Valutazione
Pregi
- Accoglienza e tempi di servizio di buon livello.
- Posizione centralissima.
Difetti
- Non tutti i piatti convincono appieno.
Un simpatico bistrot di stampo contemporaneo a due passi dal lungolago
In posizione invidiabile sull’elegante area pedonale del centro di Lecco, a pochi metri dal lungolago – tra le non poche trappole per turisti disseminate sulla strada – spiccano le vetrine di questo bel bistrotBistrot o Bistrò. Piccolo locale tradizionale francese che offre un servizio simile all'osteria italiana. La crescita esponenziale di locali di avanguardia in formato Bistrot (negli anni 2000), prima in Francia come risposta all'alta cucina da Hotellerie e poi in tutta Europa, ha segnato un vero e proprio 'movimento' gastronomico associabile al termine "Bistronomia", da cui deriva l'aggettivo 'Bistronomico' (usato dagli... Leggi voluto da Luca Dell’Orto, giovane, promettente chef che si è fatto le ossa nel locale di famiglia, il San Gerolamo a Vercurago a cui si è poi aggiunto, sempre a Vercurago, il bistrot-pizzeria Du Pass.
Il format è quello, oggi vincente, basato sulla ricerca delle materie prime e su un’offerta gastronomica ampia e originale che comincia dall’aperitivo, passa per la pizza e culmina con la cena, di impronta gourmet. Dall’apertura, circa tre anni orsono, ad oggi, il L’EK ha avuto un buon successo ed inevitabilmente sono cresciute anche le ambizioni della cucina. Dalla lettura della carta, assolutamente eterogenea, è difficile intuire quale sia tuttavia la linea. Si va dalla pregiata carne della vacca galiziana ad una selezione di “pizze gourmet”; dai crudi di mare al pesce di lago, dal filetto alla RossiniPreparazione classica, derivata, secondo reperti storici, da un'idea di Gioacchino Antonio Rossini (1792-1868): compositore noto per opere come Il Barbiere di Siviglia e La Gazza Ladra, che era anche un grande appassionato di cucina. Durante il suo trasferimento a Parigi, nel 1823, Rossini conosce i grandi interpreti della cucina francese, tra cui Anthelme Brillat-Savarin, Alexandre Dumas (il famoso scrittore e... Leggi al babà. Si tocca un po’ tutto lo scibile gastronomico, insomma, senza vincoli di sorta fatta eccezione per il rispetto della stagionalità. È previsto, poi, anche un menu degustazione a sei portate – tra quelle presenti in carta – composto liberamente dallo chef.
Stagionalità, ricette classiche e un tocco di modernità
In tutto questo, abbiamo trovato intriganti e molto gradevoli le lumache con salsa al prezzemolo: perfettamente cotte, per nulla terrose, spinte da una spiccata nota erbacea, ci sono sembrate una bella versione contemporanea della classica “bourguignonne”. Ci ha favorevolmente impressionato poi anche la tagliata di vitella, carne frollata a mestiere e perfetta per cottura, temperatura, consistenza e sapore.
Belli carichi e connotati da una marcata rusticità gli spaghettoni con cipollotto e missoltini.
Dall’altra parte ci è sembrato un po’ forzato il matrimonio tra tonno rosso e salsa alla pizzaiola; non così soffice, poi, il petto d’anatra seppur accompagnato da un buon fondo di cottura e da un’equilibratissima mostarda. Ahinoi assolutamente da rivedere il babà per la consistenza (troppo poco soffice) e l’eccessiva stucchevolezza della crema in accompagnamento.
La carta dei vini, benché alquanto scarna nei numeri, non è priva di qualche proposta meritevole di attenzione.
Un locale che, sicuramente, ha portato una ventata di novità nel panorama della ristorazione lecchese, anche se confermiamo l’impressione di una cucina ancora priva di un’identità. Ma, forse, si tratta di un effetto determinato dall’intenzione di soddisfare qualsiasi tipologia di avventore e questo, a ben vedere, potrebbe anche essere un plus dal punto di vista commerciale.