Natiia – Osteriia

VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
L’attenzione alla componente vegetale.
DIFETTI
Aperto solo a cena.
Maggiore focus da affinare sulla coerenza del menù.

La “natura” nel piatto, presso la cucina di Andrea Vitali

In una scena de Le otto montagne, omonimo adattamento del pluripremiato romanzo di Paolo Cognetti, uno dei protagonisti si domanda cosa sia la natura, concetto di per sé astratto e che sarebbe più utile lasciasse il posto agli elementi fisici che configurano la “natura”. Prendendo spunto da questa domanda, si nota come il relais Natiia, a Lazise, con splendida vista Lago, di proprietà dei cugini Luca Pannone e Zeno Russo, tenti di rispondere partendo dalla terra e da ciò che essa può offrire sia in termini culinari sia in termini locali.

Perché la struttura dentro alla quale sorge l’Osteriia che abbiamo visitato, è appendice dell’azienda familiare, tale Villa Bottona, nata prima come azienda agricola e poi convertita all’ospitalità, oggi racchiusa nella doppia struttura di relais e agriturismo gourmet Natiia-Osteriia, appunto.

In cucina il giovane Andrea Vitali, già Young Chef d’Italia 2018 per San Pellegrino e con importanti esperienze alle spalle tra le quali una fondamentale collaborazione presso la brigata di Isa Mazzocchi,  sposa la filosofia della struttura e propone una cucina circolare che nasce e si concretizza nel e dall’orto, con una profonda attenzione alla componente vegetale (di prima qualità e presente in quasi tutte le portate), appoggiandosi a produttori locali per colmare eventuali ammanchi. Nella nostra esperienza abbiamo provato la degustazione, che cambia quasi ogni giorno, adattandosi a ciò che offre la terra.

Dalla terra al piatto

Tra i piatti più riusciti citiamo Fusilli, rucola, limone candito ed erbe di campo, capace di valorizzare la componente vegetale (tra cui nasturzio e petali di fiordaliso) in una splendida alternanza tra note amaricanti, lunghezze balsamiche e sfumature ludiche di stampo croccante. Un piccolo gioiello, fotografia lucida e immediata del concept del locale. Stessa conferma possiamo esprimerla parlando di Arachidi, nocciola e funghi, dessert che ha elevato il micete a protagonista equilibrando note terrose a lunghezze tostate della frutta secca, col cioccolato alla base a unire il tutto in una precisa rotondità. Al netto di quanto sopra, muoviamo un’osservazione d’insieme partendo dalla portata principale: Piccione cotto in carcassa, carota, pancetta e anice è stata una portata tecnicamente puntuale, ben eseguita, armoniosa e dalle note ematiche, ma fuori luogo rispetto al resto del menù che avrebbe avuto maggiore lucidità e identità se fosse stato, suggeriamo, esclusivamente vegetale.

Concludendo possiamo quindi dirci soddisfatti dell’esperienza avuta in questa struttura, riconoscendo il percorso intrapreso e constatando dei margini di miglioramento a livello concettuale che permetteranno a questa cucina di approdare presso traguardi notevoli.

IL PIATTO MIGLIORE: Fusilli, rucola, limone candito ed erbe di campo.

La Galleria Fotografica:

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Gianpietro Miolato

Di formazione letteraria, è affamato di buon cinema e buona cucina. L’avanguardia come obiettivo primario, ma con occhio vigile sulla tradizione. Tempo libero e chilometri sono investiti nella ricerca della tavola che sappia sedurlo più della precedente.

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VALUTAZIONE

Cucina Classica

14/20

PREGI
L’attenzione alla componente vegetale.
DIFETTI
Aperto solo a cena.
Maggiore focus da affinare sulla coerenza del menù.

INFORMAZIONI

PREZZI

Menù degustazione: 5p 75 €;

Alla carta: sui 70 €

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Il Desco

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