Passione Gourmet Osteria del Viandante - Passione Gourmet

Osteria del Viandante

Ristorante
Piazza Ventiquattro Maggio 15, Rubiera (RE)
Chef Jacopo Malpeli
Recensito da Giacomo Bullo

Valutazione

16.50/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

  • La bellezza del luogo.
  • La cordialità e la grande premura del personale di sala.
  • Carta vini letteralmente monumentale.

Difetti

  • Parcheggiare nelle vicinanze può essere complicato.
Visitato il 09-2024

In cammino

L’affascinante carta da parati dove si intrecciano foglie, fiori e animali definisce l’atmosfera quasi da fiaba qui all’Osteria del Viandante. L’ideatore, nella sua forma nuova è stato il rubierese DOC, ma prestato al mondo internazionale della moda e del lusso, Marco Bizzarri. L’obiettivo? Dare linfa nuova in primis agli ambienti e poi alla cucina con la scelta di uno degli alfieri emiliani più brillanti: Jacopo Malpeli. Nessun stravolgimento sia chiaro, il Forte di Rubiera, o meglio il Sasso come lo chiamano da queste parti sin dal Medioevo è inamovibilmente lì. Bizzarri dall’alto delle sue expertise nel campo della moda e del design è stato in grado di maritare ambienti dal grande fasto antico con deliziosi innesti contemporanei di dettagli e arredi. La stella Michelin più antica d’Italia da Arnaldo Clinica Gastronomica, di fronte osserva sorniona il felice corso del Viandante. Senza dubbio a Rubiera c’è di che divertirsi! Il sentiero qui percorso è quello di sempre incardinato tra golosa e rilassata piacevolezza. Lo era prima con la gestione di Dolores Boretti e Roberto Goggi e lo è ancora oggi con Malpeli. Una storia professionale la sua che si intreccia indissolubilmente con il territorio, toccando le caleidoscopiche forme ristorative che si dipanano fra Piacenza, Parma e Reggio Emilia. La Stella D’oro a Soragna, l’Osteria della Peppina ad Alseno, l’Inkiostro a Parma e ancora la Locanda Mariella a Fragno nel primo Appennino parmense. Malpeli da ognuna di queste, mutua insegnamenti ma soprattutto affina la cultura ossessiva per il prodotto. Dagli antologici salumi alle stagionature possenti di Parmigiano, finanche cappelletti, anolini e tortellini che echeggiano qui in ogni casa.

I sentieri

Due i sentieri da poter percorrere qui al Viandante. Il primo, il Cammino, che tiene conto del territorio nelle sue diverse e deliziose fatture, mentre il secondo incentrato principalmente sul vegetale, l’Orto. In questa nostra visita, complice anche una giornata uggiosa che invitante prelude a corroboranti piatti, ci lasciamo condurre, alternando la creatività di Malpeli alla solidità della storia. Lo Gnocco, di encomiabile sofficità è la base su cui poggiare (insieme alla salsa beurre blanc) la degustazione dei tre caviali, dal più sapido con lo storione italiano, passando per il classico e nocciolato Osciętra fino al lunghissimo Black Siberian. Un piatto didascalico dove lo gnocco assurge al ruolo di blinis, aggiungendo una marcia in più grazie al vantaggio chaud – froix delle temperatura per amplificare il varietale aromatico dei tre diversi caviali. Il piatto più curioso della sequenza però sono i Raviolinį ripieni di porchetta, pompelmo, salvia e gin. Piatto colto che, seppur nella difettiva dominanza dell’agrume, impressiona per il livello tecnico con cui la parte “arrosta” e vegetale della porchetta sia sintetizzata nel ripieno, richiamando l’impiego sia delle erbe aromatiche che della scorza di agrume nella porchetta.


Il Viandante non sarebbe ciò che è oggi, se non fosse anche scrigno di gioielli gastronomici locali che ci risulta impossibile non menzionare, come il Savarin di riso nella codificata versione alla Cantarelli, con lingua salmistrata, risotto al Parmigiano Reggiano, ragù ai funghi porcini e piccole polpette, o il Guancialino brasato (10 ore) e nappato da uno spesso fondo dello stesso vitello. Sipario? No. La giornata era uggiosa ma i Cappelletti di Maria Pia (la madre di Marco Bizzarri) nel canonico brodo di manzo e cappone, hanno restituito il sole con la loro irradiante meticolosità di esecuzione e corroborante fattura del brodo. Il Cammino si conclude con il carrello del gelato mantecato ad ogni servizio, su cui poter indulgere con vari divertissement.

Questa la cronaca di un pranzo uggioso (fuori) in cui il saggio e divertente Viandante ci ha condotto nella sua osteria preferita portando il sereno in quel di Rubiera.  

PIATTO MIGLIORE: Raviolini di porchetta, pompelmo, salvia e salsa al gin.

La Galleria Fotografica:

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