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Le Piantagioni del Caffè: questione di uomini e di terroir

di Adriana Blanc

Un modo nuovo di guardare al caffè

Le Piantagioni del caffè, torrefazione di Livorno condotta dalla famiglia Meschini che, dal 1994, si dedica alla produzione di caffè di qualità, ha come obiettivo centrale quello di valorizzare l’intera filiera del caffè.

Ecco quindi che, come accade nel mondo del vino – ne abbiamo parlato diffusamente qui – si sceglie di raccontare il caffè mettendo in luce le caratteristiche del territorio in cui nasce e delle mani che lo producono: caratteristiche uniche e intrasferibili.

I caffè di piantagione sono, infatti, 6 tipologie di caffè 100% Arabica raccolti da singola piantagione e tostati e lavorati singolarmente. Una separazione che consente di preservare i sentori unici di ogni appezzamento e di poter dunque apprezzare “in purezza” la maestria conferita dagli uomini che lo coltivano.

Per fare ciò Prunella Meschini, responsabile dell’attività di ricerca del caffè crudo, visita i paesi produttori al fine di scovare le materie prime più caratteristiche e interessanti. La sua finalità è, a tale proposito, duplice: sovrintendere personalmente all’evoluzione delle materie prime e stabilire un rapporto diretto e solido con i produttori. Questo rapporto diretto, e lo scambio culturale che ne deriva, permette all’azienda di accrescere il proprio know-how e ai produttori di affinare le tecniche di produzione, migliorando contestualmente anche le proprie condizioni di vita.

È il caso specifico di Alto Palomar che, oltre a godere della “Certificazione Caffè Biologico” comune a Dambi Uddo, Suke Quto e La Pradera – a testimonianza di come l’azienda sfrutti la naturale fertilità del suolo, promuova la biodiversità dell’ambiente ed escluda l’utilizzo di prodotti di sintesi e degli Ogm – è insignito della “Certificazione Fairtrade”, che garantisce migliori condizioni di vita e di lavoro per i produttori e i lavoratori dei Paesi in via di sviluppo.

Partiamo, dunque, alla volta di Sud America e Africa per scoprire le peculiarità di questi 6 Gran Cru.

I 6 caffè “di piantagione”

Perù 

Alto Palomar – CACE Alto Palomar – 100% Arabica
Non molto distante da Lima, nella regione del Junín e più nel dettaglio in quella cornice incantata che è la valle di Chanchamayo, la coltivazione del caffè è tanto praticata da aver fatto guadagnare alla zona già negli anni ‘30 l’epiteto di cafetalera. Siamo nel cuore della selva alta, un luogo costellato di cascate e campi di orchidee, abitato da numerose specie di farfalle che rendono il luogo ancor più poetico. Qui, tra i 1200 e i 1800 m di altitudine, 120 piccoli coltivatori riuniti nella Cooperativa Agraria Cafetalera Ecologica (CACE) Alto Palomar si servono di tecniche di agricoltura biologica e di attività esclusivamente manuale per dare vita a quello che è uno dei migliori caffè Bio e Fairtrade.

Colombia

Samaria – Finca Samaria – 100% Arabica
Situata nel cuore delle montagne tropicali della Colombia, Finca Samaria è una storia d’amore per il caffè e per il duro lavoro che inizia con Gerardo Escobar Mesa ed Enriqueta Ceballos, la coppia di immigrati di Antioquia che arrivò nella regione di Risaralda a metà degli anni ’30. A più di ottant’anni di distanza, la quarta generazione perpetua la tradizione e produce un caffè ottenuto da 120.000 piante sparse lungo i 14 ettari di proprietà, coltivate con cura e senza sostanze chimiche su un fertile terreno vulcanico a un’altitudine di 1.500 metri. Per garantire che gli aromi non vengano alterati, Finca Samaria utilizza esclusivamente acqua di sorgente della fattoria.

El Salvador

La Cumbre – Finca La Cumbre – 100% Arabica
Fondata nel 1872 dal bisnonno di Margarita Lucia Díaz de López e dal 2004 condotta da suo figlio Emilio Lopez Diaz, Finca La Cumbre viene portata avanti dalla stessa famiglia da sei generazioni nella regione di Ilamatepec, dove si coltiva caffè su colline vulcaniche a 1500 m di altitudine. L’azienda è oggi ricompresa nel gruppo “Cuatro M Cafes” di cui Emilio è il fondatore: la tradizione familiare rimane il punto focale, ma è l’innovazione a fare grande quest’azienda.

Brasile

Cachoeira da Grama – Fazenda Cachoeira da Grama – 100% Arabica
La Fazenda Cachoeira da Grama appartiene alla famiglia Carvalho Dias dal 1890, di cui Gabriel de Carvalho Dias è stato responsabile della gestione fino al 2016, quando Bourbon ha assunto l’amministrazione della fattoria. L’azienda si trova a 3 miglia dal confine di stato del Minas Gerais e presenta caratteristiche delle zone montuose di Mogiana e di Sul de Minas. Qui tutto viene svolto manualmente tra i 1100 e 1250 metri di altitudine poiché la particolare topografia non consente alcun tipo di meccanizzazione. La sostenibilità sociale e ambientale è un punto focale dell’azienda agricola che ha sviluppato un programma di piantagione di specie autoctone per perpetrare un migliore equilibrio ecologico.

Etiopia

Dambi Uddo – Dambi Uddo Farm – 100% Arabica
La foresta di Dambi Uddo si trova a poche decine di chilometri dal paese di Shakisso, noto per la produzione di caffè dalle note speziate. Il caffè di foresta prodotto da questa azienda agricola proviene da un terreno di 15 ettari denominato Wadessa, situato ad un’altitudine di circa 2.150 metri. La wadessa è un albero endemico frondoso che cresce fino a circa 20 metri di altezza e il cui legno è molto pregiato, motivo per il quale è considerato a rischio di estinzione. Il bosco offre terreni argillosi particolarmente fertili, fertilità ulteriormente accresciuta dal modello agroforestale di Dambi Uddo, nel quale la vegetazione garantisce la presenza di una lettiera in continua decomposizione perfetta per nutrire il suolo. Le radici degli alberi aiutano a contenere gli effetti dell’erosione e impediscono che il terreno si secchi trattenendo l’acqua in profondità. La produzione di caffè gioca così un ruolo importante in questo sistema e ne garantisce il futuro a lungo termine.

Yrgalem – Sel. Yrgalem – 100% Arabica
La regione è quella del Sidamo, nella zona meridionale dell’Etiopia, dove gli studiosi individuano che la pianta del caffè abbia avuto origine e antiche testimonianze citano un succo estratto dai suoi semi utilizzato come medicinale. Il caffè qui prodotto ad un’altitudine compresa tra i 1500 e 1800 metri, esula dalla definizione in senso stretto di “caffè di piantagione”, perché qui viene coltivato dai tanti piccoli produttori locali, in quantità assai limitate, direttamente nei loro giardini, i coffee garden. I produttori consegnano il proprio raccolto alla “washing station” di Abdullah Bagersh, uno dei più grandi esperti di caffè etiopi, dove egli mette a punto la selezione finale.

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