Passione Gourmet Albugnano (549), Nebbiolo Monferrato - Passione Gourmet

Albugnano (549)

Vino
Recensito da Erika Mantovan

Territorio d’avanguardia

Se immaginassimo, per un attimo, di dividere il Piemonte viticolo in un quadrante, la zona dell’Albugnano dovremmo inserirla al centro, a 549 metri di altezza, per la precisione. Questo epicentro viticolo, storico, e non distale dalla prima Capitale d’Italia, sta ritornando in auge puntando su una cultivar ben nota nella regione: il Nebbiolo

C’è movimento, lAssociazione Albugnano 549 guidata da Andrea Pirollo, e che raggruppa ben 14 produttori, ha già mappato i confini della zona e promosso questo “nebbiolo collinare torinese” proponendo attività promozionali, passando da un disciplinare rigido che prevedono, seguendo l’esempio dell’Albeisa, l’impiego di una bottiglia serigrafata con gli elementi che caratterizzano la denominazione: “Albugnano” e “549”.

Albugnano 549: luogo e altezza

Siamo difatti su un balcone, alto, del Monferrato, che rappresenta uno dei nuovi e più virtuosi progetti di sviluppo della Regione. Il ché si traduce, anche, in un rigido protocollo di lavoro, come l’impiego di solo Nebbiolo e un affinamento minimo di 18 mesi in legno.

A condire il tutto, arriva poi l’offerta turistica ed eno-gastronomica redatta da quella che è la 15° Enoteca Regionale del Piemonte di Albugnano, che al suo interno ospita l’Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica dedicato al Romanico del Monferrato.

Tra gli associati non manca una tradizione viticola pari a quella del Barolo mentre per altri, nati più recentemente, c’è una proiezione invece già orientata ai servizi complementari al vino: agriturismi e trattorie.

Camminando in un crinale, anche in una giornata grigia, si percepisce il clima, l’apertura, la larghezza, il respiro dona a tutto un senso di profondità e di pace. La terra è bianchissima. Così bianca che i raggi del sole vi si specchiano.

Lavanda, papaveri, erbe selvatiche e piccoli casot interrompono i colori che si innestano nell’orizzonte. “C’è una luce tale già alle cinque del mattino che si può leggere un libro” – dice Gianpiero Gerbi, enologo della maggiore parte delle cantine. Una dichiarazione che fa capire lo sforzo della campagna ma anche la necessità di ascoltarla. Viverla.

Anche in mountain bike in uno sei sentieri preposti che collegano queste colline dalla storica Abbazia di Vezzolano alla Basilica di Superga.  Sin dai tempi del Medioevo anche qui il ruolo dei canonici fu fondamentale per preservare la vite, i tralci risparmiati dalle invasioni furono destinati alla popolazione locale per reimpiantare i vigneti distrutti. 

Albugnano 549 e un Monferrato che già sotto il regno dei Savoia si sviluppa da tutto intorno a Chivasso e la sua Mandrira, voluta da Re Carlo Emanuele III di Savoia alla fine del Settecento per allevare i cavalli per la corte e parte dell’esercito – Cocconato, Casalborgone. 

Albugnano 549: 2017 e 2018 a confronto

Sono quattordici i produttori che aderiscono all’Associazione Albugnano 549 e che omaggiano, a vent’anni dall’ottenimento della Doc, nata nel 2017, la varietà Nebbiolo presente in questi 44 ettari di colline incontaminate, selvagge e libere, figlie del cielo e dei lavori in vigna prima ancora che in cantina.

Due le annate a confronto, in cui appaiono stilistiche diverse ma a cui le altezze hanno giovato, in un’annata siccitosa come la 2017. Al contrario nella 2018 c’è stata una piovosità maggiore, più produzione ed equilibrio, ma anche una precisione e palette aromatica più ritmica e piacevole. Viscosità e divertimento senza perdere di vista le caratteristiche dell’uva. Tratti che identificano il Nebbiolo di Albugnano 549 da quello delle Langhe e del Roero ma anche dalla recente Terre Alfieri. Qui c’è frutto, molta acidità ma normata sempre da una pacata potenza. Si predilige sempre la parte più dinamica rispetto a quella più complicata in termini di comprensione, data da tannini più incisivi e duri che tuttavia non mancano, in qualche espressione.

Approcci stilistici diversi, si diceva, nella percezione di un vino di cui raccontiamo l’evoluzione in un confronto tra la 2017 e 2018, quest’ultima en primeurs e con punteggio in centesimi.

Roggero – Albugnano Doc 2017 vs 2018

La quinta generazione di viticoltori nella collina di Albugnano: sette ettari in suoli dalla matrice calcareo-argillosa. Il succo è fragrante, fruttato, pieno, con una scia rosa e floreale; la masticabilità e salinità restituiscono un esempio strutturale nel sorso, che solo la vigna vecchia può dare e che dunque docile si arrende al legno. Il tannino è morbido. Nel 2018 la materia diventa golosa, già densa, voluminosa seppur il giro vita appaia già stretto; la dolcezza dell’uva invita a godere un vino che diventa già definito e preciso. 88/100

Ca’ Mariuccia – Albugnano Doc Il Tato 2017 vs 2018

Una delle aziende con il credo più forte, certificata biologica, e con all’attivo produzioni non solo di uva ma anche di svariati ortaggi per il ristorante. L’Albugnano 2017 riporta al tè nero, si percepisce una percentuale di legno più importante, con note più insistenti e ombrose. Più peso e materia rispetto al 2018, che invece si palesa con note di eucalipto e tannini più puntellati, gessosi, stuzzicanti, per un gusto che diventa più tirato, fresco e lunghissimo. Acidità altissima e mai paga di elargire un tono più austero e con toni di sottobosco e tannini già chiusi, dunque aspettare. Tra i migliori della batteria. 92/100

Pianofiorito – Albugnano Carpinella Doc 2017 vs 2018

A pochi chilometri da Schierano, in terreni ricchi di marne bianche, l’azienda della famiglia Binello produce, dal 1946, vino in 14 dei 70 ettari di proprietà. E le produzioni sono tra le più personali, con note di arancia rossa, agrumi in sensazioni decisamente saporite, eleganti e mentolate; il fin di bocca s’invade da sensazioni piacevoli fresche, balsamiche e sodiche. Lo stesso accade nel 208 in cui scoppia una lacrima gessosa e una persistenza dinamica e freschissima. 91/100

Perotto – Albugnano Doc Oltre 2017 vs 2018

Nata nel 2015 ad Albugnano l’attività nata dal nonno è portata avanti oggi da Orietta Perotto. Una bottiglia, quella della 2017, purtroppo non fortunata per via del tappo ma ci si riscatta subito con la 2018 che si palesa con toni freschi tra pesca, acqua di lago e una dolcezza già malica e note di bacche rosse morbidissime e sugose. 88/100

Cascina Quarino – Albugnano Doc Eclissi 2017 vs 2018

Tra i soci fondatori dell’Associazione, l’azienda agricola familiare di Aramengo produce in sette ettari ben otto tipologie di vini in prevalenza rossi. Nel 2017 c’è una spiccata nota di tè verde, sensazioni materiche e aloni più caldi. È grande l’acidità che si svela assieme a un pugno tannico concentrato, stretto stretto. Da aspettare in vetro prima ancor che nel bicchiere. Nel 2018 troviamo acidità, potenza, frutto e una sottigliezza tattile da sensazione già pungenti e durezze date dalla matrice del suolo. Non è pronto neanche questo vino, che fa salivare e resta nella memoria tattile con i suoi ritorni di rosa. 89/100

Tommaso Nebbia – Albugnano Doc 2017

Dal nonno Renzo al nipote Tommaso, la cantina della famiglia Nebbia è rimasta modica nelle dimensioni ma non per questo ferma sulle proprie tradizioni. Nel tempo di sono affiancate numerose etichette e nel centro storico di Albugnano si producono rosati, Nebbiolo e Barbera. Il 2017 profuma di agrumi e rosa, con una balsamicità che si fa invadente nel palato con eleganza e sfericità. 87/100

Tamburnin – Albugnano Doc 2017 vs 2018

Tra le aziende più storiche della denominazione, la tenuta del 1700 recentemente ristrutturata fa bella mostra di sé in mezzo alla collina a Castelnuovo Don Bosco, da raggiungere ammirando i vigneti in una salita impervia. Dal 2004 è di proprietà della famiglia Gaidano che conduce nove ettari vitati in un corpo unico certificati biologici dal 2020. Il 2017, come tutti gli Albugnano prodotti, nasce nella parte di vigneto esposta a sud-ovest; è elegante, con note boisé integrate per un finale che riparte sempre regalando volume con tannini cesellati e toni più tabaccati. Grande materia e longevità. Chiude su aromi di mina e grafite. Il 2018 è tra gli esemplari che riportano a un Nebbiolo di Langa, a Barbaresco, per i tannini già larghi e omogenei. Il frutto è giù aperto e la fibra si dipana con eleganza e spessore. Grande solarità ed espressività, sebbene sia più magro al sorso rispetto all’annata precedente. 91/100

Tre Colline – Albugnano Doc 2017 vs 2018

Dalla cantina nel centro del paese di Albugnano all’agriturismo nella nuova sede che vanta una delle migliori viste su tutta la zona di Albugnano, 35 ettari esposti a sud, sud-est e sud-ovest sulle colline di Albugnano in cui non manca una grande passione per gli ortaggi e i formaggi oltre che per il vino, su cui spicca anche una bella e freschissima versione di Albarossa. Il 2017 vanta un grande bilanciamento tra le componenti, austero nei primi momenti, ha un corpo mosso da agilità e freschezza, agrumi rossi e una potenza che si nasconde nel legno; in attesa di un cambio di vinificazione, più moderno, per nuovi e migliori espressioni. Nel 2018, forse, un piccolo blocco fermentativo ne causa una volatile marcata e uno sviluppo di sensazioni terziarie e laccate. Ma la materia prima è buona e c’è un ottimo potenziale di miglioramento. 87/100

Terre dei Santi – Albugnano Doc 2017 vs 2018

Una tra le cantine già storiche, del 1953, società agricola costituita da 150 viticoltori che coltivano 345 ettari suddivisi in 2327 vigneti nelle zone di Castelnuovo-Albugnano, Chieri e San Damiano d’Asti. C’è molta tecnica e precisione per vini puntuali e che ricercano una comprensibilità già immediata. Nel 2017 note di piccole bacche rosse e di pesca riportano al Roero per l’apertura; molto succoso e piacevole. Nel 2018 c’è sempre apertura ma sensazioni meno dolci rispetto all’annata precedente. Aromi salati e di bacche blu, su una trama più strutturata e profonda. 88/100

Mosso – Albugnano DOC Parlapà 2017 vs 2018

A Moncucco Torinese i vigneti si estendono in 13 ettari fino a Castelnuovo Don Bosco, in cui si dà spazio a una decina di varietà. Nel 2017 si percepisce il clima più caldo nelle note di frutta matura al naso, marasca e ciliegia. Al palato resta sottile e con sensazioni piacevolmente acide, che si scontrano in un legno che appare oggi ancora molto presente. Nel 2018 note di arancia sanguinella e pompelmo. Ampio ma fitto, è finissimo, minuto e leggiadro. Si intensifica con un volume apportato dal legno nel fin di bocca. 88/100

Tutti i vini sono disponibili anche sul sito e-commerce dell’Associazione 549: https://www.albugnano549.it

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