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Le Mortelle

Vino
Recensito da Thomas Coccolini Haertl

“Cantinando” da Antinori nel Chianti Classico a Le Mortelle, fuori dalle grandi denominazioni toscane

Una scala. Un manufatto che riconduce a pura funzione. Nei progetti architettonici di grandi strutture può essere quasi solo un dettaglio dell’insieme. Eppure può divenire uno stilema. Una scultura. Persino una icona nell’immaginario fotografico mondiale.

Ed è esattamente ciò che è accaduto per la rampa elicoidale a scalini all’esterno dell’immenso edificio di cantine Antinori nel Chianti Classico, premio World’s Best Vineyards 2022, primo posto fra le eccellenze dell’enoturismo mondiale. In verità l’immensità del progetto di Archea Associati dell’architetto fiorentino Marco Casamonti – ingegnerizzazione di Hydea- non rivela affatto la sua maestosità all’esterno e i circa 49.000 mq della superficie di intervento, essendo una cantina ipogea annegata dentro alla collina, si scopriranno solo percorrendo l’interno della struttura. Nelle lunghe e alte sale di vinificazione e affinamento si è avvolti in un’atmosfera di luci soffuse e religioso silenzio, sentendosi proprio in una cattedrale del vino. Alla luce del sole emergono solo pochi dettagli: grandi fori circolari, lamine sottili, lunghi e curvi lembi d’acciaio corten sull’unico fronte esistente, con i piani ricoperti di terra e di vigne. Solo appunto la scala padroneggia un prospetto quasi invisibile, riflettendosi nelle grandi vetrate ritagliate fra le parti strutturali.

Le maestose proporzioni di Antinori nel Chianti Classico in località Bargino, San Casciano Val di Pesa (FI) acquisiscono dimensioni diverse a Le Mortelle ad Ampio (GR), non lontano da Castiglione della Pescaia, nota località di mare della Maremma. Dietro rimane però lo stesso criterio progettuale in questo caso curato da Hydea: cantina ipogea qui dalla pianta circolare che si concede solo parzialmente all’esterno sul fronte nord, poi mostrando la sua guglia sopra al tetto ricoperto dal verde e lasciando poche altre feritoie tecniche e passaggi logistici. La collina di questo luogo che spicca nel paesaggio vi è stata ricostruita sopra. Dentro però ritroviamo nuovamente una iconica grande scala elicoidale che buca tutta la struttura scendendo dai piani superiori alle profondità della terra ove il vino sosta in affinamento. Antinori sede centrale, nel cuore del Chianti Classico è simbolo stesso della denominazione DOCG, mentre Le Mortelle rappresenta un futuro forse non così immediato, fuori dalle più prestigiose e blasonate denominazioni toscane. Vivia (Vermentino, Ansonica e Viognier) poi Botrosecco (Cabernet Sauvignon e Carbernet Franc) quindi Poggio alle Nane (Carménère, Cabernet Sauvignon e Carbernet Franc) sono Maremma Toscana Doc mentre Ampio delle Mortelle -stesso staglio del Poggio alla Nane è un Toscana IGT (che fra l’altro in cantina non viene dato in degustazione… dunque resta un mistero, prodotto in piccolissime quantità, acquistabile sul sito di Antinori 26 Generazioni solo su richiesta, seppure probabilmente ambisca a diventare davvero, chissà, un SuperTuscan).

Nella grande famiglia Antinori, la tenuta Le Mortelle sembra apparentemente rimanere in ombra, dietro a nomi fondamentali della vinificazione italiana del passato e del presente, come può essere Guado al Tasso nella denominazione Bolgheri; ovviamente Tignanello; oppure Castello della Sala e così via. Ma il luogo è strategico, certamente influenzato dal mare che è vicino, a sud, con una parte boschiva pedecollinare immediatamente più a nord della cantina che ne protegge i vigneti da ovest a est.

Si leggono delle somiglianze, quanto meno a livello morfologico, con la zona di Bolgheri. Ci potremo aspettare qualcosa di molto interessante in futuro? Probabile. Se la grande famiglia Antinori – che oltre al Marchese Piero, oggi è condotta dalle sorelle Albiera, Allegra e Alessia – dal 1999 fino alla inaugurazione nel 2010, ha investito in questo tenuta di 270 ettari di cui 170 piantati a vigneto, il motivo è certamente da guardarsi in prospettiva. Del resto sono già tanti anni che le più blasonate cantine italiane esauriscono completamente le proprie bottiglie, non solo nelle annate eccellenti. Nel mondo la richiesta di grandi vini è certamente superiore all’offerta e le zone di produzione con rigidi disciplinari, come ben sappiamo non si possono di certo allargare. Ciò significa che Bolgheri, tanto quando le denominazioni di Barolo e Barbaresco, per fare un esempio (ove d’altra parte Antinori possiede Prunotto) si devono relazione con un mercato estero esigente che chiede questi vini italiani. Accade così, per stare in Piemonte, che stiano nascendo sempre più Barbera evolute, complesse e che affinano in legno anche per periodi prolungati. In altre parole stiamo assistendo alla crescita di aree geografiche limitrofe alle denominazioni più iconiche che propongono vini di grande qualità che possano soddisfare la richiesta di un pubblico internazionale rimasto a secco (è proprio il caso di dirlo…), cioè senza le bottiglie più importanti. Sostanzialmente questo fenomeno lo possiamo vedere già anche in Toscana.

La degustazione

Vivia, Maremma Toscana DOC 2022

Fra i bianchi toscani da portare a tavola come accompagnamento a piatti di pesce, questo vino deve il nome sia alla composizione delle tre uve descritte sopra, ma anche all’ultima generazione Antinori, Vivia, figlia di Allegra. 12,5% Vol, è un vino che si gradisce giovane, fresco come le sue note agrumate e di erba della macchia mediterranea che all’olfatto si completano con dettagli di frutta a polpa bianca. Spunti armonici che si riflettono anche al palato per un finale di relativa sapidità. 89/100

Botrosecco, Maremma Toscana DOC 2021 Cabernet

Interessante rivelazione del territorio che esprime bene le due famiglie del Cabernet, Franc e Sauvignon, questo rosso il cui nome si rifà alla limitrofa Riserva Naturale Diaccia Botrona, rimane in macerazione per circa 15 giorni svolgendo poi la fermentazione malolattica in acciaio; 14,5% Vol.  il vino sosta circa 9 mesi in barrique di seconda rotazione e conclude il suo affinamento in bottiglia. Al palato conferma le aspettative di un buquet con piccola frutta a bacca rossa e riverberi speziati, mentre all’olfatto sa coinvolgere coi tannini, a tratti rotondi per il contributo del legno, a tratti ancora vigorosi, concludendo la persistenza su note ancora fruttate e di cioccolato fondente. 90/100

Poggio alle Nane, Maremma Toscana DOC 2021

Nel taglio di questo vino rosso, oltre ai due Cabernet (Franc 70%, Sauvignon 20%) entra un 10% di Carménère coltivato sempre in azienda, proprio sul poggio che da il nome all’etichetta, dove si potevano incontrare le “nane”, nome gergale che in Maremma si da alle anatre che frequentavano il lago nella parte superiore della tenuta. 15% Vol. questo rosso toscano dopo la macerazione svolge la fermentazione malolattica in legno e sosta in barrique di rovere francese nuove e di seconda rotazione fino a 16 mesi. Elengate e complesso, si svela olfattivamente nella frutta rossa matura, ribes e visciola, oltre ai complementi floreali violacei e a spunti balsamici; al palato racconta la forza dei tannini e dell’alcol che può scaldare per una persistenza finale efficace nelle ultime note di tabacco Kentucky e ancora cioccolato fondente. Le Mortelle è una cantina da scoprire, condotta dall’enologa Georgia Dimitriou e dall’agronomo  Onofrio VIscione, in una zona di Toscana, la Maremma vicina al mare che è notoriamente calda a queste quote prossime allo zero sul livello del mare, fino alla vetta di alcuni dei colli in tenuta, poco al di sotto dei 100 m. La vecchia cascina sul poggio ove è stata realizzata la cantina, è un tipico edificio rurale toscano che in estate si apre ad eventi e piacevoli serate, cullati dalla brezza del mare e dal maestrale che talvolta si fa sentire. 91/100

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