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Mix in St. Petersburg

Le imprese di Alain Ducasse sparse per il mondo possono essere considerate a buon diritto dei veri e propri McDonald’s per gourmet.
Non appaia blasfema tale affermazione.
Come la nota catena funge per l’orbe terraqueo da punto di riferimento per chiunque voglia sfamarsi con menù omologhi a qualsiasi latitudine e longitudine, allo stesso modo quelli che hanno maggiori pretese della semplice sazietà possono trovare negli indirizzi ducassiani sparsi ormai ovunque per il mondo un approdo sicuro con un’offerta gastronomica calibrata e garantita.
La sua è una ricetta semplice: piatti classici del repertorio Alain Ducasse, alta qualità della materia prima e una strizzatina d’occhio al terroir dov’è ubicato il ristorante e via andare per soddisfare ogni affamato buongustaio.
Così dopo aver fatto in città un paio di esperienze che mi avevano lasciato a dir poco perplesso, ho ristabilito il giusto rapporto con la ristorazione haut de gamme provando la cucina di Stephan Gortina alter ego dello chef in quel di San Pietroburgo.
Il ristorante è ospitato all’interno della catena degli hotel di design “W” e caratterizzato da mise en place e atmosfere molto easy che non hanno nulla a che vedere con la sontuosità monegasca del Louis XV né con la sua sublime opulenza gastronomica, tutta di stampo Ducasse-Cerrutiano.
Qui tutto è progettato per un’offerta più austera e decisamente meno sfarzosa e luculliana, mirata comunque al benessere del cliente.
E’ un piacere infatti sedersi, poter scegliere un bel vino senza svenarsi e assaggiare piatti di golosità assoluta come un maialino da latte cotto in modo impeccabile da leccarsi le orecchie, un beef da applausi con un adeguato sughetto al tartufo per finire con un babà di fattura partenopea o, volendo, degna di un Jacques Genin.
Meno significative magari la giovanilistica sogliola, pur fritta in modo ottimale, o l’halibut sovrastato dagli accompagnamenti, comunque classificabili come particolari secondari in un contesto di assoluta piacevolezza.

Sala

Amouse bouche

Ottimo pane, cosa da non dare mai per scontata.

Variazione sul tema club sandwich.

Coniglio in porchetta con insalata.

Sogliola fritta, fast food style, con salsa tartara.

Tournedos di manzo, sedano rapa, scalogno, funghi, tortello alle erbette e sugo al tartufo.

Maialino da latte croccante, mostarda e….

…terrina di parmigiano, mascarpone e zucca.

Halibut brasato, generosamente accompagnato da sugo di pollo, salsa champagne…

…e semplici spinaci.

Montblanc.

Notevole babà con panna.

Un grande vino.

Seconda sala, interna, del ristorante.

Ingresso dell’albergo.

Hermitage.

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Questa recensione di Norbert integra ma non sostituisce la precedente del Guardiano del Faro , che ritroverete alla fine di questa, e ne conferma la valutazione complessiva.
Il Presidente

Recensione ristorante.

Professor Cerutti.
E’ questo il titolo che mi è venuto in mente all’ennesima dimostrazione ai miei occhi di saggia maestria di questo provenzale chiamato a suo tempo da Ducasse ,con lungimiranza non da poco , a dirigere questa cucina ad “orologeria”.

Tutto gira infatti con una precisione tale che sembra essere in una bolla fuori dal tempo,e il tutto si accompagna ad una levità degna della grandissima professionalità presente a tutti i livelli : dal servizio veramente impeccabile, quasi un balletto dalla tempistica perfetta che si dispiega davanti ai propri occhi, alla cura del celeberrimo cadre che lascia trasparire da ogni particolare eleganza e bellezza ,ma, soprattutto, alla cucina dove ogni cosa è come deve essere, nè più, nè meno, con il risultato che con le pietanze che arrivano dalla brigata Cerutti ci si può registrare il palato.

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