscussa presenza di tannini. Il cambiamento climatico ha giovato al Raboso facendolo diventare un vino moderno, rispetto a qualche anno fa si vendemmia 10 giorni prima, verso il 20 di ottobre, facendo apprezzare il suo frutto e la freschezza.

La degustazione

Ecco qui sotto i 4 volti dell’uva Raboso Piave che dimostra la sua predisposizione a produrre vini molto diversi dimostrando sempre carattere e forza.

Rosa Bruna Vino Spumante di qualità Rosato 2013 Azienda Agricola Giorgio Cecchetto

Il Rosato di Raboso metodo classico è un’ originale declinazione del Raboso del Piave. Raccolta delle uve con vendemmia manuale, macerazione per 12 ore sulle bucce e successiva maturazione per 10 anni in bottiglia sui propri lieviti. Rosa intenso sul calice, dispensa piacevoli note di piccoli frutti rossi, ciliegia, melograno, fragola unite a note di pasticceria, biscotto, pane appena sfornato. Sul palato si esprime ricco e intenso, buona la texture, decisamente saporito, dotato di buona vena fresco-sapida che lo spinge in un’ottimo allungo. 88/100

Raboso del Piave DOC 2020 Azienda Agricola Giorgio Cecchetto

Il Raboso Piave, cavallo di razza difficile da domare, dimostra il suo carattere già in vigneto avendo un ciclo vegetativo molto lungo: germoglia per primo ed è una delle ultime uve ad essere raccolta. Questo lo rende un vitigno unico, fra i più tipici della DOC Piave, quasi estremo, e forse per questo lasciato in disparte, perché intimorisce per la sua natura forte rabbiosa. Per svelare il meglio di sé richiede tempi lunghi, pazienza e una certa dose di coraggio. Raccolta delle uve con lieve surmaturazione in pianta e vinificazione con macerazione in tini di rovere per 12 giorni, Il vino viene affinato per il 60% in barriques e il rimanente in botti di rovere di slavonia da 30 hl per almeno 12 mesi. Rubino fitto e denso sul calice, all’olfatto regala note calde e dense di frutta matura, marasche, prugne unite  a note terrose, humus, cuoio, tabacco, speziato di pepe e cannella. All’assaggio denso, ricco, pieno, scalpitante il tannino e la parte fresca. Buona la persitenza, esprime in pieno il carattere del Raboso. 89/100

Gelsaia Piave Malanotte DOCG 2020 Azienda Agricola Giorgio Cecchetto

Il Gelsaia è un Raboso vinificato solo nelle migliori annate, prima di questa sono state la 2017, 2014 . Il 15% delle uve è stato appassito in fruttaio per disciplinare fino all’8 di dicembre,  prevede da un minimo del 15% ad un massimo del 30%) Il vino viene affinato in legno nuovo e usato (barriques e tonneaux) per 12 mesi. Rubino impenetrabile,  bouquet pieno e ampio, ricorda le more di rovo e la ciliegia in confettura, spezie dolci, cioccolato fuso e il tabacco, viole appassite, legno di cedro. Sul palato è materico, denso e ricco, copioso nel suo calore avvolgente, tutto con grazie ed eleganza, i tannini di grande eleganza e la viva freschezza regalano armonia e un finale decisamente lunghissimo. 93/100

Raboso Passito Veneto IGT Azienda Agricola Giorgio Cecchetto

Poiché l’appassimento enfatizza i pregi e i difetti di ciascuna annata sono stati assemblate in percentuali decrescenti quattro grandi annate: 2003 – 2005 – 2007 – 2009. Mani esperte hanno raccolto i migliori grappoli, che sono stati conservati in cassette e in graticci fino al mese di aprile, estremizzando così l’appassimento per oltre sei mesi. Macerazione per 20 giorni in acciaio e successiva fermentazione e affinamento in barriques. Rubino molto intenso, impenetrabile. Bouquet con note di frutta rossa, ribes, mora, marasca allo sciroppo, sentori di tostato. balsamico, speziato, floreale di viola e rosa appassita.  Sul palato è sciropposo, denso, fitto, ricco, avvolgente, gradevolmente tannico con una sensazione finale di estrema pulizia del palato grazie a un sentore leggermente acidulo. Infinita la persistenza. 92/100

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