Osteria Bottega

VALUTAZIONE

Trattoria

CebollaCebollaCebolla
PREGI
Vedere all’opera un grande Oste
DIFETTI
Gli spazi un po’ risicati

Osteria Bottega

Un grande amico di PG, Giancarlo Saran, definirebbe l’Osteria Bottega un “locale Panda”.
Sono quei posti che vanno oltre il concetto di ristorazione e ospitalità, sono baluardi di civiltà e come tali andrebbero protetti.
Caratteristica imprescindibile è che si mangi bene, altrimenti parleremmo di lana caprina, ma sono luoghi in cui la cultura gastronomica riveste un ruolo di non secondaria importanza. Dove si cerca il meglio dei prodotti sul mercato, ma poi si è anche in grado di raccontarli e promuoverli: a voce e tramite il piatto.
Di Daniele Minarelli, o il “Dandy” come viene spesso chiamato, si è scritto e parlato tanto: un Oste degli anni 2000, antico e moderno allo stesso tempo. Un “mercante di ricordi” della Bologna che tutti amano.
Poco invece si è scritto di tutte le donne che lo spalleggiano in sala, di una umanità e un calore davvero sinceri, questi sì davvero impagabili. Anche nelle attenzioni per un giovanissimo cliente, coccolato come il primo dei Re. Sono cose che fanno la differenza sempre, a qualsiasi fascia di ristorazione. Non sta scritto da nessuna parte che Osteria e gentilezza non possano entrare nella stessa frase, qui lo hanno capito molto bene.
Perché poi un locale come l’Osteria Bottega debba essere una rarità è una cosa che non ci spiegheremo mai, ma purtroppo la qualità nei centri storici delle nostre città è sempre più un optional.
Qui si va sul sicuro, possiamo consigliare l’Osteria Bottega a cuor leggero: piacerà a voi, navigati gourmet erranti, piacerà a vostro padre, che ancora classifica come “nuvel cuisin” qualsiasi portata sotto l’etto di peso, piacerà a vostro figlio nel quale tante speranze riponete. Un posto che mette d’accordo tutti, per non dimenticare quali perle gastronomiche è in grado di sfornare questa bellissima regione.
Avete una voglia irresistibile di una tagliatella al ragù fatta come si deve? O di un tortellino in brodo che semplicemente non ce n’è?
Volete riscoprire saperi e sapori della cucina bolognese?
Impostate sul navigatore via Santa Caterina. Senza se e senza ma.
Prenotate con buon anticipo e preparatevi a fare amicizia col tavolo affianco al vostro (la vicinanza favorirà lo scambio). Ma vi divertirete, oh se vi divertirete…


La mortadella di Pasquini

Tagliatelle al ragù

Tortellini asciutti col parmigiano: per un giovane gourmet

Lasagna

Faraona arrosto con le patate

Insalata di carciofi e parmigiano

Semifreddo allo zabaione

Un calice di Lambrusco L’Acino di Corte Manzini, un Grasparossa davvero buono




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1 Comments

  1. Francesco Martelli ha detto:

    Concordo al 100%. Sia sulla cucina bolognese, la cucina tradizionale italiana in generale che già di per sé, se ben fatta é un monumento. Sia sul fatto che a furia di ristoranti tirati via nei nostri centri storici, oltre al resto, siamo ormai oltre il quinto posto per presenze turistiche in Italia e molto molto oltre per Bologna. In ultimo: complimenti ed aderenza alla recensione per l’osteria. La passione del gestore sprizza da tutti i pori, come la bontà e la ricerca dei suoi piatti.

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Alla carta: 40€

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