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I Lupini – Street Food

I Lupini – Street Food: il pesce dalla barca alla tavola, nel cuore di Modica

Prendete un localino sperduto nei vicoli, vicino a Corso Europa, nel centro del centro di Modica. Metteteci un cuoco-patron già pescatore un tempo e oggi amico di tutti i pescatori del luogo e otterrete il mare più puro e vero che esista.

La conoscenza della materia prima ittica, del resto, non gli manca, e ciò gli permette di cucinare, per pochissimi eletti – solo una decina i coperti – un pesce che definire vivo è solo un pallido eufemismo.

E cotture semplici, ma da manuale, come il fritto e il grigliato. Le paste buone, considerando la cucina lillipuziana che possiede, e che in una giornata di mare in tempesta e vento forte, quindi difficile per la pesca, ci ha regalato una vera e propria rarità: la triglia verde sugosa e con un sentore di iodio e di mare che non percepivamo da tempo immemore.

Carta dei vini scarnissima, meglio se vi portate qualcosa da casa, dolci inesistenti. Eppure, vedendo il luogo e assaggiando le prelibatezze che da I Lupini vi porteranno a tavola, ogni assenza sarà presto dimenticata. Per contraltare, un conto da encomio vi incoraggerà ad affrontare le lunghe attese in piena stagione. Il posto è ovviamente preso d’assalto da locali e turisti ma non demordete: ne varrà la pena!

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Un porto sicuro nel fascino d’antan della provincia veneziana

Da Mauro a Mirano si trova Mauro Pelosin in persona: la bandana d’ordinanza e il sorriso fiero di chi, tutti i giorni, si destreggia da almeno dieci anni col mercato – e con le stagioni – della vicina Chioggia. Da tempo i pescatori gli riservano, ormai, le pezzature migliori; un’attenzione che è diventata proverbiale, la sua, e che riversa in egual misura anche sul mondo vegetale se è vero com’è vero che, in stagione, da lui si trovano pure le pregiate castraure, ma questa è un’altra storia. 

La storia presente, piuttosto, è un affare di moeche, granseole e conchiglie grandi come una mano e servite crude, ma crude in un modo che saprebbe far capitolare anche il più ritroso tra gli scettici. 

Delle sue capesante con olio e limone, del resto, si parla da almeno dieci anni così come del carpaccio di astice, per dirne uno, oggi in un’urbanissima combinazione coi frutti di bosco. Chiaramente, siffatta sensibilità non potrà esimersi dal proporre  un’accurata scelta di ostriche, scrupolosamente selezionate e ogni volta diverse: nel nostro caso una generosa, nocciolata Royale David Hervé e la Regal OR di Boutrais, più carnosa e vagamente esotica.

Ma gli si farebbe un torto, a questo oste, chef e patron se non si facesse menzione della sua ormai proverbiale arte di combinarlo, questo crudo, con altrettanti elementi attinti dalla flora non solo locale ma anche nazionale e pure foresta, come accade nella tartare di trigliette locali con radicchietto, pomodori siciliani e olive taggiasche, con le puntarelle a rimare nella consistenza coi croccanti, carnosi calamaretti ma pure e soprattutto nelle carambole e nei kiwi gialli – oltre alle più familiari fragole, mirtilli e more – incastonate nel sontuoso, gargantuesco plâteau di gamberi rossi di Sicilia, scampi e astice di Chioggia.

Non manca nemmeno un ossequio, invero servito in primissima battuta, al territorio, con un assaggio di antologico baccalà mantecato alla maniera vicentina e nel taglio del giorno: una piovra di sei kg, sempre dalla vicina e magnanima Chioggia, in elegantissimo spolvero con la Rosa di Gorizia e il sedano rapa. Sempre di stampo territoriale l’omaggio al vicino Trentino con la polenta di Storo a sostanziare un ottimo fritto misto.

Come se non bastasse, da Mauro a Mirano si beve pure assai bene; e scusate se è poco.

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Un solido cuoco austriaco a Taormina

Andreas Zangerl è uno chef carinziano. A differenza dei turisti austriaci, però, non è di passaggio. Ormai trapiantato nel gioiello sospeso tra l’Etna e lo Jonio dai tempi gloriosi del Casa Grugno, ovvero quando, a metà anni novanta, i ristoranti della zona (per non dire della Sicilia tutta) non presentavano offerte ricercate e Casa Grugno fu, appunto, un pioniere.

Proprio da quell’esperienza lo chef ha consolidato l’esperienza e la meticolosità nella selezione della materia prima locale unendo le stesse alla precisione mitteleuropea e alla passione per le ricette della tradizione siciliana. I suoi crudi di pesce, già a quei tempi, erano famosi e, ancora oggi, lasciano pienamente soddisfatti per la qualità espressa.

Oltretutto, oggi Andreas ha un’attività tutta sua, e di assoluto valore paesaggistico, per giunta, dato che è collocata di fronte ai meravigliosi giardini della Villa Comunale di Taormina sul terrazzamento che affaccia sulla costa dei Giardini Naxos.

Ed è bello ritrovare una grande mano che reca rispetto assoluto alla materia prima, tanto che già il suo crudo di pesce e crostacei con olio d’oliva affumicato ci ha pienamente soddisfatto. Ottimi, per semplicità e freschezza i paccheri di Gragnano con pesce spada e mentuccia o lo spaghetto con gamberi di Mazara del Vallo e pomodorini (al quale recriminiamo soltanto qualche istante di troppo nella cottura della pasta). Il tataki di tonno rosso del Mediterraneo è poi un must della casa, consigliatissimo per la qualità del pescato.

Anche sulla carne, lo chef, sa il fatto suo presentando una cottura perfetta del filetto di maialino con pere e verdure al vapore. Ma ci sono anche incursioni comfort, con panini caldi di diverse tipologie. Per i dolci segnaliamo un grande strudel di mele, col quale lo chef sembra avere molta familiarità, come del resto vale per ogni suo piatto proposto.

La cantina è incentrata sulle migliori etichette locali ed è ben impostata. Peccato solo per la risicata scelta di bollicine francesi importanti.

Il servizio, non velocissimo a serata inoltrata e locale pieno, è però cortese e sa ben consigliare.

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A Gabicce Monte un ristorante di pesce con la P maiuscola. E un panorama mozzafiato

Il Ristorante Posillipo, che è anche un bellissimo albergo e una pasticceria tra le migliori della Romagna, è, insomma, uno dei più chiari esempi della grande professionalità e ospitalità romagnolo-marchigiana. Qui sin dall’inizio -la famiglia Arduini è proprietaria da 3 generazioni- viene presentato e portato in atto tutto il meglio di questa terra. Un grandissimo prodotto, il pescato, forse tra i migliori nel raggio di molti chilometri. Un albergo, dicevamo, molto suggestivo e originale, con una vista mozzafiato su questo tratto di costa. Una pasticceria che ha tra le sue punte di diamante anche i lievitati. Qui nulla è lasciato al caso, qui tutto è fatto e costruito con professionalità estrema, calore romagnolo e marchigiano, intensa e vibrante energia.

E per dei grandi appassionati come noi del divino nettare il Posillipo ha anche una immensa cantina, ovviamente prevalentemente vocata a bollicine e bianchi ma non solo, tra le più originali, estese e ben prezzate della zona. Un tripudio, da cui abbiamo pescato uno tra gli Chablis a noi più cari, a un prezzo da encomio.

Sulla cresta del gusto, dalle crudità di mare ai dolci

Tornando alla cucina la materia prima utilizzata è di assoluto pregio. La qualità è estrema e indiscutibile. Le preparazioni seguono il solco della moderata creatività, perché un pescato del genere fai in fretta a mortificarlo, cercando di accontentare la clientela d’albergo, ma non solo, con preparazioni molto basilari. E dobbiamo dire che, a parte qualche eccesso di sapidità, il tutto scorre liscio e meravigliosamente bene. I crudi sono strepitosi, la pasta con i ricci forse un filo troppo cotta e con il sugo lievemente ossidato, la rana pescatrice stupenda, nel suo genere, e fresca come una rosa.

Peccato per i dolci, bellissimi e molto tecnici, che però lasciavano il passo a un eccesso, classicista, sul versante zuccherino che tende ad appiattire generalmente il gusto, pur essendo molto variegati. Il Posillipo è un posto di elezione per gli amanti di questo genere di locali, che non a caso riscontrano un grande successo sia di pubblico sia di critica. E noi siamo tra questi.

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Pesce di alta qualità nel cuore della Riviera Romagnola

Il vasetto collocato sulla scrivania all’ingresso del locale, ricolmo fino all’orlo di lecca-lecca, dice tutto sulla capacità dei romagnoli di accogliere i clienti: un semplice gesto, dal costo limitato, ma che permette di conquistare qualunque bambino (e, con lui, mamma e papà). Sono i dettagli a fare la differenza, come sempre: la gentilezza, i sorrisi, la voglia di far star bene la gente.

Qui all’Onda Blu hanno capito tutto questo.

Un locale bello, un ex bagno fronte mare ristrutturato in maniera elegante ma prestando sempre attenzione a non intimorire il cliente, tutto giocato sui toni del bianco per lasciare la scena alla luce che entra dalle ampie vetrate che circondano la sala. Una carta dei vini ben costruita, sia per le proposte sia per la correttezza assoluta dei prezzi.

E poi pesce, pesce e ancora pesce. Selvaggio, tutto. E dall’Adriatico, prevalentemente.

Una cucina semplice e piena di gusto

Ricette semplici, che lascino parlare gli ingredienti di alta qualità: niente fondi, ma cotture rapide ed espresse. Proposte rassicuranti, con quel pizzico di estro che permette di scacciare la noia ma al contempo piene di solidità e, vivaddio, di gusto.

Quel soaso al forno non lo dimenticheremo facilmente: un concentrato di mare, carni sode e succose che lasciano apparire anche una buona mano in cucina oltre alla grande abilità nell’approvvigionamento del pesce.

Un locale che ci sentiamo di consigliarvi a occhi chiusi: il prezzo può essere importante (e parlando di pesce pescato, non c’è da meravigliarsi) ma la soddisfazione sarà garantita al 100%.