Lison Classico… ma non solo!
La zona di produzione del Lison Classico DOCG è circoscritta a un limitato territorio nella provincia di Venezia. Un’area situata a breve distanza da Venezia e dalle spiagge di Caorle e Jesolo, che può godere di un clima temperato grazie alle leggere brezze provenienti dal vicino mar Adriatico. Il sito di produzione è ubicato nella pianura veneta, a pochi chilometri dalla costa veneziana, e si estende attraverso le province di Pordenone, Treviso e Venezia. I confini orientali sono delineati dal fiume Tagliamento, mentre a ovest sono delimitati dal Livenza. Si tratta di una regione con radicate tradizioni vinicole, storicamente legata alla fornitura di vino per la Serenissima.
Il vitigno predominante in questo territorio è il Tai, conosciuto anche come Friulano o Vecchio tocai. Questa scelta sottolinea il profondo legame con la storia e le usanze locali. La produzione di alta qualità, quasi esclusivamente da uve di un solo vitigno, conferisce al Lison Docg Classico una forte identità e personalità distintiva. Alcuni fattori pedoclimatici favoriscono la diffusione del vitigno Tai, tra cui la presenza del caranto. Il caranto è un tipo di suolo di colore ocra scuro con striature bianche, composto principalmente da carbonato di calcio, che può essere trovato a profondità comprese tra i 30 e i 70 cm, con uno strato superficiale argilloso. Questa terra è estremamente dura e resistente, la stessa su cui sono piantati i pali che sostengono Venezia. In aggiunta, la concentrazione di elementi minerali come potassio, calcio e magnesio arricchisce il profilo aromatico delle uve, dando origine a vini pregiati, strutturati e longevi, con un finale tipicamente caratterizzato da note di mandorla amara.
Il clima mite è assicurato dalla prossimità del mare, dalla presenza di zone lagunari e dalla posizione pianeggiante che agevola l’esposizione dei vigneti ai venti locali, come la Maestrale, un vento fresco e secco, e lo Scirocco, un vento caldo e umido. La presenza di venti, prevalentemente serali, favorisce l’escursione termica tra notte e giorno, contribuendo alla produzione di numerosi precursori aromatici. Il termine “tai” è, in realtà, utilizzato in Veneto come equivalente regionale del vecchio Tocai friulano, successivamente ribattezzato semplicemente Friulano a seguito di una disputa con l’Ungheria. Nel 2008, la Corte di Giustizia Europea ha deciso che il termine “Tokaji” può essere utilizzato solo per indicare il vino proveniente dall’omonima regione ungherese e prodotto con uve Furmint, Hàrzevelu e Muscat lunelu. Il Friulano è coltivato da secoli nell’estremo nord-est d’Italia, ma le sue origini sono francesi. Esso corrisponde al vitigno bordolese Sauvignonasse, abbandonato a Bordeaux da secoli in favore del Sauvignon blanc e del Sémillon. Oltre al Friuli, viene coltivato nella zona confinante della Brda slovena e in Cile, dove spesso viene confuso con il Sauvignon blanc e vinificato insieme. È un vitigno dalla resa buona e costante, predilige esposizioni ben ventilate e climi freschi. Il vino si presenta con un colore giallo paglierino, con un bouquet caratterizzato da note floreali e di frutta bianca. Mostra una buona struttura, intensa persistenza aromatica ed equilibrata acidità. Il finale è distintamente ammandorlato.
Il vino Lison Classico DOCG ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione d’Origine Controllata e Garantita nel 2011, sebbene già nel 1971 la denominazione Lison DOC tutelasse il Tocai di Lison. La zona di produzione include le frazioni di Lison, Pradipozzo e Summaga nel comune di Portogruaro; Belfiore, Blessaglia e Salvarolo nel comune di Pramaggiore; Carline e Loncon nel comune di Annone Veneto e parte del territorio dei comuni di S. Stino di Livenza e Cinto Caomaggiore in provincia di Venezia. Secondo il disciplinare, il vino Lison Classico Docg deve essere prodotto con almeno l’85% di Tai (friulano). Il consorzio di Tutela dei vini Lison Pramaggiore è stato istituito nel 1974 per preservare e valorizzare la produzione vitivinicola delle zone di Pordenone, Treviso e Venezia. La viticoltura nella regione ha origini nell’epoca romana e fu organizzata dai monaci benedettini nel X secolo. Con l’avvento della Repubblica Serenissima di Venezia, la viticoltura assunse importanza economica, sfruttando i canali commerciali e raggiungendo l’apice durante il periodo asburgico. Intorno al 1850, la coltivazione del vitigno Tocai friulano prese piede e la produzione di vini migliorò ulteriormente.
Borgo Stajnbech
Borgo Stajnbech è una giovane e dinamica azienda di 17 ettari vitati, con la produzione che arriva a circa 120.000 bottiglie annue su 20 etichette, che è sorta nel 1991 con i primi 4 ettari acquistati in un luogo nominato già nel ‘500 e mappato da Vincenzo Maria Coronelli nel 1696 come ”stagni bech” e rimappato nel 1815 dagli Austriaci ”stajnbech”, cioè “ruscello delle pietre”, per via del mulino (oggi museo etnografico) che dava il nome alla località di Belfiore sul fiume Loncon, già conosciuta come una zona ad alta vocazione vinicola. La zona si trova a 11 metri s.l.m. ma è come se fosse una valle, in quanto non ci sono colline vicino ma subito le montagne con il comprensorio del Piancavallo e del Cansiglio che salgono fino a 1.800 metri. Giuliano Valent, come si dice, è “nato in bottiglia”, dato che aveva iniziato giovanissimo a occuparsi di vitivinicoltura nell’azienda vinicola di suo padre, imparando fin da subito i segreti dell’arte del “far vin”, ma con una grande passione per la ricerca e una gran voglia di sperimentare. Quando ha aperto la cantina aveva già oltre 20 anni di vendemmie alle spalle con tutta l’esperienza necessaria per dar vita a questo progetto e quindi fa il winemaker e gestisce l’organizzazione generale della produzione. I coniugi Valent sono sempre ingaggiati insieme con passione e competenza a utilizzare i metodi di coltura più razionali, come gli impianti a levata densità di ceppi per ettaro e le potature molto castigate, rispettando l’ambiente con sistemi eco-compatibili.
Il loro vecchio ”Rustico” è l’emblema, il testimone e il custode dei valori di genuinità e trasparenza proprie della cultura contadina ereditata dai padri e che sono orgogliosi di tramandare alle nuove generazioni. I vini provengono da vitigni bianchi come tocai (oggi lison, per il vino bandiera ”150” Lison Classico DOCG) pinot grigio, sauvignon, chardonnay, verduzzo e da vitigni rossi come malbech, merlot, cabernet franc, cabernet sauvignon, refosco dal peduncolo rosso per una capacità produttiva di 130.000 bottiglie l’anno. Sono vini puliti, sinceri, che hanno personalità, ma soprattutto un grande equilibrio e tipicità, il varietale è messo in risalto in ogni etichetta In linea generale i vini mi sono piaciuti molto, tutti ampiamente sopra i 90 punti, riconoscibili nel vitigno, fragranti, fini, dalla beva snella, precisa. La tipologia di vini che si abbinano benissimo a piatti di cuochi di nuova generazione dove è messa in risalto la materia prima.
La degustazione
Lison Classico DOCG 150 2021 Borgo Stajnbech
Nome dato in occasione dei 150 anni della Repubblica Italiana, provenienti da vigne di oltre 40 anni di età. 100% Tocai Friulano. Acciaio. Pigiatura soffice con criomacerazione per otto ore in pressa, decantazione a freddo e vinificazione in bianco con temperature controllate. Decantazione a freddo. 8 mesi sui suoi lieviti con frequenti battonage; con una piccola percentuale di legno. Il naso è sciolto e ampio, decisamente fruttato e floreale con intriganti note di mandorla amara, mela golden, pera, tocco minerale quasi affumicato, fiori gialli. Il sorso è fresco, gustoso, materico e avvolgente, caratterizzato da una perfetta e lunghissima corrispondenza naso-bocca. Ottima la persistenza dove si apprezza la tipica nota amarognola.
Stajnbech Bianco Trevenezie Chardonnay IGT 2021 Borgo Stajnbech
Ricco nella parte olfattiva con note calde di frutta tropicale, mela matura, pesca gialla. Assaggio dinamico, l’avvolgente morbidezza e la generosa sapidità accompagnano la lunga chiusura con rimandi fruttati.
Trevenezie IGT Bianco “L’Enologa” 2022 Borgo Stajnbech
Deriva da un blend di uve autoctone e internazionali che da sempre hanno caratterizzato il territorio: Tocai Friulano e Chardonnay. Nel profumo intenso prevale la ricchezza dei richiami del frutto, da subito esotico, ananas, melone, con mandorla amara e un fruttato di glicine a chiudere. Sorso compatto e generoso, equilibrato e persistente. Mantiene eleganza e freschezza.
Bosco della Donna Sauvignon Trevenezie IGT Borgo Stajnbech
Al naso porge complessità e maturità con cenni fruttati tipici di uva spina, lampone bianco, litchies, kiwi, mela verde, tocco vegetale di salvia, fiori di biancospino e mughetto. In bocca rivela un sorso agile e snello, succoso e di ottimo equilibrio. Buona la freschezza e sapidità che lo rendono adatto a molteplici abbinamenti gastronomici
Merlot Trevenezie IGT 2021 Borgo Stajnbech
Decisamente complesso, sprigiona energiche suggestioni tipiche e varietali, piccoli frutti neri, mirtillo, prugna, note di tabacco dolce, moka, affumicato. Sorso espressivo, ritmato dal fine intreccio di materia, calore alcolico, freschezza, tannini molto fini. Armonico e pronto da bere, si fa apprezzare per la sua persistenza.
Stajnbech Rosso Trevenezie IGT Refosco e Cabernet Sauvignon 2020 Borgo Stajnbech
Olfatto caldo e denso dai profumi articolati che iniziano con prugna, mora, ciliegia nera e concludono con sentori di tabacco da pipa, sottobosco, note mentolate, spezie dolci. Esordio sul palato deciso e materico, ravvivato dal dinamico rapporto fra tannino ben estratto e calore avvolgente, non manca la freschezza vero riferimento dello sviluppo gustativo. Armonico nelle sue componenti, buona