Magnolia
Valutazione
Pregi
- Il personale di sala, impeccabile.
- La sempre maggiore personalità della cucina.
Difetti
- La complessità di degustazione di alcuni piatti.
Continua la crescita costante e rigogliosa della Magnolia di Cesenatico
La maturità di un cuoco è evidente quando abbandona le certezze, gli schemi conosciuti, e affronta nuovi terreni. Questo sta accadendo al Magnolia di Cesenatico. Il merito, oltre che dello chef Alberto Faccani, che è la mente pulsante e il principale protagonista di questo percorso, è anche di Andrea Vailati e Marco Garattoni, i sous chef che duettano con Faccani dietro al pass del ristorante.
Uno stile fatto di eleganza, di piccoli tocchi di avanguardia, rivestiti da un affascinante drappo di classicità. Scampo, cocco, curryCon il termine curry in italiano si intende una varietà di miscele di spezie pestate nel mortaio, in uso principalmente nel sud-est asiatico. Le spezie utilizzate possono variare notevolmente e, a seconda di quelle dominanti, possono cambiare il colore e la piccantezza della miscela. In India l'equivalente italiano della parola curry è masala, del quale ne esistono decine di varietà,... Leggi e verbena è un piatto che non sfigurerebbe in una Grande Table francese; elegante, persistente e con un tocco esotico lieve ma molto raffinato. La ricciola alla brace e pistacchio riscopre le acidità all’interno di un costrutto che acido parrebbe non essere, in cui il veicolo grasso dona ancor più profondità al piatto. Gli spaghettoni, calamaretti, salsa verde e limone candito sono un inno alla Romagna più impertinente, sempre sottilmente elegante, così come la triglia Rimini-Livorno, vero capolavoro di concentrazione.
Cosa manca a questa cucina per lambire l’eccellenza? Solo qualche piccolo aggiustamento. Spesso i piatti sono bellissimi e proporzionati negli ingredienti e nei contrappunti, ma leggermente complessi da degustare. Il boccone, ci sta, non è sempre uniforme, ma la ricciola, il waffle e lo scampo risultano tanto belli alla vista quanto articolati e difficili nell’insieme ergonomico del boccone. Le stoviglie servono tutte e, a volte, non sono sufficienti per una presa lineare. Dettagli, infinitesimali che, se migliorati, possono davvero fare la differenza.
Il piccione, piatto feticcio dello chef, è qui presentato e narrato con una nuova verve e un nuovo, intenso livello gustativo. I dolci decisamente personali e molto buoni, chiudono il cerchio di questa continua crescita. Un plauso ad Andrea Fiorini, uno dei sommelier che preferiamo il quale, con garbo, eleganza e professionalità, ci fa sempre divertire.
La Galleria Fotografica:
Tarteletta zucca e olive, flan di prezzemolo e cerfoglio. Piadina al vapore, cefalo e finocchietto e tacos di patata, gamberi e tartufo. Un riesling romagnolo. Scampo, cocco, curry e verbena. Un ottimo muscadet. Ostrica del Gargano alla mugnaia. Birra all’acqua di mare. Waffle tonno, salsa tonnata e caviale. Un grande bianco dell’etna. Ricciola, brace e verde, pistacchio. Uno stile ossidativo e ben fatto. Bottoni di canocchia. Spaghettoni, calamaretti, salsa verde e limone candito. Rigatoni ripieni, vongole e baccalà. Gnocchi di capasanta, carbonara e tartufo. Un grande madeira ossidativo. Gambero viola al sale, oliva e nduja. Pinot nero di Romagna. Triglia Rimini-Livorno. Il Ruchè del “Citrico”(Beppe Rinaldi). Piccione, sedano rapa, pompelmo e caffè. Lo spatlese perfetto per la parte dolce. Cocco, calvolfiore e caviale. Lampone, rapa rossa e rabarbaro. Limone, latte caramellato e vaniglia. Cocco tropicale. Un tripudio di piccola pasticceria e cioccolateria.