Tenuta Montauto
Sorsi di Maremma con Tenuta Montauto
Ho calpestato per anni le strade e le zolle della Maremma. Maremma che è toscana e ancor di più grossetana, non ce ne vogliano gli altri maremmani pisani o laziali che siano. Quel luogo un tempo di indicibili bruttezze e sofferenze oggi risveglia gli animi ed i sensi più profondi attraverso la bellezza la sinuosità e l’armonia del proprio territorio. Dal mare ai monti l’occhio è appagato. I colori, i profumi, i sapori, un compendio caleidoscopico in cui è piacevole lasciarsi trasportare, soprattutto se i colori, vividi, sono quelli di Tenuta Montauto.
Ho conosciuto Riccardo Lepri a Milano. Occasione ghiotta, l’apertura di un nuovo luogo ittico, Vivo, dal mare alla padella, Riccardo si muoveva tra i tavoli con le sue bottiglie pronto a versare nel bicchiere la sua Maremma. È vivo e vibrante Riccardo, trasmette tutto il suo essere maremmano con affabilità e cortesia. Parla della sua terra con affetto e discrezione pur andando giù in verticale come le radici delle sue vigne.
Un economista folgorato dal Sauvignon del nonno, sulla via di Manciano. È qui che trova perfetta dimora la Tenuta e l’azienda Montauto. È qui che hanno casa Riccardo e la sua famiglia: sono i custodi dei valori di una coltura nel rispetto della natura. Qui il biologico non è né etichetta né modo ma un sano principio di vita in equilibrio con il mondo intorno. Sia che siano vigne sia che siano i 1000 ulivi sia che siano le spighe di grano.
È un senso di elegante e discreta libertà, un profondo senso di essere padroni, educati e composti, della propria terral quello che ti pervade quando assaggi i prodotti della Tenuta Montauto. I vini sono una rappresentazione perfetta dell’equilibrio che Riccardo Lepri mi ha trasmesso. Non una sola sbavatura, non uno spigolo, si sente la terra, si sente quel mare non lontano, quel sole che non cuoce ma riscalda l’acino quanto basta. Si sente l’amore per quella terra che dona i frutti solo se amata e curata ad arte, con piacere e costanza.
Enos I Vecchie Vigne 2018
Il colore è vivo e brillante con bei riflessi che giocano tra l’oro ed un raggio di sole di primo mattino, quel raggio che ricorda il giallo ed il verde vibranti come il sorso che annuncia. Ma prima il naso: un’intensità aromatica avvolgente, da Sauvignon di razza avvolto da brezza marina, lime e pompelmo passando per speziature fini che ti portano ad una pietra focaia delicata ma presente. Il sorso è piacevolmente rotondo, ricco, intenso, con una viva acidità che porterà la bottiglia con allegro brio al di là negli anni. È un vino intenso di bella verticalità ed armonia. Le vigne vecchie da una parte ed un processo di vinificazione attento e puntuale danno luce ad Enos I, un Sauvignon che convince. 88/100