Prefazione
Qualche giorno fa, ascoltando distrattamente la radio nel tentativo di combattere la noia da incolonnamento autostradale:
DJ:“…perché la Signora NomeCasualeCheNonRicordo sa tutto di vino dal momento che lei stessa ha una bellissima azienda nelle Langhe.”
Sig.NCCNR: “Esatto, proprio in questo periodo faccio il vino Novello, ossia quel vino che si beve subito, senza prima sottoporlo a fermentazione e invecchiament…”
Ecco, no.
Anche la Sig.ra NCCNR è cascata nel solito inghippo sul quale da anni si cerca di fare chiarezza.
Questo non è un generico vino nuovo, non è mosto e non è neanche un vino – passate il termine – ‘convenzionale’.
Il novello è una cosa, il mosto un’altra
Il novello è una tipologia di vino che gode di dignità – e disciplina – propria. È un vino non invecchiato, sottoposto soltanto a un particolare tipo di fermentazione, che, per le sue caratteristiche intrinseche, deve essere consumato nell’arco di pochi mesi. È un vino, compiuto, che non invecchia, né prima né dopo. Ma entriamo più nel dettaglio. Quando l’uva viene pigiata quello che si ricava è il mosto, un semplice succo d’uva che, sottoposto a fermentazione alcolica, si avvia verso il processo di vinificazione per trasformarsi, alla fine di un lungo processo, in vino. Qui emergono già le prime differenze con il novello, i cui grappoli vengono lasciati interi e posti all’interno di vasche di acciaio saturate di anidride carbonica. Una tecnica che prende il nome di macerazione carbonica, scoperta casualmente da Michel Flanzy nel tentativo di conservare più a lungo l’uva. Un procedimento molto più veloce rispetto alla fermentazione tradizionale, che preserva pressoché intatto il profilo aromatico dell’uva e riduce il contenuto di acido malico, a discapito di un’estrazione minimale di tannini e di quelle sostanze deputate a determinare la “struttura” del vino. Dopo aver sostato in questi recipienti per almeno 10 giorni, viene pigiato, stabilizzato, filtrato ecc. Il risultato è un vino leggero e beverino pronto già alla fine di ottobre, che trova il proprio punto di forza in un bel colore violetto vivace e in un profumo semplice, fruttato e vinoso, assai piacevole.
Gioia e doliore
Come dicevamo si tratta di un vino che non ha chissà quali pretese, se non quella, particolarmente poetica, di essere il primo frutto della vendemmia. In Italia sono oltre 60 i vitigni che possono essere utilizzati per questo scopo, con il Merlot a dominare su Cabernet, Sangiovese, Barbera, Montepulciano, Teroldego e Nero d’Avola. Il novello infatti viene prodotto in ogni anfratto dello Stivale, anche se il mercato da ormai diversi anni sembra essersene disamorato. La tradizione è antica, già Columella ci parlava del “doliore” nel I sec d.C, un particolare vino che sostava nelle “celle vinarie” anziché nelle “apoteche”, atte ad ospitare i vini da invecchiamento. Tradizione ancora fortemente sentita in Francia, dove si produce il Beaujolais Nouveau e si celebra il dèblocage, il giorno dell’immissione in commercio, con le “Sarmentelles de Beaujeu”, quattro giorni di festa che prevedono processioni di carriole riempite di tralci di vite in fiamme e cantine aperte fino a notte fonda per assaggiare il vino. Talmente famoso e apprezzato il cugino francese, che anche in Giappone se ne celebra l’avvento annuale, con rituali talvolta particolarmente fantasiosi. Niente di più diverso in Italia, dove nel periodo di massima auge la produzione è arrivata a 17 milioni di bottiglie, mentre oggi si attesta attorno ai 3,5 milioni.
Qualcuno, tuttavia, continua a tramandare questa tradizione con un concorso annuale, deputato ad eleggere il “Miglior Novello d’Italia”. Si tratta dell’omonimo trofeo istituito da Tommaso Caporale, giunto in questi giorni alla 15esima edizione, che ha premiato in ex aequo le aziende Agriverde e Ornella Bellia.
La disciplina
Il “vino d’autunno nostrano” si può acquistare a partire dal 30 ottobre, ma la sua vendita è consentita soltanto fino alla fine dell’anno, quando il D.M. 13 agosto 2012 ne ordina l’interruzione. La stessa normativa stabilisce altresì che:
– la menzione tradizionale “novello” è riservata solamente ai vini DOP o IGP tranquilli e frizzanti;
– il processo di fermentazione con macerazione carbonica dell’uva intera deve riguardare almeno il 40% del vino;
– il vino novello deve essere ottenuto interamente con prodotto della stessa annata (chiarimento del Mipaaf).
Esistono dunque regole rigide alle quali attenersi che, tuttavia, lasciano ampio spazio all’interpretazione della singola cantina. Questa infatti, entro i dettami del disciplinare, può aggiungere fino al 60% di vino “tradizionale”, purché sia della stessa annata. Ecco quindi che il mondo del novello diventa ampio e variegatissimo e la necessità di indicazioni per districarsi diventa fondamentale. Questa è la selezione di Passione Gourmet, una carrellata di novelli provenienti da tutto il Paese e le cui uve sono sottoposte al 100% a macerazione carbonica.
Novello Veneto Igt 2021 – Ornella Bellia
Zona: Veneto
Uvaggio: Carmenère 50%, Refosco dal Peduncolo Rosso 50%;
Colore: Rosso rubino con riflessi violacei;
Gradazione Alcolica: 12.5%;
Frutti di bosco e una leggera speziatura al naso, una bella rotondità al palato.
Colline Pescaresi Novello ‘Ikebana’ 2021 – Zaccagnini
Zona: Abruzzo
Uvaggio: Montepulciano 100%;
Colore: Rosso violaceo;
Gradazione Alcolica: 12%;
Vinoso, mora e fragola, estremamente beverino.
Teroldego Novello 2021 – Zeni
Zona: Trentino-Alto Adige
Uvaggio: Teroldego 100%;
Colore: Rosso rubino con riflessi violacei;
Gradazione Alcolica: 12,5%;
Ciliegia in evidenza, qualche accenno di cannella, grande morbidezza.
Calabria Rosso Igt 2021 – Spadafora
Zona: Calabria
Uvaggio: Magliocco Dolce 100%;
Colore: Rosso rubino con riflessi porpora;
Gradazione Alcolica: 13%;
Amarena e ribes, avvolgente e piuttosto tannico.
‘Marche Igt Novello 2021 – Velenosi
Zona: Marche
Uvaggio: Montepulciano e Lacrima;
Colore: Rosso rubino con riflessi violacei;
Gradazione Alcolica: 13.5%;
Fragoline di bosco, mora e lampone; fresco e persistente.
‘Santa Costanza’ Novello 2021 – Banfi
Zona: Toscana
Uvaggio: Sangiovese in prevalenza, Gamay e Syrah;
Colore: Rosso violaceo;
Gradazione Alcolica: 12.5%;
Chewing gum alla fragola e lampone, avvolgente e persistente.