Vignaiola 2.0 del Lambrusco
Andiamo nel modenese, con una cantina di pianura, sulla riva destra del fiume Secchia, troviamo tanta storia e una recente evoluzione tutta la femminile: Silvia Zucchi.
Siamo poco più a nord di Sorbara, nel lembo di terra che più a est è delimitato dal fiume Panaro, esattamente nel cuore della produzione del Lambrusco emiliano per eccellenza. L’Azienda Vinicola Zucchi ha origini radicate nella cultura contadina locale grazie al forte legame col passato iniziato a partire dai primi anni ’50 con Bruno Zucchi, continuato poi la seconda generazione del figlio Davide assieme alla moglie Maura, a cui va il merito del rinnovamento della cantina, aprendo così la strada alla figlia Silvia, diplomata in Enologia a Conegliano, la terza generazione, in azienda dal 2010.
Un interessante contatto quello con una donna che lavora le uve, fra l’altro una delle otto Vignaiole 2.0, diffuse fra il veronese, l’Oltrepò Pavese e la Toscana. Orgogliose di trovarsi a fare un mestiere antico, sporcandosi le mani in campagna, ma con la cura in cantina che solo una donna alla fine riesce a dare. Certamente l’apporto di Silvia Zucchi all’azienda di famiglia, in queste terre, calde, divise ogni tanto da pioppeti e frutteti, è stato quello di introdurre nuovamente il lambrusco rifermentato in bottiglia e, passo breve, un metodo classico. Silvia stessa si racconta, con l’arrivo della sua decima vendemmia, ha voluto dedicarsi al progetto di una linea costituita da quattro nuove etichette, disegnate con un look nuovo, accattivante e comunicativo, e che portassero il suo nome. Quattro i lambruschi di Sorbara vinificati in purezza, di cui due spumanti Metodo Charmat, un Rosé (rifermentato in bottiglia non degorgiato) e un Metodo Classico a Dosaggio Zero.
Il criterio iniziale è stato quello di dare identità e rilievo al territorio del Sorbara, tracciando un lungo percorso di selezione clonale coadiuvata da un importante vivaista francese.
Parallelamente quindi ai vini di Zucchi, con la loro identità ed etichette, Silvia Zucchi ha creato una sua immagine che istintivamente incuriosisce molto. Come se si trattasse di una cantina nella cantina. Nel totale della produzione che si attesta intorno alle 95-100.000 bottiglie annue, le etichette Silvia Zucchi corrispondono a 20, 30.000 bottiglie.
Line up.
In degustazione il Lambrusco di Sorbara Rifermentazione in Bottiglia (2019), che in etichetta, più o meno al centro rivela di sé con la scritta in grassetto INFONDO, fra altre parole distribuite su carta di colore beige, come EQUILIBRATO, COMPLESSO, SAPIDO. 11,5% vol. di colore rosso rubino con ampi riflessi violacei, è subito caratterizzato da un’impronta olfattiva floreale e un’espressione di fragoline di bosco, poi si apre al palato con note di lamponi e marmellata di prugne. Corpo e acidità sono in sintonia, con un finale largo, ancora armonizzato dalle bollicine persistenti, chiudendo lievemente sapido, così da invitare a bere ancora.
Lo Spumante Dosaggio Zero è la vendemmia 2016, 12,5% vol. e un’etichetta che parla chiaro: AVVINCENTE, ELEGANTE, DECISO, SAPIDO. Un metodo classico che esalta le caratteristiche del Sorbara, nel dosaggio zero, ma anche nel colore rosa brillante. Subito si percepiscono note di sottobosco, frutta rossa matura, come ciliegie more e ribes; il sorso è pieno, sempre fresco, diretto e sapido, caratteristica di questo vitigno. Rimane sui lieviti oltre 36 mesi, nello specificio la sboccsatura del novembre 2020 lo porta a oltre 40 mesi effettivi.
Le uve vengono raccolte a mano in piccole cassette e dopo una breve criomacerazione il mosto di qualità ottenuto segue la fermentazione alcolica e malolattica; infine, dopo l’affinamento in bottiglia, viene degorgiato con rabbocco solo dallo stesso millesimo.
Elevage.
Sotto alla firma di Silvia Zucchi che dedica la linea a nonna e papà, in tutte le etichette compare anche il sottotitolo IN PUREZZA, come dire, niente trucchi. Infatti le uve sono curate dal raccolto fino alla vinificazione, lavorando in totale assenza di ossigeno e i dosaggi di solforosa sono bassissimi. Fuori, in campagna, si perseguono i principi della lotta integrata, in cantina pulizia e metodo.
Silvia Zucchi si muove con disinvoltura, nelle cantine; lo fa da quando era ragazzina e si vede. La vigna, la cantina, sono casa sua. Ed è per questo che incrociando anche papà Davide, ci si sente piacevomente accolti e subito a propro agio. Davvero come in famiglia.
[…] con un’altra tappa emiliana, sempre alla ricerca degli spumanti Metodo classico e dei rifermentati in bottiglia. Su e giù per […]