Valutazione
Pregi
- La persona di Roberto Di Pinto.
- Cucina divertente che riesce ad abbinare creatività e concretezza.
- L’atmosfera calda e conviviale.
Difetti
- Non è più il luogo low cost degli inizi.
- Non tutti i piatti convincono appieno.
Roberto Di Pinto: l’Alta Cucina indossa i jeans
“Suonna ca so suonne d’oro” questa la scritta che regna a caratteri cubitali all’interno del Sine. L’importanza di lavorare duro per realizzare i propri sogni. In questa frase c’è molto di Roberto Di Pinto. Napoletano, nato nel quartiere popolare di Fuorigrotta, ne ha fatta di strada e dopo avere retto per qualche anno le cucine milanesi del Bulgari è riuscito a creare un ristorante tutto suo. Un posto a suo modo unico, che nel giro di pochi anni è diventato un vero e proprio monumento all’ospitalità “Made in Neaples” nel cuore di Milano. Una vera e propria enclave partenopea, non solo e non tanto per i rimandi e le radici della cucina dello Chef, ma per il suo modo di porsi, per la creatività la simpatia e la solarità che lo contraddistinguono. Vulcanico, molto intelligente, attivissimo sui social, dotato di una naturale predisposizione alle relazioni umane, Di Pinto fa la spola tra cucina e sala intrattenendosi amabilmente con tutti i suoi clienti – e sottolineiamo, tutti! – raccontando aneddoti, spiegando i tecnicismi di alcune preparazioni, o semplicemente parlando del più e del meno, riuscendo a creare, in questo modo, un’atmosfera di casa nel vero senso della parola.
Si respira un’aria positiva e stimolante al ristorante Sine. Parola che in latino significa Senza. E qui si sta bene senza formalismi, senza pesantezze di alcun genere. Tutto è molto easy, e molto lontano da certo gastrofighettismo imperante. La parola d’ordine è semplificare, con l’intento di dare valore aggiunto: una cucina che ci piace definire Casual Chic, fatta di piatti che parlano di tradizione e delle origini napoletane dello Chef, ma che hanno ben presenti le lezioni della grande scuola francese e le esperienze maturate da Di Pinto in giro per il mondo tra Parigi, l’Asia e gli Stati Uniti, in un percorso formativo a 360 gradi di latitudine e longitudine.
Tecniche e contaminazioni in salsa napoletana
La Pizza Margherita ispira un Raviolo pizza, la Parmigiana è resa “Espressionista” ispirandosi ai “Tagli” di Lucio Fontana, il Risotto 100 si impone subito al palato: diretto, preciso, semplice e complesso insieme. Riuscitissimo il connubio tra la ricciola, magra e nobile, la grassezza del Patanegra e l’amaro dell’asparago cotto al MonolithIl Monolith è un barbecue in ceramica a carbone a forma di uovo di derivazione giapponese utilizzato per affumicature, cotture dirette, indirette, medio-lunghe o combinate con la finalità di dare note di brace agli alimenti.... Leggi. E si continua in un percorso ricco di contaminazioni in cui si rincorrono stili e proposte anche molto diverse: c’è il Soffritto napoletano con il provolone del MonacoFormaggio grasso, a lunga stagionatura, a pasta semidura e assai piccante. Come da tradizione casearia napoletana e sorrentina, questo formaggio a pasta filata viene prodotto con latte di vacca di varie razze fra le quali l'Agerolese, tipica del territorio. Il Provolone del Monaco si presenta a forma di melone o pera senza testina, con legatura che deve suddividere il formaggio in... Leggi e l’elegante Ostrica Kys al Pisco sour, il Rombo al beurre blancLa beurre blanc (la traduzione letterale dal francese è "burro bianco") è una salsa calda di burro emulsionato insieme a una riduzione di aceto e/o vino bianco (solitamente Muscadet) e scalogno. Di origine francese e simile alla salsa olandese, si differenzia dal suo servizio. Una buona beurre blanc dev'essere ricca e burrosa, ma anche leggera e densa, con un sapore... Leggi e il Babà.
La squadra di sala, molto giovane e molto preparata, marcia alla grande e contribuisce al successo del locale insieme ad una bella carta dei vini che parla campano in profondità.
Ci si diverte e si sta bene al Sine, gli azzardi degli inizi sembrano ormai alle spalle la proposta complessiva ha toni più rassicuranti, ed equilibrati anche se qua e là riemerge ancora un certo manierismo che porta, in qualche passaggio, la forma a prevalere sulla sostanza.
IL PIATTO MIGLIORE: Risotto 100.