Passione Gourmet Gong - Passione Gourmet

Gong

Ristorante
corso Concordia 8, Milano
Chef Guglielmo Paolucci
Recensito da Leonardo Casaleno

Valutazione

16/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • Una fusion unica, nel suo genere, in Italia.
  • Un servizio di classe capace di servire con disinvoltura anche un gran numero di coperti.

Difetti

  • Qualche bottiglia della carta dei vini non presente in cantina.
  • La rigidità degli orari per gestire il doppio turno.
Visitato il 09-2022

Una tavola fusion milanese contemporanea

Parlare di Gong come uno dei migliori ristoranti cinesi italiani è, a nostro avviso, riduttivo. Non tanto perché nel ristorante di Giulia Liu – sulla quale cade l’onere di dover stare al passo con il fratello Claudio, che ha innalzato a livelli ormai altissimi l’asticella dei ristoranti etnici in Italia con Iyo e Omakase – non si mangi benissimo, quanto perché quella di Gong è una cucina che trae origine dalla cultura cinese evolvendosi, però, in una proposta creativa e cosmopolita capace di racchiudere al meglio lo spirito gastronomico di una Milano sempre più proiettata al mondo.

Una cucina con “attitudine orientale” e decisivi innesti occidentali che la rendono un unicum nel panorama nazionale. Guglielmo Paolucci, che guida con determinazione la brigata, si cimenta con piatti in cui la Cina è naturalizzata e radicata nella tradizione lombarda, con il lussurioso “Omaggio a Milano“, un dim sum dai connotati meneghini con la sfoglia della pasta allo zafferano ripiena di ossobuco e crema di risotto alla milanese, ma dialoga anche con quella italiana con i Lamian – gli spaghetti cinesi più antichi del mondo – con ragù di astice degno dei migliori ristoranti di pesce per intensità ed esaltazione del prodotto, e ammicca anche alla cucina classica francese con preparazioni transalpine come il beurre blanc o le salse a specchio.

Cucina cinese naturalizzata che ammicca all’Italia intera e alla Francia

Gli assaggi sono caratterizzati da consistenze, ingredienti, temperature, estetica e, soprattutto, gradevolezza e persistenza gustativa. Potete attingere da una vasta carta delle vivande (ci sono tantissimi piatti come nei ristoranti cinesi) ma così si rischia di perdersi tra assaggi sconnessi e diversi tra loro non riuscendo ad apprezzare appieno le potenzialità della cucina. Per questo motivo consigliamo caldamente di optare per uno dei tre menù degustazione tra i quali troverete il pressoché perfetto “Evoluzione“, più rappresentativo della personalità di questa tavola. Dall’ecumenico Uovo cotto a bassa temperatura, tartare di scampi, panko profumato al kimchi, spuma di cavolfiore affumicato e tartufo nero all’intrigante Carpaccio di capesante, caviale, ravanelli, ed emulsione di umeboshi, piatto senza temperature, che gioca con consistenze e aromaticità, più giapponesi che cinesi, passando per i meravigliosi Ravioli cinesi e giungendo alla classicità delle salse in piatti dall’indole gourmet come il Filetto di sogliola, salsa al beurre blanc con yuzu e latte di soia, panure alle erbe, accento di edamame e capperi essiccati o il Petto di piccione scottato con foie gras, tartufo nero e fondo al pepe di Sichuan preceduto dalla Coscia del volatile ripassata in pastella e profumata con alghe wakame e dal ragù di ali e spalla di piccione in casseruola condito con salsa hoisen, soia chiara e servito in foglia di basilico shiso aromatizzato al kimchi. Piatti, questi appena elencati, imperdibili.

Il servizio di sala, numeroso ma mai invadente, è disponibile e di classe e gestisce con disinvoltura anche una sala gremita di coperti. La cantina, non vastissima ma in continuo divenire, presenta ricarichi non eccessivi sebbene abbiamo riscontrato che qualche bottiglia in carta non fosse disponibile, durante la nostra visita. Non manca una studiata selezione di tè e cocktail d’autore. Quanto all’ambiente, dalle tonalità scure, presenta lineamenti essenziali ma eleganti.

La Galleria Fotografica:

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