Valutazione
Pregi
- Location suggestiva.
- La valorizzazione dei prodotti del territorio.
Difetti
- Cucina corretta ma priva di "scintilla".
- Servizio e carta dei vini migliorabili.
Donato Episcopo, Peppe Stanzione, Eduardo Estatico, Gionata Rossi: sono solo alcuni dei giovani bravi cuochi che negli ultimi dieci anni hanno guidato la cucina di questo ormai affermato angolo di gusto in quel di Mercato San Severino, pochi chilometri fuori Salerno.
Cambiano i cuochi resta immutabile il prestigio del ristorante ed i riconoscimenti delle guide, merito indubitabilmente della vera anima di Casa del Nonno 13. Il patron, Raffaele Vitale, architetto, grande conoscitore della cucina del territorio e infaticabile ricercatore di prodotti di qualità che, peraltro, da qualche anno ha affiancato alla casa madre una Salumeria con cucina al centro di Salerno che sta avendo un grande e meritato successo.
La location è bella, molto suggestiva: si mangia nella spettacolare cantina della casa del nonno di Vitale. Bellissima certo, ma sempre cantina è. Occorre quindi mettere in conto una certa scarsezza di luce e il fatto che per raggiungere i servizi bisogna armarsi di pazienza e risalire le ripide scale che riportano in superficie.
Il servizio, composto da una sola unità -ma i tavoli occupati erano soltanto due- si conferma non essere un punto di forza del ristorante anche se non abbiamo riscontrato gli “incidenti” descritti nella nostra precedente esperienza e anche per quanto riguarda la carta di vini rileviamo che un po’ di profondità in più, almeno per quanto riguarda le etichette della regione, non guasterebbe.
Il benvenuto della cucina celebra due glorie dell’agricoltura campana, il peperoncino verde piccolo e dolce e i pomodorini del Vesuvio.
E d’altra parte l’esaltazione dei prodotti dell’agro sarnese-nocerino è da sempre la stella polare del locale.
La cucina si conferma buona, rassicurante, certamente semplificata rispetto a quanto rilevato in precedenti esperienze.
Più leggera ma anche, a tratti, un po’ più banale. Lontana da qualche ridondanza del passato, ma anche lontana dal regalare quelle emozioni che ogni gourmet rincorre.
Certo, è un posto in cui è difficile mangiare male o trovare piatti male eseguiti. Ma a nostro giudizio mancano quegli elementi che facciano intravedere quel talento, quella ricerca dell’eccellenza che a certi livelli ci si aspetterebbe.
Nel contesto di una cucina campana in continua, costante crescita, anche grazie a giovani chef di talento che vanno ad aggiungersi alle grandi tavole ormai consacrate, Casa del Nonno 13 ci sembra rischi di perdere qualche colpo.
Va bene la cucina del territorio, i prodotti del territorio e la bravura del patron nel raccontarli e l’accortezza della cucina di non commettere errori ed assicurare un buon livello esecutivo; ma il campionato dell’eccellenza forse richiede qualche sforzo in più. E in questo momento, secondo noi, Casa del Nonno 13 ha bisogno di una iniezione di maggior talento in cucina. Ma siamo fiduciosi.
E’ notizia di questi giorni che Raffaele Vitale ha lasciato Casa del Nonno 13, per intraprendere un nuovo percorso professionale al di fuori della ristorazione.
Omaggio della cucina: Peperoncino verde di fiume, pomodoro del Vesuvio. Grande semplicità ma grande nettezza di sapore.
Mozzarella in carrozza, pomodori dell’Agro e maioneseLa maionese (dal francese mayonnaise o dal catalano maonesa) è una salsa madre, cremosa e omogenea, generalmente di colore bianco o giallo pallido, che viene consumata fredda. Si tratta di un'emulsione stabile di olio vegetale, con tuorlo d'uovo come emulsionante, e aromatizzato con aceto o succo di limone (che aiuta l'emulsionamento). La ricetta tradizionale prevede l'uso di olio d'oliva e... Leggi di alici.
Tubetto con fagiolini “corno di signore”, aglio dell’Ufita e pescatrice. Spicca l’accento sui prodotti del territorio, ma il piatto nel complesso non lascia grande traccia di sè.
Spaghetti Vicidomini, cipollotto nocerino e basilico su pomodoro San Marzano e guanciale di Nero.
Filetto di vitello al rosa, caponataTradizionale ricetta siciliana a base di melanzane. Con il termine caponata si indica tun insieme di ortaggi fritti, conditi con sugo di pomodoro, sedano, cipolla, olive e capperi, in salsa agrodolce a base di aceto e zucchero.... Leggi profumata alla menta e crema di melanzane al fumo. Ortaggi non proprio al meglio e cucina che davvero pare accontentarsi di eseguire il compitino.
Baccalà arrostito sulla pelle con scarola ripassata, capperi e olive.
Sorbetto al melone.
Gli immancabili Conetti di sfogliatella, ricotta di fuscella e purea di patate alla liquirizia, il dessert feticcio del ristorante, in carta da sempre (o quasi).