Valutazione
Pregi
- La forte identità della proposta gastronomica.
- Il servizio e l’attenzione ai dettagli.
Difetti
- Location molto affollata in alta stagione.
A tavola con le Sirene
La punta della Penisola Sorrentina è conosciuta anche come Terra delle Sirene, con riferimento a quelle sirene che secondo Omero, tentarono invano di ammaliare Ulisse. Ai nostri giorni delle creature mitologiche resta la leggenda, ma centinaia di visitatori da tutto il mondo continuano ad essere rapiti dalla bellezza, dai sapori e dai profumi di questi luoghi dove, nel tratto di costa tra Punta Campanella e Positano, c’è Marina del Cantone, un piccolo borgo di pescatori che da parecchi anni ospita la famiglia Caputo, che da par suo accoglie e coccola chiunque passi alla Taverna del Capitano via mare o via terra.
Qui lo Chef Alfonso Caputo porta avanti una continua e instancabile ricerca per trasferire nel piatto odori e sapori del territorio, un compito arduo e possibile solo a qualcuno nato e cresciuto a stretto contatto con questi posti. La sua è una sorta di alta cucina espressa che si adatta a quello che i pescatori e gli agricoltori giornalmente gli forniscono e in cui l’intuizione e l’insaziabile curiosità giocano un ruolo fondamentale.
Alta cucina espressa
Un esempio di quanto detto lo si trova nel Fico con crudo di ricciola, prosciutto crudo e patate al limoncello dove colpisce il frutto ridotto ad un bastoncino croccante e tutti i sapori in equilibrio al palato. Particolarmente interessante anche il Polpo cotto sulla foglia del noce, che assume una nota amaricante, è poi abbinato ad un ristretto di salsa genoveseLa genovese è una ricetta tradizionale della cucina napoletana. Un ragù classico della cultura partenopea, che prevede una lunga cottura di cipolle e carne di manzo in parti uguali (oltre al solito battuto di odori e ritagli di salumi nel fondo). La salsa ottenuta viene usata per condire il tipico formato di pasta 'candele' spezzate (o le 'zite' in una... Leggi abilmente dosata e in grado di non sovrastare il pesce. I Calamaretti spillo invece sono stati proposti cotti all’interno di un limone e impreziositi da un’Insalata di ortaggi croccanti solo all’apparenza semplice ma ricca di sapore.
Durante il percorso non sono mancati alcuni passaggi golosi ma sempre bilanciati come lo Scampo al vapore con la mozzarella in carrozza e il Risotto con porcini e seppie cotto magistralmente. Tra i dessert, storicamente anello debole della degustazione, abbiamo notato un notevole progresso con una golosa rivisitazione della Percoca al vino.
Una tavola, questa di Alfonso Caputo, dalla forte identità dove, rispetto a molti ristoranti di alta cucina che affollano la Costiera, non si trovano i soliti ingredienti, troppo simili tra loro anche nel sapore, oppure pesci che non provengano dal mare che lambisce queste coste. Non da ultimo siamo al cospetto di uno Chef umile, aperto al confronto e alla critica costruttiva. Della location, del magnifico servizio di Claudio di Mauro e della personalissima carta dei vini di Mariella Caputo s’è già detto in passato, il consiglio spassionato è quello di venire in questa Terra delle Sirene, e toccarla con mano, palato, pancia e cuore.