Passione Gourmet Sensorium - Passione Gourmet

Sensorium

Ristorante
via Crocefisso 2, Milano
Chef Federico Rottigni
Recensito da Fiorello Bianchi

Valutazione

17/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

  • Un'esperienza decisamente unica.
  • Il pairing di livello.

Difetti

  • L'unico percorso di degustazione.
Visitato il 05-2024

Senses working overtime

Una delle canzoni più belle degli XTC,  gruppo di grande intelligenza e spessore musicale, si intitola ‘Senses working overtime’ e recita “and I can see, hear, smell, touch, taste and I’ve got one, two, three, four five senses working overtime”. Bene, i tuoi sensi lavorano davvero a mille se decidi di fare una esperienza da Sensorium, creatura pensata, progettata con grande cura e realizzata come un teatro di esperienze sensoriali da Federico Rottigni, Chef e direttore creativo.

Nel suo locale c’è un solo bancone, da 11 postazioni, arrivi per le 20.30 e a quell’ora, tutti insieme, si entra in una dimensione, super-immersiva  nella quale il cibo è pensato come vettore di ricordi e catalizzatore di sensazioni; ci entri e diventi spettatore, super protagonista di uno spettacolo che amplifica tutti i tuoi sensi come la cerimonia rituale più discussa della storia, “Ayahuasca“, che così si chiama il percorso emozionale e gastronomico di quest’anno. Così, con la voce di uno sciamano come guida, ci si imbarca in un’avventura di nove portate, con pairing alcolico e analcolico, con kombucha, tepache e fermentati botanici.

L’Ayahuasca di Federico Rottigni

È evidente il grande studio e la ricerca che ha portato Rottigni alla definizione del menù degustazione, di nove portate, sia concettuale, sia palatale, con uno storytelling ben pensato e articolato nel corso del percorso per presentare ogni singolo piatto. Si gioca con le consistenze e con materie prime che sembrano, ma non sono quello che ci si aspetta: è il caso del Non-chicken curry che replica la consistenza del pollo sfilacciato con la fibra di jackfruit al posto del pollo, e della Mareada, un ceviche di una ombrina di cellulosa ricavata dallo scoby del kombucha, trattato in modo da avere una consistenza e un retrogusto simile all’ombrina, servita con coriandolo, cipolla, lime, mais bianco.

La Pluma reale di bue frollata 40 giorni di Sergio Motta ti introduce in una dimensione super-raw, primordiale, materica, quasi borderline sul sapore, mitigata da una salsa chimichurri di santoreggia, volutamente contenuta come dimensione, per non togliere spazio alla carne. Incredibile quello che succede con Serendipity, dove un risolatte, grazie a una colonna sonora super studiata, arriva ad avere un fortissimo impatto emotivo e sorprendente l’utilizzo di un materiale, solitamente di scarto, la vinaccia, alchemica, del geniale Giorgio Mercandelli, che va a sostituire, egregiamente, il cioccolato, nel dolce finale.

Un percorso decisamente originale questo di Federico Rottigni, quest’anno, e una votazione che va a premiare l’esperienza sensoriale nel suo complesso, che va oltre la valutazione dei singoli piatti e vuole valorizzare la concettualismo e l’espressione artistica di quella che è una performance, di grande livello, a tutti gli effetti.

IL PIATTO MIGLIORE: Ceviche di ‘ombrina’ di cellulosa, coriandolo, cipolla, lime e mais bianco.

La Galleria Fotografica:

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