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La Mar – Cebichería Peruana

Gaston Acurio è il più famoso cuoco sudamericano nel mondo.
Più che un cuoco è un vero e proprio imprenditore, con quasi cinquanta tra ristoranti, bar et similia. A memoria, non ricordiamo altri chef, direttamente coinvolti in attività d’impresa, con questi numeri.
Basta fare un giro in alcuni dei suoi ristoranti in Perù, che sia in un bistrot o nel ristorante di punta, per capire che siamo di fronte ad un fenomeno della ristorazione. Locali pieni in qualsiasi giorno della settimana, doppi o tripli turni. Brigate numerose e preparazioni, alcune volte anche complesse, eseguite a ritmo incessante. Una macchina da soldi, prima ancora che un impero gastronomico. Questo è Acurio.

Il perfetto esempio del suo successo è la cebicheria La Mar, aperto da mezzogiorno in punto fino alle 17:00 tutti i giorni, in cui vengono consumati chili e chili di pesce e crostacei di giornata (ed ecosostenibili). Un concetto di eclatante successo, a cui diversi imprenditori e catene alberghiere di lusso hanno fatto la corte, per replicarlo nelle loro città.
Al La Mar non si accettano prenotazioni, ma se si vuole evitare la fila si può arrivare verso le 14:30, come abbiamo fatto noi un tranquillo martedì di agosto. Ciononostante, il locale straripava letteralmente di clienti.

Tre postazioni differenti (crudi, fritti o cucinati, forno a legna per le padellate ed altro) e dislocate per tutto il locale, una sorta di grande dehors coperto. Il pescato del giorno, che, come detto, arriva da una apprezzabile e certificata pesca locale sostenibile, viene preparato in tutte le declinazioni possibili e immaginabili, a cominciare dal crudo, vero fiore all’occhiello di questa -non a caso si chiama così- cevicheria. Ma la carta rimanda anche ad altre cucine che hanno influenzato questa terra (dal riso alla pasta) nonché allo street food locale; il famoso “sanguchito” qui viene preparato con pesce e crostacei.

Il cliente viene anche accontentato qualora avesse particolari richieste per preparazioni e cotture non presenti in carta. L’encomiabile flessibilità va di pari passo con l’efficienza e la cortesia del servizio che, salvo rare eccezioni -come nei locali targati Acurio o in pochissimi ristoranti di fama mondiale-, in questa nazione è ancora molto indietro rispetto all’Europa, all’Asia e all’America del Nord.
L’assaggio della degustazione de “los 3 cebiches clásicos” è imperdibile: pesca del día, mixto, nikkei, la cui freschezza del pescato è disarmante.
Meno entusiasmante ma comunque gustose sono le preparazioni cucinate come El Pan con chimbombo (con calamari fritti in pastella) e la Empanadas Cangrejo y langostinos.
Altro piatto imperdibile è la “chalana”: degustazione di “causas”, ovvero patate condite con diverse salse e pesci, una delle icone dei piatti oceanici peruviani.
Se si vuole esagerare, infine, potete apprezzare l’abbondanza del contenuto della “Plancha”, con uno sfrigolante quantitativo, tra tonno, polpo, vongole e altro. Tutto ad un prezzo parecchio conveniente, anche grazie al piacevole cambio soles/euro.
Insomma, abbondanza, qualità e spensieratezza: questi, a nostro avviso, sono i dettami di La Mar, un luogo in cui ogni giorno va in scena una vera e propria festa. Un posto imperdibile anche solo se siete di passaggio da Lima.

La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù

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Lo snack: mais croccante salato.

La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
Pelle cangiante, occhio vivo ancora gonfio. Chissà se è fresco…
pesce, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
Platano fritto con salsine.
platano, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
platano, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
In azione dietro la postazione crudi/ceviche/tiradito/causa.
crudi, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
Los 3 cebiches clásicos.
cebiches, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
Pescato del giorno.
pescato del giorno, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
Misto.
La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
Nikkei.
nikkei, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
La “chalana”: degustazione di causas.
chalana, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
Empanadas Cangrejo y langostinos.
empanadas, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
empanadas, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
L’impegnativo Pan con chimbombo (con calamari fritti in pastella) servito con patate dolci fritte.
chimbombo, pane, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
Gustato con una buonissima IPA locale.
birra, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
L’imponente e sfrigolante padellata di pesce e crostacei.
pesce, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
E per gli impavidi: chocolate fudge cake! Bomba calorica inaudita.
cake, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
Con un timido gelato alla vaniglia.
gelato, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
Il pescato esposto.
pesce, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
pesce, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
La sala.
sala, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
sala, La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù
L’ingresso.
ingresso,La Mar Cebicheria Peruana, Lima, Perù

Lima, dieci milioni di abitanti. 43 quartieri, altrettante amministrazioni comunali. Città architettonicamente eclettica e tangibilmente pericolosa.
In un posto così, il fascino di spostarsi da un quartiere residenziale, benestante e relativamente tranquillo, in una delle zone poco raccomandabili della città è grande, soprattutto se ci si reca appositamente per provare un piatto di pesce crudo marinato, cucinato da un emigrato cinese ultra settantenne, in casa sua (perché di una casa -blindata- si tratta).
Forse in pochi conoscono Javier Wong, una leggenda a Lima, una sorta di -fatte le dovute proporzioni- Jiro Ono peruviano.
Considerato il genio del ceviche, preparato esclusivamente con polpo, un pesce bianco di grossa pezzatura (spesso un rombo), cipolla rossa, lime e pepe nero. Questa è la semplicissima ricetta cult che dieci clienti al giorno possono apprezzare da “Chez Wong”.
Un luogo che è tutto un programma: aperto solo a pranzo, situato nel quartiere La Victoria (distante una quarantina di minuti dai quartieri trendy di Miraflores e Barranco e dal centro storico), nessuna insegna ma soltanto una porta di una casa con un usciere che fa un cenno ai tassisti spaesati mostrando al cliente l’ingresso di questo luogo.
Appunto una cucina di casa con pochi tavolini, tanti riconoscimenti appesi sui muri, un banco e un micro fornello adiacente a due bagni. Tralasciando volentieri le dubbie misure sulle norme igieniche, l’esperienza in un posto così peculiare è unica e irripetibile. Qui vi accolgono con un certo distacco, quasi con menefreghismo, non vi chiedono cosa volete mangiare ma soltanto se volete acqua, Coca Cola, birra o una stucchevole Inka Cola.
Non ci sono prezzi nè menù. Non c’è nient’altro che un “one man show” che prepara il miglior ceviche di sempre. Dosato ed equilibrato in tutte le componenti. Un rombo di incredibile sapore, un polpo dalla consistenza fantastica, una cipolla dolcissima ed una marinatura tutt’altro che aggressiva. La pulizia, la sfilettatura del pesce, il taglio a memoria della cipolla e delle verdure come se fossero usciti da una mandolina. Preparazioni di pochi minuti, davanti al commensale, ed immediato servizio.
Dopo il ceviche seguono altri due piatti “calienti”, cucinati in un wok incandescente, con il medesimo rombo da 8 chili, poi basta.
Tre piatti, stessi ingredienti, tre sapori totalmente diversi. Sapori dal raro equilibrio, a tratti sorprendentemente raffinati.
Il tutto per una trentina di euro per persona.
Bisogna solo telefonare e prenotare prima di arrivare. Altrimenti non troverete nessuno a farvi accedere alla casa-cucina di Wong.
Noi ci proviamo, ma crediamo che non siano abbastanza le poche parole e le foto per descrivere una esperienza così. Bisogna andarci per capire.

Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù

Il tavolino e la basica mise en place, da modestissima trattoria.
mis en place, Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
L’imponente pesce del giorno che sfamerà i dieci commensali.

Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù

Ecco l’intera sequenza fotografica della preparazione del ceviche.
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
L’insieme riposa per qualche minuto.
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Ed ecco il risultato. Polpo, rombo, cipolla rossa, pepe nero e lime. Semplicemente fantastico.
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Si ricomincia con una nuova portata. Vi chiederanno soltanto se gradite il piatto caldo e il sapore, dolce o salato.
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Questa volta abbiamo melone cantalupo, champignon, funghi trombetta dei morti e biete.
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Lo chef passa dal tagliere al wok incandescente.
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Pochi secondi a fuoco alto ed ecco il secondo piatto. Sapore completamente diverso ma medesima intensità della materia prima. Tanto di cappello.
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Infine vi chiedono se c’è ancora spazio per l’ultima portata, piccante. E lo chef si rimette al lavoro.
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Ancora pochi secondi di wok ed ecco un altro eccezionale assaggio in perfetto stile cinese: ananas, salsa piccante, cipollotti e quinoa croccante.
wok,Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
La casa (blindata) di Wong.
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù
Chez Wong, Chef Javier Wong, Lima, Perù

Non è ammissibile attribuire giudizi di valore senza termini di paragone. Di matrice strutturalista, questo pensiero sostiene che le cose del mondo non avrebbero proprietà se non nel diretto rapporto con le sue simili, e che proprio in questo rapporto, in questa differenza, risiederebbe, delle cose, il vero nucleo identitario. Ebbene, s’è già detto, si tratta del punto di vista dello strutturalista, ma è anche della posizione del neofita, colui che si appresta a giudicare un’esperienza tanto lontana dalla nostra enciclopedia quanto, allo stesso tempo, tanto prossima nella costellazione di similitudini ch’essa intrattiene coi suoi referenti europei, tanto a Barcellona quanto a Londra, per esempio.

Stiamo parlando del Pacifico, un ristorante che porta con sé più di una velleità culturale e culinaria, non ultima quella di portare a Milano, unico caso codificato in Italia, i 500 anni di influenze asiatiche tradotte nel seno della prolifica cultura culinaria peruviana. Ebbene se, come si diceva, in Italia questa fusion iperterritoriale è alla sua prima nazionale, altrove questa tradizione è invece più radicata e, forse per questo, essa si esprime a livelli nettamente superiori rispetto alla sua manifestazione italiana obnubilata, nello specifico, da un servizio non sempre puntuale, dall’acustica scontrosa, nonché dalla manifesta approssimazione di alcuni allestimenti, come piatti posticci e, sicuramente, un po’ pasticciati, accanto ad altri che, a dispetto dell’alta densità territoriale, ci sono sembrati invero, se non manchevoli, comunque sicuramente piuttosto flebili.
Probabilmente, il punto di partenza è così alto, complesso e stratificato da risultare paralizzante, fatto sta che poco dell’altissima varietà paesaggistica peruviana, dove si alternano altissime montagne alle ripide costiere scoscese, si riverbera nel piatto, ne’ si ritrova la giungla tentacolare col suo caleidoscopio di anfratti umbratili e balsamici.

In tutto questo, tuttavia, è anche probabile che Jaime Pesaque, ovvero l'”ambiasciatore” peruviano di questo paesaggio commestibile, abbia invero solo bisogno di tempo, e lo dimostrano invece piatti riuscitissimi, benché più delicati rispetto agli originali peruviani, ma questo è tutt’altro che un difetto, come il suo ceviche, il nuovo sushi europeo, così come la sua versione del tiradito: ineccepibile.

A parte ciò, la scenografia è appagante: si è inseriti infatti in un contesto molto suggestivo, una scenografia per nulla lasciata al caso che, forse, adombra ulteriormente la controparte commestibile che, invece, avrebbe colmato gran parte delle sue manchevolezze nella maggiore ricercatezza in termini di materie prime nonché, certamente, in una maggior correttezza in termini di cotture.

L’ambiente, comunque, è funzionale alla suzione di cocktails più che discreti su cui primeggia, ovviamente, il Pisco Sour, la bevanda nazionale del Perù, da accompagnare al succitato ceviche, nella speranza che la popolarità dell’indirizzo non precluda le vostre conversazioni dato che, come ultima nota dolente, si diceva, l’acustica non è propriamente delle più riposanti.

Mise en place.
mise en place, Pacifico, Ristorante di cucina peruviana, Milano
Dettaglio di un tavolo.
tavolo, Pacifico, cucina peruviana, Milano
Tiradito Paracas Capesante.
Tiradito, Pacifico, cucina peruviana, Milano
Tiradito Tamarindo Tonno e avocado zenzero.
tiradito,Pacifico, cucina peruviana, Milano
Cheviche misto con polpo, cappesante e gamberi: forse il migliore piatto della serata.
Cheviche, Pacifico, cucina peruviana, Milano
Chupe mancora: aragosta, la sua bisque, patate, uova alla coque; un po’ troppo pasticciato.
Chupe manchora, Pacifico, cucina peruviana, Milano
Causa Nortena aragosta, puré di patate, peperoni, maionese piccante e salsa alla olive nere.
causa nortena, Pacifico, cucina peruviana, Milano
Cheese cake al passion fruit.
cheese cake, Pacifico, cucina peruviana, Milano
Per finire in bellezza: Pisco Sour.
pisco sour, Pacifico, cucina peruviana, Milano