Valutazione
Pregi
- Il rapporto qualità/prezzo strabiliante.
- Il bel porticato in cui cenare/pranzare.
Difetti
- Carta dei vini poco “scoppiettante".
L’energia della provincia
Potrebbe sembrare strano riprendere a parlare con le stesse modalità di prima della nostra grande passione. Qualcosa è cambiato, inutile fare finta che non sia così. Nel mondo della ristorazione, c’è tanta voglia di riprendersi il tempo perduto e, sì, c’è anche tanta preoccupazione per quello che sarà. Eppure, c’è anche tanta voglia di normalità, di leggerezza, di spensieratezza.
E Locanda Pincelli, nella provincia bolognese, vanta caratteristiche strutturali – ampi spazi, anche all’aperto, sotto il portico della piazza in cui si trova la locanda – e un’energia di cui sentivamo sinceramente bisogno.
Prodiga di sorrisi l’accoglienza è genuina, la cucina, invece, continua a convincerci a pieno e, complice il rapporto qualità/prezzo, commovente, eleva questa tavola a una delle migliori esperienze che si possa fare in un raggio di parecchie decine di km.
Un Cuoco con la C maiuscola
La cucina di Marco Cavalli è dinamite allo stato puro: ricorda in alcuni passaggi la linearità di sapore di Piergiorgio Parini o Gianluca Gorini. In particolare è grande la capacità di gestire ingredienti semplici, arricchendoli di quegli spunti aromatici che fanno la differenza tra un buon selezionatore e un grande cuoco.
Così si può fare un grande piatto partendo dal pomodoro, come nella interpretazione della pappa, o dosando in maniera millimetrica l’affumicato (burrata), il vegetale (asparagi e misoE' un condimento di origine giapponese derivato dai semi della soia gialla, cui spesso vengono aggiunti cereali come orzo o riso, segale, grano saraceno o miglio. È diffuso in tutto l'estremo Oriente, soprattutto in Corea e Giappone, dove svolge un ruolo nutrizionale importante, essendo ricco di proteine, vitamine e minerali. Il miso funge da base per numerose ricette e zuppe... Leggi) e l’aromaticità (anice stellato) in un piatto (la Primavera) che ci ha fatto sobbalzare dalla sedia. Non sono da meno i ravioli ripieni di anatra (sapore, sapore, sapore) e il risotto alla cacciatora, che forse si gioverebbe ulteriormente dell’utilizzo di un burro acido al posto della classica preparazione “alla parmigiana”. Anche i dessert seguono il filo conduttore di tutto il pasto: freschezza, leggerezza e gusto.
Si potrebbe lavorare un pochino sulla carta dei vini, allargando la proposta a qualche vino “naturale” che ben si sposerebbe con questa cucina così vegetale e attenta all’uso delle erbe aromatiche.
In questa estate, che ha visto la locanda ampliare ulteriormente i suoi giorni di apertura, non avete più scuse per non prenotare un tavolo.