Valutazione
Pregi
- La bella illuminazione della sala.
- Le tante attenzioni rivolte al cliente.
Difetti
- Dessert ben costruiti ma eccessivamente grassi per un fine pasto.
Un classico moderno, nel cuore della riviera romagnola
La vita è una curva di Gauss: potremmo iniziare così questo racconto. Ma temiamo capireste poco del balzano ragionamento che stiamo facendo, allora entriamo nel dettaglio.
In cucina, come in qualsivoglia altro ambiente lavorativo, le varie tipologie di persone si possono distribuire come in una curva gaussiana. Ad un estremo si collocano i geni: pochi, (forse) fortunati individui, a cui viene tutto facile e che saprebbero tirare fuori un capolavoro da una rapa e un pugno di erbe amare.
All’estremo opposto i “casi umani”, i brucia-padelle, i negati.
E poi c’è la parte centrale della curva, la grande massa di persone che lottano per un posto al sole, quelli del duro lavoro quotidiano, dello studio, della preparazione, della fatica.
La maggior parte di noi si trova qui, in questo variopinto mare magnum: è qui che l’intelligenza gioca un ruolo fondamentale.
E Alberto Faccani è cuoco dall’intelligenza fuori dal comune.
Un cuoco che gira ristoranti come il migliore dei gourmet, osserva come un cronista e sa elaborare gli impulsi ricevuti in una chiave personale.
E’ per questo che la sua cucina evolve, non è una riproposizione immobile di un concetto ma sa stare al passo con i tempi cogliendo il meglio delle tendenze internazionali (e, magari, sapendo anche anticiparle). La crescita del Magnolia è sotto gli occhi di tutti: mancavamo da un po’ da questo bel locale della riviera romagnola, e ci ha fortemente colpito la solidità e l’attenzione a ogni piccolo dettaglio.
La direzione attuale scelta da Faccani è decisamente filo-francesce, alla ricerca di una classicità in chiave moderna che sembra la scelta più indovinata oggi per combinare successo di critica e, ancor prima, di pubblico. La clientela romagnola ama la creatività ma non può rinunciare alla sostanza: Faccani, in modo estremamente pratico, propone una cucina fresca, ricca di erbe e vegetali, in cui non manca quasi mai lo spunto acido (prevalentemente dato da un agrume), senza perdere di vista il gusto e la pienezza del sapore in bocca. Niente strappi provocatori, ma tanto buon senso e una mano felicissima che mette in luce una padronanza tecnica non indifferente.
Non sono da meno sala e cantina, oggi al livello della cucina, con un Andrea Fiorini molto bravo nel pescare dalla fornita carta abbinamenti al calice e un bel team affiatato e preparato.
Il Magnolia ha tutte le carte in tavola per il salto verso i grandissimi e già oggi è tra i migliori locali della Regione.
Si può lavorare ancora sulla complessità, senza snaturare l’immediatezza gustativa ma evitando reiterazioni di ingredienti e ricercando acidità secondarie (e non solo primarie). Ci si può anche allontanare da uno stile di impiattamento eccessivamente “di ispirazione”, lavorando maggiormente sulla personalità e sul proprio stile di cucina. Serve un piccolo ulteriore scatto di maturità per uno chef e un ristorante che, già oggi, sa regalare una grande esperienza ristorativa.
il Magnolia ha avuto 2 stelle quindi dovreste aggiornare il sito.
Buongiorno alberto eh! Quando faremo la nuova recensione aggiorneremo. Come per tutti, nessuno escluso, le valutazioni si riferiscono alla data della vista. Saluti.